💚🤍❤️ BTP TASSO FISSO - News, AT, View, Trading & Cassetto - Vol. 38 💚🤍❤️

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Pensando al tuo AG34 ed al momento giusto di vendere per evitare minus, a quanto dalla scadenza normalmente i BTP iniziano la discesa verso 100?
 
Pensando al tuo AG34 ed al momento giusto di vendere per evitare minus, a quanto dalla scadenza normalmente i BTP iniziano la discesa verso 100?
Non ho la palla di cristallo, potrebbe andare prima a 130 e poi iniziare a scendere.
Sarebbe troppo facile se uno lo sapesse :D
Fosse regolare, perderebbe un punto ogni anno.
 
Pensando al tuo AG34 ed al momento giusto di vendere per evitare minus, a quanto dalla scadenza normalmente i BTP iniziano la discesa verso 100?
Se prendiamo come riferimento il sottostante del Future BTP, che è composto da titoli di stato con una durata mediamente non superiore ai 16 anni e una vita residua “espressamente* non inferiore a 8 anni, possiamo dedurre che già dal settimo anno e undici mesi l’attrazione di quota 100 (quasi come una calamita) inizia a farsi leggermente sentire. Va da se che tanto più la scadenza si avvicina e tanto più la forza sarà maggiore.

* espressamente = perché i sottostanti (FBTP) non devono essere attratti da altri fattori se non quelli dettati quotidianamente dal mercato. Ecco perché ogni fine trimestre avviene il rollover del Future BTP e al contempo vengono sostituiti i sottostanti qualora risultassero troppo vicini alla deadline 8 anni. :cool:
 
Ultima modifica:
Pensando al tuo AG34 ed al momento giusto di vendere per evitare minus, a quanto dalla scadenza normalmente i BTP iniziano la discesa verso 100?
Con i politici che abbiamo probabile lo spread lo faccia arrivare prima a 100 :D
 
Se prendiamo come riferimento i sottostante del Future BTP, che è composto da titoli di stato con una durata mediamente non superiore ai 16 anni e una vita residua “espressamente”* non inferiore a 8 anni, possiamo dedurre che già dal settimo anno e undici mesi l’attrazione di quota 100 (quasi come una calamita) inizia a farsi leggermente sentire. Va da se che tanto più il tempo passa e tanto più la forza sarà maggiore.

* espressamente = perché i sottostanti (BTP) non devono essere attratti da altri fattori se non quelli dettati quotidianamente dal mercato.
Grazie per questo intervento che risponde ad una domanda che mi gira per la testa da molto.
Proprio l'altro giorno ero seduto davanti al mio consulente che mi faceva vedere l'andamento di un btp comprato al padre. Non sono riuscito a vedere dettagli ma ho visto che è andato da un 80 ad un 140 per poi ritornare in zona 110. Mi sono chiesto come si faccia a non venderlo considerato il margine di guadagno al picco e non son riuscito a rispondermi se non con un "non ne aveva bisogno". Ma il tema è: è giusto così? Dubito che solo di cedole e portandolo a scadenza avrebbe potuto uguagliare il risultato..
 
Grazie per questo intervento che risponde ad una domanda che mi gira per la testa da molto.
Proprio l'altro giorno ero seduto davanti al mio consulente che mi faceva vedere l'andamento di un btp comprato al padre. Non sono riuscito a vedere dettagli ma ho visto che è andato da un 80 ad un 140 per poi ritornare in zona 110. Mi sono chiesto come si faccia a non venderlo considerato il margine di guadagno al picco e non son riuscito a rispondermi se non con un "non ne aveva bisogno". Ma il tema è: è giusto così? Dubito che solo di cedole e portandolo a scadenza avrebbe potuto uguagliare il risultato..

Però queste riflessioni le si fanno sempre a posteriori… mentre le decisioni vanno prese al momento con le aspettative di quel periodo e con le proprie esigenze…

Esempio pratico personale.
Nel lontano 2011 con spread a 550 acquistai per i genitori BTP Nov26 7,25% poco sotto a 100.
Negli anni era arrivato anche oltre 160 ma non abbiamo mai venduto. A loro interessavano le cedole.
Chi sapeva che i 160-165 poteva essere il valore massimo o non di più?
Perché non avere venduto a 140?
Lo si impara dopo.
Ma avendo come obiettivo le cedole lo abbiamo sempre tenuto e lo faremo fino a scadenza.
 
Grazie per questo intervento che risponde ad una domanda che mi gira per la testa da molto.
Proprio l'altro giorno ero seduto davanti al mio consulente che mi faceva vedere l'andamento di un btp comprato al padre. Non sono riuscito a vedere dettagli ma ho visto che è andato da un 80 ad un 140 per poi ritornare in zona 110. Mi sono chiesto come si faccia a non venderlo considerato il margine di guadagno al picco e non son riuscito a rispondermi se non con un "non ne aveva bisogno". Ma il tema è: è giusto così? Dubito che solo di cedole e portandolo a scadenza avrebbe potuto uguagliare il risultato..
L'andamento da 140 a 110, quanto è dovuto al ritorno fisiologico verso i 100, e quanto alle mutazioni dei mercati?
La domanda uno se la deve porre, perchè se nel percorso da 140 a 110 uno ha cedolato al 7% (sparo a caso) mentre le nuove emissioni rendevano l'1%, allora tanta roba. E quindi non necessariamente ha sbagliato a non vendere.
 
Grazie per questo intervento che risponde ad una domanda che mi gira per la testa da molto.
Proprio l'altro giorno ero seduto davanti al mio consulente che mi faceva vedere l'andamento di un btp comprato al padre. Non sono riuscito a vedere dettagli ma ho visto che è andato da un 80 ad un 140 per poi ritornare in zona 110. Mi sono chiesto come si faccia a non venderlo considerato il margine di guadagno al picco e non son riuscito a rispondermi se non con un "non ne aveva bisogno". Ma il tema è: è giusto così? Dubito che solo di cedole e portandolo a scadenza avrebbe potuto uguagliare il risultato..
beh al padre gli ha detto di tenerli , il mio consulente avrebbe detto di venderli e comprare un loro prodotto :D
 
L'andamento da 140 a 110, quanto è dovuto al ritorno fisiologico verso i 100, e quanto alle mutazioni dei mercati?
La domanda uno se la deve porre, perchè se nel percorso da 140 a 110 uno ha cedolato al 7% (sparo a caso) mentre le nuove emissioni rendevano l'1%, allora tanta roba. E quindi non necessariamente ha sbagliato a non vendere.
Si ma monetizzare potrebbe anche voler dire darsi la possibilità di speculare nuovamente su qualche entrata bassa no?
 
Si ma monetizzare potrebbe anche voler dire darsi la possibilità di speculare nuovamente su qualche entrata bassa no?
Certo, oppure si monetizza per mettere i soldi dove uno ci andrà a poi a perdere. Non si sa mai :D
 
se uno ne ha le capacità... non è detto che magari un pensionato 90 enne lo sappia/voglia/possa fare! (NON TUTTI SONO TRADERS!)
Assolutamente. In questo caso però mi piacerebbe escludere variabili come queste (o di disponibilità) per capire un po' più le logiche di invece ci pensa giornalmente.
Nella mia logica, a prescindere dal bisogno, se c'è possibilità di concretizzare bene e subito, è da fare. Alla fine mi pare si creino sempre nuove e buone opportunità...
 
Come è gia stato scritto da altri utenti fondamentale è la valutazione delle condizioni di mercato a cui si avevano quelle quotazioni,
anch'io tradavo giornalmente il 67 a oltre 130 ed ora sta a 75 cosi come il 51 sopra 100 ed ora a 62. (ovvio prima i tassi erano negativi e le quotazioni erano in base a tassi mercato)
Ognuno ragiona con la propria testa, quando un rendimento ti sta bene puoi anche perderti la CONCRETIZZAZIONE e tenere,
poi se vedi qualche VERA occasione puoi switchare.
E' possibile che ci siano opportunità, però c'e' anche il PERICOLO di restare incastrati a lungo, ho un lotto di 72 preso 2 anni fa a 84, oggi sta 20 figure sotto...lo lascio li, e al max quando mi serviranno minus lo scarico.
 
"Serviranno minus" è un concetto futuristico per me.

Quanto al resto so ci avere una logica molto basic, legata evidentemente sia alla scarsa conoscenza del contesto che alla sporadicità dei miei movimenti.

Credo infine sia anche molto legato al volume di denaro che si ha/gestisce. Per me un +10% in un anno su 40.000€ investiti sono soldoni, magari per voi traders sono le briciole di un progetto più grande che non meritano attenzione.
 
Attenzione: il taglio dei tassi a giugno non è più certo, negli Stati Uniti il mercato si divide

Il taglio dei tassi di interesse non è più una certezza. Il mercato lancia segnali di scetticismo
e domani si riunisce la BCE


Quando in Italia saranno le ore 14.30, gli Stati Uniti pubblicheranno il dato sull’inflazione nel mese di marzo. Sarà un appuntamento fondamentale per capire una volta per tutte se il taglio dei tassi di interesse sia realmente vicino o sarà procrastinato. Per la prima volta dopo numerosi mesi, ieri il mercato lanciava segnali di prevalente scetticismo. I derivati di CME Group indicavano sotto il 50% le probabilità di una riduzione del costo del denaro a giugno. Anche se oggi tale percentuale risulta risalita complessivamente al 54%, nei fatti gli investitori restano divisi quasi 50:50 sulle prossime mosse della Federal Reserve.

Inflazione ancora sopra i target
Non è facile capire come si muoverà il governatore Jerome Powell. Egli ha ad oggi un’inflazione al 3,2%, nettamente sopra il target del 2% e anche per marzo è attesa in accelerazione su base annua. E poi, perché rincorrere il taglio dei tassi quando l’economia americana va bene? Il mercato del lavoro resta in piena occupazione, anzi i nuovi posti creati sorprendono sempre in positivo. Il Pil sale e nulla per il momento lascia intravedere una recessione in arrivo. Certo, i dati sono almeno in parte “drogati” dall’eccesso di spesa pubblica di questi anni. E in vista delle elezioni di novembre, l’amministrazione Biden non ha alcuna intenzione di tendere a un bilancio federale più equilibrato.
Domani si riunisce la Banca Centrale Europea (BCE). Il taglio dei tassi quasi certamente non ci sarà, ma nell’Eurozona la situazione è molto diversa rispetto agli Stati Uniti. L’economia è in stagnazione, mentre l’inflazione è scesa al 2,4% a marzo, vicino al target del 2%. E le elezioni europee sono alle porte. Ma il board resta preoccupato della dinamica salariale da un lato e dell’inflazione “core” dall’altro, cioè dalla crescita dei prezzi al consumo al netto di energia e generi alimentari. Questi era ancora al 2,9% a marzo.

BCE divisa e intimorita
Nessuno si aspetta un annuncio, ma il mercato cercherà di captare qualche segnale dal comunicato e dalla conferenza stampa di Christine Lagarde. Ci sarà l’apertura al taglio dei tassi a giugno? E’ l’ipotesi che va per la maggiore. La discussione, semmai, si starebbe spostando in seno al board su un altro piano: di quanto tagliare. I “falchi” premono per una riduzione dello 0,25%, le “colombe” vorrebbero lo 0,50%. Ma, soprattutto, i primi accetterebbero l’avvio dell’allentamento monetario a giugno senza che abbia un seguito a luglio. Le seconde reclamano un secondo taglio dei tassi all’appuntamento successivo. In sostanza, conteranno i ritmi. Che la BCE allenti la sua politica monetaria, è un dato scontato. Ma è sull’entità di tale allentamento che esistono parecchi dubbi tra gli investitori e cautele tra i governatori centrali stessi. Del resto, il cambio euro-dollaro resta inchiodato sotto 1,10. In queste ore, viaggia a 1,0850. Segnala che nessuno crede che la divergenza monetaria tra Fed e BCE si ampli in un senso o nell’altro. In teoria, però, la moneta unica si sarebbe dovuta indebolire sulle aspettative di un taglio dei tassi rinviato negli Stati Uniti. Evidentemente, ad esse si contrappongono aspettative altrettanto “hawkish” per l’Eurozona.

Taglio dei tassi appeso al dato odierno sull’inflazione
Se andiamo a vedere i rendimenti sovrani, notiamo una loro risalita nell’ultimo mese sia per T-bond che Bund. I primi sono passati dal 4,10% al 4,36% sul tratto decennale, i secondi dal 2,30% al 2,36%. Si allarga lo spread ai danni dei titoli americani di una ventina di punti e ciò ha nel frattempo depresso il cambio euro-dollaro da 1,094 a 1,085. La BCE lo tiene sott’occhio. Se cadesse verso la parità, i costi dei beni importati salirebbero, accentuando i rincari di alcune materie prime come il petrolio. E l’inflazione tornerebbe a surriscaldarsi. Fintantoché a Francoforte non sappiano cosa farà prima Atlanta, non si potranno sbilanciare più di tanto. Ecco perché il dato odierno sull’inflazione negli Stati Uniti sarà forse monitorato con maggiore apprensione da Lagarde che non da Powell.
 
Credo che ECB in qualche modo aspetterà (tatticamente) la FED sopratutto nella prima fase del ciclo dei tagli d’interesse. Mi spiego, se giugno lo diamo per cosa certa (99%) non credo che poi a luglio l’EuroTower metterà mano ad un nuovo taglio, :no: troppo ravvicinato il timing anche nel caso in cui i dati macro in qualche modo avvallassero questa tesi. Solo davanti ad uno shock della crescita potrebbe tagliare con una frequenza più breve. Vi ricordo che a Luglio inizia un grande evento in Europa le Olimpiadi in Francia e molto probabilmente il Turismo (servizi) andrà a gonfie vele insieme al PIL per tutta l’area Euro. Un po’ come è accaduto con EXPO di Milano, prezzi alti per tutti i turisti provenienti da ogni angolo del globo. :cool: Di conseguenza la ECB molto probabilmente attenderà dati & settembre prima di tagliare con un’altro +25pb Questo andamento lento dovrebbe favorire il rientro della FED con il loro ciclo di allenamento monetario. Dopo le elezioni Americane a dicembre se i dati lo consentiranno forse possiamo sperare in un primo taglio più corposo.

ECB giugno, settembre, dicembre = 75pb

FED luglio, dicembre (50pb?) = 75pb
 
Non risulta proprio nulla, cito: "...possibile modifica fiscale..." e col DEF vuoto di ieri... tutto è possibile e tutto impossibile :D
Vedi Wizardgsz se avessero avuto dati positivi da mostrare non avrebbero presentato un Def vuoto ma a 2 mesi dalle elezioni li avrebbero amplificati i dati. Ora se vogliono che gli Italiani siano tutti incapaci di comprendere hanno fatto bene......cmq ho notato che questo governo preferisca non commentare e lasciare i problemi avvitarsi su di loro. Pensate ad esempio il dramma dei lavoratori ieri di Bologna a solo poco tempo di quello di Firenze. Qualcuno ha sentito parlare la Calderone ministro del lavoro? Ignorare la questione....
 
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