Sì, gli astronauti delle missioni Apollo avevano dei dosimetri per misurare le radiazioni a cui erano esposti durante il viaggio nello spazio. Questi dispositivi erano essenziali per monitorare e registrare le dosi di radiazione ionizzante, dato che viaggiando oltre la protezione del campo magnetico terrestre e attraverso la fascia di Van Allen, gli astronauti erano esposti a livelli di radiazione significativamente più alti rispetto a quelli sulla Terra.
I dosimetri utilizzati nelle missioni Apollo includevano:
- Dosimetri personali (TLD - Thermoluminescent Dosimeters): Questi dosimetri erano indossati dagli astronauti per misurare la radiazione ricevuta individualmente. Funzionavano accumulando l'energia delle radiazioni che poteva essere successivamente misurata in laboratorio dopo il ritorno sulla Terra.
- Dosimetri a bordo della navicella: Diversi dosimetri erano posizionati all'interno della navicella per monitorare i livelli di radiazione ambientale. Questi strumenti aiutavano a valutare l'esposizione complessiva all'interno del modulo di comando e del modulo lunare.
- Dosimetri biologici: Oltre ai dosimetri personali e ambientali, nelle missioni Apollo venivano utilizzati anche dosimetri biologici, come i dosimetri a pellicola e i cristalli di litio fluoruro (LiF), per ottenere misurazioni più accurate della dose di radiazione assorbita dai tessuti umani.
Il monitoraggio della radiazione era cruciale per la sicurezza degli astronauti, poiché l'esposizione a livelli elevati di radiazione può causare danni cellulari e aumentare il rischio di cancro. Le misurazioni effettuate durante le missioni Apollo hanno fornito dati preziosi per la comprensione degli effetti delle radiazioni spaziali e per la progettazione di future missioni spaziali, inclusi i voli verso Marte e altre destinazioni oltre l'orbita terrestre bassa.