Ecco chi ha pubblicato quella serie di sciocchezze di Arlacchi consulente di Maduro, alleato della Russia putiniana e della Cina e schierato contro l' Occidente , la NATO, la CIA: il FQ sempre pronto ad ospitare attacchi contro l'occidente, la NATO etc.
Secondo il non esperto di ISIS Arlacchi la colpa è della CIA , responsabile di un "azzardo concepito da menti di seconda categoria".
Per giustificare il fatto che l'attentato terroristico che attribuisce alla CIA sarebbe anche inutile per gli scopi della CIA, trova la spiegazione secondo cui quelli della CIA sarebbero semideficienti.
Infatti in un sistema autoritario dominato dalla propaganda di regime, come la Russa di Putin, è inverosimile che l'attentato riuscito provochi problemi interni al regime.
Oltretutto gli USA avevano avvertito di possibili attentati in Russia in luoghi affollati: qualcuno prepara un attentato ed avverte che è imminente in modo che la Russia si allerti per sventarlo?
I servizi ucraini se mai organizzano uccisioni mirate non uccisioni indiscriminate di civili. Un attentato del genere non porta alcun vantaggio all'Ucraina , che con un attentato indiscriminato contro civili otterrebbe un peggioramento dell'immagine internazionale e possibile diminuzione del supporto di altri stati.
L'attentato non è stato preparato in modo brillante. Vista la totale impreparazione dei russi nel fronteggiarlo nel centro commerciale con sala concerti Crocus, se i terroristi si fossero organizzati meglio indossando una maschera per nascondere il volto e con un cambio auto in qualche posto non illuminato, avrebbero potuto scomparire facendo perdere le proprie tracce.
Probabilmente pensavano che dopo qualche minuto di strage ed incendio sarebbero arrivati corpi speciali di polizia e li avrebbero uccisi in una sparatoria.
Un esperto di Islam politico e terrorismo ha rilasciato un'intervista:
Di Danilo Ceccarelli,
Non era per niente “inaspettato” l’attacco avvenuto venerdì sera al Crocus City Hall di Mosca, dove più di 140 persone hanno perso la vita in un’azione rivendicata dallo Stato islamico. Lo sostiene il politologo francese Olivier Roy, esperto dell’Islam e professore all’Istituto universitario europeo di Firenze, che ricorda i tanti attentati avvenuti negli ultimi anni. «Prima venivano presi degli ostaggi», spiega lo specialista, evocando come esempi il sequestro al teatro Dubrovka di Mosca nel 2002 o la Strage di Beslan, nell’Ossezia del Nord, del 2004. In entrambi i casi, il presidente russo Vladimir Putin utilizzò il pugno duro ordinando un «massacro generale» dove persero la vita molti degli ostaggi.
«Ma adesso sanno che non è possibile negoziare, quindi uccidono direttamente», afferma Roy. L’esperto concentra l’attenzione sulle presunte origini degli assalitori, tutti provenienti dal Caucaso: Generalmente «vengono dall’Inguscezia, dal Daghestan e dalla Cecenia. Ma secondo le ultime informazioni anche dal Tagikistan». Per questo, secondo il politologo, la Russia deve affrontare una minaccia «endogena» rappresentata da «una falange di musulmani dell’ex Unione sovietica».
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Professor Roy, come va analizzato quest’ultimo attentato?
«Notiamo che oggi lo Stato islamico conta tra le sue fila molti musulmani provenienti dal Caucaso e dall’Asia centrale, zone che in passato facevano parte dell’Unione sovietica. È una tendenza che va avanti ormai da tre o quattro anni. Anche in Francia abbiamo avuto degli attentati commessi da ceceni. Si è quindi spostata la zona di reclutamento dell’Isis, che in passato assoldava uomini nel Medio Oriente o in Europa. Quelli di oggi, essendo musulmani nati in ex Paesi sovietici, hanno un passaporto russo e per questo possono circolare più facilmente all’interno del Paese».
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Perché la Russia non ha ascoltato gli avvertimenti degli Stati Uniti, che avevano previsto un attentato?
«Putin non ha dato credito alle segnalazioni degli americani perché non ha capito che Washington porta avanti la sua lotta al terrorismo globale mentre continua a sostenere l’Ucraina. Per i russi è un atteggiamento contraddittorio, ma non per gli statunitensi. C’è una paranoia da parte del presidente russo, che considera gli avvertimenti come una trappola americana. A questo si aggiunge l’arroganza dei servizi segreti di Mosca, che non erano a conoscenza di possibili minacce. Putin si è comportato come Stalin, che nel 1941 non aveva previsto l’attacco di Hitler».
Olivier Roy: “L’Isis nel Caucaso è sempre più forte. Ora il Cremlino ha la minaccia in casa”
In Russia ci sono parecchi immigrati originari di paesi come il Tagikistan, che hanno il permesso di soggiorno ed il Tagikistan è uno dei principali paesi in cui l'ISIS trova adepti negli ultimi anni.
C'è una sola ipotesi verosimile: attentato ISIS, che aveva anche fatto un attentato contro l'ambasciata russa in Afghanistan in passato.
La Russia ha relazioni cordiali con il regime dei Talebani con cui l'ISIS-K è in concorrenza per controllare qualche zona dell'Afghanistan.