GERMANIA E ITALIA IL RUOLO DI SNAM NEL TRASPORTO Snam, la società che gestisce la rete nazionale dei gasdotti, ha intenzione di completare entro il 2027 la tubatura Linea Adriatica, lungo l’omonima costa, in modo da permettere un aumento delle importazioni dal Nordafrica. Il progetto, che richiederà un investimento di 2,5 miliardi di euro, dovrebbe accrescere la capacità di trasporto di gas dal Sud Italia fino a 10 miliardi di metri cubi circa in quattro anni. Tutto questo combustibile non sarà destinato solo al consumo nazionale, ma anche – così ha detto a Reuters il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin – ad “Austria, Baviera e Ungheria”. IL CORRIDOIO SOUTHH2 PER L’IDROGENO Il gasdotto Linea Adriatica, inoltre, farà parte del corridoio SouthH2 per il trasporto dell’idrogeno dall’Africa al Nord Europa dal 2030. Un portavoce del governo bavarese, sentito da Reuters, ha detto che la regione conosce i piani di Snam e degli altri operatori per convertire le tubature esistenti al trasporto dell’idrogeno. In Germania la domanda energetica è forte soprattutto a sud, ma è nel nord che si trova sia il potenziale eolico e sia i nuovi rigassificatori per il GNL: “gli stati federali del sud della Germania vogliono un piano B per essere sicuri”, cioè per avere la certezza che il loro fabbisogno venga sempre soddisfatto, ha detto all’agenzia Markus Kerber, che si occupa di pianificazione strategica del partito di centro-destra CDU. COME PROCEDE IL PIANO ITALIANO PER L’HUB DEL GAS Nel 2022 l’Italia ha consumato 67 miliardi di metri cubi di gas naturale e ne ha esportati 4,2 miliardi in Nord Europa, principalmente in Austria. Nel 2021, prima dell’inizio della guerra in Ucraina e della crisi dei prezzi dell’energia, il nostro paese aveva consumato circa 76 miliardi di metri cubi di gas. Il progetto per diventare un hub del gas possiede anche una componente di politica estera, il cosiddetto Piano Mattei (deve il suo nome al fondatore di Eni, Enrico Mattei), i cui dettagli sono però scarsi: prevede, in linea generale, un rafforzamento delle relazioni con i paesi del Nordafrica – a cominciare dall’Algeria e dalla Tunisia – non solo sull’energia ma anche nella gestione delle migrazioni.