Allora smettiamo di fare filosofia ed entriamo nel merito.
Una precisazione d'obbligo: ho lavorato all'Inps dal 2000 al 2007 e negli ultimi due anni mi sono occupato direttamente della gestione della quota dell'Istituto nel capitale di Banca di Italia (il 5%). Dico questo perchè su internet ci sono due categorie di persone: a) chi parla tanto per parlare; b) chi parla per apprensione diretta
.
La dottrina definisce la Banca come "società anomala" (Messineo, Ferro-Luzzi) in quanto i partecipanti:
A) NON PARTECIPANO ALLA NOMINA DEL BOARD*;
B) NON PARTECIPANO AL RIPARTO DEGLI UTILI**.
Si tratta di una "fictio iuris". In altre parole la Banca è "formalmente" privata ma "sostanzialmente" pubblica:
A) IL BOARD SI NOMINA PER AUTOCOOPTAZIONE*
B) GLI UTILI VANNO INTEGRALMENTE AL MEF**
La scelta di
mascherare le Banche Centrali dietro schermi di società per azioni private fu adottata al principio del secolo (un pò da tutte le Banche continentali) per rispondere al principio del "
no taxation without representation". In parole semplici u
n banchiere centrale può tassare a piacimento tramite l'inflazione (che sostanzialmente è una tassa) e tale potere non poteva essere lasciato ad un Governo. BISOGNAVA DUNQUE RENDERE LE BANCHE CENTRALI INDIPENDENTI DAI GOVERNI, e si congegnò questo espediente. Banca formalmente privata, quindi aliena dal controllo MEF, ma rientrante comunque nel perimetro pubblico.
Un pò come la Magistratura che è una istituzione pubblica indipendente dal Governo.
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* Il sistema ha avuto una bella botta con il "caso Fazio" ed i poteri di ingerenza governativi sono cresciuti. A livello BCE una altra bella botta, ancora senza conseguenze, la ha data il "caso Bini-Smaghi" che non voleva dimettersi, invocando la sua indipendenza dal Governo italiano.
** Il 94% degli utili di Banca di Italia vanno al MEF. I "partecipanti" privati partecipano al riparto solo del 6%. E' tutto scritto nello Statuto. Basta leggerlo.