ci eravamo dimenticati della....TAV

ramirez ha scritto:
13 giugno....mi appunto la data :D

«Se non diamo il via libera, stavolta rischiamo davvero di perdere i finanziamenti»

Un vertice di governo sulla Torino-Lione. Lo chiede il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, con una lettera inviata al premier Romano Prodi. L’approvazione da parte del Parlamento Europeo del regolamento che fissa i criteri e i tempi, ormai 59 giorni, per ottenere i contributi comunitari hanno spinto l’ex pm a sollecitare l’incontro perché il rischio di perdere quei fondi è alto, altissimo.

Almeno dal suo punto di vista. Secondo Di Pietro, infatti, «c'è un nodo politico risolvere: la condivisione del progetto da parte delle istituzioni e delle forze politiche e sociali coinvolte». L’ex pm vuole evitare di restare con «il cerino in mano e da solo» perché a «tutt’oggi il “tavolo di concertazione politica” non ha prodotto i suoi effetti». Da qui l’ultimatum lanciato al Professore: o diamo il via libera alla Tav oppure andiamo incontro alla sfiducia perché la Torino-Lione fa parte del dodecalogo con cui Prodi ha ottenuto la fiducia del Parlamento.

Nel mirino del ministro non ci sono solo i partiti della sinistra radicale, ma anche Prodi e il sottosegretario Enrico Letta delegato a seguire la delicata questione. Di Pietro, infatti, giudica come «realisticamente tardiva» la convocazione del tavolo politico il 13 giugno perché «rischia di portarci fuori dai tempi massimi richiesti e imposti dall’Ue». E il tavolo l’ha convocato proprio Letta con l’obiettivo di lasciare più tempo al lavoro del commissario straordinario della Torino-Lione, Mario Virano.

Un doppio lavoro. Quello ufficiale dell’Osservatorio e quello ufficioso: elaborare una soluzione che accolga, almeno in parte, le richiesta dei sindaci No Tav. L’accelerazione del ministro delle Infrastrutture rischia di mandare a monte proprio la trattativa segreta che Virano sta portando avanti con fatica e che prevede il superamento del progetto di Ltf. Si tratta dell’ipotesi di tracciato misto di cui ha parlato per primo il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. Il professore del Pdci la chiamò Linea Moderna: raddoppio e interramento di una parte della linea storica, il passaggio dalla Val Sangone e da Orbassano. Resta il tunnel di base ma è leggermente più corto e non sbucherebbe più a Venaus.

Di fatto il vecchio progetto di Ltf verrebbe completamente stravolto - da qui i dubbi dei dirigenti del ministero delle Infrastrutture - con la cancellazione del secondo tunnel di Bussoleno e della galleria sotto il Musiné, dove sicuramente c’è amianto. Il progetto mix ha trovato sponde autorevoli dalla Regione e della Provincia di Torino e in una parte del governo, da Bianchi a Letta. Il ministro dell’Ambiente, il Verde Alfonso Pecoraro Scanio, non si è ancora pronunciato ma continua a ripetere: «Ho piena fiducia nell’Osservatorio. Virano sta facendo un ottimo lavoro e dobbiamo continuare ad avere una grande fiducia in lui». Lo ha fatto anche ieri a Moncalieri, alle porte di Torino. A chi gli chiede se condivide le dichiarazioni dell’europarlamentare di Prc Agnoletto - «ancora 60 giorni di no e poi salta tutto» risponde così: «Io non faccio il tifo, faccio il ministro della Repubblica. Fiducia nell’Osservatorio magari accelerandone i tempi».

E che la trattativa esista lo conferma anche Lele Rizzo, del centro sociale Askatasuna: «Stiamo assistendo a dei tentativi, anche della sinistra radicale, di aggiustare la situazione di proporre ipotesi vicine all’opzione zero». Se così stanno le cose è evidente che ogni ultimatum può mandare a monte questa trattativa. Sentite Marilde Provera, capogruppo di Prc in commissione Attività Produttive alla Camera: «Sulla questione della Tav non possiamo accettare ultimatum. Se ci vorranno due mesi o due anni non possiamo saperlo ma l’unica cosa che sappiamo è che non possiamo creare un altro caso Vicenza».

Maurizio Tropeano


:D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D

Mimì, Cocò e Fefè saprebbero amministrare meglio di questi professionisti dello sfascio.
 
skymap ha scritto:
«Se non diamo il via libera, stavolta rischiamo davvero di perdere i finanziamenti»

Un vertice di governo sulla Torino-Lione. Lo chiede il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, con una lettera inviata al premier Romano Prodi. L’approvazione da parte del Parlamento Europeo del regolamento che fissa i criteri e i tempi, ormai 59 giorni, per ottenere i contributi comunitari hanno spinto l’ex pm a sollecitare l’incontro perché il rischio di perdere quei fondi è alto, altissimo.

Almeno dal suo punto di vista. Secondo Di Pietro, infatti, «c'è un nodo politico risolvere: la condivisione del progetto da parte delle istituzioni e delle forze politiche e sociali coinvolte». L’ex pm vuole evitare di restare con «il cerino in mano e da solo» perché a «tutt’oggi il “tavolo di concertazione politica” non ha prodotto i suoi effetti». Da qui l’ultimatum lanciato al Professore: o diamo il via libera alla Tav oppure andiamo incontro alla sfiducia perché la Torino-Lione fa parte del dodecalogo con cui Prodi ha ottenuto la fiducia del Parlamento.

Nel mirino del ministro non ci sono solo i partiti della sinistra radicale, ma anche Prodi e il sottosegretario Enrico Letta delegato a seguire la delicata questione. Di Pietro, infatti, giudica come «realisticamente tardiva» la convocazione del tavolo politico il 13 giugno perché «rischia di portarci fuori dai tempi massimi richiesti e imposti dall’Ue». E il tavolo l’ha convocato proprio Letta con l’obiettivo di lasciare più tempo al lavoro del commissario straordinario della Torino-Lione, Mario Virano.

Un doppio lavoro. Quello ufficiale dell’Osservatorio e quello ufficioso: elaborare una soluzione che accolga, almeno in parte, le richiesta dei sindaci No Tav. L’accelerazione del ministro delle Infrastrutture rischia di mandare a monte proprio la trattativa segreta che Virano sta portando avanti con fatica e che prevede il superamento del progetto di Ltf. Si tratta dell’ipotesi di tracciato misto di cui ha parlato per primo il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. Il professore del Pdci la chiamò Linea Moderna: raddoppio e interramento di una parte della linea storica, il passaggio dalla Val Sangone e da Orbassano. Resta il tunnel di base ma è leggermente più corto e non sbucherebbe più a Venaus.

Di fatto il vecchio progetto di Ltf verrebbe completamente stravolto - da qui i dubbi dei dirigenti del ministero delle Infrastrutture - con la cancellazione del secondo tunnel di Bussoleno e della galleria sotto il Musiné, dove sicuramente c’è amianto. Il progetto mix ha trovato sponde autorevoli dalla Regione e della Provincia di Torino e in una parte del governo, da Bianchi a Letta. Il ministro dell’Ambiente, il Verde Alfonso Pecoraro Scanio, non si è ancora pronunciato ma continua a ripetere: «Ho piena fiducia nell’Osservatorio. Virano sta facendo un ottimo lavoro e dobbiamo continuare ad avere una grande fiducia in lui». Lo ha fatto anche ieri a Moncalieri, alle porte di Torino. A chi gli chiede se condivide le dichiarazioni dell’europarlamentare di Prc Agnoletto - «ancora 60 giorni di no e poi salta tutto» risponde così: «Io non faccio il tifo, faccio il ministro della Repubblica. Fiducia nell’Osservatorio magari accelerandone i tempi».

E che la trattativa esista lo conferma anche Lele Rizzo, del centro sociale Askatasuna: «Stiamo assistendo a dei tentativi, anche della sinistra radicale, di aggiustare la situazione di proporre ipotesi vicine all’opzione zero». Se così stanno le cose è evidente che ogni ultimatum può mandare a monte questa trattativa. Sentite Marilde Provera, capogruppo di Prc in commissione Attività Produttive alla Camera: «Sulla questione della Tav non possiamo accettare ultimatum. Se ci vorranno due mesi o due anni non possiamo saperlo ma l’unica cosa che sappiamo è che non possiamo creare un altro caso Vicenza».

Maurizio Tropeano


:D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D

Mimì, Cocò e Fefè saprebbero amministrare meglio di questi professionisti dello sfascio.
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non sapevo si chiamassero così :eek: :D :(
 
Andrea4891 ha scritto:
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non sapevo si chiamassero così :eek: :D :(

A questo punto bisogna convenire che 3 scimmie sarebbero meglio di chi ha preso gli impegni e ha continuato a gestire questa vicenda, cioè i governi degli ultimi 10 anni, i presidenti degli enti locali che si accapigliano e UE compresa.


ROMA (MF-DJ)--I vincoli di bilancio imposti da Bruxelles potrebbero ostacolare la costruzione della tratta ad alta velocita' Torino-Lione. Secondo quanto ha dichiarato Paolo Costa, presidente della commissione trasporti Ue, al Financial Times, l'Italia dovra' stanziare oltre 47 mld di euro tra il 2007 e il 2020 per completare le tre infrastrutture previste dal progetto. Per l'Italia e' un impegno finanziario non indifferente visto che il rapporto debito/pil e' al 107%, oltre il 60% stabilito da Bruxelles, e vista l'intenzione del Governo di pareggiare il bilancio per il 2010. L'Italia, intanto, entro il 20 luglio dovra' presentare il piano di finanziamenti, e secondo Costa sara' possibile solo se da Bruxelles arriveranno deroghe al patto di stabilita'. Altri membri della Commissione Ue, pero', hanno definito "altamente improbabile" la possibilita' che queste deroghe vengano concesse. red/car (END) Dow Jones Newswires May 28, 2007 04:32 ET (08:32 GMT) Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl.
 
47 mdi in 13 anni = ca. 4 mdi annui..non è una cifra pazzesca !!
Ancora, sicuri che nessun privato sia disposto a sostituirsi
allo Stato nello scucire quattrini.....ovviamente in cambio di qualcosa???
 
ramirez ha scritto:
47 mdi in 13 anni = ca. 4 mdi annui..non è una cifra pazzesca !!
Ancora, sicuri che nessun privato sia disposto a sostituirsi
allo Stato nello scucire quattrini.....ovviamente in cambio di qualcosa???

E' piuttosto difficile quantificare e definire il "qualcosa" e poi non esistono privati così pazzi da mettere soldi in un lavoro dove a poche settimane dalla scadenza non si sa nemmeno quale sarà il tracciato.
Probabilmente l'europa farebbe solo bene a tagliarci fuori passando per la svizzera, i primi a prendersi una bastonata indimenticabile sulla zucca saranno i nimby valsusini in termini di occupazione.
 
skymap ha scritto:
E' piuttosto difficile quantificare e definire il "qualcosa" e poi non esistono privati così pazzi da mettere soldi in un lavoro dove a poche settimane dalla scadenza non si sa nemmeno quale sarà il tracciato.
Probabilmente l'europa farebbe solo bene a tagliarci fuori passando per la svizzera, i primi a prendersi una bastonata indimenticabile sulla zucca saranno i nimby valsusini in termini di occupazione.
oh no, dipende unicamente dalla fantasia (e io ne ho un sacco)
Esempi: una tassa per ogni treno che passerà, oppure la gestione
di stazioni sul tragitto o qualcosa altro purchè qualcuno cacci i soldi.
Evidente che l'aiuto dei privati lo puoi chiedere quando il progetto
esiste ed è stato autorizzato !!!
 
io sono per la svizzera..
l'italia non ha bisogno di treni, va benissimo così..
il problema è che purtroppo alla fine inventeranno qualcosa..
 
skymap ha scritto:
i primi a prendersi una bastonata indimenticabile sulla zucca saranno i nimby valsusini in termini di occupazione.

purtroppo questo accadra' fra 10 anni. La crisi economica che avra' quella regione fra 10 anni, sara' sicuramente imputata a mille altri fattori (tipo qualche capitalista locale che non investe; oppure alla crisi internazionale oppure alle cavallette)

tranne l'unico vero motivo: la c.azzata che hanno fatto 10 anni prima.
 
amor_sualk ha scritto:
purtroppo questo accadra' fra 10 anni. La crisi economica che avra' quella regione fra 10 anni, sara' sicuramente imputata a mille altri fattori (tipo qualche capitalista locale che non investe; oppure alla crisi internazionale oppure alle cavallette)

tranne l'unico vero motivo: la c.azzata che hanno fatto 10 anni prima.

Per la regione sì, per la valsusa molto meno di 10 anni e in bassa valle qualcuno si sta preoccupando già adesso da quanto mi dicono amici che sono rimasti in quella zona.
 
Ieri sera dal Vespone antonino (congiuntivo) di Pietro ha detto che se entro fino luglio la Tav nn avrà il via libera il governo cade.
 
jerryb ha scritto:
Ieri sera dal Vespone antonino (congiuntivo) di Pietro ha detto che se entro fino luglio la Tav nn avrà il via libera il governo cade.

Non credo, l'ex pm gioca a fare il duro ma è solo un guappo di cartone.

Il governo rischia "forse" di cadere solo se la TAV si farà e se si sfileranno dalla maggioranza le componenti rossoverdi contrarie all'opera, ma non ci crede nessuno perchè significa perdere le poltrone per un governo tecnico in attesa di elezioni che confineranno i massimalisti all'opposizione per i prox 20 anni.
Cercheranno di farlo digerire in qualche modo ai duri e puri della valsusa che li hanno votati, sperando nel no, e le grane le sorbiranno a livello locale.

Piccole storie di un piccolo ridicolo paese.
 
La sinistra di lotta e di governo ha capito perchè ha perso. Da sola non ci arrivava, c’è voluta una soffiata di Fini, il disinformato sui fatti. Fini ha spiegato che l’azzeramento della sinistra nel Nord è colpa dei no Tav. La Tav è progresso, la mozzarella arriva mezz’ora prima a Kiev e i finanziamenti europei premiano la nostra economia.
La Tav non si fa per colpa dei valligiani, degli ambientalisti, dei no global?
Niente di tutto questo. Il Financial Times ha un parere diverso da Fini e dal trenino tav/diessino chiamparinobressofassino.
La Tav ci costerebbe QUARANTASETTEMILIARDI di euro. La Comunità ne rimborsa solo una parte agli Stati partecipanti con un fondo di otto miliardi di euro. All’Italia ne andrebbe qualche miliardo.
Il Financial Times scrive che l’Italia i soldi per la Tav non li ha. Che il suo debito pubblico, il 107% del prodotto interno lordo, quasi il doppio del limite europeo, non consente investimenti. Insomma, usando un linguaggio più tecnico, che siamo con le pezze al ****.
Abbiamo le ferrovie più vecchie d’Europa. Perchè non le mettiamo a posto? Forse perchè non portano soldi ai politici e all’economia assistita? Il costo del solo tunnel in Val di Susa è di sette miliardi di euro, la Comunità potrebbe rimborsarne fino al 30%. Il resto chi ce lo mette?
Gli italiani sono spremuti come limoni dalle tasse, viaggiano sui treni locali come delle bestie e dovrebbero spendere una cifra pari a due/tre finanziarie per bucare un tunnel e fare dei corridoi Lisbona-Kiev e Berlino-Palermo?
A cosa serve la Tav dalla Sicilia al Mar Baltico quando con un volo low cost si arriva in un paio d’ore? E poi parliamo di costi della politica? Costi? La Tav è una voragine, un abisso, la Fossa delle Marianne.

da www.beppegrillo.it
 
Si potrebbe chiedere al dott. sottile perchè ha sottoscritto gli impegni per la tav, anzi magari chiediamolo al mortadella che sostiene di volerla fare.
Anzi ci sarebbe una soluzione migliore, nominare ministro dell'economia il genovese che ha un ottimo curriculum, una laurea con i fiocchi nonchè alcuni master economici e pubblicazioni a livello mondiale.

Aveva previsto il fallimento di telecom e fiat, lui che è CAPACE di leggere i bilanci e scovare le magagne prima degli altri.
 
TAV: DI PIETRO, OPERE PER COLLEGARCI A EUROPA VANNO FATTE
(ANSA) - ROMA, 14 GIU - Opere importanti come la Tav vanno fatte, senza passare sopra la testa dei cittadini, ma anche senza cedere al ricatto "dei guastatori di professione". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro a margine dell'Assemblea di Confartigianato, aggiungendo che il 23 sarà consegnato il progetto all'Europa.


In 10 giorni riusciamo a fare un progetto alternativo ?

:mmmm: :mmmm:


Ormai è delirio pura questa vicenda....

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/tav/200706articoli/22670girata.asp

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/tav/200706articoli/22666girata.asp


:rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
 
(ANSA) - TORINO, 27 GIU - "Non si può dire no all'alta velocità - ha detto Veltroni - Tav se l'alternativa è il traffico che inquina e la qualità della vita che peggiora. Non si può dire no ad un ciclo moderno di smaltimento dei rifiuti e lasciare come unica alternativa le discariche a cielo aperto".

......


:mmmm: :mmmm: :mmmm:
 
Siamo oltre il grottesco, oltre la decenza, oltre qualsiasi cosa, non c'è più definizione appropriata per un "paese" come il ns....

Persino quelli del maghreb al confronto ci danno punti.

:rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: :mad:



Il ping pong del Tav Day

Alle 8.15 di stamane il ministro Di Pietro è entrato a Palazzo Berlaymont. Lo attendeva il commissario per i Trasporti Ue, Jacques Barrot. Giornata importante. E' il Tav day. L'Italia cala le carte sui progetti delle grandi reti e, in particolare, sulla Torino-Lione e sul Brennero rinnovato. In arrivo aggiornamenti in tempo reale o quasi.

Antefatto. Surreale la conferenza stampa della Casa delle Libertà ieri pomeriggio al parlamento europeo. Al banco tutti i leader dei gruppi dell'attuale opposizione.

Messaggio: siamo favorevoli alla Tav, ma il governo Prodi sta rovinando tutto perchè il progetto (che in quel momento non era stato ancora presentato) non è all'altezza delle ambizioni, manca lo studio di impatto ambientale e i costi sono saliti alle stelle.

Tutto normale. Se non fosse che in quel momento il vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro (partito popolare) ha dato la parola all'onorevole Agnoletto che, essendo uno dei manifesti antiTav, era giustamente venuto a vedere cosa dicevano quelli della Casa.

Messaggio dell'Arrigo Sacchi no global, indipendente eletto con Rifondazione: io sono contro la Tva, raccolgo firme contro la Tav che il cattivo governo Prodi vuole imporre alle genti delle valli.

Morale: pro o contro la Tav, popolari o di rifondazione, a destra o a sinistra, basta dire qualcosa contro Prodi e il governo per pensare con convinzione "non c'eravamo mai sentiti così uniti". Affrontare i problemi in modo coerente - come ad esempio dibattere in concreto il senso della Tav - non sembra essere questione all'ordine del giorno.


Ore 11.59. Di Pietro ha consegnato cinque lettere e 27 progetti. Una delle missive e' firmata da Prodi e afferma il pieno impegno del governo a progettare, realizzare e finanziare l'insieme dei progetti. L'approccio e' globale, nel senso che la Torino Lione e' vista nel contesto degli sbocchi verso Nord (Brennero) e Est (Slovenia). Un quarto piano e' per il terzo valico dei Giovi nel quadro della Genova Rotterdam.

L'esame dell'impatto ambientale e' parziale in quanto limitato alla parte definitiva dei progetti. Di Pietro sostiene che le analisi effettuate sono il motivo per cui si e' cambiato il tracciato. Il vecchio, ha affermato, non era sicuro.

Il ministro dice di essere disposto ad ascoltare tutti coloro che sollevano problemi reali perche' abitano nelle valli e non chi dice un no "di preconcetto", un "no di godimento". L'opposizione politica, rileva, e' un problema che vera' affrontato durante il dibattito parlamentare.

Positiva la prima reazione della Commissione: "Dobbbiamo esaminare i progetti - ha detto un portavoce - ma nel contesto Ten, in quello del bilancio e delle priorita' appaiono piani ragionevoli". Piu' complesso, invece, il futuro del valico dei Giovi.

Decisione finale di Bruxelles entro ottobre.

La frase. "Abbiamo presentato la documentazione puntuali come un orologio, in anticipo di un giorno". Che poi sono due, visto che la deadline era il 20.

La curiosita'. L'Italia e' l'unico paese europeo che ha mandato un ministro a portare i progetti delle reti di persona. Tutti gli altri si sono affidati alla posta.
 
skymap ha scritto:
La curiosita'. L'Italia e' l'unico paese europeo che ha mandato un ministro a portare i progetti delle reti di persona. Tutti gli altri si sono affidati alla posta.
ma Di Pietro è del partito dei Valori , non dei Valori Bollati
 
skymap ha scritto:
...

La curiosita'. L'Italia e' l'unico paese europeo che ha mandato un ministro a portare i progetti delle reti di persona. Tutti gli altri si sono affidati alla posta.
Gli altri paesi ci invidiano Poste Italiane :mmmm: :p :p



... sul resto meglio stendere un velo pietoso: è stagione di vacanze, anche se sempre meno sembrano quelli che se le possono permettere :(
 
TAV: AGNOLETTO, LA TORINO-LIONE NON SI FARA'

(ANSA) - STRASBURGO, 25 SET - La Torino-Lione non si farà

né nella Val di Susa né altrove. Il leader del movimento 'no

Tav' Vittorio Agnoletto e una cinquantina di rappresentanti dei

comitati locali, compresi diversi sindaci, che si oppongono al

progetto sono giunti oggi a Strasburgo per ribadire la loro

posizione e presentare all'europarlamento una petizione anti-Tav

firmata da oltre 31 mila persone.

Agnoletto, che insieme a una delegazione ristretta ha

incontrato gli europarlamentari della commissione bilancio e il

commissario ai trasporti Jacques Barrot, ha sottolineato più

volte che "il progetto presentato dall'Italia alla Commissione

europea "non risponde ai criteri indicati dal bando perché è

privo del tracciato definitivo e della valutazione di impatto

ambientale".

Ma per i comitati no Tav non è questo l'unico punto. "Una

decisione condivisa" da Osservatorio e rappresentanti della Val

di Susa sul tracciato "non arriverà mai", ha sottolineato

Agnoletto ed entro un mese "la bolla" creatasi intorno alla

Tav "scoppierà". E allora il governo "avrà un problema".

Quanto al responso che entro alcune settimane dovrebbe

arrivare da Bruxelles sulla richiesta di accesso ai fondi Ue

presentata dal governo italiano, Agnoletto ha detto che

"sarebbe gravissimo" se una commissione di valutazione tecnica

"accettasse un progetto che non esiste". Se poi il progetto

dovesse andare avanti ugualmente, "davanti alle ruspe si

organizzerà in valle una forma di resistenza, sempre non

violenta".

"Prendiamo atto che il masochismo italiano arriva fino a

Strasburgo", è stato il commento del presidente della

commissione trasporti dell'europarlamento Paolo Costo

(Margherita) all'iniziativa di Agnoletto. Un masochismo di cui

si è data prova, secondo Costa, "nonostante una serie continua

di pareri scientifici a suffragio delle reti transfrontaliere ed

in particolare della tratta Torino-Lione (é di questi giorni la

presentazione dei rapporti annuali dei coordinatori dei progetti

prioritari) e della totale mancanza di proteste dal versante

francese". (ANSA).
.
non si sa se ridere o piangere :(
 
intanto in Germania....
.
GERMANIA: NEL 2014 TRENO MAGNETICO DA 500 KMH A MONACO/ANSA

(ANSA) - BERLINO, 25 SET - Il treno a levitazione magnetica,

in Germania, si farà: dopo anni di discussioni, lunghe

controversie e una sciagura costata la vita a oltre 20 persone,

é arrivato oggi da Monaco di Baviera il via libera a un

progetto da 1,85 miliardi di euro che entro il 2014 farà

entrare il Paese nell'Olimpo delle nazioni supertecnologiche del

mondo, al pari di Giappone, Cina e Stati Uniti.

Il disco verde è frutto di un accordo siglato tra le

ferrovie tedesche Deutsche Bahn, gli industriali del settore e

l'amministrazione regionale della Baviera, che segue l'accordo

finanziario del 10 settembre scorso tra il governo federale e lo

stesso Land.

Si tratta della realizzazione di un collegamento superveloce

fra la stazione ferroviaria di Monaco e l'aeroporto, che

avverrà grazie a un treno a levitazione magnetica -battezzato

Transrapid - capace di ridurre a soli 10 minuti, dagli attuali

45 circa, il tempo di trasferimento dei viaggiatori lungo i 37

chilometri che vanno dalla capitale bavarese allo scalo della

città.

Secondo l'accordo, lo stato federale si accollerà la metà

della spesa prevista per la realizzazione del progetto, il

governo del Land il 26,5% mentre il resto (il 23,5%) sarà

versato dall'aeroporto di Monaco, dalle ferrovie tedesche

(Deutsche Bahn), dai due gruppi industriali che partecipano al

progetto (Siemens e ThyssenKrupp) e dall'Unione europea.

Fino a pochi giorni fa, mancavano all'appello 165 milioni di

euro, che sono stati divisi -secondo quanto si è appreso oggi-

tra la Deutsche Bahn (che ha aumentato il proprio impegno a 50

milioni di euro), il Land della Baviera (15 milioni di euro in

più), i due partner industriali (altri 50 milioni di euro) e

l'Ue (sempre 50 milioni di euro).

Ma il treno superveloce, che è completamente computerizzato

(anche il conducente sarà sostituito dal sofisticato software)

ha rischiato di rimanere in stazione a tempo indeterminato non

per una questione di finanziamenti, ma a causa del grave

incidente del 22 settembre 2006, in cui persero la vita 23 dei

31 passeggeri a bordo.

Quel giorno, il Transrapid stava effettuando un viaggio di

prova lungo un tracciato speciale di 31,5 km ad Emsland, una

cittadina della Bassa Sassonia, nel nordovest della Germania. Il

convoglio, che in quel momento era a conduzione manuale,

investì in pieno un veicolo per la manutenzione fermo sul

binario, tra le cittadine di Lathen e Melstrup.

Le polemiche che seguirono, sia tra l'opinione pubblica sia

nel Governo, rischiarono di far saltare il progetto, ma

l'inchiesta escluse ben presto il difetto tecnico e stabilì che

si trattò di un errore umano, spianando così la strada

all'accordo odierno.

Nel frattempo, la Germania ha comunque perso l'occasione di

rafforzare la propria presenza tecnologica in Cina. Lo scorso

maggio, infatti, le autorità cinesi hanno deciso di rinviare

sine die un progetto di estensione della linea ferroviaria

ultraveloce a sospensione magnetica (Maglev), di concezione

tedesca, che avrebbe dovuto collegare Shanghai a Hangzhu, in

seguito ai timori che la popolazione potesse essere contaminata

da presunte radiazioni emanate dal treno.

Il Transrapid di Shanghai, il primo treno a sospensione

magnetica al mondo a divenire operativo, collega il centro

finanziario di Shanghai all'aeroporto Pudong, distanti 30

chilometri. L'estensione dall'aeroporto a Hangzhu avrebbe dovuto

essere inaugurata in occasione dell'esposizione universale di

Shanghai del 2010 e avrebbe dovuto consentire di coprire i 170

chilometri che dividono le due città cinesi in soli 26 minuti

ad una velocità fino a 430 km orari.
 
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