A Forlì la mostra dedicata a Carmen Silvestroni
Accidenti investart che fatica, provo giusto perchè stimo parecchio il tuo dire nel forum...
ci sono persone a questo mondo che sono qui solo ed esclusivamente per fare quella cosa, non riesci ad immaginarle altrove. Io ho invidiato , si fa per dire, i suoi studenti parecchie volte, credo che se mi fosse stata vicina negli anni dell'apprendimento non avrei avuto tanta difficoltà nell'approccio con la scultura.
Quando andavo in studio da lei, quel laboratorio vicino all'ospedale, non c'era volta che non mi istigasse a provare, e quel grigiume che regnava là dentro assorbiva il suo viso,spigoloso come i suoi attrezzi . Ma al contrario di quel che poteva sembrare era una donna estremamente dolce e parlava in modo molto pacato , molto materno .
Mi diceva : _devi togliere dalla tela non mettere_
Sempre penduta da una parte,dinoccolata,sempre sorridente e positiva con tutti.
Credo di non averla mai sentita esporre una critica contro nessuno, so che tutti i colleghi suoi forlivesi avevano un ottimo rapporto con lei.
Posseggo solo qualche schizzo a carboncino e un delizioso ritratto a matita di un amico comune,
un ex PARA' come lei e come me.... STOP
Quando l’artista si legge dentro
Forlì a Palazzo Albertini le opere di Carmen Silvestroni
In mostra fotografie e autoritratti disegnati dalla pittrice scomparsa
Carmen Silvestroni
Uno dei ritratti dell'artista forlivese Carmen SilvestroniForlì, 20 settembre 2011 - PER CHI ha conosciuto la scultrice e pittrice forlivese Carmen Silvestroni (1939-1997), scomparsa dopo una lunga malattia, la mostra allestita fino al 27 settembre nel Palazzo Albertini di piazza Saffi, è un vero ‘tuffo’ nei ricordi. Carmen ha lasciato un segno profondo nella città sia per l’alta qualità della produzione artistica, sia per la sua grande umanità. ‘Carmen guarda Carmen’ è il titolo della mostra curata da Gabriele Zelli. Si tratta di autoritratti disegnati dall’artista e fotografie che la riproducono in atteggiamenti consueti, mentre crea una scultura o disegna, ma anche mentre beve un caffè, gioca col cane, con in bocca l’immancabile sigaretta.
Le fotografie hanno colto in modo preciso lo sguardo, il sorriso, la tensione di un volto impegnato a risolvere un elemento della scultura. E poi ci sono le foto del suo studio, pieno fino all’inverosimile di colori, libri, materiali e dischi. Tanti. Che riempivano l’aria di musica. Uno studio, ma anche un luogo di incontro di amici e conoscenti. Sempre aperto (con o senza lei dentro), quando si passava da via Pellegrino Laziosi era inevitabile fare lì una sosta. Anche solo per un breve saluto.
E POI gli autoritratti. Carmen sapeva ‘leggersi dentro’: bastavano pochi segni, anche geometricamente futuristi, per mettere a fuoco l’intensità dello sguardo, le pieghe del volto, il significato di un atteggiamento, la sofferenza prodotta dalla malattia. Disegni di estrema efficacia che traducono gioia e malessere, forza d’animo e disperazione. Pochi segni, ma eloquentissimi. Nel suo percorso artistico, Carmen non tralasciava mai di autoritrarsi: una memoria di sé, proprio come lei era veramente ‘dentro’. La Carmen che appare nei ritratti è una donna forte e, sempre, estremamente umana. Lei, che ha lasciato alla città eall’amata Sadurano tante opere pubbliche di indubbio rilievo, di grande professionalità, di partecipazione e di indagine sociale come si può notare nel gruppo di 9 statue ‘La scacchiera’, collocato al Parco Urbano Franco Agosto. Orario mostra: 16-19.