So anch'io che le uniche certezze sono la morte e le tasse
Ma qui parliamo di finanza, non di matematica o fisica, in cui un investimento risk free è per definizione privo di rischio.
E' uno "zero" finanziario (teorico, siamo d'accordo) su cui basarci per comparare gli altri rischi.
Con questo presupposto se noi compariamo un risk free con un rendimento azionario di lungo termine, possiamo dire che il secondo è più rischioso? E sulla base di cosa visto che oltre a non perdere guadagna pure di più?
Questa cosa del rischio mi ha sempre convinto poco.
Quando fai un investimento chi te lo propone ti deve riempire di moduli per accertarsi che hai compreso bene che l'investimento presenta un più o meno alto livello di rischio. Ti profilano per capire quale sia la tua propensione al rischio.
Quando chiedi di comprare obbligazioni "greche", che magari rendono il 17% all'anno, ti terrorizzano quasi fosse scontato che perderai tutti i soldi che investi.
A me piacerebbe invece che il rischio non fosse solo "fatto percepire", ma che sia anche calcolato:
"c'è il 7% di probabilità che le tue obbligazioni greche non saranno rimborsate a scadenza"
Mi pare ovvio che a quel punto anche un igno.rantissimo comune mortale, saprebbe valutare immediatamente la rischiosità dell'investimento: se c'è la probabilità del 90% che tutto vada in fumo, l'investimento sarà rischiosissimo... se la probabilità è solo del 10%, beh... allora è un evento raro e non così rischioso.
Se la probabilità che non ti rimborsino i bund tedeschi a tassi di interesse prossimi allo zero fosse dello 0%, mentre la probabilità che non ti rimborsino i titoli Argentini che magari rendono il 30% fosse del 20%, io penserei che "quasi certamente" sarai rimborsato e che comunque forse varrebbe la pena assumersi un rischio del 20% pur di avere rendimenti notevolmente più alti.
In altre parole, manca, a mio avviso, la quantificazione del rischio ed al contrario è sempre presente un "anatema" che induce terrore e che alla fine serve anche per pararsi il di dietro, come nel caso per esempio dei disastri di Banca Etruria e in tutti quei casi in cui se perdi parecchio si può sempre dire "eh ma io ti avevo avvisato che era un investimento rischioso!"
Del resto si dice che il livello del rendimento è un indicatore del rischio... ma anche questo è molto "a spanne"
Quanto è più rischioso qualcosa che rende il 3% al confronto di un prodotto che invece rende l'1%? Tanto da far supporre la perdita di tutto il capitale investito? Non può essere no? E che dovrebbe essere allora per ciò che rende il 40% o il 140%?
Avevo già detto di queste mie perplessità, ma come al solito, non capisco perchè, la discussione -secondo me interessante- ha preso la solita piega.
A me sembrano domande lecite.
Quantificare il rischio in maniera confrontabile tra gli investimenti dovrebbe essere un aiuto potente per tutti.