É inutile che giri la frittata, il fornaio é un attività in crisi da parecchi anni perché ormai pane se ne mangia molto poco , non per niente tantissime panetterie hanno chiuso o hanno affiancato l attività di caffetteria.
Questo aumento esagerato delle utenze sarà la goccia che farà traboccare il vaso e tante chiuderanno.
Art del 2013, parla del Trentino ma vale anche per il resto d italia
Adige
In soli dieci anni, i laboratori di panificazione trentini si sono dimezzati, passando dagli oltre duecento forni all’attuale centinaia di piccole panetterie, spesso a conduzione famigliare, disseminati su tutto il territorio. Allo stesso tempo, la razione di pane fresco acquistata giornalmente dalla popolazione è progressivamente calata, raggiungendo uno dei livelli più bassi di sempre (circa 100 grammi pro capite), mentre la concorrenza delle grandi catene alimentari, che immettono sul mercato prodotti a lunga conservazione, pone in seria difficoltà la sopravvivenza di una professione millenaria, fortemente radicata in Trentino.
Come sto dicendo..
https://amp.arezzonotizie.it/economia/caro-energia-prezzo-farina-fornai-rischio-chiusure.html
Fornai aretini allo stremo: “Lavoriamo in perdita, un chilo di pane dovrebbe costare 6 euro"
Bollette più che triplicate, materie prime alle stelle c'è il rischio di chiusura se non arriverà un provvedimento urgente
Bollette più che triplicate, costo della farina raddoppiato. Un pane da chilo dovrebbe costare 6 euro ma viene venduto ad Arezzo tra i 2,10 e i 2,50 euro. È così che è maturata una condizione di vita lavorativa assurda e insostenibile per i fornai aretini che sono letteralmente allo stremo: “Ora basta, così chiudiamo”. Il grido di allarme arriva dai rappresentanti di decine piccole e medie aziende che producono un bene primario come il pane e che oggi si appellano alle istituzioni per trovare una soluzione al caro bollette.
Le testimonianze dirette fotografano l'emergenza in atto e immortalano un'istantanea molto preoccupante che ha bisogno di un intervento nazionale immediato.
Aumento incontrollato dei costi...
“A luglio dello scorso anno spendevamo tra energia elettrica, gas e gasolio, circa 7mila euro, quest'anno siamo arrivati a 25mila”, racconta Luca Ciardi, presidente dei panificatori di Confartigianato. Più che triplicati i costi per l'energia ai quali si sommano quelle per le materie prime. “La farina costava 34 euro al quintale, oggi è arrivata a 72. Se dovessimo adeguarci ai costi correnti, il pane da chilo dovrebbe essere venduto a 6 euro, ma oggi noi lo vendiamo a 2.50. Ci tengo a sottolineare – aggiunge Ciardi – che il prezzo del pane da chilo ad Arezzo è il più basso di tutta la Toscana”.
Il caro bollette sta rosicando i portafogli anche delle aziende più solide che come nel caso di Ciardi hanno deciso per il momento di non accettare nuovi clienti per non esporsi a rischi. “Dobbiamo fare il minimo indispensabile per non andare sotto. Al momento – aggiunge il presidente dei panificatori – la nostra azienda non è nelle condizioni di reintegrare il personale che se ne va e siamo costretti a fare doppi turni per alleggerire il bilancio dell'azienda”.
...Nonostante l'uso di energie rinnovabili
Nemmeno aver investito in energie rinnovabili sembra ripagare le aziende come nel caso di Marco Pierozzi. “Mi ritrovo ad avere delle bollette inverosimili: prima dell'installazione del fotovoltaico, avevo conti da 5mila euro, poi con l'impianto il prezzo è andato scendendo, oggi invece abbiamo superato i 12mila euro e per il mese di agosto mi attendo un conto da 25mila euro”, racconta Marco Pierozzi, titolare dell'azienda.
“La cosa che non tollerò è che non ci sia alcuna motivazione reale a sostegno di aumenti del genere. Ad esempio il grano non è mai mancato eppure il prezzo è decollato. Questo è un attacco mirato al nostro paese, una speculazione intollerabile. Siamo arrivati al paradosso che più lavori più ti indebiti”, aggiunge Pierozzi
“Noi da sempre facciamo una politica chiara sul prezzo del pane, venendo la pagnotta da un chilo a 2.10. E' una nostra scelta per aiutare le famiglie più deboli economicamente, è evidente però che per il pane da chilo così come per gli altri prodotti il nostro lavoro in questo momento è in perdita, aspettando che qualcuno riesca a mettere freno a questa speculazione”, conclude Pierozzi.