Secondo me tutta sta teorizzazione dell'uscita dell'euro é un falso problema.
Tutto il ns debito pubblico é stato convertito in euro ed é nominale in euro, questo é un forum finanziario, dovreste saperlo che per diritto internazionale anche se tornassimo alla lira svalutando il debito rimarrebbe in euro (qualcuno di voi spero si ricordi del dramma di chi si fece il mutuo in ECU, perché da li non si scampa).
Il debito pubblico è stato convertito in euro poiché, in Italia, vige il principio nominalistico, in base al quale il debito è pagato con la moneta in corso legale al tempo del pagamento, non con quella avente al momento della sottoscrizione, tanti pezzi quanti sono al momento della riconversione nella nuova divisa.
Questo perché il debito pecuniario è un debito di valuta e non di valore, come ad esempio, lo è un risarcimento danni, quindi, appunto, la rivalutazione non si applica, solo il calcolo degli interessi, quale corrispettivo e remunerazione.
Quindi, salvo patti ulteriori, tutto il debito pubblico verrebbe riconvertito, nel caso, nella nuova valuta, il capitale subirebbe l'apprezzamento o deprezzamento dovuti all'oscillazione delle monete sui cambi, a seconda dei casi, ma rimarrebbe, comunque, in nuova moneta, tanti pezzi di nuova (questo è il principio nominalistico) quanti sono al momento del cambio, più gli interessi corrispettivi.
Per questo i grandi investitori sono terrorizzati da una simile evenienza, in ragione che, come è più probabile rispetto ad un deprezzamento, il subitaneo apprezzamento dell'euro sulla nuova lira eroderebbe parecchio capitale da restituire.
Ovviamente, caso meno probabile, potrebbe succedere il contrario, esattamente com'è successo con la lira - euro, cioè che l'euro si deprezzi rispetto alla lira, appesantendo il capitale da restituire.