Brexit, Scenario futuro vol. II

  • Ecco la 66° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link

Singapore e' una citta' stato di 5,6 milioni di abitanti... Non so bene di cosa stai parlando

sara' molto meno attrattiva per ovvie ragioni

il piu' grande volume in termini di trading lo faceva con l'euro, non c'e' modo che questo continui ovviamente
 
"Questo significa letteralmente che tutto si muoverà in un giorno specifico e dobbiamo pregare Dio che non accada qualche evento straordinario nel mercato che possa creare volumi elevati", ha detto Haynes.

La Ue vuole ridurre la dipendenza dalla City di Londra per i servizi finanziari e vedere più scambi in euro a Francoforte, Parigi, Amsterdam e negli altri centri finanziari del blocco.

David Howson, presidente di Cboe Europe, ha detto che quasi tutto il trading transnazionale di azioni europee cambierà in una notte.
Quale notte scusate???? Oggi credo. Io vedo tutto in salita :D:D:D:D:D:D:D Questi maxi esperti hanno le idee confuse..... :D:D:D:D E noi li ascoltiamo come fossero in contatto con Spirito Santo....

Quanto alla dipendenza da Londra dei servizi finanziari, già abbiamo l'Euronext che fa le stesse cose, gli operatori finanziari scelgono a chi rivolgersi; evidentemente le borse o clearing inglesi oggi sono più competitive. L'articolo messo da
Amartya78 spiegava cha anche l'Europa aveva timore ad espellerle perchè temeva di perdere i loro servizi.

Come per i telefonini.... io li trovo tutti nel negozio, asiatici, americani, europei poi scelgo quello che mi piace di più. Fare altro significa proteziopnismo.
 
Anche la stampa inglese ha i suoi problemi di chiarezza (o magari sono io che non ho capito).
Per non fare la fila a Dover cosa farebbero?
Prendono una prima nave per l'irlanda e una seconda nave per la Francia? :eek::eek::eek::eek::eek:
E perchè la prima nave non va direttamente in francia?
Minc.hia a Dover ci saranno file di 200 km....

Io aggiungerei anche che i "controlli burocratici" col tempo verranno snelliti o le file di Tir verranno evitate aggiungendo punti di controllo un pò come i caselli all'uscita dall'autostrada. Certo ci sarà una transizione fastidiosa ma alla fine intralciare il transito di merci non conviene a nessuno. Oltretutto gli Inglesi si segnalano per il loro "pragmatismo".

Nel frattempo la sterlina il FTSE 100 e il Gilt stanno sempre là. Insomma la catastrofe richiede tempo :):):)
 
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Singapore e' una citta' stato di 5,6 milioni di abitanti... Non so bene di cosa stai parlando

Boh sei tu che avevi fatto il paragone.

Comunque se UK diventa un paradiso fiscale i capitali europei in fuga dall’ Europa delle tasse e dei regolamenti arriveranno in massa e quello di investire in Euro è l’ultimo problema.

Questo IMHO, poi staremo a vedere. Intanto io per la prima volta in vita mia ho comprato l’FTSE100.
 
Brexit, il trading delle azioni denominate in euro lascia la City – EURACTIV Italia

Le attività di trading sulle unità di Turquoise e di Cboe Europe ad Amsterdam e sulla nuova piattaforma di Parigi di Aquis Exchange sono cresciute costantemente lunedì mattina. Due ore dopo l’apertura delle borse, il 60% di tutta l’attività di Cboe era nella sua unità di Amsterdam. Aquis ha registrato un “clean shift” nel commercio di azioni in euro dalla sua base di Londra alla nuova unità di Parigi, ora sede della maggior parte delle attività del gruppo.

L’amministratore delegato Alasdair Haynes ha dichiarato lunedì a Bloomberg TV che il 99,6% delle sue negoziazioni di azioni europee si è trasferito nella capitale francese. “L’Europa ha chiaramente vinto la battaglia per il proprio trading azionario – ha dichiarato Haynes.
 
Aquis ha registrato un “clean shift” nel commercio di azioni in euro dalla sua base di Londra alla nuova unità di Parigi, ora sede della maggior parte delle attività del gruppo.
Non capisco bene cosa vuol dire, sembra un fatto tecnico-informatico, non giuridico. Le azioni vengono sempre negoziate sulle piattaforme Aquis (o Cboe) ma invece che nella sua sede londinese su quelle di Parigi (o Amsterdam). Ma le commissioni vanno sempre ad Aquis (o Cboe).
Un po' come dire che la Fiat costruisce la 500 in Polonia piuttosto che in Italia. Alla fine quando vende sono sempre utili Fiat.
Nè si capisce perchè sarebbe avvenuto questo transito da una piattaforma all'altra, visto che non c'erano impedimenti giuridici a continuare ad usa la pattaforma londinese. Costi minori? E perchè?:confused::confused:
Al limite questo mi fa pensare che le società inglesi sono state rapide ad adattarsi alla situazione.
La notiziona sarebbe stata che il trading si fosse spostato sull'Euronext, che è proprio un mercato diverso.
O mi sfugge qualcosa?:confused::confused:
 
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Brexit, il trading delle azioni denominate in euro lascia la City – EURACTIV Italia

Le attività di trading sulle unità di Turquoise e di Cboe Europe ad Amsterdam e sulla nuova piattaforma di Parigi di Aquis Exchange sono cresciute costantemente lunedì mattina. Due ore dopo l’apertura delle borse, il 60% di tutta l’attività di Cboe era nella sua unità di Amsterdam. Aquis ha registrato un “clean shift” nel commercio di azioni in euro dalla sua base di Londra alla nuova unità di Parigi, ora sede della maggior parte delle attività del gruppo.

L’amministratore delegato Alasdair Haynes ha dichiarato lunedì a Bloomberg TV che il 99,6% delle sue negoziazioni di azioni europee si è trasferito nella capitale francese. “L’Europa ha chiaramente vinto la battaglia per il proprio trading azionario – ha dichiarato Haynes.


e' solo l'inizio ovviamente

uscira anche tutto il resto e forse anche oltre ai prodotti denominati in euro
 
Aquis ha registrato un “clean shift” nel commercio di azioni in euro dalla sua base di Londra alla nuova unità di Parigi, ora sede della maggior parte delle attività del gruppo.
Questo il valore delle azioni di Aquis exchange.
Aquis Exchange PLC (LON:AQX) Share Price | RNS News, Quotes, & Charts | AQX.L |
Pare che il trading a Parigi invece che a Londra gli faccia bene.
Rimane sempre il mistero del perchè i broker abbiano sentito il bisogno di spostarsi a Parigi (sempre su Aquis).....
 
non ho capito la domanda, la UK è uscita dal mercato unico
Brexit: raggiunto l'accordo commerciale tra Ue e Gran Bretagna - Istituzioni - ANSA.it
In effetti si parla di "accordo di libero scambio senza dazi e senza quote", non di "mercato unico". Allora perchè il pesce della Falkland ha le "tariffe"? Sono diverse dai "dazi"? E che differenza c'è tra "libero scambio" e "mercato unico"? Se 2 paesi si impegano a scambiare liberamente (senza che nessuno ponga barriere) beni e servizi, vuol dire che hanno costituito un mercato comune. Anche gli stessi controlli doganali, non essendoci dazi, si riducono semplicemente a controllare che siano merci esportabili e quindio una formalità. Altrimenti dove sta il libero scambio?
Insomma un po' di precisione terminologica e qualche spiegazione in più da parte della stampa (e su questi forum, al posta di tifoseria inutile) aiuterebbe a capire la portata dei problemi.
Personalmente non ho niente contro o a favore degli inglesi, ritengo la loro scelta legittima e non arrogante. Mi interessa capire la portata economica delle cose.
 
Brexit: raggiunto l'accordo commerciale tra Ue e Gran Bretagna - Istituzioni - ANSA.it
In effetti si parla di "accordo di libero scambio senza dazi e senza quote", non di "mercato unico". Allora perchè il pesce della Falkland ha le "tariffe"? Sono diverse dai "dazi"? E che differenza c'è tra "libero scambio" e "mercato unico"? Se 2 paesi si impegano a scambiare liberamente (senza che nessuno ponga barriere) beni e servizi, vuol dire che hanno costituito un mercato comune. Anche gli stessi controlli doganali, non essendoci dazi, si riducono semplicemente a controllare che siano merci esportabili e quindio una formalità. Altrimenti dove sta il libero scambio?
Insomma un po' di precisione terminologica e qualche spiegazione in più da parte della stampa (e su questi forum, al posta di tifoseria inutile) aiuterebbe a capire la portata dei problemi.
Personalmente non ho niente contro o a favore degli inglesi, ritengo la loro scelta legittima e non arrogante. Mi interessa capire la portata economica delle cose.

il mercato comune è inteso in forma più ampia, nel senso che su certe tematiche i governi recepiscono non in automatico ma sono obbligati a farlo le direttive comunitarie come: specifiche tecniche, quote di mercato, aiuti di stato, concorrenza etc etc. Il libero scambio è uno scambio senza dazi o altri generi di orpelli.

E' chiaro che il libero scambio per un paese sovrano è molto molto meglio del mercato comune che invece lo obbliga a fare scelte anche impopolari tipo: quote latte, nessuna libertà di sovvenzionare imprese, specifiche tecniche che possono agevolare la propria industria e disincentivare quella estera.

Quando si è parlato di evitare il No Deal, Bruxelles ha messo nel piatto due cose: mercato di libero scambio ed allo stesso tempo il così detto level playing field, cioè fissare un livello del piano da gioco che avesse regole uguali per i due blocchi (UE e Regno Unito), altrimenti Londra avrebbe avuto la botte piena (libero scambio) e moglie ubriaca (fare quello che c...zo vuole), ovviamente il level playing field presupponeva che Londra fosse assoggettata ad un organismo terzo (corte europea, arbitrato internazionale) che nel caso di violazione dell'appunto level playing field potesse comminare sanzioni o consentire al blocco che subisce di ergere barriere.

Il punto di incontro nella trattativa si è fermato in una posizione in cui, a mio avviso, Londra praticamente prende tutto. Infatti, ha ottenuto il mercato libero, ha ottenuto che non ci fosse il level playing field ne tanto meno l'assoggettamento ad organismo terzo, e le trattative si sono concluse con il fatto che ogni blocco si può arbitrariamente sentirsi non più soddisfatto dell'accordo e procedere unilateralmente. Per esempio se Londra inizia a fare concorrenza sleale diventando un paradiso fiscale alle porte del continente, cosa che vuole fare assolutamente, la UE potrebbe decidere unilateralmente di imporre tariffe, quote e dazi.

Ma io ritengo che ciò non avverrà mai anche quando Londra violerà totalmente lo status quo, per la semplice ragione che dentro la UE ogni paese pensa a modo suo e sopratutto tutti subiscono la Germania la quale basando la propria forza sulle esportazione non consentirà mai l'introduzione di barriere con il Regno Unito.

Ecco perchè ritengo quella di Londra una vittoria di portata storica, si consideri che anche i servizi finanziari sono stati consentiti a Londra con scadenza, ma sono quelle scadenze che verranno prorogate sine die.

Vedremo.
 
il mercato comune è inteso in forma più ampia, nel senso che su certe tematiche i governi recepiscono non in automatico ma sono obbligati a farlo le direttive comunitarie come: specifiche tecniche, quote di mercato, aiuti di stato, concorrenza etc etc. Il libero scambio è uno scambio senza dazi o altri generi di orpelli.

E' chiaro che il libero scambio per un paese sovrano è molto molto meglio del mercato comune che invece lo obbliga a fare scelte anche impopolari tipo: quote latte, nessuna libertà di sovvenzionare imprese, specifiche tecniche che possono agevolare la propria industria e disincentivare quella estera.

Quando si è parlato di evitare il No Deal, Bruxelles ha messo nel piatto due cose: mercato di libero scambio ed allo stesso tempo il così detto level playing field, cioè fissare un livello del piano da gioco che avesse regole uguali per i due blocchi (UE e Regno Unito), altrimenti Londra avrebbe avuto la botte piena (libero scambio) e moglie ubriaca (fare quello che c...zo vuole), ovviamente il level playing field presupponeva che Londra fosse assoggettata ad un organismo terzo (corte europea, arbitrato internazionale) che nel caso di violazione dell'appunto level playing field potesse comminare sanzioni o consentire al blocco che subisce di ergere barriere.

Il punto di incontro nella trattativa si è fermato in una posizione in cui, a mio avviso, Londra praticamente prende tutto. Infatti, ha ottenuto il mercato libero, ha ottenuto che non ci fosse il level playing field ne tanto meno l'assoggettamento ad organismo terzo, e le trattative si sono concluse con il fatto che ogni blocco si può arbitrariamente sentirsi non più soddisfatto dell'accordo e procedere unilateralmente. Per esempio se Londra inizia a fare concorrenza sleale diventando un paradiso fiscale alle porte del continente, cosa che vuole fare assolutamente, la UE potrebbe decidere unilateralmente di imporre tariffe, quote e dazi.

Ma io ritengo che ciò non avverrà mai anche quando Londra violerà totalmente lo status quo, per la semplice ragione che dentro la UE ogni paese pensa a modo suo e sopratutto tutti subiscono la Germania la quale basando la propria forza sulle esportazione non consentirà mai l'introduzione di barriere con il Regno Unito.

Ecco perchè ritengo quella di Londra una vittoria di portata storica, si consideri che anche i servizi finanziari sono stati consentiti a Londra con scadenza, ma sono quelle scadenze che verranno prorogate sine die.

Vedremo.

A quanto ho capito io, le richieste dell'Europa erano inaccettabili.
Adesione non solo agli standard di prodotto ma anche a quelli di produzione.
Ricorso alla Corte Europea e non a un organismo terzo.
Impossibilità di utilizzare aiuti di Stato.
L'intento dei negoziatori europei era punitivo, secondo la più classica tradizione europeista. Due o tre comandano, gli altri obbediscono.
Ma dato che il Regno Unito ha tenuto duro, si è arrivati dove era ovvio si arrivasse.
Il Regno Unito è un ottimo cliente.
Perché la Germania dovrebbe rinunciarvi?

Riguardo agli aiuti, essi sono un costo. Se io fossi un vero liberale, guarderei quasi con compatimento chi fosse costretto a farvi ricorso, perché vuol dire che deve recuperare, che ha fatto degli errori in passato (se si parla ovviamente di paesi avanzati).
La concezione europea dell'economia è invece un'altra. Non liberale, ma colonialista. La torta è data e ognuno deve sgomitare per prendersi la fetta più grossa. In quest'ottica, gli aiuti non vanno bene, perché consentono ai ritardatari di mettersi in pari.
 
La Germania ha fatto bene.

l'ex regno unito voleva minacciare un gigante... Con delle pretese che nessuna altro membro aveva.

Ora dovranno pagare le conseguenze.
 
L'errore di fondo di parecchi è pensare che i paesi UE abbiamo assoluto bisogno dei ricavi da esportazione in UK.
Ci sono miliardi di consumatori altrove a cui vendere le merci made in UE.
 
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