Altre novità. Speriamo nel Cardinale
Il sindaco di Sesto: "Vi racconto la visita di Cardinale. Vuole costruire qui il nuovo stadio del Milan"
Di Stefano: “Ha voluto capire il potenziale dell’area e i servizi. Ci riaggiorneremo. Qui siamo a un quarto d’ora dal centro di Milano e da Linate. Io al posto di Milan e Inter avrei già deciso...”
Marco Pasotto
1 giugno - MILANO
La festa in piazza assieme ai tifosi, la firma sul preliminare d’acquisto, il faccia a faccia con Maldini, l’okay alle strategie di mercato. L’agenda di Gerry Cardinale col passare dei giorni si è comprensibilmente gonfiata sempre di più e, fra la varie attività in ambito rossonero che ha gestito il neo proprietario del club, spicca anche la pratica relativa al nuovo stadio. Con sopralluogo in prima persona, all’inizio della scorsa settimana, nell’area di Sesto San Giovanni dove sorge il piano-B delle milanesi. Ovvero la località su cui hanno messo gli occhi – non certo da ieri – Milan e Inter se l’area di San Siro dovesse diventare per qualche motivo non più praticabile. Le tempistiche di certo fin qui non hanno giovato e i club hanno già fatto capire chiaramente al sindaco Sala che la pazienza è (quasi) esaurita. Roberto Di Stefano è un collega di Beppe Sala. E’ il sindaco di Sesto San Giovanni ed è un sindaco orgoglioso di governare il Comune sul quale potrebbe sorgere il nuovo impianto. Ovvero le aree ex Falck. “Qui, nel caso, saremmo pronti fin da subito”.
In che senso, sindaco?
“L’area è privata e il suo proprietario è d’accordo sulla cessione, l’amministrazione comunale è concorde. In altre parole: mancherebbero solo il via libera dei club”.
Ci spieghi perché sarebbe Milan e Inter dovrebbero scegliere Sesto.
“Perché non ci sono criticità. Perché i costi sarebbero più contenuti. Perché nell’arco di 18 mesi potrebbe essere posata la prima pietra, mentre a San Siro non saprei”.
Costi più contenuti in base a quali calcoli?
“Sono aree già demolite e quasi del tutto bonificate. In altre parole, non c’è nulla da tirare giù, la superficie è già disponibile. Inoltre, trattandosi di un’area privata, non ci sarebbe bisogno di dibattito pubblico. Non trascurerei nemmeno le tempistiche: quando ci sono di mezzo i fondi, è un aspetto indispensabile in termini di capitalizzazione. Mi rendo conto di essere particolarmente coinvolto dalla vicenda, ma i punti forti di questo progetto sono molteplici e non finiscono qui”.
Prego, prosegua.
“Intorno allo stadio ci sarebbero 24 ettari di parco definiti nel piano urbanistico. Di quale metratura si parla a proposito dell’area del nuovo San Siro? Circa 130 mila metri quadri. Ecco, è un decimo dell’area che stiamo riqualificando noi. Si creerebbe un indotto di cui beneficerebbe anche Milano. E poi non ci sarebbero di mezzo concessioni a 90 anni e cose simili”.
A proposito di Milano: immaginiamo che Cardinale abbia voluto sincerarsi di persona anche e soprattutto della logistica rispetto al capoluogo.
“Io ho fatto comprendere come Sesto sia da considerarsi area metropolitana milanese, sulla quale si stanno rigenerando le aree dismesse più grandi d’Europa. Da qui con un quarto d’ora di metropolitana sei in Duomo o a Linate. Si tratterebbe di un riposizionamento nell’interesse dell’utenza e del servizio. Inoltre la viabilità registrerebbe miglioramenti anche sulla base della realizzazione della nuova Città della Salute”.
Ma in termini pratici, la visita di Cardinale com’è andata?
“La giudico una visita assolutamente positiva e ci riaggiorneremo in merito. Ha visionato l’area, assieme ai tecnici di MilanoSesto (che detiene la proprietà dell’area, ndr) e del Milan. Ha voluto capire il potenziale dell’area, i servizi, che adesso stanno analizzando. Mi rendo conto che le variabili in gioco sono tante: noi siamo disponibili, ora la palla passi ai club che dovranno valutare tempi, costi e certezza degli investimenti. Io al posto loro avrei già deciso...”.
A Sesto San Giovanni fra pochi giorni ci saranno le elezioni: c’è il rischio che qualcosa possa cambiare nelle valutazioni del vostro Comune?
“No, in giunta siamo tutti favorevoli”.