ll prosecutor ICC ha chiesto alla Camera Preliminare di emettere i mandati di arresto internazionale e, di solito, l'organo giudicante ci mette qualche settimana a decidere.
Anni ci vorranno, forse, per i verdetti finali, ma intanto quelli non potrebbero girare.
Detto questo, io vedo l'azione del prosecutor anche come spinta politica, oltre che ineccepibile a punto di vista giuridico, ma ci si dimentica che, parallelamente, pende il giudizio per genocidio contro Israele.
Mi pare che Lapid, che apertamente si dice disgustato per la richiesta del mandato d'arresto ma, c'è da scommetterci, ha già pronta la bottiglia in frigo in caso di accoglimento, ieri, tra le righe, qualcosa l'abbia detta: cominciare un percorso di normalizzazione con l'Arabia Saudita, che preveda io riconoscimento della Palestina, questo porterebbe alla dissuasione della CPI.
Non credo che porterebbe alla dissuasione della CPI, perché Netanyahu sarà l'agnello sacrificale della storia, non è lui l'unico responsabile anzi, in Israele, che è una grande "Zona d'Interesse", il sentimento diffuso, fondato anche sulla negazione, è quello simile al premier, ma sarà lui a pagare, a patto che si perseguano quegli obiettivi politici.
Questo disinnescherà però la ICJ, che sarebbe infamante per Israele in sé, qualora, com'è oggi ovvio, arrivasse ad una condanna per genocidio, che sarebbe un marchio indelebile su tutto il paese; riconosciuti i diritti ai palestinesi ed innescato il procedimento per lo stato di Palestina, la condanna non avverrebbe, poiché molto più storico e politico quel giudizio, rispetto a quello più strettamente "penale" della ICC.
Certo, ci sarebbe un generalizzato coccolone tra molti forumisti, quelli del: "che peccato, è un mondo difficile, ma i due stati non possono proprio più esserci, quanto mi dispiace, i palestinesi devono tutti essere sterminati o deportati, ma il mondo va così purtroppo", anche qui, però, sarebbe un'occasione di rinnovo.