Il catastrofista Bottarelli : " Utilizziamo un gergo mutuato dai film di Fantozzi: dicesi Remediation Plan, una linea guida che propone una serie di procedure per garantire il ripristino del livello di sicurezza delle infrastrutture e dei sistemi. Nel caso di una banca, qualcosa che ha parecchio a che fare con magagne legate aill'accountability dei bilanci. Bene, poco fa, Credit Suisse ha annunciato il prioprio Remediation Plan relativo agli anni 2020 e 2021. Negli ultimi 5 giorni, il titolo di Credit Suisse ha perso il 15%. Oggi il gigante elvetico ha presentato il suo Rapporto annuale, dopo il rinvio della scorsa settimana e la convocazione d'urgenza da parte della SEC. E lo ha fatto con il credit default swap giunto al suo livello di record assoluto: 447,33. Parabolico. Vuoi vedere che SVB più che agente di contagio rischia di tramutarsi in detonatore? Il rischio stavolta appare tutt'altro che peregrino. Non fosse altro perché Credit Suisse pare aver già percorso quasi tutte le strade possibili per recuperare valore e credibilità. Fallendo. E al netto di outflows di capitali già record, il rischio emulazione della bank-run su SVB è qualcosa che si farebbe meglio a depotenziare sul nascere. Problema ulteriore: intervenendo in maniera drastica, la Banca centrale svizzera rischia di dover scoperchiare il vaso di Pandora. Svelando contestualmente il segreto di Pulcinella di quei quasi 15 miliardi di dollari ottenuti dalla Fed negli ultimi mesi attraverso swap lines emergenziali. Una delle ragioni che ha portato alla convocazione di Credit Suisse da parte della SEC. Insomma, se la SNB dovesse entrare in campo in modalità da salvataggio, molto probabilmente otterrebbe l'effetto contrario su un titolo già così sotto pressione. Invece che acqua su un incendio, paradossalmente ne diventerebbe l'accelerante. Brutta faccenda. Perché Credit Suisse, a differenza di SVB. è sistemica. Decisamente sistemica. E il grafico parla chiaro: negli ultimi giorni, la sete di dollari del sistema finanziario è diventata quasi inestinguibile. Non a caso, nell'arco di 48 ore la banca della Silicon Valley è passata da 180 miliardi di cuscinetto di capitale millantati all'insolvenza immediata. Credit Suisse, inutile negarlo, da almeno un trimestre abbondante sta a galla grazie alle swap lines della Fed. Ovvero, un bancomat in dollari senza PIN e con accesso pressoché illimitato. Ma gestire un'emergenza è fattibile, gestirne due anche. Gestire una crisi di sistema e di insolvenza in dollari a livello strutturale, no. Qualcuno rischia di andare a fare compagnia a SVB. Per questo al MEF hanno paura. Per questo l'Eurogruppo oggi si occuperà della questione. Per questo, soprattutto, l'Europa sembra non accettare ulteriori rinvii italiani nella ratifica parlamentare del MES riformato. Stiamo entrando in un momento a dir poco delicato. Perché quel crollo della liquidità in dollari è sì il chiaro proxy di uno stop ai rialzi dei tassi ma chiama il rischio di margin calls. Immediate. Nottetempo. Letali.