Questo articolo spiega bene cosa si è mosso dietro l'annuncio sulla fusione. Non si tratta di una mossa banale. Non a caso la notizia è stata fatta filtrare dall'amministrazione Usa sul prestigioso Financial Times due giorni prima dell'annuncio per creare attesa e alzare un polverone il più globale possibile in grado di bucare l'indifferenza delle opinioni pubbliche. Il senso è chiaro per "nemici" e soprattutto "amici": Putin parla a vanvera di nucleare mentre noi ci lavoriamo sul serio, sotto l'occhio vigile dei militari e con mezzi che nessun altro può permettersi.
dal Sole 24ore
L'analisi
UN MESSAGGIO MILITARE E NON SOLO ENERGETICO
di Elena Comelli
Cosa c'è dietro la retorica degli annunci dell'amministrazione del presidente Biden sulla fusione nucleare? Forse un messaggio diretto a Vladimir Putin, che non ha niente a che fare con la crisi energetica in corso, ma piuttosto con l'aggressività militare e con i continui riferimenti del Cremlino a un attacco nucleare. Per collocare l'esperimento storico appena portato a termine nella sua giusta prospettiva bisogna sapere infatti che i 5 miliardi di finanziamento necessari ad arrivare fin lì sono stati erogati dal Dipartimento alla Difesa e che la missione centrale della National Ignition Facility, nel cui ambito si è svolto l'esperimento, è fornire informazioni sperimentali di interesse militare alla National Nuclear Security Administration, in particolare utili per lo sviluppo della tecnologia delle armi termonucleari e per la gestione dell'arsenale nucleare americano.
I test sulla fusione a contenimento inerziale (Icf) producono una microesplosione fisicamente analoga a quella del secondario a fusione di un'arma nucleare e sono ideali per continuare la ricerca militare ottemperando al Comprehensive Nuclear-TestBan Treaty (Ctbt), che impone un limite all'energia massima di un ordigno nucleare sperimentale.
L'Icf rimane al di sotto di quanto proibito dal trattato e quindi permette di approfondire la ricerca sulle bombe H senza violare gli impegni internazionali.
Proprio a causa dell'analogia con gli strumenti militari, le informazioni relative all'Icf sono state declassificate dagli Stati Uniti solo nel 1994, tanto che negli anni Ottanta, negli incontri della comunità scientifica internazionale interessata all'Icf, era quasi impossibile capire i risultati dei fisici teorici di Livermore, che non potevano rivelare i dettagli dei loro calcoli a causa del segreto militare.
Al mondo scientifico è chiaro, invece, che l'approccio della National Ignition Facility, e in generale dell'Icf con fasci laser, non è pratico per una possibile produzione di energia a scopi civili, anche se permettesse di raggiungere una produzione di energia cento volte maggiore di quella necessaria per alimentare i laser, condizione stimata necessaria per un impianto industriale realistico. La frequenza di ripetizione delle scariche meno di una al giorno per poter raffreddare l'impianto è incompatibile infatti con la continuità di una produzione commerciale, che richiederebbe almeno un'esplosione al secondo.
Questa è anche la ragione fondamentale per cui la ricerca sulla fusione a scopi civili si è concentrata piuttosto sul contenimento magnetico, in grado di innescare una reazione costante, che continua nel tempo. L'esperimento portato a termine nei laboratori di Livermore, quindi, invia al Cremlino un messaggio inequivocabile sui progressi della ricerca militare americana, che non abbassa la guardia sugli ordigni termonudeari e anzi rialza la posta. CC RIPRODUZIONE RISERVATA
dal Sole 24ore
L'analisi
UN MESSAGGIO MILITARE E NON SOLO ENERGETICO
di Elena Comelli
Cosa c'è dietro la retorica degli annunci dell'amministrazione del presidente Biden sulla fusione nucleare? Forse un messaggio diretto a Vladimir Putin, che non ha niente a che fare con la crisi energetica in corso, ma piuttosto con l'aggressività militare e con i continui riferimenti del Cremlino a un attacco nucleare. Per collocare l'esperimento storico appena portato a termine nella sua giusta prospettiva bisogna sapere infatti che i 5 miliardi di finanziamento necessari ad arrivare fin lì sono stati erogati dal Dipartimento alla Difesa e che la missione centrale della National Ignition Facility, nel cui ambito si è svolto l'esperimento, è fornire informazioni sperimentali di interesse militare alla National Nuclear Security Administration, in particolare utili per lo sviluppo della tecnologia delle armi termonucleari e per la gestione dell'arsenale nucleare americano.
I test sulla fusione a contenimento inerziale (Icf) producono una microesplosione fisicamente analoga a quella del secondario a fusione di un'arma nucleare e sono ideali per continuare la ricerca militare ottemperando al Comprehensive Nuclear-TestBan Treaty (Ctbt), che impone un limite all'energia massima di un ordigno nucleare sperimentale.
L'Icf rimane al di sotto di quanto proibito dal trattato e quindi permette di approfondire la ricerca sulle bombe H senza violare gli impegni internazionali.
Proprio a causa dell'analogia con gli strumenti militari, le informazioni relative all'Icf sono state declassificate dagli Stati Uniti solo nel 1994, tanto che negli anni Ottanta, negli incontri della comunità scientifica internazionale interessata all'Icf, era quasi impossibile capire i risultati dei fisici teorici di Livermore, che non potevano rivelare i dettagli dei loro calcoli a causa del segreto militare.
Al mondo scientifico è chiaro, invece, che l'approccio della National Ignition Facility, e in generale dell'Icf con fasci laser, non è pratico per una possibile produzione di energia a scopi civili, anche se permettesse di raggiungere una produzione di energia cento volte maggiore di quella necessaria per alimentare i laser, condizione stimata necessaria per un impianto industriale realistico. La frequenza di ripetizione delle scariche meno di una al giorno per poter raffreddare l'impianto è incompatibile infatti con la continuità di una produzione commerciale, che richiederebbe almeno un'esplosione al secondo.
Questa è anche la ragione fondamentale per cui la ricerca sulla fusione a scopi civili si è concentrata piuttosto sul contenimento magnetico, in grado di innescare una reazione costante, che continua nel tempo. L'esperimento portato a termine nei laboratori di Livermore, quindi, invia al Cremlino un messaggio inequivocabile sui progressi della ricerca militare americana, che non abbassa la guardia sugli ordigni termonudeari e anzi rialza la posta. CC RIPRODUZIONE RISERVATA
