Questa obbligazione prevede il pagamento di tre cedole fisse, corrisposte su base semestrale, ad un tasso annuo lordo del 3,25% e il rimborso del 100% del Valore Nominale a scadenza. Durante la sua vita, il valore di mercato dell’obbligazione può essere diverso dal Valore Nominale. L’investitore potrà quindi acquistare l’obbligazione a prezzi inferiori o superiori al Valore Nominale; il rimborso del Valore Nominale è garantito esclusivamente a scadenza.
Per continuare a leggere visita il link
Si potrebbe sapere la chiusura? Quantità e prezzo .... Grazie in anticipo.AH piuttosto tranquillo...
Giancarlo Giorgetti, 56 anni, non ama esprimersi spesso al di fuori dei momenti in cui il suo ruolo istituzionale di ministro dell’Economia glielo impone. Forse per questo, quando lo fa, parla con l’urgenza di uno che ha accumulato a lungo e tira fuori tutto insieme. Giorgetti per esempio non ha affatto gradito che i suoi colleghi di Francia e Germania, Bruno Le Maire e Robert Habeck, siano andati a Washington a discutere di politica industriale quasi che fossero solo loro a rappresentare l’Europa. Il ministro italiano non nasconde il suo disappunto, in un incontro con un gruppo ristretto di quotidiani europei.AH piuttosto tranquillo...
Trading After Hour - Quotazioni - Borsa ItalianaSi potrebbe sapere la chiusura? Quantità e prezzo .... Grazie in anticipo.
chi paga ..il retail?questa é fantastica... tarallucci e vino... alla volemose bene...
Tim, il governo studia una grande intesa tra Kkr, Cdp e Macquarie - MilanoFinanza News
e ai francesi ?chi paga ..il retail?
Quelli, in una maniera o nell'altra la fanno franca. So figli en drocchiae ai francesi ?
Seguendo questo ragionamento KKR avrebbe offerto sette od otto miliardi in più del valore della Rete a Tim,Tim: si cerca la grande intesa (MF)
ROMA (MF-DJ)--La premier Giorgia Meloni starebbe già valutando il passo successivo nella vicenda Tim, ossia una soluzione di sistema che metta d'accordo Kkr ma anche Cdp e Macquarie. Un passaggio che al momento è solo un'ipotesi di lavoro, dato che la proposta per Netco alternativa a quella del fondo americano non è ancora arrivata, ma alcune fonti romane la indicano come possibile e per certi versi auspicabile.
Tutto naturalmente deve partire da un atto concreto, ossia un'offerta congiunta da parte di Cdp e Macquarie per gli asset infrastrutturali di Telecom. Anche se da parte dei sue soggetti la decisione formale non è ancora stata presa, scrive MF-Milano Finanza, il mercato considera quasi scontato l'arrivo di una proposta: qualcuno ipotizza già la prossima settimana o più probabilmente tra il 21 e il 23 febbraio, data nella quale è già in calendario un cda di Cdp. La proposta dovrebbe portare la firma solo di Cdp e Macquarie, che comunque terrebbero la porta aperta all'ingresso di altri fondi interessati a entrare in un secondo momento. Tanto che la stessa offerta potrebbe fare menzione di alcune manifestazioni di interesse da parte di altri fondi.
A quel punto sul tavolo del board di Tim ci saranno due offerte per Netco e il consiglio si troverà a fare una valutazione da sottoporre ai soci in assemblea. Quali valutazioni? Chi segue da vicino il dossier consiglia di non inseguire i possibili meccanismi che potrebbero far crescere il prezzo dell'offerta Kkr ma di concentrarsi sui alcuni dati certi.
Il fondo americano ha valutato Netco 20 miliardi ma alcuni dei tecnici al lavoro ritengono che il valore reale dell'offerta sia inferiore. Per vari motivi. Innanzitutto dalla proposta del fondo andrebbero sottratti i 2 miliardi stimati di valore di earn out derivante dalla fusione tra Netco con Open Fiber: un passaggio non scontato, dato che dovrebbe passare anche dal gradimento di Macquarie che ha il 40% di OF. Il tutto senza contare che le sinergie, che esistono, potrebbero esprimersi solo se questa fusione si facesse in tempi brevi.
Ogni mese di ritardo farebbe venir meno il valore di quell'earn out. Altro tema è Sparkle, che in base ai criteri adottati per la valutazione attuale di 1,25 miliardi potrebbe in realtà scendere di molto. La parte della proposta che di sicuro desta più perplessità è quella relativa a Fibercop, la società che si occupa di fibra controllata da Tim e partecipata dalla stessa Kkr con il 37,5%.
Kkr valuta tutta la società 12,75 miliardi, ma lo stesso fondo ha acquistato nell'aprile 2021 la sua quota stimando Fibercop appena 7,7 miliardi. In un anno e mezzo, secondo il fondo Usa, il valore della società dovrebbe essere salito di 5 miliardi, cioè più del 65% con un IRR che alcune simulazioni stimano superiore al 30%.
La morale è che, numeri alla mano, c'è chi considera che l'offerta effettivamente messa sul piatto da Kkr (che pure è non vincolante e soggetta a variabili e passibile di modifiche) sia molto più bassa di 20 miliardi e che si avvicini più ai 16 miliardi, valore che si è sempre detto fosse stato individuato dagli advisor di Cdp come il giusto prezzo per Netco.
Se queste valutazioni fossero confermate e una volta che Tim avrà ricevuto anche l'offerta di Cdp-Macquarie, partiranno le valutazioni. In quel momento, da quel che risulta, potrebbe intervenire il governo mettendo tutti attorno a un tavolo e cercando una mediazione tra due offerte di fatto comparabili. Difficile ad esempio che l'esecutivo accetti un passaggio di Sparkle, la rete tlc internazionale, sotto il controllo di un gruppo straniero, di qualsiasi nazionalità si parli. Vivendi dal canto suo potrà scegliere quale proposta votare in assemblea, con l'opzione anche di considerarle entrambe non adeguate. D'altra parte ricevere due offerte nell'arco di un mese, entrambe al di sotto dei 20 miliardi, rappresenterebbe un'indicazione chiara delle stime del mercato. Un'altra possibilità è che nel frattempo Vivendi cerchi una soluzione con il governo che li soddisfi. Uno scenario che confermerebbe il tentativo dell'esecutivo di evitare attriti tra tutti i soggetti sul dossier.