Continua lo spettacolo...
Tav, assalto al treno della Torino-Lione
Nuovi concorrenti dopo la Svizzera: Liguria e Valle d’Aosta si candidano come alternativa
9/10/2006 Maurizio Tropeano
TORINO. «E’ normale che in una situazione di stallo ci sia qualcuno che si faccia avanti per tirare la coperta dalla sua parte. Una cosa deve essere chiara il corridoio 5 passa da Lione e da Torino, oppure al nord delle Alpi. Non ci sono altre alternative. Del resto se anche Annibale nel 218 a.c. scelse di passare con gli elefanti dal Moncenisio un motivo ci sarà». Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, non si scandalizza per l’assalto alla tratta piemontese della linea ad alta capacità Lisbona-Kiev.
In pochi giorni il proliferare di «concorrenti» si è trasformato da semplice boatos in una preoccupazione vera. La prima a lanciare l’allarme era stata la presidente del Piemonte. Mercedes Bresso aveva parlato di un possibile scippo del collegamento da parte della Svizzera pronta a dare corpo ad un progetto di un collegamento ad alta velocità che dal nuovo tunnel del Loetscberg raggiunga Ginevra e Lione. Bresso aveva parlato anche di un interessamento del suo collega ligure, Claudio Burlando. Senza dimenticare che da Aosta il presidente della Vallée, Luciano Caveri, continua a dichiarare ai quattro venti la disponibilità ad accogliere, e finanziare, i collegamenti merci via rotaia sotto il Monte Bianco o sotto il Gran San Bernardo.
Alternative serie o ipotesi utopistiche? Burlando pur dichiarando il suo appoggio alla Torino-Lione spiega anche che di «fronte ad un rischio concreto che l’Italia perda l’aggancio all’Europa credo che il Governo dovrebbe valutare tutte le ipotesi concrete, compresa quella ligure». L’ex ministro dei Trasporti ne ha parlato con il suo successore, Antonio Di Pietro, prospettandogli i punti di forza del collegamento Marsiglia-Ventimiglia-Genova, i lavori della tratta ligure saranno completati entro 6/7 anni e, soprattutto, ha annunciato il via alla gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori del nodo ferroviario di Genova: 600 milioni per un nuovo collegamento Voltri-Levante in grado di bypassare per le merci la linea del mare. L’alternativa ligure viene giustificata da Burlando con l’obiettivo di evitare una sconfitta del «sistema paese».
Il Piemonte potrebbe tornare in gioco con la costruzione del terzo valico - «magari realizzando una canna per volta» - e con una bretella per Torino. L’ipotesi valdostana resta per ora nelle suggestioni del presidente Caveri: «La nostra valle sarebbe molto interessata ad un progetto di collegamento con l’Europa». Nei cassetti c’è un vecchio progetto delle ferrovie che prevede il collegamento tra Aosta e Martigny e una bretella di collegamento con la Torino-Milano all’altezza di Chivasso. Progetto scartato negli anni Novanta per gli alti costi economici. L’alternativa è un tunnel sotto il Bianco. Tutto sulla carta, però. Realtà o utopia che sia Chiamparino non ci sta. Prima liquida l’ipotesi di Burlando: «Non credo che sia più facile perforare gli Appennini delle Alpi. Lì c’è anche un parco naturale e c’è chi dimentica che c’è stato anche un movimento contro il terzo valico e, in ogni caso la realizzazione di un collegamento con il Piemonte porterebbe all’isolamento di Torino. Non possiamo accettarlo».
Poi pone un problema politico: «Ben vengano le discussioni nei tavoli tecnici ma è ora di finirla con i tatticismi: voglio che Prodi indichi un punto di riferimento politico unico per la Tav. Nel precedente governo era Gianni Letta, in questo potrebbe essere Enrico Letta». E così, per forza di cose, si ritorna alla Val di Susa e ai lavori della conferenza dei servizi in programma per il 12 ottobre a Roma. La linea del governo, almeno per ora, non cambia: il corridoio 5 deve passare dalla Val di Susa e rispettare gli standards di collegamento europei. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta e il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, lo hanno ribadito alla delegazione francese che ha partecipato alla Conferenza intergovernativa del 4 ottobre. Il primo ha ribadito che «pur nelle difficoltà finanziarie la realizzazione della Torino-Lione è la priorità delle priorità». Il secondo, per essere più convincente, ha illustrato tempi e modalità di lavoro, cioè quello che tecnicamente viene definito un cronoprogramma. Primo: ultimazione dello studio di impatto ambientale entro l’aprile 2007. Secondo: conclusione della procedura della Via entro luglio 2007. Terzo: chiusura della Conferenza di servizi entro il 2007.
Tutto facile, allora? No. I consigli comunali della Val di Susa e dei Comuni dell’hinterland torinese interessati dal passaggio della gronda merci hanno approvato un ordine del giorno unico dove bocciano il progetto definitivo presentato da Ltf e si chiedono pesanti modifiche del tracciato disegnato da Rfi. Trentanove sindaci chiederanno la sospensione dei lavori della conferenza dei servizi e la convocazione del tavolo politico. Il 12 ottobre si parte da qui. Burlando, per ora, guarda dalla finestra.