Vivendi passerà dal tribunale
Immediata la reazione di Vivendi. Il primo azionista francese, che detiene il 23,75% delle azioni, in una nota sostiene che «i diritti degli azionisti di
Tim sono stati violati» e «la
decisione del cda è illegittima e comporti la responsabilità degli amministratori di
Tim che hanno votato a favore dell’operazione». Per questo la società guidata da
Arnaud de Puyfontaine «utilizzerà
ogni strumento legale a sua disposizione per contestare questa decisione e tutelare i suoi diritti e quelli di tutti gli azionisti».
Nel comunicato i francesi continuano spiegando che le molteplici richieste di «tutelare tutti gli azionisti» sono state
«completamente ignorate». Il cda ha quindi «privato ciascun socio del diritto di esprimere il proprio parere in assemblea, nonché del connesso diritto di recesso per i soci dissenzienti».
Vivendi cita i cinque pareri legali che sostengono che la vendita della rete comporti una modifica dell’oggetto sociale di
Tim e per questo in capo a un’assemblea straordinaria, opinione invece avversa dei pareri in mano al board di
Telecom Italia.
Inoltre la decisione del cda
Tim per il gruppo transalpino sarebbe «viziata anche dal mancato rispetto delle norme in materia di
operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate, in virtù della partecipazione con poteri decisionali» del Mef, controllante di Cdp.
Anche Merlyn valuta azioni legali
Nel comunicato di
Tim poche parole dedicate invece al piano alternativo di Merlyn: «Il consiglio ha preso atto della comunicazione inviata da
Merlyn Partners e Rn Capital Partners, ritenendola non in linea con il piano di delayering della Società, come presentato agli investitori nel già citato Capital Market Day».
In un comunicato il fondo ha commentato la scelta del cda di non passare da un’assemblea come «irrispettosa e sbagliata», sottolineando come alla possibilità di dare voce ai soci abbiano preferito «una decisione frettolosa e opaca». Secondo Merlyn il comunicato non chiarisce nel dettaglio il perimetro dell’operazione e trascura argomenti importanti come il master service agreement, il service level agreement e il destino del personale.
Infine Merlyn ribadisce «la volontà di riservarsi a procedere con ogni possibile azione che porti il cda a
convocare al più presto un’assemblea dei soci dove poter decidere se il piano approvato in autonomia sia quello che i soci desiderano per la loro azienda o se preferiscano un futuro differente e, a nostro avviso, migliore».