Tutorial: La Costruzione di un Portafoglio d'Investimento

Riuscireste a spiegarmi dove sbaglio?

Se msci World ha per il 66% aziende con sede negli stati uniti, allora vuol dire che sto prendendo un etf azionario globale (paesi sviluppati), ma 2/3 di tutto quello che vado ad acquistare è posizionato negli stati uniti, perciò io allocando il 20% del mio intero portafoglio su questo etf in realtà sto prendendo il 13,20% di usa, che è una percentuale bassa rispetto a quello che avevo ipotizzato di prendere di usa, motivo per cui vado ad aggiungere un 8,5% di etf esclusivamente sullo sp500, portando quindi un 21,7% di azionario usa (qualcosa in più in realtà conteggiando anche i vari etf sui settori più specifici che ho poi aggiunto in parte minore che hanno al loro interno altre aziende americane).
Ho poi selezionato quindi altri etf azionari su paesi emergenti (anche per questo caso, volendo aggiungere una percentuale di cina nel portafoglio, ho aggiunto un etf specifico su azionario cinese), cina e europa.

Vorrei capire dove sta l'errore nel ragionamento in modo da eventualmente valutare di muovermi diversamente

Grazie a chi avrà la pazienza di rispondere.

P.S.

Gli etf sono tanti e ne sono consapevole, ma volendo espormi su alcuni settori che ritengo importanti per gli anni a venire, ho scelto degli etf specifici in modo da cogliere eventuali sviluppi su questi specifici rami.
 
Riuscireste a spiegarmi dove sbaglio?

Se msci World ha per il 66% aziende con sede negli stati uniti, allora vuol dire che sto prendendo un etf azionario globale (paesi sviluppati), ma 2/3 di tutto quello che vado ad acquistare è posizionato negli stati uniti, perciò io allocando il 20% del mio intero portafoglio su questo etf in realtà sto prendendo il 13,20% di usa, che è una percentuale bassa rispetto a quello che avevo ipotizzato di prendere di usa, motivo per cui vado ad aggiungere un 8,5% di etf esclusivamente sullo sp500, portando quindi un 21,7% di azionario usa.

MSCI World ha quasi il 67% di Stati Uniti, io volevo alzare la quota di Cina e Europa abbassando quella quota.
Capisco che sia diversificato, ma avere un'esposizione di quasi il 70% solo sugli stati uniti non mi pare che si possa definire la maggior diversificazione possibile

Sei un troll.

Buona serata
 
Sei un troll.

Buona serata

Mi sono spiegato male nel primo messaggio che avevo scritto, effettivamente. Il concetto su cui ho ragionato, e che vorrei capire se è corretto, è quello espresso nell'ultimo messaggio che ho scritto.
Comunque non c'è bisogno che tu perda tempo a rispondermi ulteriormente se pensi che sia un troll, sto solo cercando un confronto costruttivo e questo decisamente non lo è.

Buona serata anche a te

Se c'è qualcuno che vuole confrontarsi sul discorso diversificazione del portafoglio ipotizzato ne sarei felice.

Grazie
 

Parecchio rischio valuta. Diversi strumenti (ma anche io ho il "vizio" di diversificare abbastanza il mio portafoglio personale, va poi considerata una gestione che eviti quanto più possibile inefficienze fiscali dato che ETF non compensano). Buona diversificazione tra indici diversi. Parecchio tematico (14%) che ovviamente contribuisce al rischio/redditività complessivo di portafoglio anche con tematici dal ciclo potenzialmente lungo e volatile (clean energy, blockchain).

Però sì, meglio di tanti portafogli pieni di strategie di fondi-di-fondi e flessibili che trovi in giro, secondo me.

Riuscireste a spiegarmi dove sbaglio?

Se msci World ha per il 66% aziende con sede negli stati uniti, allora vuol dire che sto prendendo un etf azionario globale (paesi sviluppati), ma 2/3 di tutto quello che vado ad acquistare è posizionato negli stati uniti, perciò io allocando il 20% del mio intero portafoglio su questo etf in realtà sto prendendo il 13,20% di usa, che è una percentuale bassa rispetto a quello che avevo ipotizzato di prendere di usa, motivo per cui vado ad aggiungere un 8,5% di etf esclusivamente sullo sp500, portando quindi un 21,7% di azionario usa (qualcosa in più in realtà conteggiando anche i vari etf sui settori più specifici che ho poi aggiunto in parte minore che hanno al loro interno altre aziende americane).
Ho poi selezionato quindi altri etf azionari su paesi emergenti (anche per questo caso, volendo aggiungere una percentuale di cina nel portafoglio, ho aggiunto un etf specifico su azionario cinese), cina e europa.

Vorrei capire dove sta l'errore nel ragionamento in modo da eventualmente valutare di muovermi diversamente

Grazie a chi avrà la pazienza di rispondere.

P.S.

Gli etf sono tanti e ne sono consapevole, ma volendo espormi su alcuni settori che ritengo importanti per gli anni a venire, ho scelto degli etf specifici in modo da cogliere eventuali sviluppi su questi specifici rami.

Tendenzialmente esistono più approcci per la diversificazione.
L'approccio classico è quello della diversificazione per "aree geografiche" --> svantaggio pesare in maniera simile aree molto meno importanti a livello economico con altre più rilevanti
Sotto-modello del primo è la diversificazione per aree corretta ad una diversificazione per "mercati" --> se le prime 2 borse mondiali per capitalizzazione si trovano geograficamente nella stessa città un motivo da considerare per ponderazione c'è
Attualmente sta prendendo piede la diversificazione TEMATICA (evoluzione della più antica diversificazione settoriale) --> con grosse problematiche perché Temi/Settori possono attraversare cicli economici lunghissimi sia in perdita (settori obsoleti e realizzo perdita) che in guadagno (lunghi cicli positivi, euforia, sovraesposizione a bolle).

La diversificazione poi non è l'unica strategia, esistono anche strategie a 'focus' o a concentrazione di rischio/rendimento (selezione etc...), a bilanciamento tra pochi asset complementari (sperando rimangano tali in futuro) etc.... Il vantaggio è che le risorse finanziarie tendenzialmente si spostano, quindi diversificando per abbracciare vari mercati tendenzialmente le si colgono laddove 'migrano' continuando ad ottenere rendimento e ponderando le perdite.
Altro discorso è evitare sovrapposizioni: se faccio 30% MSCI Usa + 20% World Tecnology + 30% Robotica e Superconduttori + 20% Azionario Mondiale Momentum... rischio a 'ragionamento' di avere cose molto diverse, ma avere grosse percentuali delle stesse aziende su tutti e 4 i titoli... così se crolla un manipolo di aziende correlate scende tutto mentre magari il resto del mercato non va così male (se poi sono entrato su una bolla tematica è la fine).

Sicuramente la composizione di indici multi-zona ha senso per calcolare l'asset allocation.
Vuoi 30% di Azionario USA e puoi ottenerlo anche con 30% di MSCI World (di cui 2/3 è azionario USA) + 10% di S&P500.
Il punto è che su indici più globali le percentuali possono variare... ipotizziamo un decennio di sottoperformance del mercato USA rispetto all'Europeo... magari dopo 10 anni nel MSCI World USA sono passati al 40%, l'Europa è cresciuta e chissà che Cina non sia stata inclusa nell'indice?
 
Riuscireste a spiegarmi dove sbaglio?



Gli etf sono tanti e ne sono consapevole, ma volendo espormi su alcuni settori che ritengo importanti per gli anni a venire, ho scelto degli etf specifici in modo da cogliere eventuali sviluppi su questi specifici rami.

Se chiedi consiglio e tutti ti rispondono una cosa e poi torni a casa e compri 15 etf sei libero di farlo. Mi sembrate quelli che chiedete al mega nerd che cellulare prendere e poi prendete uno completamente diverso.


Auguri con le commissioni e la gestione precisa delle percentuali.

nessuno ha 15 etf un motivo ci sarà. se gli stati uniti pesano infinito nell msci è perchè ora valgono infinito rispetto ad altri paesi tipo il vecchio continente
 
Parecchio rischio valuta. Diversi strumenti (ma anche io ho il "vizio" di diversificare abbastanza il mio portafoglio personale, va poi considerata una gestione che eviti quanto più possibile inefficienze fiscali dato che ETF non compensano). Buona diversificazione tra indici diversi. Parecchio tematico (14%) che ovviamente contribuisce al rischio/redditività complessivo di portafoglio anche con tematici dal ciclo potenzialmente lungo e volatile (clean energy, blockchain).

Però sì, meglio di tanti portafogli pieni di strategie di fondi-di-fondi e flessibili che trovi in giro, secondo me.

Ti ringrazio per la risposta molto dettagliata.

Per quanto riguarda il rischio cambio non sono riuscito a migliorare la situazione trovando etf specifici come, ad esempio, quelli sui corporate bond americani in euro..
Su alcuni passando alla valuta in euro andrei a trovare etf con capitalizzazione relativamente bassa...
 
Se chiedi consiglio e tutti ti rispondono una cosa e poi torni a casa e compri 15 etf sei libero di farlo. Mi sembrate quelli che chiedete al mega nerd che cellulare prendere e poi prendete uno completamente diverso.


Auguri con le commissioni e la gestione precisa delle percentuali.

nessuno ha 15 etf un motivo ci sarà. se gli stati uniti pesano infinito nell msci è perchè ora valgono infinito rispetto ad altri paesi tipo il vecchio continente

Io ne ho 12.
Sicuramente troppi, ma testare anche su me stesso strategie articolate probabilmente mi piace.

portafoglio "pac":
Vanguard All World --> PAC trimestrale

portafoglio a leva finanziaria preso durante l'abisso di marzo 2020: (questo è quello che mi concedo al "gambling")
xTrackers S&P500 leva x2 --> comprato l'anno scorso e con piccola cifra, ormai non più così piccola, gain impressionante in così poco tempo (ne facevano parte anche LeverageDax e LeverageEurostoxx50, ma li ho già rimborsati)

Poi portafoglio diversificato:
Nikkei 225
azionario EMU Large Cap/Mid Cap
MSCI Europe Small Cap
Global High Yield
Global corporate bond investment grade
azionario USA Low volatility
vanguard USA S&P500
vanguard treasury bond
vemt
vanguard azionario paesi emergenti
(sì, lo so, manca il governativo investment grade, ma l'ho sostituito con una gestione separata cattolica)

all'interno del singolo portafoglio non ci sono sovrapposizioni (l'unica un pò è USA low volatility con S&P500, ma non volevo sovraespormi al growth)

personalmente non la vivo in maniera tragica, però devo ammettere che ho commissioni di negoziazione basse... anche facendo versamenti aggiuntivi di 1000 euro sono sullo 0,5% di costi d'entrata... non andrò alla caritas per quello.
La struttura è un 60/40, ovviamente al momento molto in gain, ma data la congiuntura questo non significa niente (tra l'altro non sono entrato con "tutto" perché mi sono mosso bene solo al 50%)
 
Infatti Greedy introduce la semplice formuletta (numero di strumenti =approx. radice cubica del patrimonio in migliaia). Quella che ieri ha fatto ********* il consulente Fideuram (già nervoso di suo, per la verità)

Sarà che chi prova a difendere il suo lavoro (che bene o male, è ancora un lavoro legale in Italia), viene perculato quando va bene e attaccato pesantemente quando va male?
 
Sarà che chi prova a difendere il suo lavoro (che bene o male, è ancora un lavoro legale in Italia), viene perculato quando va bene e attaccato pesantemente quando va male?

Succede un po' a tutti, quando c'è la fila in autostrada te la prendi col casellante, quando il treno è in ritardo sbraiti col controllore … Poi c'è il casellante che risponde col sorriso e il controllore che reagisce ********* … Abbiamo già parlato del libro di Salgado io e te, giusto?
 
Succede un po' a tutti, quando c'è la fila in autostrada te la prendi col casellante, quando il treno è in ritardo sbraiti col controllore … Poi c'è il casellante che risponde col sorriso e il controllore che reagisce ********* … Abbiamo già parlato del libro di Salgado io e te, giusto?

Che succeda un pò a tutti, e vero ci può stare.
Di Salgado conosco il terzino del Real, ignoravo avesse scritto un libro 😁
 
Se chiedi consiglio e tutti ti rispondono una cosa e poi torni a casa e compri 15 etf sei libero di farlo. Mi sembrate quelli che chiedete al mega nerd che cellulare prendere e poi prendete uno completamente diverso.


Auguri con le commissioni e la gestione precisa delle percentuali.

nessuno ha 15 etf un motivo ci sarà. se gli stati uniti pesano infinito nell msci è perchè ora valgono infinito rispetto ad altri paesi tipo il vecchio continente

Sono qui per ascoltare i consigli di tutti e ragionare per trovare la soluzione migliore.

Il portafoglio è importante e attualmente è suddiviso in ancora più strumenti (tutti i fondi scelti dal consulente finanziario). Ho calcolato il costo medio ponderato dei 2 portafogli che andrei a creare e per uno siamo allo 0,26% e per l'altro al 0,21%, a cui ci sono da aggiungere i costi di acquisto mensili dei singoli etf, che con la funzione ETF Replay di Fineco ammonterebbero a un costo mensile dello 0.34% rispetto alla cifra mensile investita.

Più che altro non saprei come costruire un portafoglio tale da raggiungere un livello di diversificazione cosi ampio con molti meno strumenti..
Capisco che msci World ha proprio una intrinseca diversificazione, ma andando a vedere le aziende al suo interno e le aree geografiche non potrà mai raggiungere il livello di copertura delle scelte singole; e capisco assolutamente che il peso delle aziende e dei paesi sia dovuto proprio al livello di performance e capitalizzazione che questi mercati offrono, ma resta il fatto che l'etf per definizione è uno strumento di gestione passiva che replica un indice, motivo per cui si muoverà sempre con un ritardo rispetto al reale andamento dell'economia, quindi quando scenderà la quota di USA a favore di un altro paese sarà perchè i rendimenti di quel paese nel frattempo saranno già scesi abbassando quindi i rendimenti. Poi ovvio che nel lungo periodo tutto questo viene mediato e compensato.

In ogni caso se hai suggerimenti su come diversificare con meno strumenti sono apertissimo a ogni parere
 
Sono qui per ascoltare i consigli di tutti e ragionare per trovare la soluzione migliore.

Il portafoglio è importante e attualmente è suddiviso in ancora più strumenti (tutti i fondi scelti dal consulente finanziario). Ho calcolato il costo medio ponderato dei 2 portafogli che andrei a creare e per uno siamo allo 0,26% e per l'altro al 0,21%, a cui ci sono da aggiungere i costi di acquisto mensili dei singoli etf, che con la funzione ETF Replay di Fineco ammonterebbero a un costo mensile dello 0.34% rispetto alla cifra mensile investita.

Più che altro non saprei come costruire un portafoglio tale da raggiungere un livello di diversificazione cosi ampio con molti meno strumenti..
Capisco che msci World ha proprio una intrinseca diversificazione, ma andando a vedere le aziende al suo interno e le aree geografiche non potrà mai raggiungere il livello di copertura delle scelte singole; e capisco assolutamente che il peso delle aziende e dei paesi sia dovuto proprio al livello di performance e capitalizzazione che questi mercati offrono, ma resta il fatto che l'etf per definizione è uno strumento di gestione passiva che replica un indice, motivo per cui si muoverà sempre con un ritardo rispetto al reale andamento dell'economia, quindi quando scenderà la quota di USA a favore di un altro paese sarà perchè i rendimenti di quel paese nel frattempo saranno già scesi abbassando quindi i rendimenti. Poi ovvio che nel lungo periodo tutto questo viene mediato e compensato.

In ogni caso se hai suggerimenti su come diversificare con meno strumenti sono apertissimo a ogni parere

Perchè stai valutando l'msci world quando vuoi più diversificazione? Passa direttamente al vwce :D
 
Io ne ho 12.
Sicuramente troppi, ma testare anche su me stesso strategie articolate probabilmente mi piace.

portafoglio "pac":
Vanguard All World --> PAC trimestrale

portafoglio a leva finanziaria preso durante l'abisso di marzo 2020: (questo è quello che mi concedo al "gambling")
xTrackers S&P500 leva x2 --> comprato l'anno scorso e con piccola cifra, ormai non più così piccola, gain impressionante in così poco tempo (ne facevano parte anche LeverageDax e LeverageEurostoxx50, ma li ho già rimborsati)

Poi portafoglio diversificato:
Nikkei 225
azionario EMU Large Cap/Mid Cap
MSCI Europe Small Cap
Global High Yield
Global corporate bond investment grade
azionario USA Low volatility
vanguard USA S&P500
vanguard treasury bond
vemt
vanguard azionario paesi emergenti
(sì, lo so, manca il governativo investment grade, ma l'ho sostituito con una gestione separata cattolica)

all'interno del singolo portafoglio non ci sono sovrapposizioni (l'unica un pò è USA low volatility con S&P500, ma non volevo sovraespormi al growth)

personalmente non la vivo in maniera tragica, però devo ammettere che ho commissioni di negoziazione basse... anche facendo versamenti aggiuntivi di 1000 euro sono sullo 0,5% di costi d'entrata... non andrò alla caritas per quello.
La struttura è un 60/40, ovviamente al momento molto in gain, ma data la congiuntura questo non significa niente (tra l'altro non sono entrato con "tutto" perché mi sono mosso bene solo al 50%)

Niente oro e REIT ?
 
Tornando al topic del thread ...mi associo ai complimenti per Bow...direi quasi illuminante il capitolo sulla strategia (tanto da portarmi a ripensare all asset allocation del portafoglio in costruzione).OK!
 
Ho letto con grande interesse l'intero thread. Dispiace che a volte gli animi si siano scaldati. Spero di non causare lo stesso risultato.

Mi trovo a voler fare degli investimenti ad almeno 30 anni. Si tratta di soldi che intendo lasciare ai miei eredi e ho meno di 40 anni. Sono soldi che sono certo di cui non avrò mai bisogno e ho già investimenti importanti in immobili e un reddito superiore alle mie necessità. Non ho quindi un obiettivo temporale o economico specifico e sono soldi che posso perdere anche per intero ovvero ho una ampia tolleranza al rischio. Il 30% lo investirò come persona fisica (PAC mensile su ETF) il 70% con la mia holding (PIC annuale o spalmato su più mesi, volendo tutto l'anno, su aziende specifiche per beneficiare della PEX).

Non ho ancora finalizzato il portafoglio ma l'idea di massima è la seguente.

Investimenti personali:
- 50% STOXX600
- 50% MSCI EM

Investimenti con holding:
- 50-65% direct indexing con maggiori aziende SP500
- 35-45% stock picking/value investing (con impostazione buy and hold, prendendo spunto dai 13F filing dei vari Buffett & co) cercando per quanto possibile di investire su aziende USA ma su aziende EU e EM
- 0-10% aziende immobiliari (prendendo spunto da ETF REIT)

Come holding investo prevalentemente su USA per efficienza fiscale (per dell'applicazione della ritenuta alla fonte convenzionale).

I dubbi e le domande sono molteplici tra cui:
- Se si ha amplissima tolleranza al rischio perché non fare tutto azionario?
- Perché includere oro se ha rendimenti più bassi del altre asset class e non ho bisogno di stabilità?
- Perché includere REITs se sono per me fiscalmente meno efficienti per via della doppia tassazione del dividendo?
- Secondo voi per gli investimenti come holding quali sarebbero i pro e i contro di affidarsi ad un consulente indipendente? Quali i costi?

Attendo le moltissime critiche (costruttive) di modo da mettere alla prova i ragionamenti fatti. Specifico che nasco come imprenditore e non investitore.
 
Non ho ancora finalizzato il portafoglio ma l'idea di massima è la seguente.

Investimenti personali:
- 50% STOXX600
- 50% MSCI EM

Lo Stoxx600 è un asset estremamente interessante, sicuramente un mercato 'maturo' soprattutto con un simile orizzonte temporale. Sui Paesi Emergenti faccio presente che ad orizzonte temporale 30+ non saprei cosa saranno per quell'epoca. Basti pensare a cosa erano Est Europa e Cina prima del 1991.

Investimenti con holding:
- 50-65% direct indexing con maggiori aziende SP500
L'unico aspetto è che a orizzonte temporale così lungo dovrai periodicamente aggiornare il contenuto, scaricare la lista del S&P500 ed escludere chi esce inserendo chi entra... ribilanciamenti ogni 1-2 anni almeno? Inutile dire che Tesla, Facebook, ma anche Apple in gran parte erano lungi dall'affacciarsi all'indice 30 anni fa.

- 35-45% stock picking/value investing (con impostazione buy and hold, prendendo spunto dai 13F filing dei vari Buffett & co) cercando per quanto possibile di investire su aziende USA ma su aziende EU e EM
- 0-10% aziende immobiliari (prendendo spunto da ETF REIT)

Finora questo approccio è stato il più solido su orizzonti lunghissimi. Guardando a 10 anni il value è stato sottoperformante rispetto ai Big Tech, tuttavia negli investimenti "generazionali" i grandi complessi industriali, finanziari, assicurativi, le grandi Utilities mondiali, i grandi Reits hanno mostrato corsi più "certi" della Tesla di turno. Questo non solo nel 1991-2021, ma anche nel 1961-1991 o nel 1931-1961.

I dubbi e le domande sono molteplici tra cui:
- Se si ha amplissima tolleranza al rischio perché non fare tutto azionario?

Con amplissima tolleranza al rischio si fa spesso tutto azionario, o lo si bilancia con un 10% di obbligazioni molto solide come 'cash'. Si guardino le allocazioni di Buffet, tra le più note. Comunque ho visto anche io società e holding che dovendo fare paniere d'investimenti a lunghissimo creavano essenzialmente portafogli di singoli titoli, spesso innumerevoli. Gli indici (ETF) sono un valido abbinamento. Sui bond il momento storico è abbastanza inclemente, tuttavia anche l'azionario mostra dei rapporti tra prezzi di mercato ed utili che oggi preoccupano non poche persone.

- Perché includere oro se ha rendimenti più bassi del altre asset class e non ho bisogno di stabilità?

Infatti è un asset più sensato, a questo punto, in portafogli di 'risparmiatori', anche se su orizzonti temporali generazionali: tesoretti famigliari e simili. Si consideri che su orizzonti così lunghi possono venire fasi depressive, fasi inflattive etc... quindi se ne tiene da parte comunque una piccola quantità.

- Perché includere REITs se sono per me fiscalmente meno efficienti per via della doppia tassazione del dividendo?

Concettualmente per la natura stessa dei REITS. La proprietà immobiliare è, da secoli, un asset con triplice connubio con altri settori dell'economia:
- Per le imprese è complemento indispensabile all'attività produttiva (sì, adesso si paga di decentraland e metaverso, ma comunque la struttura immobiliare è un asset cui difficilmente si può fare totalmente a meno)
- Per i risparmiatori è spesso 'fine' di molto del risparmio: una normale famiglia ha frequentemente nell'immobile un obiettivo per grandi sforzi economici
- Per la finanza è stato almeno dal XVI secolo sottostante ("collaterale" diciamo) della leva finanziaria tipica del settore, anche per i punti 1 e 2 citati (cioè spesso anche obiettivo di finanziamenti garantiti da ipoteche etc...).

Infine non tutta la "ricchezza" è concentrata nei mercati finanziari, investita nel Nasdaq o nel Nyse o nel LSE. Una quantità IMMENSA è in beni immobili.

Se in un portafoglio "piccolo" e a "medio lungo periodo" potrei anche considerare degli approcci più diciamo 'moderni' (tech/growth/emergenti) come premianti (a seconda della strategia), per un investimento lunghissimo (30+ anni addirittura) valuterei non solo una significativa diversificazione, ma anche una diversificazione che non escluda fondamentali ineludibili all'economia moderna (per moderna intendo rivoluzione industriale in poi) tra cui immobiliare, grande finanza, infrastrutture, industria etc...

- Secondo voi per gli investimenti come holding quali sarebbero i pro e i contro di affidarsi ad un consulente indipendente? Quali i costi?

I costi sono molto soggettivi, come la qualità del consulente indipendente. C'è tanta varietà, c'è anche il Beppe Scienza, il Trader, lo YouTuber...

Sicuramente per volumi significativi ragionare in punti percentuali "tondi" secondo me è tanto, tutto dipende dal lavoro poi che deve fare (se ci vuoi in portafoglio immobili fisici e questo deve barcamenarsi per agenzie immobiliari sul territorio nazionale è una cosa, se deve consigliare 10 ETF un'altra). Come orientarsi bene nella consulenza? Eh, bella domanda... imparando a controllarne l'operato sicuramente.
Altra mossa saggia per significativi patrimoni mettere più fonti di consulenza a confronto.
Va tenuto presente che in Italia la consulenza indipendente non è molto 'friendly' quanto a costi da affrontare per l'aspirante professionista, c'è anche da dire che nella consulenza non indipendente nella mia umile esperienza i costi "tondi" saranno molto più significativi, ma soprattutto le ore negli uffici di Private Banker si concentreranno principalmente su come ottenere maggiore redditività dal tuo portafoglio e su come far digerire al cliente alcuni 'obiettivi commerciali' piuttosto che su come gestire bene il portafoglio a seconda delle vicende di mercato (anzi di queste frega pochissimo, salvo il non trovarsi in criticità commerciali con il cliente per perdite significative di cui potrebbe 'accorgersi').
Ammetto che di consulenza indipendente (salvo il mio approccio personale ma più culturale che altro perché io non sono un Consulente Autonomo purtroppo) all'opera ho meno esperienza (quindi cerco di farmene un'utopica immagine).
 
Ultima modifica:
L'unico aspetto è che a orizzonte temporale così lungo dovrai periodicamente aggiornare il contenuto, scaricare la lista del S&P500 ed escludere chi esce inserendo chi entra... ribilanciamenti ogni 1-2 anni almeno?

Aggiorno annualmente con nuovi acquisti e vendo se esce da SP500 (ma visto che comodo solo le prime 30-50 aziende dell'SP500 non dovrebbe accadere così di frequente).

Con amplissima tolleranza al rischio si fa spesso tutto azionario, o lo si bilancia con un 10% di obbligazioni molto solide come 'cash'. Si guardino le allocazioni di Buffet, tra le più note. Comunque ho visto anche io società e holding che dovendo fare paniere d'investimenti a lunghissimo creavano essenzialmente portafogli di singoli titoli, spesso innumerevoli. Gli indici (ETF) sono un valido abbinamento. Sui bond il momento storico è abbastanza inclemente, tuttavia anche l'azionario mostra dei rapporti tra prezzi di mercato ed utili che oggi preoccupano non poche persone.
Per il cash in effetti a qualcosa difetti pensare, grazie per il reminder.

Come holding non ho molta convenienza a utilizzare gli ETF perché orso il vantaggio della PEX e di pagare le tasse sui dividendi all'1,2% invece che al 26%.


Infatti è un asset più sensato, a questo punto, in portafogli di 'risparmiatori', anche se su orizzonti temporali generazionali: tesoretti famigliari e simili. Si consideri che su orizzonti così lunghi possono venire fasi depressive, fasi inflattive etc... quindi se ne tiene da parte comunque una piccola quantità.

In realtà starci leggendo di metterne un po' nella parte personale per confermare eventuali minus degli ETF anche se non vedendola non dovrebbe servirmi.

Concettualmente per la natura stessa dei REITS. La proprietà immobiliare è, da secoli, un asset con triplice connubio con altri settori dell'economia

Concordo ma ho già patrimonio immobiliare personale e gli eventuali acquisti di immobili della holding funzionali all'attività li considero separati dalla gestione finanziaria ma afferenti a quella operativa.
 
Sono più o meno nella tua stessa situazione. Ti consiglio di versare 5k nella previdenza complementare se non sei forfettario, per il resto io sono azionario escluso il 20% di obbligazioni che ho con il lifestrategy 80. Mi si è liberata liquidità che prima avrei investito nell'attività che avevo, rimango prudente e tengo liquida una parte dei risparmio mensile, l'altra la investo. Dal mio punto di vista sono soldi che avrei speso, in tasse o come costi, per cui la mia propensione è decisamente votata al rischio mi manca un ETF poi sono a leva x2 sul mercato USA più altri 3 ETF ed azioni. Il succo del discorso è che se riesci a risparmiare 2k/mese, con 1k puoi ragionare, con l'altro puoi rischiare, questo ovviamente il mio pensiero.
 
Ciao a tutti, in particolare a @bow: ti ho scoperto da poco e in questi giorni mi sono perso nell'impagabile materiale che hai condiviso tra blog e youtube. Per assurdo anche io sono nella situazione di matmo e fqt: penso che un 25% del patrimonio già da ora lo vorrei considerare in eredità e non necessario per 30 anni e penso di accettare su questa porzione volatilità estremamente elevate.
Il problema è opposto a quello di fqt, non vorrei gestirlo in modo svincolato dalla restante parte del 75% del patrimonio per non creare inefficienze o non cogliere opportunità (esempio considerare un ingresso aggiuntivo in periodi di crolli). Solo che a livello strategico non è facile.

Semplificando io pensavo di creare 4 gruppi:
-liquidità: 0-10% capitale
-obbligazioni o simili (es. FondoPensione garantito, conti deposito, buoni postali): 40-50%
- azionario: 40-50%
-alto rischio: opz coverd call o acquisto FTSE MIB: 0-10% capitale

Il alcuni momenti tramite il capitale ad alto rischio che è coperto dal sottostante in portafoglio potrei arrivare al 110% del capitale (diciamo andando in leva di uno 0.1 se in caso di ottime opportunità voglio aumentare gli ingressi)

Volevo chiedervi:
- secondo voi la struttura è sensata/logica considerando un età sotto i 40 e con un decente reddito familiare?
-sulla base di che parametri cambio le percentuali dei 4 gruppi? Qualcuno (tipo MR RIP) usa il CAPE per non avere condizionamenti personali ed un minimo di disciplina, voi che suggerite?
 
Qualcuno (tipo MR RIP) usa il CAPE per non avere condizionamenti personali ed un minimo di disciplina, voi che suggerite?

C'è una collezione di ETF che si basa sul CAPE, puoi costruire un piccolo "Cape-Portfolio":

Ossiam Shiller Cape US Sector Value Net Return (LU1079841273)
Ossiam Shiller Barclays Cape Europe Sector Value Total Return (LU1079842321)

Giorgio se ho ben capito (poi chiedete a lui tanto fa molte sessioni streaming) più che altro tiene molto sotto controllo il Price Earning Ratio degli investimenti che seleziona (principalmente ETF USA). Ragionamento comprensibile in una fase in cui temi seriamente una bolla dei prezzi delle azioni, e diventa soprattutto un 'filtro'. Il problema è che se fai un "PE Selected Index" finisci ad investire in Small Cap Brasiliane... il Price Earning Ratio non è l'uovo di colombo, come non lo è probabilmente l'analisi fondamentale, né il dividend yield o il filtro "Quality" o "Momentum" etc... di fatto se selezioni per PE Ratio potresti mettere dentro indici che per qualche motivo, magari anche per qualche problema, si sono deprezzati rispetto comunque agli utili. Alcune banche italiane crollate in borsa anni fa magari tiravano fuori dalla trimestrale utili ed il collasso delle quotazioni dopo l'ennesimo aumento di capitale faceva diventare appetibile il PE Ratio... parliamo con chi se l'è messe in portafoglio. Allo stesso società di beni difensivi o utilities hanno probabilmente un flusso di utili anche se severamente punite dal mercato per indebitamento, aumenti di capitale che li salvano dalla bancarotta etc...
YPF SA, una società elettrica argentina alla canna del gas dal punto di vista debitorio (rinegoziazione del debito etc...) a novembre aveva un Price/Earning Ratio di 4,47... anche i produttori di Jet con il Covid stanno 'messi bene' a PE... ed è davvero eccellente se pensiamo che il Vanguard All World High Dividend sta al triplo ed un ETF come il Nasdaq Next 50 sta alla quota stellare di 307.

Però dipende dall'obiettivo... personalmente non sono per consigliarti di farti un paniere di singoli titoli in ordine di Price Earning Ratio "basso" con obiettivo 30 anni... rischi un discreto effetto erosivo. Certo, per 'salvarti' dagli asset in bolla d'euforia sul mercato è un'altra cosa. No, non c'è di certo euforia su YPF.
 
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