Proseguiamo da qui...

Allora... io ad oggi ho già portato in ammortamento il 60% dell'investimento in PEL... a titolo precauzionale... poi se va via a 0,80 Euro è come se avessi vinto al super...!!! :yes:OK!

In pratica oggi conteggio come se PEL quotasse 0,5830 Euro - 60% = 0,2332 Euro...!!!

Penso che se l'EUR/CHF scende sotto la parità... o ci va vicino... potrò velocemente svalutare all'80%...!!! E lì mi fermo... nel senso che non è possibile concepire PEL a 0,1166 Euro... con capitalizzazione a 25 milioni di Euro appena...!!! Convenite...??? ;)
 
Ultima modifica:
I commissari in teoria dovrebbero tutelarci e con le varie news positive speriamo che alla la riammettano con un progetto specifico di crescita.
 
Viola inviata conferma ma al momento nessuna risposta
 
Banche Popolari, il decreto è legge dopo voto di fiducia in Senato

Il provvedimento approvato con 155 voti favorevoli e 92 contrari.
 
E allora trasformatela subito in SPA aprendo le danze cari commissari facendo vedere quanto vale, se vale ancora banca d Italia è consob bloccate le vendite allo scoperto sul titolo e proponete al mercato la stessa come interessata ovviamente a proposte di matrimonio i bilanci e le posizioni le conoscete in più fate presente alla banca che acquisterà che ci sarà una bad bank che risolleverà i crediti difficili...
DAI ora siete voi che dovete fare la partita e decidere....
 
Il 3% con vincolo 12 mesi lo fa anche il credem, banca marche fa il 2,80%. E poi ti poni la domanda sbagliata, mi sembra ovvio che in questo momento gli interessa più la liquidità che il margine.

:no::no:
Credem da il 2% lordo, vincolo di 3 mesi.
 
Allora... io ad oggi ho già portato in ammortamento il 60% dell'investimento in PEL... a titolo precauzionale... poi se va via a 0,80 Euro è come se avessi vinto al super...!!! :yes:OK!

Sembra che cambi le regole di contabilizzazione un po' spesso, al fine di non avere mai segni -.
 
Sembra che cambi le regole di contabilizzazione un po' spesso, al fine di non avere mai segni -.

Man mano che sale l'attivo svaluto via via PEL... oggi sono al 60%... fino settimana scorsa ero al 50%... per fine aprile vedo di portarmi verso il 70%... poi l'80% come dicevo...!!!

E' l'unico modo per essere certi di non infangarsi sul più bello... poi se riapre e va a 1,20 Euro... oppure viene fusa con altro istituto in cambio di azioni o denaro... è tutto guadagno...!!! E' un mio modo...
 
Praticamente se mi offrono 0,93 Euro... pari a 200 milioni di capitalizzazione... io accetto e le mollo...!!! ;)
 
un buongiorno a tutti...

PRIMO PIANO25 Marzo 2015Il Sole 24 Ore

La riforma del credito

Ora le banche si preparano alle fusioni

Un autentico big bang. La riforma delle banche popolari approvata ieri al Senato è destinata a cambiare il volto del sistema bancario italiano. Perché la trasformazione in Spa dei 10 maggiori istituti a voto capitario non obbligherà le banche a mutare solamente la loro natura giuridica. L’esito secondario del provvedimento (inevitabile e in parte già scontato dal mercato) è quello di scatenare una stagione di fusioni e aggregazioni, in un effetto domino dai risvolti ancora incerti. Il passaggio a Spa aprirà il capitale delle banche all’ingresso dei grandi investitori istituzionali, e favorirà il finanziamento delle operazioni straordinarie, come gli aumenti di capitale, spesso indigeste ai piccoli soci.

Il risiko bancario
Le partite aperte sullo scacchiere italiano del credito sono in verità diverse. E hanno come crocevia fondamentale Banca Popolare di Milano: grazie alla posizione strategica, contigua a quella di altri competitor, e all’appeal economico di un’area su cui insiste come la Lombardia, Bpm - una delle banche meglio uscite dagli stress test della Bce - è la “sposa” ideale un po’ di tutte le banche. Ma di due popolari, in particolare, anch’esse destinate a rivestire un ruolo di primo piano nel risiko bancario che sta per partire, ovvero Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Banco Popolare. Nonostante le smentite, i contatti sull’asse Milano-Modena sono frenetici da settimane e molti osservatori, su entrambe le sponde, vedono di buon occhio una riedizione di quella fusione che fallì nel 2007. Nulla però è scritto: anche perché se è vero che l’operazione ha un senso in termini finanziari (le stime degli analisti erano per un incremento dei profitti per azione del 30% in caso di matrimonio), restano da definire gli equilibri di potere tra i due gruppi in una potenziale fusione. Senza contare che la fusione, magari in un secondo tempo, potrebbe coinvolgere una banca in difficoltà come Banca Etruria, oggi sotto commissariamento, a cui Bper si è avvicinata lo scorso anno per analizzarne i conti in vista di una possibile (ma poi sfumata) aggregazione. O anche Carige, oggi alle prese con un aumento di capitale da 850 milioni. Lo stesso a.d. del gruppo genovese Piero Luigi Montani nei giorni scorsi ha riconosciuto che la riforma «non potrà non coinvolgere» l’istituto ligure.
L’altra strada che parte da Milano conduce invece a Verona, come detto. Non è un mistero che il Banco Popolare, forte di oltre 120 miliardi di attivi, punti a essere un polo aggregante. «Se dovessi scegliere, sceglierei Banca Popolare di Milano perché le sinergie che hanno queste due banche sono eccezionali», disse il ceo del Banco Pier Francesco Saviotti lo scorso ottobre, pur sottolineando che la cosa non «potrà mai capitare». La possibile alleanza tra Bpm e il gruppo scaligero si incrocia però con il dossier Mps. Aggravata da un aumento di capitale da 3 miliardi da completare entro il primo semestre, Siena ha bisogno di un cavaliere bianco. E Ubi è la candidata numero uno. Il gruppo bresciano può contare su un eccesso di capitale di 1,7 miliardi, come evidenziato dagli stress test Bce. Nonostante Ubi abbia la forza patrimoniale per sopportare la fusione con Mps - la terza banca italiana con circa 200 miliardi di attivi -, resta il nodo del prezzo di un eventuale deal, anche perchè il titolo senese ha recuperato oltre il 50% dai minimi di febbraio. Ecco perché, qualora l’operazione con Mps saltasse, per la banca guidata da Victor Massiah potrebbe diventare d’attualità proprio un ragionamento con il Banco. In questo caso, vedrebbe la luce un gigante da circa 250 miliardi di attivi e, ai prezzi attuali, oltre 11 miliardi di capitalizzazione. E nascerebbe quel terzo colosso italiano del credito alle spalle di UniCredit e Intesa che lo stesso istituto guidato da Pier Francesco Saviotti punta a diventare.
E le altre popolari? Le due valtellinesi - Creval e Pop Sondrio -, almeno per il momento, si studiano a distanza. Una fusione tra le due, per quanto industrialmente sensata, deve superare forti resistenze locali. Per questo motivo, in modi diversi, le due banche potrebbero rientrare in partite più ampie, magari in alleanze a tre che coinvolgano due soggetti tra Bpm, Bper, Banco Popolare e Ubi. Più facile, invece, che le due venete, Pop Vicenza e Veneto Banca, pensino ad allearsi tra loro, visto anche il fatto che non essendo quotate entrambe presentano multipli superiori alle media di mercato. Si vedrà. Del resto, tra abboccamenti e sondaggi reciproci, il risiko bancario è solo all’inizio.
luca.davi@ilsole24ore.com
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Luca Davi
 
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