Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. . Dovresti aggiornarlo oppure usare usarne uno alternativo, moderno e sicuro.
....è in partenza dal 2° Binario il treno per.....
I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link
"L'amore con l'amore si paga", cantava quel tale - cioè Ivano Fossati. Ma ognuno adesso chiuda gli occhi
e scelga la colonna sonora del proprio amore (le mie canzoni cambiano ogni mese, a giugno è tempo di Battiato).
L'amore chiede, pretende amore in cambio: "amor ch'a nullo amato amar perdona" erano Paolo e Francesca,
erano altri, più assoluti tempi, poi è arrivato Jovanotti, ha preso quegli stessi tuffi al cuore e li ha messi nella
sua Serenata Rap: "Amor che nullo amato amar perdona, ***** cane, lo scriverò sui muri e sulle metropolitane".
"rincorrendo un TRENO in partenza
poi mi sono perso dentro ad una stanza
e mi son sentito come un eremita
in mezzo al traffico di questa città
e se amor ch’a nullo amato amar perdona
alla porta dell’inferno busserei
per poterti amare per vederti...."
Quella volta in cui ho detto "non ci mettere troppo cuore" e poi ho capito che per me non era possibile,
perché io il cuore ce lo metto sempre, ce lo metto per intero e non ha memoria del dolore, il mio cuore,
è incurante delle ferite, delle sere in cui è stato preso a calci, martoriato, fatto a pezzi.
Il mio cuore se ne frega. Io no, invece.
Quella volta in cui mi sono alzata dal divano e mi è venuta in mente la fine di una storia che avrei voluto raccontare.
E poi l'ho ra...ccontata davvero.
Ed è qui.
E si tratta d'amore, perché è inutile prendersi in giro, è inutile far finta di niente: per le sentimentali incorreggibili
come me, sempre d'amore si tratta. Anche quando si tratta di morte, di addii, di brutte figure, di panini mangiati
lentamente sotto il sole, di sudore, di parole rimaste incastrate tra i denti, di speranze perdute sul sedile di un treno.
Sempre.
Sempre.
Se fossi un treno e tu fossi Forlì,
io, partito da dove non importa,
mi fermerei esattamente lì,
ogni altra via essendo lunga o corta.
Non andrei oltre: che so io, a Riccione
ad annoiarmi di quel mare sciocco
su quell’allineata confusione
ad aspettare l’afa di scirocco,
o non mi fermerei prima, a Faenza,
con quelle sue ceramiche preziose,
svolazzi di galletti e colibrì:
mi fermerei con potente impazienza,
treno strapieno di fragranti rose,
proprio da te, se tu fossi Forlì.
- Roberto Piumini, Se fossi un treno e tu fossi Forlì
Scenderò giù a qualche stazione
pazzo di questi mutamenti di colori e linee
per comunicarti...
che al cinquecentesimo chilometro dell’amore
ti amavo esattamente come al primo.
Ti aspettavo in fondo alla strada nella pioggia
andavo a capo chino ti vedevo lo stesso
ma non riuscivo a sfiorarti la mano
Ti aspettavo su una panchina le ombre degli alberi
cadevano sulla ghiaia fresca
come anche la tua ombra mentre ti avvicinavi
Ti aspettavo una volta di notte sul monte
crepitavano i rami quando li hai scostati
dal tuo viso e mi hai detto che non potevi restare
Ti aspettavo a riva con l’orecchio incollato
a terra sentivo il tonfo dei tuoi passi
sulla sabbia morbida poi si fece silenzio
Ti aspettavo quando arrivavano i treni lontani
e le persone tornavano tutte a casa
mi hai fatto un cenno da un finestrino il treno non si è fermato
Un caro saluto Diago...buona giornata anche a te. Grazie.
"Silenzio, comincia la trasmissione. Appare sul teleschermo un signore giovialotto, cordialotto, il Luigi Silori
di cui sopra. Presso di lui c'è la simpatica attrice Carla Bizzarri, pronta a dare la mano. Silori, con voce baritonale:
"Cominciamo col libro della settimana. Questa volta è un libro di viaggi. Va a ruba. Ha un successo di vendita
strepitoso. Eccolo qua." Prende dalla scrivania un volume, lo esamina, lo mostra ai telespettatori.
Con voce baritonale: "S'intitola Orario generale delle Ferrovie dello Stato". È un'operetta preziosa, che non
dovrebbe mancare nella biblioteca di qualsiasi persona colta; si raccomanda per la sua veste e il suo contenuto,
e non soltanto ai bibliofili, ai cultori del libro come oggetto d'arte. Ma del resto, adesso parleremo con l'editore
che abbiamo voluto ospite nostro questa sera perché ci parli di questa sua creatura."
Entra il signor Pozzo (o il signor Grippaudo). Silori, con voce baritonale: "Caro Pozzo (o: caro Grippaudo),
noi vorremmo sapere da lei quali sono gli intendimenti artistici perseguiti da questa fortunata opera letteraria."
"Le dirò, riguarda lo sviluppo della cultura differenziata da caso a caso." [...] "E mi dica, i ritardi?"
"I ritardi no, non sono indicati. C'è comunque un'edizione integrale e ci sono delle edizioni ridotte."
"Direi quasi regionali. A carattere etnografico?" "Direi di sì. Direi di sì." "Ed è un libro che va molto?".
"Direi che è una delle opere più vendute." "Un best seller, insomma.".
ACHILLE CAMPANILE (da La televisione spiegata al popolo, 1989, Bompiani)
Grazie Diago...Achille Campanile era un fuoriclasse!...affascinato dai treni!
Una sera mi trovavo in viaggio in una città straniera e lontana. Era l’ultimo giorno che passavo in Russia e
mentre aspettavo il treno che doveva riportarmi in Italia e cenavo nel ristorante della stazione, notai, a un
tavolo poco lontano dal mio, una bellissima e giovanissima donna sola. “Peccato, pensai, non la rivedrò mai
più in vita mia. Fra poco un oscuro treno addormentato mi riporterà veloce verso il caldo cielo d’Italia, e mai
più rivedrò i begli occhi e la fronte serena di questa donna che avrei tanto amata, se l’avessi incontrata
prima.”
Raggiunsi il mio posto nel vagone-letto, feci preparare la cuccetta e mi addormentai. Il giorno dopo, mentre
mi recavo al vagone-ristorante, con altri viaggiatori, vidi con sorpresa la bellissima sconosciuta che leggeva
in una cabina sola. Poi la intravidi un momento alla stazione dove io cambiavo treno, ma tra la folla, la persi
subito di vista; né del resto avrei potuto seguirla. Alla frontiera tedesca durante il controllo dei bagagli, chi
mi trovo vicino? La bella sconosciuta. Purtroppo un asino di doganiere mi fece perdere tempo e non potei
vedere verso quale binario andava. A Berlino cambiai nuovamente treno e quando andai a far colazione nel
vagone-ristorante, chi vidi a un tavolo in fondo? La bellissima sconosciuta. Ma lei non si accorse nemmeno
di me. Nel suo scompartimento non c’era posto. Perciò, abbandonai la partita, immaginando che sarebbe
scesa a una qualunque delle stazioni che toccavamo. A Firenze non pensavo più alla bella viaggiatrice,
quando, sceso per comprare dei giornali, la vidi affacciata a un finestrino del mio stesso treno. In breve, la
rividi, potete immaginare con che gioia, a Roma, che era la mia meta finale. “Qui – dissi – non mi sfugge”.
Prese un taxi, io ne presi un altro e la seguii. E immaginate la mia sorpresa, quando la vidi scendere al
portone di casa mia. Feci le scale dietro di lei, con crescente meraviglia. Era la porta del mio appartamento.
In breve: si trattava della figlia d’una compagna di collegio di mia madre, che veniva ospite nostra. L’ignota
viaggiatrice intravista nella lontana stazione d’una città sperduta nella Russia, fugacemente apparsa in una
sera di partenza, tra i mille passanti d’un paese dove non sarei più tornato, divenne mia moglie.
[Achille Campanile, Se la luna mi porta fortuna, Rizzoli, Milano 1960]
(il film è "I girasoli", diretto nel 1969 da Vittorio De Sica (cugino di Achille Campanile ) ed interpretato da Sophia Loren e Marcello Mastroianni, il quale partecipa alla Campagna di Russia).
Buongiorno Diago...grazie per la chicca! Non sapevo della parentela fra De Sica e Campanile.
Straordinari entrambi.
Alle 7 del mattino Carl'Alberto entrò nella stazione di Roma e gridò:
"Facchino!"
Un facchino si voltò risentito:
"Dice a me?" fece "Facchino sarà lei!"
"Ma non è lei che porta i bagagli?"
"Ah, per i bagagli? Pensavo che m'insultasse"
"Ma le pare?"
Il facchino l'accompagnò al treno di Napoli.
"Veramente " osservò il giovane "io debbo andare a Firenze"
"Salga!" disse il facchino.
"Sempre prepotenze" mormorò Carl'Alberto "Bisogna far sempre come vogliono loro"
"Ma che cos'è quest'amore" - Achille Campanile
“Ma che cos’è quest’amore” si svolge in uno scompartimento ferroviario, pretesto per far incontrare una serie di personaggi piuttosto incompatibili,
anche prevalentemente con lo stesso nome. Ci sono quattro Carlo Alberto, un Filippo ed una signora, che (siamo negli anni ‘20)
qualcuno, non si sa chi, bacerà, approfittando del tratto in galleria.
I treni e le stazioni tornano spesso nei romanzi di Campanile, dai pipistrelli che volteggiano sotto la galleria della vecchia stazione Termini in “L’avventura
di un’anima” alla giovane donna morta nella sala d’attesa della stazione di Trastevere in “Agosto moglie mia non ti conosco”.