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AMSTERDAM, 7 giugno (Reuters) - La Banca centrale europea (BCE) avrà bisogno di almeno altri due rialzi dei tassi di 25 punti base a giugno e luglio, e dovrebbe essere pronta ad alzare ulteriormente i tassi se l'inflazione rimane troppo elevata, ha affermato un membro del consiglio direttivo della BCE. Klaas Knot ha detto mercoledì.
"Mi aspetto due aumenti dei tassi a giugno e luglio", ha detto Knot in un'audizione al parlamento olandese.
"Dopodiché, il quadro non è chiaro. In uno scenario ottimistico, per allora avremo fatto abbastanza. Ma ci sono molti rischi al rialzo che potrebbero costringerci ad aumentare ulteriormente i tassi. Non esiterei a farlo se necessario".
e la risposta rimane sempre identica: dove siamo?E' sempre la stessa storia vecchia come il mondo, si puo' anche applicare ai conti deposito da come ho visto....siccome è lunga allego foto
Vedi l'allegato 2910070
La guerra in Ucraina e il ritorno dell’inflazione hanno causato un «cambiamento di paradigma» che «può portare a tassi di crescita potenziale più bassi» e che «richiederebbe politiche che portino a deficit di bilancio e tassi di interesse più elevati». Lo ha detto Mario Draghi al Mit dove ha ritirato il premio Miriam Posen.
«Mentre noi eravamo impegnati a celebrare la fine della storia, la storia stava preparando il suo ritorno», ha detto. «Le conseguenze geopolitiche di un conflitto prolungato al confine orientale dell'Europa sono molto significative», ha aggiunto Draghi. «In primo luogo, l'Ue deve essere disposta a rafforzare le proprie capacità di difesa». In secondo luogo, «dobbiamo essere pronti a iniziare un percorso con l'Ucraina che porti alla sua adesione alla Nato».
In terzo luogo, «dobbiamo prepararci a un periodo prolungato in cui l'economia globale si comporterà in modo molto diverso dal recente passato».
La guerra in Ucraina ha contribuito all'aumento delle pressioni inflazionistiche a breve termine, ma è anche probabile che inneschi «cambiamenti duraturi che annunciano un'inflazione più elevata in futuro», ha detto Draghi. «Con il senno di poi, è probabile che le autorità monetarie avrebbero dovuto diagnosticare per tempo il ritorno di un'inflazione persistente. Ma soprattutto in Europa, data la natura di shock guidato dall'offerta, non è chiaro se agire più rapidamente avrebbe arginato di molto l'accelerazione dei prezzi».
Per Draghi «l’incapacità dei governi di accordarsi tempestivamente su un tetto massimo di prezzo per il gas naturale ha reso il lavoro della Bce molto più difficile. In ogni caso, quando le banche centrali sono intervenute, hanno dimostrato un forte impegno a tenere sotto controllo l'inflazione e hanno in gran parte recuperato il tempo perduto».
L'aumento dei tassi si sta ora diffondendo nell'economia e ci sono segnali di rallentamento nel settore manifatturiero, per l’ex premier italiano.
«L'inflazione si sta dimostrando più resistente di quanto le banche centrali avessero inizialmente ipotizzato». La lotta contro l'inflazione non è finita e probabilmente richiederà «una cauta continuazione della stretta monetaria, sia attraverso un ulteriore aumento dei tassi di interesse, sia allungando i tempi di inversione del loro corso».
Draghi non si aspetta che le preoccupazioni relative alla stabilità finanziaria ostacolino il processo. «Gli attuali problemi bancari non sono in alcun modo paragonabili alla crisi finanziaria e dovrebbero essere affrontati con misure ad hoc, come è stato fatto finora», ha detto. «Date le dimensioni limitate di queste crisi, i governi dovrebbero finanziare, quando necessario, ogni intervento necessario, evitando di creare un conflitto per le banche centrali tra il perseguimento degli obiettivi di politica monetaria e quelli di stabilità finanziaria».
Alla fine, secondo l’ex presidente Bce «le banche centrali riusciranno a riportare il tasso di inflazione ai loro obiettivi» ma «l'economia sarà molto diversa da quella a cui siamo abituati». I governi avranno disavanzi di bilancio «permanentemente più elevati» e «nel lungo periodo, è probabile che i tassi di interesse si mantengano più alti di quanto non siano stati nell'ultimo decennio. Allo stesso tempo, la bassa crescita potenziale, i tassi più alti e gli elevati livelli di debito post-pandemia sono un cocktail volatile, e le banche centrali che tollerano l'inflazione non saranno la soluzione».
Draghi ha osservato infine che «le banche centrali devono certamente essere molto attente al loro impatto sulla crescita, in modo da evitare inutili sofferenze. Ma il compito di ridisegnare le politiche fiscali in questo nuovo contesto spetterà principalmente ai governi».
Sei così sicuro che ci vorranno anni prima che l'inflazione arrivi al 3% (non 0 o deflazione)? io credo basteranno 6/12 mesi. la recessione sta arrivando e farà accelerare la decrescita dell'inflazione. IMHOTu parli continui a parlare di 4,5%, ma in realtà il netto è di 3,13%.
Inflazione annua = 8% (circa)
Rendimento annuo netto del conto deposito = 3,13%.
Inflazione > rendimento conto deposito
Non solo nel breve periodo, ma anche nel medio periodo, ti posso assicurare che l'inflazione non scenderà al di sotto del 3,13%.
Prima che l'inflazione scenda al di sotto del 3,13% passeranno diversi anni, e nel frattempo chi ha vincolato al 3,13% netto per 5 anni, tale vincolo gli sarà già scaduto (perchè appunto quel vincolo dura solo 5 anni, mica 25 anni). E in quei 5 anni, non avrai fatto altro che accumulare perdite a causa di un inflazione annuale superiore al rendimento annuale del conto deposito al 3,13%.
confermatol'attesa per stasera è di tassi invariati
Le obbligazioni perdono a valore di mercato in caso di rialzo tassi.Fatico a capire chi sottolinea il gap tra i rendimenti dei conti deposito e l’inflazione, evidenziando il fatto che vincolando al 4,50% si è in “perdita” rispetto all’inflazione all’8%. Credo che l’inflazione possa essere percepita in maniera soggettiva, faccio un esempio personale: una parte del mio stipendio viene destinata a “risparmio forzoso”, un’altra a spese correnti familiari e un’altra ancora a viaggi e vari extra. Se, invece di potermi concedere X cene fuori me ne concedo X-1, riducendo quindi parzialmente gli extra, ecco che rientro dall’aumento delle spese correnti quali pane, pasta, latte ecc… Piuttosto mi chiedo: quali alternative ci sono in considerazione di un mercato immobiliare pressoché fermo e di sozzerie varie propinate tra obbligazioni che perdono il loro valore nominale in fase di rialzo di tassi o peggio ancora fondi/sicav/porcherie varie con commissioni applicate ad ogni firma?
Questo vuol dire modificare lo stile di vita per fronteggiare l'inflazione. A parità di stile di vita il potere d'acquisto si riduceFatico a capire chi sottolinea il gap tra i rendimenti dei conti deposito e l’inflazione, evidenziando il fatto che vincolando al 4,50% si è in “perdita” rispetto all’inflazione all’8%. Credo che l’inflazione possa essere percepita in maniera soggettiva, faccio un esempio personale: una parte del mio stipendio viene destinata a “risparmio forzoso”, un’altra a spese correnti familiari e un’altra ancora a viaggi e vari extra. Se, invece di potermi concedere X cene fuori me ne concedo X-1, riducendo quindi parzialmente gli extra, ecco che rientro dall’aumento delle spese correnti quali pane, pasta, latte ecc… Piuttosto mi chiedo: quali alternative ci sono in considerazione di un mercato immobiliare pressoché fermo e di sozzerie varie propinate tra obbligazioni che perdono il loro valore nominale in fase di rialzo di tassi o peggio ancora fondi/sicav/porcherie varie con commissioni applicate ad ogni firma?
in conferenza Powell se n'è uscito con qualche affermazione pesante e ha ricordato di guardare l'inflazione core:confermato
ora se ne riparla tra 42 giorni
il ritmo ipotizzato dal mercato in questo istante è: pausa --> +0.25% --> pausa ---> ribasso (non prima del '24)
ricordo che in eurozona siamo in ritardo di circa 4-6 mesi rispetto gli USA
Contro le previsioni?contro le previsioni ancora rialzo quindi
Indica gentilmente chi mai aveva fatto previsione di non rialzo dei tassi.contro le previsioni ancora rialzo quindi