Vivere di rendita, posso (Vol. XLVIII)?

Scusate il nuovo intervento a caso: sono stata fuori dal forum per una settimana e mi sono persa il Circo del “vivere di rendita con la paghetta di mammá”.

Citando Zalone: “ma é del mestiere, questo?” :D

Battute a parte, noto che qualcuno ha citato Ricolfi, come se il nostro utente fosse il tipico caso da manuale del neet che, figlio di benestanti, preferisce vivere con poco piuttosto che passare da un contratto del piffero all’altro. A mio parere, invece, qui siamo di fronte ad altro, ovvero a una persona che non ha idea di come funzioni il mondo e, come i bambini, anziché cercare di capirlo, si arrabbia con chi gli fa notare che non funziona come crede (dal fatto che la casa, un domani, andrà divisa in due al fatto che quei soldi, se va bene, li vedrà tra 25 anni).
Il neet di Ricolfi lo vedo più consapevole (es: “so che vivrò da malato per morire sano”), il nostro utente lo vedo spaesato (é convinto che 500k -che non ha- non solo siano sufficienti, ma possano anche crescere senza limite, forse campando d’aria e con una casa senza tasse, senza bollette, senza spese condominiali, senza ristrutturazioni ecc.)
Siamo davanti a un esemplare che piuttosto che muoversi da casa si “amputerebbe una gamba”, c’é dentro tutto.

Insomma, più che un caso da manuale, un caso da psicologo bravo ecco.
(O forse sono da psicologo io che sotto sotto amo le trollate :D)

E' il contrario. I neet di Ricolfi sono spesso inconsapevoli. Hanno in********to il concetto d'eredità attesa ma non è che abbiano fatto chissà quale ragionamento. Nel nostro caso invece ci troviamo di fronte ad una piena consapevolezza (di madre e figlio) tanto che i soldi saranno dati in una sorta d'eredità anticipata.

Lascerei da parte i moralismi (la paghetta della mamma) con i quali non si capisce nulla. Se c'è accordo non vedo dove sia il problema.

Non torno su troll, soldi non suoi, situazione economica della famiglia in questione su cui ho già scritto.

...Luca Ricolfi (2011) ha fornito una spiegazione sociologica del fenomeno, ponendo in relazione diretta il numero di NEET con “l’eredità attesa dei giovani”. In alcuni paesi il giovane medio non può contare sul patrimonio accumulato, perché la ricchezza familiare (in rapporto al reddito) è bassa (Finlandia e Danimarca) o perché essendo alta la natalità (Francia) il patrimonio è suddiviso su un numero alto di eredi o per entrambi i motivi (Irlanda). Di contro, in altri paesi i figli possono contare su una condizione patrimoniale rilevante (Regno Unito), dovuta alla scarsa natalità (Spagna) oppure – come abbiamo visto in precedenza -ad entrambi i fattori, e questo è il caso del nostro paese: primo nella graduatoria del patrimonio familiare e ultimo in quella della natalità...

86 – Andrea Laudadio
Su questo punto l’analisi di Ricolfi è tanto affascinante quanto stringente. Tre giovani su dieci di quelli a metà strada tra i venti e i trent’anni possono permettersi in Italia di non lavorare e di non cercare lavoro perché godono di una situazione familiare che permette loro questa condizione di vita. In altre parole usufruiscono del lavoro fatto dalle due generazioni precedenti, la generazione di quelli che hanno fatto la guerra e la generazione successiva, una riserva di lavoro oggettivato fatta di pensioni decenti, una prima e talvolta una seconda casa di proprietà, depositi bancari, strumenti finanziari. E tanto più che questi giovani aspettano di ereditare, e tanto più che il patrimonio medio delle famiglie italiane è fra i più alti in Europa – data l’eccezionale capacità di risparmio delle due generazioni che ho detto –, e tanto più che in Italia sono pochi gli eredi su cui spalmare il patrimonio di ciascuna famiglia. L’Italia è divenuta un paese di anziani e di figli unici. L’Italia è al primo posto come peso degli anziani, all’ultimo come peso dei giovani, e al quarto come livello di patrimonializzazione. Il flusso successorio in Italia è stimabile attorno ai 250 miliardi di euro, un po’ meno del 14 per cento del pil. Fatto 100 il livello medio di eredità attesa negli altri tredici paesi europei, l’Italia si attesta a livello 175,8. Una manna per chi ha oggi attorno ai trent’anni. (Io schiattassi domani, il figlio trentenne o quarantenne che non ho potrebbe frequentare una discreta sequenza di ******** (mignot te) con la sola vendita delle prime edizioni di Eugenio Montale che mi sono procurato nella mia vita rinunziando a qualche pasto e alle vacanze lunghe in estate.) Se non è questa “una società signorile di massa”...

Signorile e da terzo mondo culturale: la foto perfetta della societa italiana | Il Foglio
 
"Non commettere atti che non siano puri
Cioè non disperdere il seme
Feconda una donna ogni volta che l'ami
Così sarai uomo di fede
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
E tanti ne uccide la fame
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore
Ma non ho creato dolore"
 
Scusate il nuovo intervento a caso: sono stata fuori dal forum per una settimana e mi sono persa il Circo del “vivere di rendita con la paghetta di mammá”.

Citando Zalone: “ma é del mestiere, questo?” :D
A mio parere, invece, qui siamo di fronte ad altro, ovvero a una persona che non ha idea di come funzioni il mondo e, come i bambini, anziché cercare di capirlo, si arrabbia con chi gli fa notare che non funziona come crede (dal fatto che la casa, un domani, andrà divisa in due al fatto che quei soldi, se va bene, li vedrà tra 25 anni).
il nostro utente lo vedo spaesato (é convinto che 500k -che non ha- non solo siano sufficienti, ma possano anche crescere senza limite, forse campando d’aria e con una casa senza tasse, senza bollette, senza spese condominiali, senza ristrutturazioni ecc.)
Siamo davanti a un esemplare che piuttosto che muoversi da casa si “amputerebbe una gamba”, c’é dentro tutto.
:bow:
 
E' il contrario. I neet di Ricolfi sono spesso inconsapevoli. Hanno in********to il concetto d'eredità attesa ma non è che abbiano fatto chissà quale ragionamento. Nel nostro caso invece ci troviamo di fronte ad una piena consapevolezza (di madre e figlio) tanto che i soldi saranno dati in una sorta d'eredità anticipata.

Lascerei da parte i moralismi (la paghetta della mamma) con i quali non si capisce nulla. Se c'è accordo non vedo dove sia il problema.

Non torno su troll, soldi non suoi, situazione economica della famiglia in questione su cui ho già scritto.

...Luca Ricolfi (2011) ha fornito una spiegazione sociologica del fenomeno, ponendo in relazione diretta il numero di NEET con “l’eredità attesa dei giovani”. In alcuni paesi il giovane medio non può contare sul patrimonio accumulato, perché la ricchezza familiare (in rapporto al reddito) è bassa (Finlandia e Danimarca) o perché essendo alta la natalità (Francia) il patrimonio è suddiviso su un numero alto di eredi o per entrambi i motivi (Irlanda). Di contro, in altri paesi i figli possono contare su una condizione patrimoniale rilevante (Regno Unito), dovuta alla scarsa natalità (Spagna) oppure – come abbiamo visto in precedenza -ad entrambi i fattori, e questo è il caso del nostro paese: primo nella graduatoria del patrimonio familiare e ultimo in quella della natalità...

86 – Andrea Laudadio
Su questo punto l’analisi di Ricolfi è tanto affascinante quanto stringente. Tre giovani su dieci di quelli a metà strada tra i venti e i trent’anni possono permettersi in Italia di non lavorare e di non cercare lavoro perché godono di una situazione familiare che permette loro questa condizione di vita. In altre parole usufruiscono del lavoro fatto dalle due generazioni precedenti, la generazione di quelli che hanno fatto la guerra e la generazione successiva, una riserva di lavoro oggettivato fatta di pensioni decenti, una prima e talvolta una seconda casa di proprietà, depositi bancari, strumenti finanziari. E tanto più che questi giovani aspettano di ereditare, e tanto più che il patrimonio medio delle famiglie italiane è fra i più alti in Europa – data l’eccezionale capacità di risparmio delle due generazioni che ho detto –, e tanto più che in Italia sono pochi gli eredi su cui spalmare il patrimonio di ciascuna famiglia. L’Italia è divenuta un paese di anziani e di figli unici. L’Italia è al primo posto come peso degli anziani, all’ultimo come peso dei giovani, e al quarto come livello di patrimonializzazione. Il flusso successorio in Italia è stimabile attorno ai 250 miliardi di euro, un po’ meno del 14 per cento del pil. Fatto 100 il livello medio di eredità attesa negli altri tredici paesi europei, l’Italia si attesta a livello 175,8. Una manna per chi ha oggi attorno ai trent’anni. (Io schiattassi domani, il figlio trentenne o quarantenne che non ho potrebbe frequentare una discreta sequenza di ******** (mignot te) con la sola vendita delle prime edizioni di Eugenio Montale che mi sono procurato nella mia vita rinunziando a qualche pasto e alle vacanze lunghe in estate.) Se non è questa “una società signorile di massa”...

Signorile e da terzo mondo culturale: la foto perfetta della societa italiana | Il Foglio

 
Un punto che non e' stato toccato e' quello della legge Italiana che penalizza eccessivamente l'uomo in caso di divorzio. Il fatto che i figli seguano la mamma, e la casa resti di conseguenza a lei senza che si guardi la proprieta', scoraggia molti uomini indecisi a compiere questo passo importante. Magari qualcuno che vive all'estero potrebbe dire come si comporta le legge in queste situazioni.

Esatto, te credo che in Nigeria si fanno 100 figli per donna, se quella dopo ti viene a rompere i cogljoni basta darle un bel calcio in qulo a lei e ai figli ingrati che ha generato. :cool:
Fai così in Italia, e per cavartela finisci peggio di un boss mafioso che si è dovuto dare alla macchia.
 
Sono tuo coetaneo e sono tremendamente d’accordo con quello che dici, purtroppo la maggior parte dei giovani sia ragazze che ragazzi, sono totalmente immersi e sommersi dalle apparenze, sembra che per la maggior parte dei giovani nella fascia 15-35 importi solo di apparire e di far vedere agli altri, una ricerca continua dell’ostentazione, tutto ciò ovviamente grazie ai vari social, è molto triste

il vero aspirante rentier non mette niente in mostra, figurarsi sui social e sull'invidia(che è il fine ultimo di chi posta) che può innescare :D perché invece di spendere centinaia di euro per far vedere ,sui social, che si trova nell'ultimo locale alla moda o nel ristornate di Briatore ,quei soldi se li conserva come una formica
Comunque è impressionante il nulla che ci circonda ,un vuoto ideologico che genera questo vivere cosi superficiale su instangram(Facebook oramai è per i 50/60enni e i loro buongiornissimo kaffe):cool:
 
E' il contrario. I neet di Ricolfi sono spesso inconsapevoli. Hanno in********to il concetto d'eredità attesa ma non è che abbiano fatto chissà quale ragionamento. Nel nostro caso invece ci troviamo di fronte ad una piena consapevolezza (di madre e figlio) tanto che i soldi saranno dati in una sorta d'eredità anticipata.

Lascerei da parte i moralismi (la paghetta della mamma) con i quali non si capisce nulla. Se c'è accordo non vedo dove sia il problema.

Non torno su troll, soldi non suoi, situazione economica della famiglia in questione su cui ho già scritto.

...Luca Ricolfi (2011) ha fornito una spiegazione sociologica del fenomeno, ponendo in relazione diretta il numero di NEET con “l’eredità attesa dei giovani”. In alcuni paesi il giovane medio non può contare sul patrimonio accumulato, perché la ricchezza familiare (in rapporto al reddito) è bassa (Finlandia e Danimarca) o perché essendo alta la natalità (Francia) il patrimonio è suddiviso su un numero alto di eredi o per entrambi i motivi (Irlanda). Di contro, in altri paesi i figli possono contare su una condizione patrimoniale rilevante (Regno Unito), dovuta alla scarsa natalità (Spagna) oppure – come abbiamo visto in precedenza -ad entrambi i fattori, e questo è il caso del nostro paese: primo nella graduatoria del patrimonio familiare e ultimo in quella della natalità...

86 – Andrea Laudadio
Su questo punto l’analisi di Ricolfi è tanto affascinante quanto stringente. Tre giovani su dieci di quelli a metà strada tra i venti e i trent’anni possono permettersi in Italia di non lavorare e di non cercare lavoro perché godono di una situazione familiare che permette loro questa condizione di vita. In altre parole usufruiscono del lavoro fatto dalle due generazioni precedenti, la generazione di quelli che hanno fatto la guerra e la generazione successiva, una riserva di lavoro oggettivato fatta di pensioni decenti, una prima e talvolta una seconda casa di proprietà, depositi bancari, strumenti finanziari. E tanto più che questi giovani aspettano di ereditare, e tanto più che il patrimonio medio delle famiglie italiane è fra i più alti in Europa – data l’eccezionale capacità di risparmio delle due generazioni che ho detto –, e tanto più che in Italia sono pochi gli eredi su cui spalmare il patrimonio di ciascuna famiglia. L’Italia è divenuta un paese di anziani e di figli unici. L’Italia è al primo posto come peso degli anziani, all’ultimo come peso dei giovani, e al quarto come livello di patrimonializzazione. Il flusso successorio in Italia è stimabile attorno ai 250 miliardi di euro, un po’ meno del 14 per cento del pil. Fatto 100 il livello medio di eredità attesa negli altri tredici paesi europei, l’Italia si attesta a livello 175,8. Una manna per chi ha oggi attorno ai trent’anni. (Io schiattassi domani, il figlio trentenne o quarantenne che non ho potrebbe frequentare una discreta sequenza di ******** (mignot te) con la sola vendita delle prime edizioni di Eugenio Montale che mi sono procurato nella mia vita rinunziando a qualche pasto e alle vacanze lunghe in estate.) Se non è questa “una società signorile di massa”...

Signorile e da terzo mondo culturale: la foto perfetta della societa italiana | Il Foglio

Vivere da neet è una m erda totale, ti senti un peso, un fallito, non hai una posizione sociale. Prima o poi hai vergogna anche ad interfacciarti con gli altri, che ,piano piano,emergono,creano una famiglia, figliano età etc,mentre il neet resta immobile, sospeso nel tempo.
Essere Neet ha lo stesso peso, soprattutto psicologico, della disoccupazione prolungata. Ma non mi sento di condannare chi non vuole fare un ***** se l'unica opzione è la schiavizzazione per poche centinaia di euro o studio prolungato per tentare la lotteria dei concorsi(soprattutto la modalità vergognosa con cui si stanno svolgendo).
Prima o poi in Italia esploderà la bomba sociale, se non ci siamo già "balcanizzati".
 
Vivere da neet è una m erda totale, ti senti un peso, un fallito, non hai una posizione sociale. Prima o poi hai vergogna anche ad interfacciarti con gli altri, che ,piano piano,emergono,creano una famiglia, figliano età etc,mentre il neet resta immobile, sospeso nel tempo.
Essere Neet ha lo stesso peso, soprattutto psicologico, della disoccupazione prolungata. Ma non mi sento di condannare chi non vuole fare un ***** se l'unica opzione è la schiavizzazione per poche centinaia di euro o studio prolungato per tentare la lotteria dei concorsi(soprattutto la modalità vergognosa con cui si stanno svolgendo).
Prima o poi in Italia esploderà la bomba sociale, se non ci siamo già "balcanizzati".

Visto il numero (oltre 3 milioni) potrebbero interfacciarsi fra di loro. O magari con chi vive di rendita.
 
"Non commettere atti che non siano puri
Cioè non disperdere il seme
Feconda una donna ogni volta che l'ami
Così sarai uomo di fede
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
E tanti ne uccide la fame
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore
Ma non ho creato dolore"

Ah...Faber
 
Grazie del messaggio, sono (abbastanza) consapevole del mio pessimismo che deriva dall’esperienza vissuta nella mia famiglia d’origine, so che affronto con più negatività rispetto a positività questi progetti, so anche questo da cosa dipende, quindi la teoria la so tutta il problema è la pratica diciamo.
Essere un po’ pessimista (direi forse più realista della media) mi ha aiutato molto nello studio, nei viaggi, nel lavoro, nelle relazioni, negli investimenti quindi nelle esperienze in genere (fino ad ora, spero anche in futuro) dico questo perché a 31 anni sono contento della mia vita e delle esperienza fatte (essendo cmq una persona assolutamente normale del ceto medio basso, quindi niente di particolare).
Nei prossimi anni vorrei intraprendere il progetto di creare una famiglia, forse la tappa più importante della vita (secondo me) e quindi ho questi pensieri, so che a volte nella vita bisogna buttarsi senza pensarci più di tanto però ho sotto gli occhi tutti i giorni persone che hanno scelto e poi si sono pentite diciamo (ovviamente non lo dicono ma la situazione lo fa intendere largamente) volevo sapere le altre persone più grandi o meno, che hanno avuto famiglia o che hanno scelto di non averla che idee hanno su questi temi, per trarne magari anche spunto o per capire un punto di vista diverso dal mio

Guarda è davvero impossibile dare un consiglio su un argomento del genere. Posso solo dirti che è una scelta solo tua, non farti condizionare da nessuno, né dalla richiesta della tua compagna né tantomeno dalle convenzioni sociali. Per quanto mi riguarda posso solamente dirti che in passato ho terminato due lunghe relazioni perché la vedevamo diversamente su questo punto. Ad oggi non ho figli e non sono minimamente pentito delle decisioni prese.
 
Grazie per le testimonianze e i consigli sull’argomento figli, anche se ancora non ne ho penso anche io che possa valere la pena sacrificare (non troppo) un po’ la nostra vita per diventare genitori, il problema è che non so quanto questo possa pesarmi, e una volta fatto un figlio indietro non si torna, però questi come detto anche da qualcuno di voi possono essere pensieri abbastanza comuni (forse soprattutto per un uomo) quindi va be ci sono passati in molti immagino, e non è mai morto nessuno, poi va be ci sono sempre più coppie che si separano e famiglie che si dividono però forse questo dipende anche dal modo di vivere che è cambiato rispetto ad una volta e anche dal fatto che in generale le persone sono meno disposte a sopportare e a sacrificare qualcosa della loro vita rispetto alle generazioni passate, ho 31 anni e queste sono le cose che un po’ mi spaventano all’alba di creare una famiglia con la compagna con cui convivo da circa 4 anni, ci vogliamo bene, ma questi pensieri e dubbi ci sono lo stesso (confrontandomi con amici la maggior parte non ha assolutamente questi dubbi, sui figli e sulla vita di coppia per il resto della vita, e non riesco a capire se sono io che sono pessimista oppure se loro non sono realisti).
Scrivo qui e vi leggo perché mi piacerebbe non dover lavorare fino a 70 anni, giusto per cercare di darmi un collocamento in questa discussione

Di solito in questi casi interveniva @bigmad
 

l'avevo suggerita qua ben prima, è un banale fai da te di investimento a capitale "protetto" (sempre che tra 10 anni l'italia rimborsi)...è una roba che si è sempre fatta, anzi veniva meglio quando sotto la parità c'erano le AAA. Diciamo che è fare gratis, quello che le banche ti confezionano a pagamento.

NB il rimborso del BTP (o comunque del tasso fisso) a garanzia NON sarà mai esattamente 100, perchè sulla differenza di prezzo (100-pmc) devi pagarci le tasse.
 
Il dato più eclatante è che il 15% di coloro che hanno figli non li rifarebbe ma il bello è che questa percentuale sale al 22% (ovvero a quasi uno su quattro) nella fascia d'età fra i 25 e i 44 anni, ovvero fra coloro che i figli li dovrebbe sfornare sul serio.

togli gli ****** e gli sfigati e capisci che quel 22% è tantissimo.

e secondo me è un dato sottostimato, perchè moltissimi, soprattutto le donne, difficilmente esternano certi pensieri (già è più facile esternare che "tornando indietro non mi sposerei")...io credo che quelli che hanno fatto figli (per non parlare sposarsi) solo per spuntare una voce siano ben più del 15 o 22%....poi ovvio che in pubblico è sempre tutto bello e voluto.

I paesi più ricchi sono solitamente dove si fanno meno figli, basta vedere il Giappone o addirittura la Corea del Sud ( il tasso mi sembra che sia del 0,9, l'Italia dovrebbe essere intorno al 1,20).

Il propietario della mia azienda ha 2 figli, potrebbe averne molti di più senza problemi.
Nella mia azienda chi fa più figli sono quelli della cooperativa che lavora da noi ( guadagno molto meno di noi sotto ditta), ed sono tutti stranieri.
Non riesco trovare nessuno di loro che abbia meno di 3 figli.

Molto dipende dalla cultura.

Più guadagni: meno figli hai
Meno guadagni: più figli hai

Ovviamente ci sono le eccezioni ma sono rare

perchè fondamentalmente fino almeno a prima del II dopo guerra i figli si facevano o per avere braccia da lavoro (e averne qualcuno visto la mortalità infantile) oppure per avere materiale per i matrimoni combinati, ma sopratutto ne facevi un sacco perchè non c'era la pillola (fare sesso piace a tutti, dai gratis la pillola alle nigeriane e vedi che pure loro smettono di far figli).

l'aura di idilio/massima realizzazione di vita nell'avere un figlio e roba da benessere e boom economico...la razza umana non è in pericolo di estinzione, anzi siamo in sovra numero, già questo dovrebbe spingere a fare meno figli :o



PS ma sono l'unico che pur avendo la possibilità economica, pur avendo la compagna ideale, pur non avendo particolari preoccupazioni per il suo futuro, pur avendo ancora un età limite per farli, non ha figli convintamente perchè gli viene l'orticaria al solo pensiero?!
 
Ultima modifica:
l'avevo suggerita qua ben prima, è un banale fai da te di investimento a capitale "protetto" (sempre che tra 10 anni l'italia rimborsi)...è una roba che si è sempre fatta, anzi veniva meglio quando sotto la parità c'erano le AAA. Diciamo che è fare gratis, quello che le banche ti confezionano a pagamento.

NB il rimborso del BTP (o comunque del tasso fisso) a garanzia NON sarà mai esattamente 100, perchè sulla differenza di prezzo (100-pmc) devi pagarci le tasse.

Ok grazie. Tu come andresti a comporre la parte obbligazionaria? 1 btp a 10 anni preso al prezzo più basso? Più btp a 10 anni? Diverse scadenze? Btp a 30 anni?
 
Vivere da neet è una m erda totale, ti senti un peso, un fallito, non hai una posizione sociale. Prima o poi hai vergogna anche ad interfacciarti con gli altri, che ,piano piano,emergono,creano una famiglia, figliano età etc,mentre il neet resta immobile, sospeso nel tempo.
Essere Neet ha lo stesso peso, soprattutto psicologico, della disoccupazione prolungata. Ma non mi sento di condannare chi non vuole fare un ***** se l'unica opzione è la schiavizzazione per poche centinaia di euro o studio prolungato per tentare la lotteria dei concorsi(soprattutto la modalità vergognosa con cui si stanno svolgendo).
Prima o poi in Italia esploderà la bomba sociale, se non ci siamo già "balcanizzati".

parti dal presupposto che il neet sia un ameba sul divano, di fatto è qualcuno che se vuole può realizzare l'idea di otium latino Ozio - Wikipedia

I Greci nell’epoca del loro splendore non avevano che disprezzo per il lavoro, solo agli schiavi era permesso di lavorare: l’uomo libero conosceva esclusivamente gli esercizi ginnici e i giochi dello spirito. Era questa l’epoca in cui si viveva e si respirava in mezzo a un popolo di Aristoteli, di Fidia, di Aristofani; erano questi i tempi in cui un pugno di valorosi travolgeva a Maratona le orde di quell’Asia che di lì a non molto Alessandro avrebbe conquistato. I filosofi dell’antichità insegnavano il disprezzo per il lavoro, degradazione dell’uomo libero; i poeti cantavano l’ozio, dono degli dèi: «O Meliboee, deus nobis haec otia fecit» («O Melibeo, quest’ozio è il dono di un dio»)»

L'idea del lavoro come primaria realizzazione della vita (un po' come quella della genitorialità), è figlia della società borghese, sopratutto da secondo dopoguerra (una mentalità molto americana se vogliamo); storicamente gli aristocratici, i nobili non hanno mai lavorato, e per questo erano ammirati ed invidiati...meditate gente, meditate.
 
Ok grazie. Tu come andresti a comporre la parte obbligazionaria? 1 btp a 10 anni preso al prezzo più basso? Più btp a 10 anni? Diverse scadenze? Btp a 30 anni?

ovviamente quello col prezzo più basso possibile (in una struttura del genere, la cedola è controproducente), per la scadenza, dipende quando ti servono i soldi, e quanto a lungo vuoi tenere "aperta" la parte speculativa (ovviamente la scadenza del fisso deve coincidere con queste ultime due voci, le diverse scadenze non servono a niente, stai solo creando vari "pacchetti", e per ognuno di essi dovresti chiudere contestualmente un parte della posizione speculativa ;)
 
Ultima modifica:
parti dal presupposto che il neet sia un ameba sul divano, di fatto è qualcuno che se vuole può realizzare l'idea di otium latino Ozio - Wikipedia

I Greci nell’epoca del loro splendore non avevano che disprezzo per il lavoro, solo agli schiavi era permesso di lavorare: l’uomo libero conosceva esclusivamente gli esercizi ginnici e i giochi dello spirito. Era questa l’epoca in cui si viveva e si respirava in mezzo a un popolo di Aristoteli, di Fidia, di Aristofani; erano questi i tempi in cui un pugno di valorosi travolgeva a Maratona le orde di quell’Asia che di lì a non molto Alessandro avrebbe conquistato. I filosofi dell’antichità insegnavano il disprezzo per il lavoro, degradazione dell’uomo libero; i poeti cantavano l’ozio, dono degli dèi: «O Meliboee, deus nobis haec otia fecit» («O Melibeo, quest’ozio è il dono di un dio»)»

L'idea del lavoro come primaria realizzazione della vita (un po' come quella della genitorialità), è figlia della società borghese, sopratutto da secondo dopoguerra (una mentalità molto americana se vogliamo); storicamente gli aristocratici, i nobili non hanno mai lavorato, e per questo erano ammirati ed invidiati...meditate gente, meditate.

illuminante
 
parti dal presupposto che il neet sia un ameba sul divano, di fatto è qualcuno che se vuole può realizzare l'idea di otium latino Ozio - Wikipedia

I Greci nell’epoca del loro splendore non avevano che disprezzo per il lavoro, solo agli schiavi era permesso di lavorare: l’uomo libero conosceva esclusivamente gli esercizi ginnici e i giochi dello spirito. Era questa l’epoca in cui si viveva e si respirava in mezzo a un popolo di Aristoteli, di Fidia, di Aristofani; erano questi i tempi in cui un pugno di valorosi travolgeva a Maratona le orde di quell’Asia che di lì a non molto Alessandro avrebbe conquistato. I filosofi dell’antichità insegnavano il disprezzo per il lavoro, degradazione dell’uomo libero; i poeti cantavano l’ozio, dono degli dèi: «O Meliboee, deus nobis haec otia fecit» («O Melibeo, quest’ozio è il dono di un dio»)»

L'idea del lavoro come primaria realizzazione della vita (un po' come quella della genitorialità), è figlia della società borghese, sopratutto da secondo dopoguerra (una mentalità molto americana se vogliamo); storicamente gli aristocratici, i nobili non hanno mai lavorato, e per questo erano ammirati ed invidiati...meditate gente, meditate.

E comunque meglio neet che megadirettore galattico...

[url=https://postimages.org/][/URL]

RIP
 
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