Eni in trattative con Gazprom e Gas Connect Austria per sbloccare la fornitura di gas. Il prezzo resta sotto 180 euro
di Francesca Gerosa
Il gigante russo ha sospeso le sue forniture di gas naturale all'Italia durante il fine settimana (Descalzi: Eni pronta a pagare 20 mln di garanzie per far arrivare in Italia il gas fermo prima di Tarvisio). Cingolani: distinguere timori sul costo da quelli sulla mancanza. Due gli scenari dell'Aie | Bollette del gas, la Germania mette a rischio l'unità europea
Eni è in trattative con il gruppo energetico russo Gazprom e Gas Connect Austria per esplorare potenziali opzioni per sbloccare le forniture di gas provenienti da Mosca attraverso l'Austria. " Eni nelle prossime ore intende valutare con l'operatore austriaco e con Gazprom alcune opzioni per sbloccare le forniture, ma è prematuro fornire dettagli prima che ne sia stata condivisa dalle parti l'effettiva praticabilità", ha detto il portavoce di Eni all'agenzia Reuters.
Eni, il primo importatore di gas russo in Italia, ha segnalato sabato 1° ottobre che non riceveva il gas richiesto al fornitore russo e che prevedeva che questa situazione rimanesse invariata fino alla giornata di domenica. In una nota pubblicata sulla piattaforma Gme, Eni ha poi comunicato che la situazione dovrebbe rimanere invariata fino al 4 ottobre. Non è chiaro se l'Italia si sia aggiunta alla crescente lista di Paesi dell'Unione Europea che sono stati tagliati fuori dal gas russo.
Il problema del gas russo che non transita da Tarvisio "non è dovuto a fattori geopolitici, è dovuto al fatto che Gazprom avrebbe dovuto dare una garanzia fisica in funzione del passaggio di questo gas al trasportatore che porta il gas dall'Austria all'Italia, cosa che prima non c'era. Gazprom non ha pagato, quindi, diventa difficile pensare che una società che vuole pagare in rubli possa mettere delle garanzie in euro per un passaggio", ha chiarito l'ad di Eni, Claudio Descalzi, a margine della cerimonia Eni Award 2022 al Quirinale.
Eni pronta a pagare 20 milioni di garanzie per far arrivare in Italia il gas fermo prima di Tarvisio
Da parte sua, il colosso energetico italiano sta vedendo come e se possibile subentrare o al trasportatore o a Gazprom: "si parla di 20 milioni di garanzie su miliardi di euro che passano. Quindi adesso vediamo se riusciamo a subentrare e facciamo questo sforzo" monetario, ha continuato Descalzi, precisando che il gas è già in Austria in questo momento: "il gas non è nelle mani di Gazprom, è in Austria e in Germania. "Sto facendo fare analisi di compliance ed entro questa settimana spero che questo problema possa essere risolto". È chiaro che il contributo addizionale del gas russo "è fondamentale" perché 20 milioni di metri cubi al giorno "sono circa il 9-10% del supply che sta arrivando in Italia".
Nel frattempo, il risultato dell'azione di diversificazione messa in atto da Eni e dal governo è "un costo del gas di 140 euro MW/h" in Italia, ha sottolineato Descalzi, rispetto ai 176,9 euro (-6,30%) attuali del Ttf di Amsterdam. "Lo sforzo di portare più volumi ha abbassato i prezzi". Tuttavia, ha concluso, "va bene la solidarietà, ma non deve rendere più precaria la situazione".
Per l'Italia la perdita delle restanti forniture di gas russo non è più un duro colpo
Comunque, per l'Italia la perdita delle restanti forniture di gas russo non è più un duro colpo dopo le mosse di Eni e del governo per assicurarsi maggiori importazioni di gas da altri fornitori, tra cui Algeria, Norvegia, Egitto, Qatar e Azerbaigian. Secondo il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a eccezione di eventi catastrofici, l'Italia ha "un inverno coperto". Il piano di risparmi che ha permesso di rimanere al sicuro sul piano energetico, ha aggiunto, va controllato di giorno in giorno: "il punto principale adesso è il prezzo, ma non è che se risparmiamo il prezzo cala".
Venerdì 30 settembre i ministri dell'energia dell'Ue hanno concordato un piano per ridurre la domanda di energia e recuperare i profitti delle compagnie petrolifere e del gas per contribuire a ridurre le bollette dei consumatori e delle industrie. Tuttavia, non sono riusciti a trovare un accordo su un ampio tetto ai prezzi del gas, per il quale l'Italia e altri Paesi stanno facendo pressione.
"Nelle prossime 48 ore mandiamo la nostra proposta" per ridurre il prezzo del gas e l'obiettivo comune è quello di arrivare al prossimo vertice dei capi di Stato e di governo europei di Praga il 6 e 7 ottobre con "una decina di linee concordate", ha detto Cingolani ieri 2 ottobre. L'ipotesi ragionevole, ha ribadito, è quella di "indicizzare il prezzo del gas agganciandolo a Borse un po' più stabili" rispetto al Ttf, "che non ha nulla a che vedere con la situazione reale e con i meccanismi di domanda offerta". "È il momento per un indice europeo che sia più veritiero", ha concluso.
Il Presidente della Repubblica del Congo ha incontrato l'ad di Eni, Descalzi
Non a caso il presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou Nguesso, ha incontrato a Brazzaville l'amministratore delegato di Eni, Descalzi, per discutere delle principali attività di business nel Paese e di altre iniziative innovative, in linea con l'impegno dell' azienda per la just transition. All'incontro ha partecipato anche il Ministro degli Idrocarburi, Bruno Jean Richard Itoua. In primo piano i progressi nella valorizzazione e commercializzazione delle risorse di gas nel Paese che, tramite l'utilizzo di impianti galleggianti LNG, consentiranno di esportare circa 1 miliardo di metri cubi di gas nell'inverno 2023-2024 e fino a 4,5 miliardi all'anno a partire dall'inverno 2024-2025.
Aie: ecco quanto può resistere il mercato europeo in caso di stop ai flussi russi dal 1° novembre
Per l'Aie le misure di risparmio di gas saranno fondamentali per l'Europa per mantenere scorte a livelli adeguati fino al termine della stagione più fredda, in caso di taglio definitivo dei flussi dalla Russia e nell'eventualità di un colpo di coda dell'inverno. L'Agenzia internazionale per l'energia che ha realizzato un'analisi sulla resilienza del mercato del gas europeo in caso di arresto completo dell'approvvigionamento russo a partire dal 1° novembre. L'analisi mostra che senza riduzioni della domanda, lo stoccaggio di gas in Europa sarebbe sotto il 20% a febbraio, supponendo un livello elevato di fornitura di Gnl, e vicino al 5%, in cosa di fornitura bassa. Lo stoccaggio scendendo a questi livelli aumenterebbe il rischio di interruzioni dell'approvvigionamento in caso di un'ondata di freddo tardiva.
Grazie alla diversificazione delle importazioni gli impianti di stoccaggio europei a fine settembre erano pieni quasi al 90%. Ma l'assenza di forniture russe rappresenta una sfida per l'anno prossimo. L'aumento della domanda di Gnl in Europa, in crescita del 65% nei primi otto mesi del 2022 rispetto all'anno precedente, ha allontanato l'offerta dai tradizionali acquirenti nella regione Asia-Pacifico, dove la domanda è diminuita del 7% nello stesso periodo a causa dei prezzi elevati, clima mite e continui lockdown per il Covid in Cina.
Nei due scenari analizzati dall'Aie in Ue sarebbe necessaria una riduzione della domanda di gas durante il periodo invernale del 9% rispetto al livello medio degli ultimi cinque anni per mantenere i livelli di stoccaggio del gas al di sopra del 25% in caso di minori afflussi di Gnl. Questa stessa domanda dovrebbe scendere del 13% rispetto alla media quinquennale per mantenere livelli di stoccaggio superiori al 33% in caso di forniture scarse.
Ultimo aggiornamento: 03/10/2022 13:16