Secondo me si annida proprio qui uno dei principali vulnus di chi si oppone al vaccino anti-Covid : la convinzione (ma sarebbe più corretto dire la percezione, o la suggestione) che il Covid in fondo sia qualcosa di innocuo, di gestibile, insomma davvero quel famigerato "poco più di un'influenza" che risuonò a inizio pandemia e che poi abbiamo verificato.
C'è un'asimmetria di fondo : del Covid si pensa di sapere tutto, come se avesse già scoperto tutte le sue carte, anche negli effetti collaterali e di lungo termine ; del vaccino, invece, si ritiene di non sapere nulla. Quantomeno curioso, perché per giudicarli (,e quindi confrontarli) dovrebbe essere usato il medesimo criterio.
Il risultato di questo paradosso sfocia in esempi pratici come questo, di cui allego il link : si è scoperto che il vaccino può provocare nei più giovani miocarditi.
Covid, probabile legame tra vaccino e infiammazione cardiaca: il nuovo studio | QuiFinanza
Ora, a parte l'incidenza infinitesimale e l'irreversibilità dell'effetto, il punto è un altro : ANCHE lo stesso Covid può provocare miocarditi, e con un'incidenza molto maggiore ! Però, il Covid chissà perché viene sempre appunto percepito e trattato come qualcosa di innocuo, anche di fronte alle evidenze.
Se non fosse così (ossia se anche il Covid venisse correttamente percepito per ciò che è) allora l'unica spiegazione che rimane per giustificare un no vax è che la sua convinzione non sia l'innocuità, bensì proprio la sicurezza di riuscire a non prenderselo. Ma anche questa non si capirebbe su cosa sia basata.
Tutto quanto sopra mi viene infine da sospettarlo immaginando un caso leggermente diverso : se un no-vax avesse un tumore e gli venisse prospettata una cura dichiaratamente sperimentale (e definita molto promettente), cosa farebbe ? La rifiuterebbe perché appunto sperimentale ? Preferendo cure convenzionali (e testate) ? E se invece la accettasse, in base a quale criterio ?