Vivere di rendita, posso (Vol. LIX)?

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Io sto entrando scaglionato in base alle entrate che ho su BTP e tds Romania.

Sto aspettando il 4.75 italiano sotto 100 poi credo di metterci li 50k, anche se a sto giro una decina vorrei tenermeli per scommessa su BTC.
Segui qualche btp no cacs?
 
1677057852239.png
 
La mia è una zona di ville e villette, in collina.

Ci sono intere vie, nel mio paese, di villette a schiera ad un piano e di palazzine che vengono regolarmente visitate dalla Acme Gang.
Anche in pieno centro, negozi che danno sulla piazza centrale sono stati ripuliti senza problemi.

Secondo me ha anche a che fare con quello che i ladri pensano di poter trovare, e con fattori particolari quali ad esempio l’installazione di casseforti: stai sicuro che se ne metti una in casa l’operaio-basista avviserà chi di dovere.
Stesso discorso dei Rolex o.. dell’oro :D


Da me ci han provato un paio di volte molti anni fa, proprio mentre stavo ristrutturando il negozio e -presumo- si erano fatti l’idea che fossi via.

Dovessero arrivare rischierei la pelle perché a gente che cerca lingotti o diamanti è dura dare dei libri o dei rari CD e pensare che si accontentino
 
Mah.. se uno ti aspetta prima del cancello anche solo con un taglierino, entra con te, ti svuota casa e devi ringraziare se non ti sbudella o fa la festa a qualche familiare. Lascia stare va... meglio volare bassi con i tempi che corrono.
io vado di spray al peperoncino per autodifesa personale preventiva ....poi in casa non ho nulla di valore
 
Dovessero arrivare rischierei la pelle perché a gente che cerca lingotti o diamanti è dura dare dei libri o dei rari CD e pensare che si accontentino

Questa è anche un po' la mia paura. Perché davvero non ho nulla. Infatti avevo pensato di tenere un paio di mille euro, nel caso. Che cosa triste da dover pensare.

Poi ho anche paura che mi facciano del male al cane, pensando che in fondo è solo un cane. Mentre per me è un parente e la mia reazione sarebbe proporzionale alla mia stima, non alla loro. E a quel punto finisco in un loculo. O da morto, o da vivo, ma comunque loculo.
 
E che ci fai il bagno con le monetine ed i lingotti?

Macchina anonima, casa normale, nessun bene in vista, moglie cessa così non si rischia nulla
1) Boxster usata di mia moglie ben camuffata la carrozzeria (tipo quelle nuove che vedi in test drive prova collaudo su strada prima di uscire sul mercato ,con pannelli per falsarne la linea originale ) e con una strato di fango su carrozzeria e targa tenuta sempre in box
2) Moglie di bella presenza che pero' si veste da monaca di Monza per non dare troppo nell'occhio ,tranne in casi sporadici.
3) casa principale non troppo appariscente no piscina ,no campo da tennis o bocce.
4) seconde case piccole in affitto a rendita ed a disposizione in posto non turistico
5) stile di vita minimalista
Stealth wealth
 
1) Boxster usata di mia moglie ben camuffata la carrozzeria (tipo quelle nuove che vedi in test drive prova collaudo su strada prima di uscire sul mercato ,con panneli per falsarne la linea originale ) e con una strato di fango su carrozzeria e targa tenuta sempre in box
2) Moglie di bella presenza che pero' si veste da monaca di Monza per non dare troppo nell'occhio ,tranne in casi sporadici.
3) casa principale non troppo appariscente no piscina ,no campo da tennis o bocce.
4) seconde case piccole in affitto a rendita ed a disposizione in posto non turistico
5) stile di vita minimalista
Stealth wealth
Scusa rentiers ma sto ridendo. Mi hai sbloccato un ricordo bellissimo forse nel topic "come diventare poveri" o l'avevi scritto qua.

Era della serie: "non andate in crociera altrimenti vi bombano la compagna/ moglie quando vi distraete" :D

Poi con la Porsche sporca di fango sei troppo forte ahah

Tra utenti fake sgamati da rosaspina e storie di vita questo topic è bellissimo !
 
1) Boxster usata di mia moglie ben camuffata la carrozzeria (tipo quelle nuove che vedi in test drive prova collaudo su strada prima di uscire sul mercato ,con pannelli per falsarne la linea originale ) e con una strato di fango su carrozzeria e targa tenuta sempre in box
:D

e cos'è...la Porsche di James Bond ??
avete anche montato le mitragliatrici che spuntano dal cofano ?

Sarei davvero curioso di vedere la vostra Porsche camuffata :D

concordo con @11/11/11 ...questo post regala dei momenti che sono meglio dello Zelig
 
Il vero problema, l'unico, sono i danni a persone (umane e non). Alla fine del resto importa il giusto.

Riguardo all'aspetto della casa credo che valga anche il contesto. Poi ognuno si regola. Qui è zona villette, c'è un medico che ha un servizio di sicurezza 24/24 con tanto di cartello enorme ad avvisare, telecamere ovunque. C'è l'esercente che ha due cani che non sono neppure sicuro siano cani. C'è il militare di professione che non ha mai avuto problemi, neppure quando è in missione all'estero. Ci sono io che paio fuori contesto. Dipende da tanti fattori.

Intanto anche in Spagna vanno forte:

Spagna, treni troppo larghi per le gallerie: cacciata la sottosegretaria
Millemila……….Gianni sono ottimista.


4F26BAFD-1027-44D5-8976-E171BBF1AC88.png
 
Avete capito poco del pasticcio Superbonus? Leggete qua e vi sarà tutto più chiaro (di C. Paudice)

Bonus, crediti incagliati, cartolarizzazioni, F24, detrazioni fiscali, classificazione Eurostat. Sulla questione Superbonus le novità non mancano e ogni giorno rischiano di rendere sempre più complessa una situazione di per sé già ingarbugliata. Vale quindi la pena fare un salto indietro e ripercorrere tutte le tappe di un percorso che oggi, secondo gli addetti del settore, rischia di trasformarsi in una "bomba sociale" con costi distribuiti su cittadini e imprese.

I bonus edilizi.
I bonus edilizi sono stati introdotti per la prima volta dal Governo Prodi I ma nel corso del tempo hanno subito molte modifiche e integrazioni. Inizialmente erano destinati solo al recupero del patrimonio edilizio, quindi volti a finanziare i lavori di ristrutturazione degli immobili a uso abitativo. Successivamente, con gli anni, se ne sono aggiunti altri: il bonus per il risparmio energetico, per migliorare l'efficienza energetica degli appartamenti attraverso, ad esempio, la sostituzione degli infissi o delle caldaie; il bonus sisma, destinato alla riduzione del rischio sismico; il bonus mobili, per finanziare l'acquisto di nuovo mobilio nel corso di una ristrutturazione di un appartamento; il bonus facciate, per migliorare e mettere in sicurezza gli involucri esterni degli edifici e condomini, e via dicendo. La ratio di questi interventi era, in varia misura, triplice: sostenere il settore edilizio, favorire l'ammodernamento delle abitazioni e far emergere il "nero" da sempre connesso a questi interventi di manutenzione straordinaria.

Come funzionavano prima del Governo Conte.
I bonus vengono erogati sotto forma di detrazione fiscale prevedendo un rimborso dello Stato in percentuale diversa a seconda dell'intervento sostenuto. Ad esempio, il bonus per le ristrutturazioni viene rimborsato al 50% con un tetto di 96mila euro, l'ecobonus in determinate condizioni fino al 65%, il bonus facciate al 90%. Ma erano le modalità del rimborso ad aver reso questo tipo di sostegno comunque sostenibile per le casse dello Stato. Fino al 2020 l'unico modo per accedere alle agevolazioni era infatti quello di portarle in detrazione in sede di dichiarazione dei redditi e il rimborso avveniva non in un'unica soluzione, il 50% della spesa sostenuta liquidato in un solo anno, ma spalmato in dieci rate annuali. Un esempio. Le spese di ristrutturazione sostenute dal cittadino X sul suo appartamento sono costate 100mila euro maturando un credito d'imposta verso lo Stato quindi di 50mila euro (detrazione al 50%). Attraverso la dichiarazione dei redditi (ad esempio il 730) che si fa tra la primavera e l'estate, il cittadino ogni anno per i successivi dieci ha diritto a cinquemila euro di rimborsi, fino all'esaurimento con la decima rata annuale.

Il "problema" della capienza fiscale per le detrazioni.
Proprio perché il rimborso funziona come detrazione è necessario, per il cittadino che vuole ottenerla, avere una certa capienza fiscale, secondo lo stesso principio che regola le tante detrazioni in vigore anche al di fuori dei lavori edilizi (spese mediche, interessi passivi del mutuo ecc) e che rappresentano al momento la migliore forma di abbattimento dell'enorme pressione fiscale in Italia. Cosa vuol dire? La detrazione è una somma che è possibile sottrarre da una imposta per ridurne, legalmente, l'ammontare. Il cittadino X di cui sopra di professione fa l'impiegato. In ragione dei lavori effettuati nel suo appartamento ha diritto ogni anno ad avere un rimborso di cinquemila euro all'anno, ma per poterlo riscuotere deve letteralmente scalarlo dalle imposte (Irpef) che ha già versato. La dichiarazione dei redditi fatta in primavera indica infatti il conto complessivo annuale dell'Irpef versata (mensilmente) in busta paga. Per poter ottenere i cinquemila euro di credito di imposta è quindi necessario che l'impiegato X abbia "anticipato" (cioè pagato) durante l'anno precedente almeno cinquemila euro di Irpef, in modo da potersi far riconoscere - a posteriori - il suo credito dallo Stato per quell'anno. Il processo si ripete ogni anno - oggi in gran parte in via automatica grazie alle dichiarazioni dei redditi già precompilate dall'Agenzia dell'Entrate - per i successivi dieci. Qui c'è il vero nodo alla base dei guasti generati dal decreto del Governo Conte con cui si è introdotto il Superbonus e lo sconto in fattura/cessione del credito: solo chi ha una determinata capienza fiscale può effettivamente accedere all'agevolazione. I ceti meno abbienti, i lavoratori precari e saltuari, quelli in nero o la no tax area sono stati nel corso del tempo esclusi dalle agevolazioni perché non avrebbero potuto utilizzarle o solo in parte, non avendo appunto una capienza fiscale adeguata. Se non paghi Irpef o ne paghi poca, non hai diritto o ne hai di meno. Invece l'impiegato X che ha versato cinquemila euro di Irpef, implicando quindi un certo reddito da lavoro (orientativamente 20mila euro lordi annui) ci rientra. A patto, però, che non abbia altre spese (mediche, interessi) da portare in detrazione: se la somma di tutte le detrazioni supera la capienza fiscale, la parte eccedente viene persa.

La novità del Superbonus e dello sconto in fattura/cessione del credito.
Il decreto Rilancio del maggio 2020, in piena pandemia, approvato dal Governo Conte ha introdotto due sostanziali novità. La prima è il Superbonus, un nuovo tipo di agevolazione che porta la detrazione fiscale alla soglia del 110%, ma solo per determinati tipologie di interventi edilizi complessi e con requisiti molto stringenti, sia dal punto di vista di efficienza energetica, sia di classificazione (trainanti e non). La seconda invece è lo sconto in fattura e, annessa, la cessione del credito. Lo sconto in fattura è uno sconto praticato dal fornitore (ditta costruttrice, fornitore di materiali ecc) della stessa entità della detrazione spettante al cittadino X per i complessivi dieci anni, con la possibilità di cedere il credito a enti terzi (banche, intermediari finanziari, Poste) che potevano così rilevare la detrazione complessiva (decennale, non annuale) e utilizzarla successivamente. La cessione del credito era una misura propedeutica al Superbonus, senza la quale quest'ultimo non avrebbe mai potuto funzionare, trattandosi di interventi edilizi di notevoli entità e soprattutto costi che difficilmente un singolo cittadino poteva anticipare di tasca propria.

La bolla del credito.
Ma il vero guasto è derivato dalla possibilità, prevista dal Decreto Rilancio, di accedere alla cessione del credito anche per tutti gli altri bonus pre-esistenti, e non solo il Superbonus che, rispetto agli altri, prevedeva comunque molti più controlli (asseverazioni fatte da tecnici terzi) con l'intento di bloccare le frodi (che sono in buona parte da ricondurre agli altri bonus, non al Superbonus). Quindi, pur assistendo all'aumentare di comportamenti illeciti (lavori fittizi o gonfiati) si sono così aperte le porte per molti alle agevolazioni edilizie grazie al godimento delle detrazioni tutte e subito, senza aspettare dieci anni e senza vincoli di capienza fiscale. Tra gli effetti a catena c'è stato poi l'aumento dei costi: praticando lo sconto in fattura, diversi fornitori (anche ricorrendo a trovate pubblicitarie scorrette, promuovendo come se fosse loro uno sconto in realtà praticato dallo Stato: "Devi rifare il bagno? Con noi lo paghi la metà", per dire) hanno avuto anche più margine per far lievitare i prezzi che, poi complessivamente, apparivano ai clienti comunque contenuti in virtù dell'esborso dimezzato, in concomitanza con un incremento generale dei costi delle materie prime a causa della ripresa post-pandemia. Da qui nasce la bolla dei crediti, oggi in parte (circa 15 miliardi, secondo l'Ance, ma potrebbero essere molti di più) incagliata, una sorta di moneta parallela sotto forma di credito d'imposta.

Lavori "burocratici" in corso.
Con l'esplosione dei lavori edilizi grazie alla "liberalizzazione" delle agevolazioni fiscali è aumentato a dismisura l'esborso dello Stato e comportamenti passibili di illeciti. Da quando è stato introdotto nel maggio 2020, sono sopraggiunte innumerevoli modifiche normative volte a sanare tutte le criticità che lentamente sono emerse. I prezzari da praticare e che dovevano servire per rilasciare le certificazioni, le modalità di cessioni plurime da parte dei soggetti che rilevavano il credito con parametri prestabiliti, allungamenti delle scadenze, restrizioni dei requisiti, proroga di determinate condizioni tecniche, estensioni. Anche in ragione dei continui aggiornamenti, provvedimenti e circolari interpretative, in soli due anni è nata una discreta letteratura tecnica e specializzata per gli addetti ai lavori.

Draghi blocca il mercato dei crediti.
Ma il grande intoppo si è creato quando sono sopraggiunti i rischi sotto il profilo penale in caso di difformità tra le dichiarazioni formali e i lavori effettivamente realizzati. Il rischio si è presto esteso dai clienti e dalle ditte anche agli intermediari finanziari che si offrivano di rilevare i crediti di imposta, bloccando nei fatti un'enorme massa di moneta circolante nell'incertezza. Basti pensare che solo a novembre 2021, un anno dopo il Decreto Rilancio e diversi mesi dopo l'arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi (febbraio), un Decreto Antifrode ha esteso a tutti i bonus edilizi l'obbligo di asseverazione tecnica di congruità dei costi e di apposizione del visto di conformità, fino a quel momento previsto ai fini della sola detrazione Superbonus 110%. Pochi mesi dopo, il Decreto Sostegni-ter ha dato il colpo di grazia introducendo un limite al numero di cessioni del credito acquistato, generando un mare di incertezza nel settore. Si è all'inizio del 2022 e in quei giorni banche, intermediari, Cdp e Poste hanno sostanzialmente piantato il mercato. Vale la pena ricordare che su circa una ventina di modifiche apportate al Superbonus/cessione del credito, solo tre sono state introdotte da Giuseppe Conte, le restanti da Draghi.

Cosa ha fatto Giorgia Meloni.
Il problema quindi, più che il Superbonus, è nella cessione dei crediti. Come disse l'ex premier Mario Draghi in Senato a luglio 2022 "il problema non è il superbonus ma il meccanismo di cessione. Chi ha disegnato quel meccanismo senza discrimine e senza discernimento è colpevole di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora, bisogna riparare al malfatto, bisogna far uscire dal pasticcio quelle migliaia di imprese che si trovano in difficoltà". Perché le continue modifiche normative intervenute hanno condotto all'impossibilità per imprese e professionisti di cedere questa massa di moneta parallela non più spendibile, e quindi inutile. I cantieri si sono fermati e le imprese sono nelle liste d'attesa delle banche. Al momento il Governo Meloni non ha trovato una soluzione. Con il blitz della scorsa settimana, il Consiglio dei ministri ha messo un tampone bloccando solo per i nuovi interventi la cessione del credito o allo sconto in fattura, esclusi i lavori già avviati per i quali è stata aperta una dichiarazione (Cila). Inoltre il Governo ha spento sul nascere l'esperienza da poco avviata da alcuni enti pubblici di acquistare i crediti incagliati: non potranno più farlo. Da un po' infatti era stata data la possibilità agli enti pubblici - Comuni, Regioni - di acquistare i crediti con l'intento di utilizzarli in compensazione e aiutare a sbloccare il mercato locale. Inoltre il decreto ha escluso - tranne in presenza di dolo - la responsabilità penale per gli intermediari che hanno rilevato crediti per lavori irregolari, una misura chiesta da tempo dalle banche.

L'incognita Eurostat/Istat.
Il Governo Meloni al momento non ha ancora trovato una soluzione anche perché intende aspettare marzo, quando l'Istat dovrà aggiornare i saldi di finanza pubblica. Pochi giorni fa Eurostat ha diffuso il suo manuale, chiarendo come verranno classificati i crediti di imposta attualmente in circolazione. Se l'Istat si adeguerà, i numeri di finanza pubblica sia pregressi che presenti dovranno essere aggiornati. Il deficit, infatti, si realizza nel momento in cui inizia l'obbligazione, cioè quando si fanno i lavori, ha messo in chiaro il presidente della Commissione Finanze del Senato Garavaglia. Se prima, con le detrazioni fiscali spalmate in dieci anni, la spesa pubblica si spalmava a sua volta sui dieci anni, con la cessione dei crediti pesa sul singolo anno di competenza. Questo comporterà, se l'Istat si adeguerà, una riclassificazione del deficit per gli anni precedenti, spostando l'uscita del 110% negli anni in cui sono iniziati i lavori. Quindi un peggioramento del deficit degli anni 2020-2021-2022 e un miglioramento per gli anni successivi, "con il 2023 che avrà un effetto neutro perché per metà migliora e per metà peggiora", ha spiegato Garavaglia. È questo il motivo per cui Giorgia Meloni pochi giorni fa ha detto che, se non fosse intervenuta, il suo Governo non avrebbe avuto le risorse per fare tutte le riforme che aveva programmato (taglio del cuneo, riforma del fisco ecc), in nome di quei vincoli di spesa stabiliti dall'Europa che intende - contrariamente a quanto sempre professato - ora rispettare.

Quali sono le soluzioni al vaglio del Governo.
F24, l'idea che piace alle banche. Finora le banche hanno già acquistato grandi quantità di crediti per compensare le loro imposte da versare allo Stato. Ma ora vanno verso il progressivo esaurimento della capienza fiscale, stimata in circa 81 miliardi nel prossimo quinquennio con gli istituti che hanno già acquistato o assunto impegni nel solo biennio 2020-2022 per circa 77 miliardi. Ora propongono un passo in più: ampliare la propria capacità di acquisto dei crediti utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24 dei contribuenti. Gli F24 sono il modello più utilizzato dai cittadini per pagare le imposte (Imu, Tari, Iva ecc) e spesso vengono versati alle banche che poi li girano allo Stato. Gli istituti di credito propongono quindi di compensare i crediti da bonus acquistati dalle imprese edilizie con gli introiti degli F24. Questo tuttavia avrà come effetto un minore afflusso di gettito fiscale nelle casse dello Stato, che arriva proprio attraverso gli F24 pagati dai cittadini.
Cartolarizzazioni, la finanza creativa. Applicate alla finanza pubblica, le cartolarizzazioni non godono di buona reputazione. Sono state sdoganate nel pubblico proprio dal centrodestra all'inizio degli anni Duemila con Giulio Tremonti, oggi esponente del partito di Giorgia Meloni. In particolare fu applicata nelle operazioni di dismissione di parte del portafoglio immobiliare posseduto da enti pubblici tra il 1999 e il 2005. Allora la soluzione di finanza creativa si rivelò un flop, come stabilito dalla Corte dei Conti: gli immobili dello Stato furono ceduti a Società veicolo che emettevano obbligazioni sui mercati internazionali garantiti dal patrimonio immobiliare. Ma il risultato da un punto di vista finanziario fu deludente. La cartolarizzazione applicata ai crediti consiste perciò nella vendita a una società veicolo che poi li impacchetta in prodotti finanziari, ovvero obbligazioni (la "carta"), da rivendere agli investitori dietro remunerazione.
L'operazione è per natura finanziariamente complessa e sovente associata a pasticci soprattutto quando interessa il settore pubblico. Prima di tutto è un'idea che spunta quando si ha che fare con asset potenzialmente illiquidi, come rischiano di essere oggi i miliardi di crediti incagliati, con lo scopo di ottenere liquidità. Ma la riuscita dell'operazione dipende poi dal riscontro del mercato, connesso al profilo di rischio e di rendimento che può essere sovrastimato o sottostimato. Le cartolarizzazioni inoltre richiedono una discreta mole di soggetti e attori, impegnati a vario titolo nella collocazione dei titoli, nella gestione degli introiti, nella valutazione del rating, nella definizione dei contratti, nella gestione regolamentare. Un insieme di attori che fa lievitare i costi di gestione complessivi dei prodotti cartolarizzati.

 
:D

e cos'è...la Porsche di James Bond ??
avete anche montato le mitragliatrici che spuntano dal cofano ?

Sarei davvero curioso di vedere la vostra Porsche camuffata :D

concordo con @11/11/11 ...questo post regala dei momenti che sono meglio dello Zelig
Girare in una Porsche camuffata da Trabant esprime la stessa logica che ha Tafazzi.
 
Scusa rentiers ma sto ridendo. Mi hai sbloccato un ricordo bellissimo forse nel topic "come diventare poveri" o l'avevi scritto qua.

Era della serie: "non andate in crociera altrimenti vi bombano la compagna/ moglie quando vi distraete" :D

Poi con la Porsche sporca di fango sei troppo forte ahah

Tra utenti fake sgamati da rosaspina e storie di vita questo topic è bellissimo !

Vabbè la Porsche cosparsa di fango mi prostro. Voglio diventare suo allievo.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro