TIM - Vivendi chiede voto EGM per cessione di NetCo
Oggi 10:01 - WS
FATTO
Reuters riporta che Vivendi ha scritto al CdA TIM per chiedere che qualsiasi decisione verrà presa sulla vendita della rete dovrà poi essere ratificata da una EGM (con quorum dei 2/3 dei presenti) non con una AGM (con quorum del 50%+1).
Nella lettera al cda di Tim (TIT.MI) l'azionista francese dice anche che dovrebbero essere esaminate solo le proposte di acquisto della rete che riconoscono il valore di queste attività e che garantiscano che la società di servizi che resta dopo la separazione della rete abbia un business sostenibile.
Sempre secondo Reuters, Vivendi punterebbe a negoziare con il governo un piano alternativo, che passi attraverso un delisting di TIM e una suddivisione degli asset.
Ieri i ministri Giorgetti e Urso ieri hanno ribadito che l’assemblea di TIM deciderà la migliore offerta, ieri Salvini non ha negato a titolo personale di simpatizzare per il tandem CDP-Macquarie e per la soluzione industriale di una combinazione con Open Fiber.
Altre indicazioni di stampa:
• Qualora si votasse con EGM Vivendi, con una quota in TIM del 23.75% potrebbe esercitare una minoranza di blocco a meno che non si presentasse piu del 72% del capitale, scenario improbabile visto che nell’ultima AGM si è presentato il 57.76% del capitale, e tutti gli altri soci votassero a favore (La Stampa)
• Gli advisor legali di TIM non avrebbero ancora espresso un parere sul tipo di assemblea. L’unico precedente di un’assemblea convocata per la dismissione di un asset di dimensioni rilevante è quello relativo alla cessione di ASPI e l’operazione fu approvata attraverso un’AGM consultiva, con quorum del 50%+1 dei presenti. (Il Sole24Ore, Il Messaggero).
• La cessione di ASPI da parte di Atlantia non avrebbe tuttavia pregiudicato il business restante della holding, diversamente da quanto potrebbe accadere per TIM senza Netco. Tuttavia, secondo i legali di CDP, con la cessione della rete non cambierebbe l’oggetto sociale che invece comporterebbe un cambio dello statuto e richiederebbe un’EGM. (Il Messaggero).
EFFETTO
Dallo statuto TIM o dal TUF/Codice Civile non emergono riferimenti normativi vincolanti sulla scelta del tipo di quorum deliberativo per un’assemblea convocata su base volontaria per approvare la cessione di asset, quand’anche di importanza e dimensioni rilevanti come NetCo.
Il cambio dell’oggetto sociale (che richiederebbe una modifica statutaria con voto favorevole dei 2/3 dei presenti) non ci sembra invece applicabile, dal momento che, anche a fronte della cessione della rete fissa, TIM continuerebbe comunque a controllare altre infrastrutture, menzionate nell’articolo 3.1 del By Laws (rete mobile, datacenter, reti dedicate, etc.).
Per Vivendi vediamo diversi scenari possibili ma non esenti da rischi:
a) aspettare l’EGM di TIM per esercitare la propria minoranza di blocco, ma in questo caso le chance di successo per VIV sono crucialmente legate alla scelta del tipo di quorum deliberativo oppure avviare un contenzioso legale dagli esiti assolutamente imprevedibili che rischierebbe di minare anche i buoni rapporti costruiti da Vivendi con il governo italiano negli ultimi mesi;
b) tentare di destituire l’attuale BoD di TIM o alcuni consiglieri/ il presidente (scenario poco probabile perché richiederebbe comunque il supporto di almeno il 50%+1 dei presenti in AGM e potrebbe mettere a rischio la continuità dell’attuale management, inoltre la stessa VIV ha escluso la volontà di rientrare nel BoD di TIM con propri rappresentanti);
c) lanciare in tempi brevi un’OPA su TIM per un’operazione di take private: questa operazione bloccherebbe sin da subito la cessione di NetCo facendo scattare la passivity rule ma potrebbe incontrare l’opposizione del governo (esercizio golden power).
In ultima istanza, l’alternativa per VIV è trovare un accordo con il governo per coinvolgere CDP (avendo il 9.8% del capitale ordinario di TIM) nel tentativo di take private e di successivo break-up di TIM, scenario che potrebbe rafforzare l’appeal speculativo sul titolo nel breve termine, malgrado le numerose incertezze.
Giudizio MOLTO INTERESSANTE, target price 0,42 euro.
Oggi 10:01 - WS
FATTO
Reuters riporta che Vivendi ha scritto al CdA TIM per chiedere che qualsiasi decisione verrà presa sulla vendita della rete dovrà poi essere ratificata da una EGM (con quorum dei 2/3 dei presenti) non con una AGM (con quorum del 50%+1).
Nella lettera al cda di Tim (TIT.MI) l'azionista francese dice anche che dovrebbero essere esaminate solo le proposte di acquisto della rete che riconoscono il valore di queste attività e che garantiscano che la società di servizi che resta dopo la separazione della rete abbia un business sostenibile.
Sempre secondo Reuters, Vivendi punterebbe a negoziare con il governo un piano alternativo, che passi attraverso un delisting di TIM e una suddivisione degli asset.
Ieri i ministri Giorgetti e Urso ieri hanno ribadito che l’assemblea di TIM deciderà la migliore offerta, ieri Salvini non ha negato a titolo personale di simpatizzare per il tandem CDP-Macquarie e per la soluzione industriale di una combinazione con Open Fiber.
Altre indicazioni di stampa:
• Qualora si votasse con EGM Vivendi, con una quota in TIM del 23.75% potrebbe esercitare una minoranza di blocco a meno che non si presentasse piu del 72% del capitale, scenario improbabile visto che nell’ultima AGM si è presentato il 57.76% del capitale, e tutti gli altri soci votassero a favore (La Stampa)
• Gli advisor legali di TIM non avrebbero ancora espresso un parere sul tipo di assemblea. L’unico precedente di un’assemblea convocata per la dismissione di un asset di dimensioni rilevante è quello relativo alla cessione di ASPI e l’operazione fu approvata attraverso un’AGM consultiva, con quorum del 50%+1 dei presenti. (Il Sole24Ore, Il Messaggero).
• La cessione di ASPI da parte di Atlantia non avrebbe tuttavia pregiudicato il business restante della holding, diversamente da quanto potrebbe accadere per TIM senza Netco. Tuttavia, secondo i legali di CDP, con la cessione della rete non cambierebbe l’oggetto sociale che invece comporterebbe un cambio dello statuto e richiederebbe un’EGM. (Il Messaggero).
EFFETTO
Dallo statuto TIM o dal TUF/Codice Civile non emergono riferimenti normativi vincolanti sulla scelta del tipo di quorum deliberativo per un’assemblea convocata su base volontaria per approvare la cessione di asset, quand’anche di importanza e dimensioni rilevanti come NetCo.
Il cambio dell’oggetto sociale (che richiederebbe una modifica statutaria con voto favorevole dei 2/3 dei presenti) non ci sembra invece applicabile, dal momento che, anche a fronte della cessione della rete fissa, TIM continuerebbe comunque a controllare altre infrastrutture, menzionate nell’articolo 3.1 del By Laws (rete mobile, datacenter, reti dedicate, etc.).
Per Vivendi vediamo diversi scenari possibili ma non esenti da rischi:
a) aspettare l’EGM di TIM per esercitare la propria minoranza di blocco, ma in questo caso le chance di successo per VIV sono crucialmente legate alla scelta del tipo di quorum deliberativo oppure avviare un contenzioso legale dagli esiti assolutamente imprevedibili che rischierebbe di minare anche i buoni rapporti costruiti da Vivendi con il governo italiano negli ultimi mesi;
b) tentare di destituire l’attuale BoD di TIM o alcuni consiglieri/ il presidente (scenario poco probabile perché richiederebbe comunque il supporto di almeno il 50%+1 dei presenti in AGM e potrebbe mettere a rischio la continuità dell’attuale management, inoltre la stessa VIV ha escluso la volontà di rientrare nel BoD di TIM con propri rappresentanti);
c) lanciare in tempi brevi un’OPA su TIM per un’operazione di take private: questa operazione bloccherebbe sin da subito la cessione di NetCo facendo scattare la passivity rule ma potrebbe incontrare l’opposizione del governo (esercizio golden power).
In ultima istanza, l’alternativa per VIV è trovare un accordo con il governo per coinvolgere CDP (avendo il 9.8% del capitale ordinario di TIM) nel tentativo di take private e di successivo break-up di TIM, scenario che potrebbe rafforzare l’appeal speculativo sul titolo nel breve termine, malgrado le numerose incertezze.
Giudizio MOLTO INTERESSANTE, target price 0,42 euro.