Giornata assolutamente pazza, senza ulteriori giri di parole, all’ATP 500 di Acapulco. Tre lunghissime battaglie sul nuovo Centrale della città messicana fanno sì che il programma termini a un’ora quasi improponibile a qualunque latitudine: le 4:54, un fatto mai visto in tutta la storia del tennis. Il precedente record risaliva agli Australian Open 2008, con Lleyton Hewitt e Marcos Baghdatis che lottarono per cinque set fino alle 4:34 ora di Melbourne.
Tutto perché, nei fatti, il torneo prevede un programma prevalentemente notturno, per ragioni soprattutto climatiche. Dura 3 ore e 11 minuti il match tra John Isner e Fernando Verdasco, con l’americano che necessita di ben 29 ace per battere il madrileno per 7-5 6-7(4) 7-6(3). Sarebbe il match più lungo della storia del torneo se, pochi minuti dopo, non intervenissero più fattori messi insieme.
Proprio mentre si sta allenando con Rafael Nadal, Stefan Kozlov viene richiamato per giocare, da lucky loser, contro Grigor Dimitrov, a causa del forfait di Maxime Cressy. E l’USA che sostituisce il suo connazionale non solo gioca, non solo rischia di finire con i crampi, ma si riprende e, anzi, vince per 7-6(8) 5-7 6-3 contro il bulgaro. Durata: 3 ore e 21 minuti. Aggiornato ancora il record di Acapulco per durata, con l’americano che, sulla telecamera, scrive le proprie scuse a Nadal per l’interruzione dell’allenamento.