(AGI) - Roma, 11 feb. - Nei giorni immediatamenti precedenti al Consiglio dei ministri del 20 gennaio in cui il governo approvo' il decreto sulle banche Popolari ci furono dei movimenti anomali in borsa proprio sui titoli delle Popolari. Anomalie che malgrado l'andamento negativo delle piazze azionarie di quei giorni, portarono a plusvalenze reali o potenziali per 10 milioni di euro. A metterlo nero su bianco dinanzi al Parlamento e' il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che ricostruisce in commissione Finanze tempistica e modi con cui fin dall'inizio dell'anno si verificarono una serie di strani movimenti sui titoli delle banche Popolari. La premessa di Vegas e' che la data in cui "e' possibile assumere che il mercato abbia avuto una ragionevole certezza dell'intenzione del governo di adottare il provvedimento e' individuabile nel 16 gennaio del 2015". Quel giorno, a mercati chiusi, ricorda Vegas, Matteo Renzi ha annunciato la riforma del credito cooperativo. Ma il giorno in cui erano gia' circolate le prime indiscrezioni "e' determinabile nel 3 gennaio del 2015". Da quel giorno fino al 9 febbraio 2015, ricostruisce Vegas, i corsi delle Popolari sono saliti da un minimo dell'8% di Ubi ad un massimo del 57% di banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, "a fronte di una crescita dell'indice del settore bancario dell'8%". Vegas sottolinea che proprio sulla Popolare dell'Etruria (istituto particolarmente interessato dalle polemiche politiche nei giorni successivi all'approvazione del decreto perche' il padre del ministro Boschi ne e' vice presidente) c'erano stati dei movimenti 'anomali' il 22 agosto del 2014, quando passo' di mano ben il 12% del capitale dell'istituto, per un controvalore degli scambi di circa 20 milioni di euro. Ma la Consob, spiega Vegas, non ritenne di dover procedere perche' non furono riscontrati "elementi sufficienti ad avviare un'indagine di abuso di mercato". Comunque, all'emergere dei primi rumors sulla riforma, quindi fin dai primi di gennaio, assicura Vegas, la Consob ha "monitorato con particolare attenzione l'andamento delle azioni delle banche popolari". L'analisi delle quotazioni che la Consob ha effettuato prima del 16 gennaio, "evidenzia che i corsi delle azioni delle banche popolari hanno mostrato in media una performance negativa". Escluso la Banca Popolare di Milano che ha fatto registrare un +9,59%, riferisce Vegas, "le azioni delle altre banche popolari hanno segnato ribassi signficativi". Tuttavia, sottolinea il numero uno della Consob, "le analisi effettuate hanno rilevato la presenza di alcuni intermediari con un'operativita' potenzialmente anomala, in grado di generare margini di profitto, sia pure in un contesto di flessione dei corsi". In particolare, ha aggiunto, "si tratta di soggetti che hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio, eventualmente accompagnati da vendite nella settimana successiva. Le plusvalenze effettive o potenziali di tale operativita' sono stimabili in 10 milioni di euro". Dunque, sottolinea ancora Vegas, la Consob sta indagando per "appurare l'identita' dei beneficiari ultimi dell'operativita' con margini di profitto significativi effettuata prima del 16 gennaio". Ma la difficolta' di tali accertamenti, come in tutte le indagini di insider trading, e' costituita dal fatto che spesso l'intermediario che opera in Borsa agisce per conto di propri clienti, i quali a loro volta possono essere soggetti giuridici organizzati in ramificate strutture societarie, spesso con sedi all'estero, rispetto alle quali puo' essere complesso risalire al controllante ultimo". Quanto al complesso della riforma, la Consob esprime un giudizio "positivo" che "determinera' un aumento dell'efficienza del mercato del controllo societario", anche nella prospettiva dell'apertura e dello sviluppo del mercato dei capitali". (AGI) .