Grazie per la risposta, ma vorrei fare(ti) alcune domande ulteriori (con la risposta incorporata)
Al di la di un "doveroso" senso del dovere:
- quanti ingegneri conosci che lo avrebbero fatto al tuo posto? Non ritieni che un tale atteggiamento sia in contrasto con l'"ambizione di fare carriera" (e guadagnare di piu')
Tanti, penso tutti, quelli della mia generazione e/o precedenti (esclusi i "matti metafisici" con lauree in elettronica e/o informatica), per le quali un ingegnere non è solo un "gestore astratto di personale, tempi e costi", ma è uno che si sporca le mani di grasso.
Non capisco il rapporto con la carriera: c'era da agire e ho agito. Avendo realizzato con risorse limitate, senza pesare sull'azienda e nei tempi richiesti dal cliente (quindi senza arrivare a contenzioso, con applicazione di penali), quello che il cliente mi chiedeva di fare, penso di aver reso un buon servizio all'azienda, che si sarà sicuramente sentita soddisfatta della mia gestione dell'emergenza. Del resto il capocantiere è un uomo da campo. Non sono poi "schizzinoso" come tanti. Una volta, ero appena laureato, sono andato con il mio amico titolare dell'azienda, in Banca d'Italia a montare un manufatto: il mio amico "saldava" e io stringevo dadi e bulloni. Arriva l'architetto della Banca d'Italia che voleva parlare con "il capocantiere" e non ci degnava di uno sguardo né ci rivolgeva una parola come se fossimo degli appestati. Ad un certo punto il mio amico si rivolge all'architetto e gli fa: "buongiorno può dire a noi, se vuole".
Quello di risposta e con fare un po' altezzoso e acido gli fa: "Io con la manovalanza non parlo, voglio interloquire con il responsabile tecnico!"
Allora intervengo io e gli faccio: "Sono io, sono l'ing. bigmad, ma lui è il mio titolare quindi può parlare direttamente con lui!"
Fece un'espressione che ancora me la ricordo e cambiò immediatamente registro! Io non mi sarei mai ma mai comportato come lui. Anzi in cantiere mi mischiavo con gli operai per capire meglio le difficoltà pratiche del lavoro.
- dici di lavorare 8-20: non ritieni di dover lavorare meno per la ditta e piu' per te (la tua carriera, i tuoi investimenti)
Eticamente, chi mi paga lo stipendio, ha la precedenza sul resto. Quando arrivo in ufficio, ma più in generale sempre, dimentico qualsiasi cosa mi riguardi: di prendere appuntamento col dottore, di organizzare la cena con qualcuno, di rispondere agli amici su cose del nostro tempo libero. Quando sono in giro in macchina, mangio mentre guido per risparmiare tempo di lavoro. Quando sono a casa al pc, butto sempre un occhio alle e.mail di lavoro. Quando penso a qualcosa che non sia il calcio (quando vedo le partite in tv), la piscina (quando mi alleno 3 volte a settimana) o la famiglia (per la spesa e le attività insieme), penso sempre a come migliorare le cose in azienda, a come fare delle azioni promozionali per il lavoro, a come prendere clienti nuovi, a quali tipi di prodotti potremmo rappresentare o costruire per migliorare il fatturato... No, a me e ai miei "interessi" privati, penso poco e male. Solo recentemente, complici gli andamenti non proprio positivi dell'azienda, ho cominciato a pensare di avviare, a nome di mia figlia, un'attività parallela di rappresentanza o di distribuzione di prodotti equivalenti a quelli che la mia azienda ha... gli obiettivi sarebbero: quello di dare un lavoro a mia figlia, quello di integrare lo stipendio o, in prospettiva di sostituirlo completamente nel momento in cui l'attività prendesse piede, quello di crearsi un paracadute nel caso di default della mia azienda attuale.
Però non sono nato imprenditore e la cosa, anche per gli innnumerevoli rischi presenti, mi spaventa un bel po'... e fino a che non starò in mezzo a una strada penso che soprassiederò!
- se avessi ricevuto 30 anni fa (o ricevessi oggi) 1/2/3 milioni di euro in eredita' faresti il rentier o ti sentiresti in dovere (per il giusto rispetto che si deve al denaro - comunque acquisito) di "studiare" e farlo "fruttare".
farei il rentier di buonsenso: investirei come ho detto in cose tranquille e sicure, da monitorare al massimo un paio di volte all'anno, con interessi bassi e senza paura di intaccare un capitale sicuramente ampiamente sovradimensionato per durare tutta la vita.
Sicuramente non lo gestirei facendo marginazione o comprando rischiosissimi strumenti a leva (che al contrario sarei disposto a prendere in considerazione con poche risorse a disposizione, per aumentare il più possibile l'inclinazione della rampa di accumulo secondo il rapporto che ho sempre sostenuto: con pochi soldi bisogna rischiare molto per cercare di arrivare il più presto possibile a valori alti di patrimonio, con molti soldi bisogna rischiare il meno possibile perchè non è più utile farlo.
- un'ultima domanda: dici di aver fatto millemila domande di lavoro senza ricevere proposte apprezzabili, ma - mi sembra - non hai mai fatto un concorso per il pubblico impiego. Un laureato in materie STEM (anche oggi) non ha grossi problemi a trovare un impiego "vicino a casa" (ad es. come professore nelle scuole superiori). Anche se un insegnante NON lavora solo 18 ore e NON ha 3 mesi di ferie (come e' "credenza popolare") avresti avuto sicuramente molto piu' tempo (ed energie) per "curare i tuoi interessi finanziari e non".
Ho fatto 2 concorsi per amministrativo al comune di Roma e al ministero delle finanza, un concorso per guardia forestale, un concorso per vigile urbano a Fiumicino, un concorso per soli titoli per essere inserito negli elenchi dei tecnici, cui attingere per le perizie dei tribunali e un concorso per professore a scuola.
Ho anche fatto un anno di supplenza a scuola (insegnavo Meccanica delle macchine, tecnologia dei materiali e automazione in un istituto tecnico).
Per quanto riguarda la scuola:
sono ing. aeronautico e le materie che posso insegnare sono Aerotecnica e Costruzioni aeronautiche negli istituti tecnici aeronautici... E BASTA!
Gli istituti tecnici aeronautici nel Lazio, sono 2 e stanno a Roma... ovviamente i posti nelle mie materie sono ampiamente coperti.
Di fare concorsi per insegnare matematica o fisica non se n'è mai parlato, perchè la concorrenza dei neolaureati in matematica e in fisica, per me laureato da molti anni, non è battibile.
Per avere accesso all'insegnamento si doveva fare la SISS (scuola di insegnamento) x 2 anni, ma naturalmente la SISS in Aerotecnica o costruzioni aeronautiche non è mai stata attivata.
Oggi mi sembra di aver capito che ci vogliano 24 CFU (crediti formativi universitari), che oltre al significato dell'acronimo, non so neanche cosa siano.
In generale poi è verissimo che il prof lavora poco (l'ho fatto), ma guadagna anche mediamente poco (direi che all'inizio non arriva a 1500 euro al mese). Questo implicherebbe una drastica riduzione del tenore di vita oppure un doppio lavoro per recuperare gli oltre 1000 euro al mese che perderei (oltre al farsi crescere il pelo sullo stomaco perchè il secondo lavoro sarebbe in nero).
In ogni caso però, l'impressione che ho leggendo tanti utenti qui dentro è che ci sia sempre più una marcata tendenza a guardare sempre prima i propri interessi, che non un interesse "di ordine superiore", che può essere quello della compagna, dei figli, dell'azienda per cui si lavora, della società nel suo complesso... magari mi sbaglio però ho questa sensazione.