Vivere di rendita, posso (Vol. LXXII)?

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
e sbagli, ci sta spostar in parte le tasse su successioni e proprietà, basta che sia fatto gradualmente e tenendo conto per quanto possibile del pregresso.

Hai palesemente una visione ideologica e prevenuta e questo ti impedisce di guardare il quadro completo e con buon senso.

Non è negar un problema, l'evasione è un grosso problema (ma non fingiamo che la facciano solo gli altri cattivi, semplicemente quelli che più si lamentano lo fanno per l'invidia di non poterlo fare, infatti appena possono lo fanno, guarda caso il 99%delle persone per evader l'iva pagherebbe in nero il professionista di turno) ma in Italia i primi due problemi si chiamano: burocrazia e giustizia civile, come da indicazioni UE e Ocse, e guarda caso sono anche i due primi motivi per cui le imprese straniere non investono nel paese.

Inefficienza della burocrazia che poi è causa della stessa evasione (senza tirar in ballo la corruzione). Basta veder al sud dove burocrazia e evasione vanno a braccetto.
 
l'evasione è un grosso problema. ma non fingiamo che la facciano solo gli altri cattivi: semplicemente quelli che più si lamentano lo fanno per l'invidia di non poterlo fare. Infatti appena possono lo fanno, guarda caso il 99%delle persone per evader l'iva pagherebbe in nero il professionista di turno


Finalmente qualcuno che supera le solite ipocrisie e giunge dritto al punto, senza ricorrere alle solite frasi fatte!

110 + lode + bacio accademico :cincin:
 
Io prevenuto ma chi sei tu per giudicare

Come se io dicessi che tu sei un difensore degli evasori 🤡🤡🤡
 
I ristoranti sono pieni.....a presto altro mirabolanti studi sulla situazione dell'economia Italiana

Ma ripeto basta guardare fuori dal belpaese e prendere esempio senza doversi inventare studi a base di grappa veneta....


Ma io sono prevenuto
 
Che venga qui a farci vivere di rendita...

Ma tu vivi già di rendita...solo che non hai ancora trovato il coraggio di fare coming-out :asd:

E dopotutto nella vita bisogna anche accontentarsi dei piccoli piaceri...ad esempio adesso io mi metto comodo comodo sul letto con la mia copertina da pensionato e mi guardo su Raiplay la prossima puntata di Spazio 1999...che ormai sono finiti i tempi della movida milanese :D
 
Ma tu vivi già di rendita...solo che non hai ancora trovato il coraggio di fare coming-out :asd:

E dopotutto nella vita bisogna anche accontentarsi dei piccoli piaceri...ad esempio adesso io mi metto comodo comodo sul letto con la mia copertina da pensionato e mi guardo su Raiplay la prossima puntata di Spazio 1999...che ormai sono finiti i tempi della movida milanese :D
Bellissimo spazio 1999
Per quanto mi riguarda, c'e' questo film

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In soli 25 giorni dall’inizio del 2024 sono ben 82 le big tech che hanno licenziato oltre 23 mila dipendenti: un terremoto.
È quanto emerge dalla classifica redatta da Layoffs.fyi, una startup che monitora tutti gli esoneri del settore tech.
L’anno precedente, invece, sono stati 262.595 i lavoratori ad aver avuto il ben servito da parte di 1.187 aziende di tecnologia e innovazione.
L’ultimo esonero in ordine di tempo è quello annunciato giovedì 25 gennaio da Microsoft, che - il giorno dopo aver superato per la prima volta i 3 mila miliardi di dollari di capitalizzazione a Wall Street (mantenendo il distacco da Apple - ha annunciato un taglio di 1.900 dipendenti impiegati nella sezione che si occupa dei videogiochi, pari al 9% della forza lavoro della divisione.
Ma solo alcuni giorni fa anche Amazon e Google hanno confermato che nel corso del 2024 ci sarà una nuova ondata di licenziamenti: la multinazionale con sede a Seattle saluterà alcune centinaia di dipendenti tra lo staff di Prime Video e quello di Mgm Studios negli Stati Uniti, dopo aver dato l’addio a circa 27 mila impiegati nel corso dell’anno precedente.
Altre centinaia di lavoratori dovranno lasciare Google. «Nella seconda metà del 2023 — ha spiegato un portavoce di Alphabet a Reuters — diversi nostri team hanno apportato modifiche per diventare più efficienti, lavorare meglio e allineare le proprie risorse alle principali priorità di prodotto. Alcuni team continuano ad apportare questo tipo di modifiche organizzative, che includono alcuni ruoli eliminazioni a livello globale».
@MrSpock ed altri aspiranti rentier siete pronti ad affrontare questa evenienza?
Senza andare a scomodare le big tech in US il ns paese si sta de-industrializzando… circa 300K lavoratori….sotto silenzio e senza una politica industriale seria (gli altri es. Francia è socio in Stellantis, noi dove siamo?)

Sono 183.193 le lavoratrici e i lavoratori travolti dagli effetti di crisi aziendali o di settore nel comparto dell'industria e delle reti……
Secondo l'analisi, gli addetti coinvolti da crisi per i quali sono ad oggi aperti tavoli al Mimit sono 58.026, a cui "si aggiungono decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori di aziende in crisi che hanno tavoli aperti a livello regionale", tra cui 18.609 nel Veneto e 18.241 in Puglia.
Ad essere a rischio di crisi a causa delle trasformazioni in atto ci sono altri 120mila lavoratori: 70.000 nell'automotive, 25.459 nella siderurgia, 8.000 nel settore della produzione dell'energia (centrali a carbone e cicli combinati), 2.000 nel settore elettrico (mercato tutelato), 4.094 nella chimica di base, 3.473 nel petrolchimico e nella raffinazione, 8.500 nel settore delle telecomunicazioni”


Personalmente sono pronto a tutto…..
 
Ultima modifica:
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C'è chi dice mattone, c'è chi dice capolavoro...come al solito impossibile mettere d'accordo tutti ....vediamo com'è....
 
Interessante sul Canada..

 
Senza andare a scomodare le big tech in US il ns paese si sta de-industrializzando… circa 300K lavoratori….sotto silenzio e senza una politica industriale seria (gli altri es. Francia è socio in Stellantis, noi dove siamo?)

Sono 183.193 le lavoratrici e i lavoratori travolti dagli effetti di crisi aziendali o di settore nel comparto dell'industria e delle reti……
Secondo l'analisi, gli addetti coinvolti da crisi per i quali sono ad oggi aperti tavoli al Mimit sono 58.026, a cui "si aggiungono decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori di aziende in crisi che hanno tavoli aperti a livello regionale", tra cui 18.609 nel Veneto e 18.241 in Puglia.
Ad essere a rischio di crisi a causa delle trasformazioni in atto ci sono altri 120mila lavoratori: 70.000 nell'automotive, 25.459 nella siderurgia, 8.000 nel settore della produzione dell'energia (centrali a carbone e cicli combinati), 2.000 nel settore elettrico (mercato tutelato), 4.094 nella chimica di base, 3.473 nel petrolchimico e nella raffinazione, 8.500 nel settore delle telecomunicazioni”


Personalmente sono pronto a tutto…..
Nel caso dei big tech il ridimensionamento segue una crescita enorme (di dipendenti e di fatturato) nel 2020-21.

Dopo aver cavalcato la crescita, aumentando anche le unità di personale e avendo fatto balzi di prodotto enormi sul tema AI, ora proseguono sulla strada dell'efficienza riducendo i costi.

Nessun dramma: quelli lasciati a casa (tra cui anche molti neolaureati in remoto con RAL >100k), con il nome meta o ms sul CV, non faranno fatica a trovare altro.

In Italia invece la situazione che evidenzi è molto più drammatica (nessuna crescita di quelle aziende negli anni pregressi e personale licenziato che avrà enormi difficoltà a trovare altri lavori).
 
Agli agricoltori dell'Emilia tentano di farli vivere di rendita ......
In nome di una lotta ideologica ai cambiamenti climatici e all'inquinamento, l'Ue dichiara guerra all'agricoltura.
E l'Emilia-Romagna esegue: da questo mese gli agricoltori che cessano la produzione dei seminativi riceveranno dei soldi.
Avete capito bene. Si tratta di una sorta di reddito di cittadinanza agricolo.
Il contadino non lavora la sua terra e percepisce dei soldi dalle istituzioni.
Una droga di Stato creata appositamente su base ideologica perché parte dal presupposto che l’agricoltura, con i suoi trattamenti fitosanitari e zootecnici, debba essere bandita e rappresenti un male per il pianeta.
Quale che sia il numero degli agricoltori effettivi che aderiranno a questo “suicidio di Stato”, è evidente che il messaggio che si manda a chi lavora la terra è il seguente: il tuo lavoro fa male all’habitat, al paesaggio e all’ecosistema.
Una deriva ideologica che parte dall’idea neomalthusiana che l’uomo sia il nemico del pianeta.
In cambio, la Regione pagherà gli agricoltori per tenere i trattori in capannone.
L’agricoltore si deve impegnare a non rendere quel terreno una palude o un ricettacolo di animali e vegetazione infestante. E per farlo deve comunque lavorare. Solo che non può godere del frutto del suo lavoro.
Il frutto è un compenso di sussistenza. I primi 844mila euro per il ritiro dei seminativi sono già stati erogati e i soldi che i contadini percepiranno, vanno dai 500 ai 1500 euro all’ettaro a seconda della tipologia di seminativo che verrà tolta dalla produzione per 20 anni.
Fabio Muzzarini, agricoltore di Reggio Emilia ci spiega quanto sia perverso questo sistema:
«È persino peggio del reddito di cittadinanza – spiega – perché è persino controproducente.
Ammettiamo che aderisca a questo programma di ritiro dei seminativi: potrei arrivare ad avere 5800 euro all’anno per vent’anni.
Se invece lo dessi in affitto per coltivarlo avrei un incasso di 5000 euro con in più il guadagno dell’agricoltore per la vendita dei prodotti.
Ci vivrebbero due famiglie, invece di una. È un controsenso».
«Contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici – prosegue - è un’utopia, perché i prodotti agricoli da qualche parte bisognerà pure comprarli, quindi non si capisce a che cosa possa servire questo piano se non a mettere in ginocchio l’agricoltura di casa nostra e importare da chissà dove gli stessi prodotti che noi scegliamo di non coltivare più.
A questo poi si deve aggiungere che se smetti di seminare per l’Emilia, il prodotto lo devi importare dall’estero e per portarlo da noi devi farlo viaggiare; quindi, l’inquinamento che speri di ridurre da un lato, ce l’hai da un altro.
Io dico no a questo falso sostegno e spero che siano in tanti ad opporsi. L'agricoltura invece andrebbe incentivata con il sostegno nell'utilizzo di prodotti sempre più sostenibili».
Cia-Agricoltori Italiani
 
Agli agricoltori dell'Emilia tentano di farli vivere di rendita ......
In nome di una lotta ideologica ai cambiamenti climatici e all'inquinamento, l'Ue dichiara guerra all'agricoltura.
E l'Emilia-Romagna esegue: da questo mese gli agricoltori che cessano la produzione dei seminativi riceveranno dei soldi.
Avete capito bene. Si tratta di una sorta di reddito di cittadinanza agricolo.
Il contadino non lavora la sua terra e percepisce dei soldi dalle istituzioni.
Una droga di Stato creata appositamente su base ideologica perché parte dal presupposto che l’agricoltura, con i suoi trattamenti fitosanitari e zootecnici, debba essere bandita e rappresenti un male per il pianeta.
Quale che sia il numero degli agricoltori effettivi che aderiranno a questo “suicidio di Stato”, è evidente che il messaggio che si manda a chi lavora la terra è il seguente: il tuo lavoro fa male all’habitat, al paesaggio e all’ecosistema.
Una deriva ideologica che parte dall’idea neomalthusiana che l’uomo sia il nemico del pianeta.
In cambio, la Regione pagherà gli agricoltori per tenere i trattori in capannone.
L’agricoltore si deve impegnare a non rendere quel terreno una palude o un ricettacolo di animali e vegetazione infestante. E per farlo deve comunque lavorare. Solo che non può godere del frutto del suo lavoro.
Il frutto è un compenso di sussistenza. I primi 844mila euro per il ritiro dei seminativi sono già stati erogati e i soldi che i contadini percepiranno, vanno dai 500 ai 1500 euro all’ettaro a seconda della tipologia di seminativo che verrà tolta dalla produzione per 20 anni.
Fabio Muzzarini, agricoltore di Reggio Emilia ci spiega quanto sia perverso questo sistema:
«È persino peggio del reddito di cittadinanza – spiega – perché è persino controproducente.
Ammettiamo che aderisca a questo programma di ritiro dei seminativi: potrei arrivare ad avere 5800 euro all’anno per vent’anni.
Se invece lo dessi in affitto per coltivarlo avrei un incasso di 5000 euro con in più il guadagno dell’agricoltore per la vendita dei prodotti.
Ci vivrebbero due famiglie, invece di una. È un controsenso».
«Contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici – prosegue - è un’utopia, perché i prodotti agricoli da qualche parte bisognerà pure comprarli, quindi non si capisce a che cosa possa servire questo piano se non a mettere in ginocchio l’agricoltura di casa nostra e importare da chissà dove gli stessi prodotti che noi scegliamo di non coltivare più.
A questo poi si deve aggiungere che se smetti di seminare per l’Emilia, il prodotto lo devi importare dall’estero e per portarlo da noi devi farlo viaggiare; quindi, l’inquinamento che speri di ridurre da un lato, ce l’hai da un altro.
Io dico no a questo falso sostegno e spero che siano in tanti ad opporsi. L'agricoltura invece andrebbe incentivata con il sostegno nell'utilizzo di prodotti sempre più sostenibili».
Cia-Agricoltori Italiani
L agricoltura da decenni prende contributi, aima, ue, governo....... A proposito qualcuno è azionista di bonifiche ferraresi? Stavo valutando...
 
Ma tu vivi già di rendita...solo che non hai ancora trovato il coraggio di fare coming-out :asd:

E dopotutto nella vita bisogna anche accontentarsi dei piccoli piaceri...ad esempio adesso io mi metto comodo comodo sul letto con la mia copertina da pensionato e mi guardo su Raiplay la prossima puntata di Spazio 1999...che ormai sono finiti i tempi della movida milanese :D
Kojak..... E anche i corti di Hitchcock..... E ai confini della realtà..
 
Stato
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