dal Corriere della Sera
di Federico Fubini
Chip, Intel accelera in Europa Investimenti per 80 miliardi I piani in dieci anni. In Italia destinati 4,5 miliardi, previsti cinquemila posti di lavoro
L'annuncio sarebbe dovuto arrivare due settimane fa, ma si era deciso di rimandare perché sarebbe stato fuori luogo nei giorni dell'inizio della guerra. Anche ora la situazione in Ucraina resta drammatica ma, a maggiore ragione, i piani per costruire una maggiore autonomia dell'Unione Europea nell'area dei semiconduttori vanno avanti. Anche con un partner americano che porti le tecnologie e la capacità industriale, come il gruppo californiano Intel.
E anche se l'amministratore delegato di quest'ultimo, Pat Gelsinger, è riuscito a far leva sul bisogno di controllo delle filiere industriali che esiste in Europa per strappare fortissimi sussidi all'investimento da parte dei governi coinvolti. L'effetto complessivo segna una forte accelerazione della capacità tecnologica in Germania, Italia, Francia, Irlanda, Spagna e Polonia, con la creazione di molte migliaia di posti di lavoro qualificati. Il piano annunciato ieri da Gelsinger prevede investimenti per 8o miliardi di euro in dieci anni, per assicurare all'Europa un'intera filiera di ricerca, produzione e packaging dei semiconduttori - anche quelli delle generazioni future - che strappi il Continente dalla sua dipendenza dall'Asia e dagli intoppi delle catene del valore.
Solo l'anno scorso, il gruppo Volkswagen ha dichiarato di aver venduto due milioni di autoveicoli in meno per la carenza di chip. E le tensioni geopolitiche consigliano a tutti i Paesi europei di ridurre la dipendenza dalle rotte asiatiche di fornitura. L'investimento da parte di Intel non sarà ripartito in maniera equanime, perché la capacità industriale dei singoli Paesi e i sussidi offerti dai loro governi non sono uguali.
A Magdeburgo in Germania saranno impiegati 17 miliardi di euro per il raddoppio della fonderia già esistente e l'obiettivo di andare in produzione già nel 2027 con i semiconduttori più piccoli mai stati disegnati: quelli di 1,8 manometri. In Italia verranno investiti 4,5 miliardi per un impianto di packaging dei semiconduttori - un processo altamente tecnologico - che dovrebbe portare alla creazione di 1.50o posti diretti e altri 3.50o nella filiera.
Altri 12 miliardi andranno al raddoppio del sito irlandese di Leixlip, un impianto di produzione più tradizionale. In Francia andrà uno spazio di ricerca e sviluppo da mille posti di lavoro, mentre cresceranno anche i laboratori in Spagna e Polonia. Gelsinger ieri ha detto che le somme promesse dai singoli governi restano per ora riservate ma lo scarto nel costo d'investimento rispetto all'Asia ha riconosciuto «è del 30-40%». Il nuovo Chip Act europeo voluto dal commissario Ue Thierry Breton permette ai governi di sussidiare investimenti «primi nel loro genere». Dunque probabilmente il 40% del costo è coperto da aiuti di Stato. Ma neanche questo basterà a risolvere la disputa tutta italiana sul sito dell'impianto Intel: in corsa restano Piemonte, Veneto, Puglia e Sicilia.