Venezuela-Usa: Guaido, "faro di tutto" per incontrare Trump prima di rientrare in patria | Agenzia Nova
Caracas, 31 gen 09:29 - (Agenzia Nova) - L'autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidò, ha detto che "farà tutto il possibile" per riuscire a incontrare il presidente degli Usa Donald Trump, prima di chiudere il tour internazionale organizzato per "aumentare la pressione sul dittatore Nicolas Maduro". L'oppositore, attesa domani a Miami, ha anche aggiunto che tornerà sicuramente in patria "nonostante le minacce" delle forze di sicurezza, che potrebbero arrestarlo per aver violato il divieto ad uscire dal paese. "Faremo tutto il possibile, ne pochi giorni che restano del giro internazionale, per incontrare Trump", ha detto Guaidò in un'intervista concessa ad "Univision".
Guaidò è tornato a definire il governo venezuelano una "dittatura" e a sollecitare il presidente Maduro "ad acconsentire a una transizione" per il bene dei venezuelani e della regione. Il leader delle opposizioni ha accusato Caracas di "dare protezione ai dissidenti delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia" (Farc), le fazioni che non hanno aderito agli accordi di pace stretti con Bogotà e che sono oggi accusate di diverse azione violente nel paese vicino. Guiadò ha infine rimarcato il ruolo di Cuba e della necessità di fermare la presunta "ingerenza" in Venezuela, con azioni portate avanti per proteggere Maduro, denunciate come in violazione della sovranità nazionale.
Guaidò è impegnato in un lungo tour che lo ha visto fare tappa in Colombia, in diverse capitali europee e in Canada. Un giro che aveva come obiettivo quello di "stabilire alleanze con i paesi democratici del mondo" al fine di "affrontare e mettere fine alla dittatura di Nicolas Maduro". Tra i punti chiave della missione, c'è quello di fissare "strategie per evitare il contrabbando di oro, sviluppare il tema migratorio" e aumentare "ancora di più" - tramite sanzioni - la pressione sulla "dittatura". Si tratta della seconda volta che il leader delle opposizioni venezuelane lascia ufficialmente il paese, nonostante il divieto opposto dalla magistratura come misura cautelare legata ad alcune cause aperte sul suo conto. Guaidò aveva varcato la frontiera una prima volta a febbraio 2019, quando la comunità internazionale tentò - senza il permesso di Caracas - di far entrare nel paese gli "aiuti umanitari" raccolti nelle settimane precedenti.
Il giro, che si concluderà sabato a Miami, ha toccato Bogotà, Londra, Bruxelles, Davos, Parigi, Madrid e Ottawa. L'oppositore ha potuto scattare foto e ricevere "appoggio" da una nutrita serie di rappresentanti della politica internazionale. Tra gli altri, il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz, il presidente francese Emmanuel Macron, l'Alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera e di sicurezza, lo spagnolo Josep Borrell, il primo ministro britannico Boris Johnson e il ministro degli Esteri Dominic Raab.
La crisi in Venezuela è tornata ad acuirsi con l'elezione di due diversi collegi di presidenza dell'Assemblea nazionale, uno presieduto da Juan Guaidò e l'altro da Luis Parra, deputato "dissidente" delle opposizioni. La nuova crisi istituzionale nasce con le due diverse votazioni celebrate il 5 gennaio. La prima votazione ha portato alla vittoria di Parra, appoggiato da parte del'opposizione e dal partito di governo Psuv (Partito socialista di unità venezuelana). Una seduta contestata da Guaidò: secondo quanto denunciano diversi deputati, gli uomini della Guardia nazionale bolivariana (Gnb) avrebbero impedito l'ingresso in aula di almeno una quarantina di parlamentari, tra cui lo stesso Guaidò, in corsa per una conferma nell'incarico e cui sarebbe spettato il compito di aprire i lavori.
In serata, Guaidò ha convocato una sessione parallela presso i locali del quotidiano "El Nacional", dove è stato eletto con i voti di 100 deputati. La rielezione di Guaidò ha subito incassato il benestare di Usa e dell'Organizzazione degli stati americani (Osa), mentre l'Unione europea ha dichiarato che continuerà a riconoscere Juan Guaidò come legittimo presidente dell'Assemblea nazionale venezuelana fino a quando non verranno garantite le condizioni per una appropriata sessione di voto. © Agenzia Nova - Riproduzione riservata