Fogli di calcolo Excel per BTPitalia

Buongiorno a tutti ed al proprietario del file @giamyx che ringrazio anticipatamente per tutto il suo lavoro.
Da qualche giorno ho iniziato ad utilizzare più intensamente il foglio per decidere dove posizionare nuova liquidità a titoli già emessi. Fin'ora avevo solo preso in emissione ed utilizzato poco il foglio.
Volevo chiederti @giamyx :

  1. Il rendimento composto netto è annualizzato, netto fino alla scadenza del titolo se maggiore ad un'anno o netto fino alla scadenza del titolo anche se inferiore ad 1 anno? (perchè su alcuni titoli che scadono tra 5-6mesi ho delle percentuali di rendimento composto totalmente sballate con il guadagno al lordo del capital gain)
  2. La cella guadagno al lordo del capital gain ho visto considera già le cedole nette, infatti la somma algebrica dei flussi di cassa (dove si trovano le celle nette) dà al centesimo il risultato. Quindi questo guadagno è al lordo di imposta di bollo ed eventuale plusvalenza generata da un'acquisto sotto la pari?
Posto il foglio per ulteriore conferma dei miei dubbi, esempio sul Mg23 , scadenza inferiore a 12 mesi, rendimento netto composto a scadenza 1.81% ma guadagno lordo dal cap.gain 81.50€ ( pari sempre al lordo a 0.815% su 10k).Per semplicità ho lasciato FOI da Novembre 22 in poi a 117.8 , ma ovviamente non cambia il concetto variando i FOI in previsione di inflazione :
Immagine.png


taggo @PazzoperlaDea che aveva gli stessi miei dubbi parlandone in pvt.
 
  1. Il rendimento composto netto è annualizzato, netto fino alla scadenza del titolo se maggiore ad un'anno o netto fino alla scadenza del titolo anche se inferiore ad 1 anno? (perchè su alcuni titoli che scadono tra 5-6mesi ho delle percentuali di rendimento composto totalmente sballate con il guadagno al lordo del capital gain)
  2. La cella guadagno al lordo del capital gain ho visto considera già le cedole nette, infatti la somma algebrica dei flussi di cassa (dove si trovano le celle nette) dà al centesimo il risultato. Quindi questo guadagno è al lordo di imposta di bollo ed eventuale plusvalenza generata da un'acquisto sotto la pari?
Posto il foglio per ulteriore conferma dei miei dubbi, esempio sul Mg23 , scadenza inferiore a 12 mesi, rendimento netto composto a scadenza 1.81% ma guadagno lordo dal cap.gain 81.50€ ( pari sempre al lordo a 0.815% su 10k).Per semplicità ho lasciato FOI da Novembre 22 in poi a 117.8 , ma ovviamente non cambia il concetto variando i FOI in previsione di inflazione :
1) Il rendimento è annualizzato sempre. Se vedi la formula nella cella H25
Codice:
SE(M52<1; SOMMA(H6:H23)/K12/M52; SE(O(K2="";K3="");""; TIR.X(H6:H23;G6:G23)  ))
cambia solo se scade tra meno di un anno
Codice:
SOMMA(H6:H23)/K12/M52
oppure tra più di un anno
Codice:
TIR.X(H6:H23;G6:G23)
Il secondo caso si spiega da se, mentre il primo è uguale esattamente al guadagno al lordo del capital gain (SOMMA(H6:H23), cioè il valore nella cella H28) diviso il totale speso e diviso ulteriormente per la durata residua.

2)Si.
 
Buongiorno a tutti ed al proprietario del file @giamyx che ringrazio anticipatamente per tutto il suo lavoro.
Da qualche giorno ho iniziato ad utilizzare più intensamente il foglio per decidere dove posizionare nuova liquidità a titoli già emessi. Fin'ora avevo solo preso in emissione ed utilizzato poco il foglio.
Volevo chiederti @giamyx :

  1. Il rendimento composto netto è annualizzato, netto fino alla scadenza del titolo se maggiore ad un'anno o netto fino alla scadenza del titolo anche se inferiore ad 1 anno? (perchè su alcuni titoli che scadono tra 5-6mesi ho delle percentuali di rendimento composto totalmente sballate con il guadagno al lordo del capital gain)
  2. La cella guadagno al lordo del capital gain ho visto considera già le cedole nette, infatti la somma algebrica dei flussi di cassa (dove si trovano le celle nette) dà al centesimo il risultato. Quindi questo guadagno è al lordo di imposta di bollo ed eventuale plusvalenza generata da un'acquisto sotto la pari?
Posto il foglio per ulteriore conferma dei miei dubbi, esempio sul Mg23 , scadenza inferiore a 12 mesi, rendimento netto composto a scadenza 1.81% ma guadagno lordo dal cap.gain 81.50€ ( pari sempre al lordo a 0.815% su 10k).Per semplicità ho lasciato FOI da Novembre 22 in poi a 117.8 , ma ovviamente non cambia il concetto variando i FOI in previsione di inflazione :
Vedi l'allegato 2864565

taggo @PazzoperlaDea che aveva gli stessi miei dubbi parlandone in pvt.
Oltre a quanto postato correttamente da Gino, aggiungerei che nel calcolo che fai gli 81,50€ non li devi rapportare a 10000 perché si vede chiaramente che l'esborso iniziale è di 10277,67€ e quindi il rendimento lordo (non annualizzato) sarebbe dello 0,793%.
Saluti
Lucio
 
1) Il rendimento è annualizzato sempre. Se vedi la formula nella cella H25
Codice:
SE(M52<1; SOMMA(H6:H23)/K12/M52; SE(O(K2="";K3="");""; TIR.X(H6:H23;G6:G23)  ))
cambia solo se scade tra meno di un anno
Codice:
SOMMA(H6:H23)/K12/M52
oppure tra più di un anno
Codice:
TIR.X(H6:H23;G6:G23)
Il secondo caso si spiega da se, mentre il primo è uguale esattamente al guadagno al lordo del capital gain (SOMMA(H6:H23), cioè il valore nella cella H28) diviso il totale speso e diviso ulteriormente per la durata residua.

2)Si.
Oltre a quanto postato correttamente da Gino, aggiungerei che nel calcolo che fai gli 81,50€ non li devi rapportare a 10000 perché si vede chiaramente che l'esborso iniziale è di 10277,67€ e quindi il rendimento lordo (non annualizzato) sarebbe dello 0,793%.
Saluti
Lucio
Un grazie anche da parte mia per le chiare e precise spiegazioni
 
ringrazio per l'utilissimo foglio e vi chiedo, avendo widiba, quale delle 3 versioni è meglio utilizzare, grazie
 
ringrazio per l'utilissimo foglio e vi chiedo, avendo widiba, quale delle 3 versioni è meglio utilizzare, grazie
Non saprei dirti. Sino a che non fai transazioni nel mese di stacco cedola non dovresti avere nessun problema. Da quanto so "in media" le banche si comportano come Fineco ma ogni tanto viene fuori qualche eccezione oltre a quelle segnalate al primo post
 
Vorrei fare i miei più sinceri complimenti all'autore del foglio xls e alla community.

Per quando riguarda invece directa, utilizzate sempre la versione fineco? Nel thread qualcuno aveva ipotizzato un foglio per directa però non ho capito se ci sono grosse differenze con fineco.
 
Con Directa ci sono differenze nel mese di stacco della cedola. Sembra passi a disaggio il solo giorno di stacco cedola, ma non ho evidenze personali.
 
Ribadisco come detto in prima pagina che nel mese di stacco cedola è la stessa mancanza di chiarezza della normativa che fa variare il comportamento degli intermediari. Nel merito su Directa non so che dirti ma è stato "scoperto" che Banca Sella varia il trattamento in corrispondenza della pubblicazione del CI da parte del Ministero, quindi con una data variabile. In questo caso nessuna formula di excel può riprodurre un simile comportamento.
 
Mi unisco ai complimenti per Giamyx: uso il foglio da un mese e mi ha anche aiutato a capire meglio i calcoli spiegati da Encadenado nell'altra discussione. Vorrei solo un chiarimento in merito a un acquisto di 5k del GN30 a prezzo secco di 100,23, data valuta 02/12/2022 effettuato con Directa: il file calcola chiaramente il disaggio e la relativa ritenuta, sottraendo questa dal totale pagato; invece Directa non sottrae questa ritenuta ma solo i 4,44€ di ritenuta sul rateo cedola. Potete spiegarmi come mai questa differenza di calcolo?

Grazie in anticipo.
 
Ultima modifica:
Mi unisco ai complimenti per Giamyx: uso il foglio da un mese e mi ha anche aiutato a capire meglio i calcoli spiegati da Encadenado nell'altra discussione. Vorrei solo un chiarimento in merito a un acquisto di 5k del GN30 a prezzo secco di 100,23, data valuta 02/12/2022 effettuato con Directa: il file calcola chiaramente il disaggio e la relativa ritenuta, sottraendo questa dal totale pagato; invece Directa non sottrae questa ritenuta ma solo i 4,44€ di ritenuta sul rateo cedola. Potete spiegarmi come mai questa differenza di calcolo?

Grazie in anticipo.
Solo Directa può chiarire le ragioni del suo comportamento
 
Mi unisco ai complimenti per Giamyx: uso il foglio da un mese e mi ha anche aiutato a capire meglio i calcoli spiegati da Encadenado nell'altra discussione. Vorrei solo un chiarimento in merito a un acquisto di 5k del GN30 a prezzo secco di 100,23, data valuta 02/12/2022 effettuato con Directa: il file calcola chiaramente il disaggio e la relativa ritenuta, sottraendo questa dal totale pagato; invece Directa non sottrae questa ritenuta ma solo i 4,44€ di ritenuta sul rateo cedola. Potete spiegarmi come mai questa differenza di calcolo?

Grazie in anticipo.

Quando si pongono interrogativi su una contabile sarebbe opportuno mostrare uno screenshot della stessa (occultando gli eventuali dati sensibili) per evitare di far spendere tempo a chi intende aiutarti nel decodificare gli esatti parametri di acquisto/vendita.

Nel tuo caso il controvalore pagato dovrebbe risultare (commissioni escluse):

CI (2-dic-22) = 1,03554
Controvalore di acquisto = 5000 * 1,03554 * (1,0023 + 0,008 * 0,875 * 157/183) = 5220,70 Euro

Se il controvalore è confermato significa che l'acquisto è stato eseguito in regime di redditi diversi e non in regime di redditi da capitale come avviene con altri istituti (es. Fineco) nei giorni del mese di stacco cedolare che precedono lo stacco stesso.

Se non ti è chiara la differenza di trattamento fiscale del rateo di rivalutazione capitale nei due diversi regimi, puoi consultare questo articolo di Consultique.

Da quanto riportato in passato da alcuni utenti, pare che Directa applichi sempre il regime di redditi diversi al rateo di rivalutazione capitale (senza cambiare trattamento nei giorni che precedono lo stacco cedolare).
Se vuoi esserne certo puoi provare a scrivere all'assistenza Directa.

Purtroppo questa aberrazione rende il calcolo del controvalore dipendente dalla prassi contabile adottata dallo specifico intermediario di cui ci si avvale e coinvolge non solo il BTP Italia ma anche il BTP€i.
 
Quando si pongono interrogativi su una contabile sarebbe opportuno mostrare uno screenshot della stessa (occultando gli eventuali dati sensibili) per evitare di far spendere tempo a chi intende aiutarti nel decodificare gli esatti parametri di acquisto/vendita.

Nel tuo caso il controvalore pagato dovrebbe risultare (commissioni escluse):

CI (2-dic-22) = 1,03554
Controvalore di acquisto = 5000 * 1,03554 * (1,0023 + 0,008 * 0,875 * 157/183) = 5220,70 Euro

Se il controvalore è confermato significa che l'acquisto è stato eseguito in regime di redditi diversi e non in regime di redditi da capitale come avviene con altri istituti (es. Fineco) nei giorni del mese di stacco cedolare che precedono lo stacco stesso.

Se non ti è chiara la differenza di trattamento fiscale del rateo di rivalutazione capitale nei due diversi regimi, puoi consultare questo articolo di Consultique.

Da quanto riportato in passato da alcuni utenti, pare che Directa applichi sempre il regime di redditi diversi al rateo di rivalutazione capitale (senza cambiare trattamento nei giorni che precedono lo stacco cedolare).
Se vuoi esserne certo puoi provare a scrivere all'assistenza Directa.

Purtroppo questa aberrazione rende il calcolo del controvalore dipendente dalla prassi contabile adottata dallo specifico intermediario di cui ci si avvale e coinvolge non solo il BTP Italia ma anche il BTP€i.
Come prima cosa grazie per le indicazioni. Il calcolo da te postato è confermato con la contabile Directa che ha in più solo la commissione.
1671628319611.png


Ho letto più volte attentamente l'articolo che hai postato, ma facendo solo l'esempio di acquisto prima non riesco a capire cosa succede alla tassazione nel mio caso. Anche le famose FAQ di Encadenado nell'altra discussione fanno l'esempio in caso di vendita.
Da quello che ho capito, se il file di Gyamix sottrae dal totale la ritenuta su rateo rivalutazione capitale immagino che questa ritenuta dovrò pagarla successivamente. Nel mio caso invece l'ho già pagata in fase di acquisto, quindi cosa succede nell'ipotesi di rivenderlo e invece tenendolo fino a scadenza.

Perdona eventuali castronerie che ho detto, questa cosa del disaggio mi sembra più una complicazione che altro.
 
Come prima cosa grazie per le indicazioni. Il calcolo da te postato è confermato con la contabile Directa che ha in più solo la commissione.
Vedi l'allegato 2866237

Ho letto più volte attentamente l'articolo che hai postato, ma facendo solo l'esempio di acquisto prima non riesco a capire cosa succede alla tassazione nel mio caso. Anche le famose FAQ di Encadenado nell'altra discussione fanno l'esempio in caso di vendita.
Da quello che ho capito, se il file di Gyamix sottrae dal totale la ritenuta su rateo rivalutazione capitale immagino che questa ritenuta dovrò pagarla successivamente. Nel mio caso invece l'ho già pagata in fase di acquisto, quindi cosa succede nell'ipotesi di rivenderlo e invece tenendolo fino a scadenza.

Perdona eventuali castronerie che ho detto, questa cosa del disaggio mi sembra più una complicazione che altro.

Bene, balla un centesimo per via di un doppio arrotondamento a tuo sfavore ma direi che ci siamo.

Essendo sottoposto ad un unico regime si tratta per te di una complicazione in meno, il tuo prezzo di carico/scarico fiscale comprenderà sempre il rateo di rivalutazione capitale, sia quando compri, sia quando vendi.

Trovi un esempio passo passo di acquisto di BTP Italia in regime di redditi diversi e portato a scadenza a questo link:

BTP ITALIA indicizzati all’inflazione italiana (info a pag.1) Vol.24

Chi opera con gli altri intermediari (es. Fineco) si troverà invece a dover affrontare potenzialmente 4 combinazioni distinte:
  1. acquisto e vendita in regime di redditi diversi
  2. acquisto e vendita in regime di redditi da capitale
  3. acquisto in regime di redditi diversi e vendita in regime di redditi da capitale
  4. acquisto in regime di redditi da capitale e vendita in regime di redditi diversi
Ogni singolo caso produce specifici effetti fiscali che possono essere a seconda dei casi desiderati o indesiderati e che chi opera con questi strumenti è opportuno che conosca per non farsi trovare spiazzato verificando le contabili e il proprio zainetto fiscale.
 
Ultima modifica:
Chi opera con gli altri intermediari (es. Fineco) si troverà invece a dover affrontare potenzialmente 4 combinazioni distinte:
  1. acquisto e vendita in regime di redditi diversi
  2. acquisto e vendita in regime di redditi da capitale
  3. acquisto in regime di redditi diversi e vendita in regime di redditi da capitale
  4. acquisto in regime di redditi da capitale e vendita in regime di redditi diversi
Ogni singolo caso produce specifici effetti fiscali che possono essere a seconda dei casi desiderati o indesiderati e che chi opera con questi strumenti è opportuno che conosca per non farsi trovare spiazzato verificando le contabili e il proprio zainetto fiscale.
Supponiamo che acquisti un BTP Italia con Directa (quindi sempre redditi diversi) e poi trasferisca il titolo su Fineco o Webank.
In questa situazione se portassi il titolo a scadenza mi troverei nel caso 1 (CORREZIONE: anche qui sarebbe caso 3).
Se invece vendessi nei giorni che precedono lo stacco cedola mi troverei nel caso 3.

C'è qualcosa in particolare a cui bisogna fare attenzione in una situazione del genere (soprattutto caso 3)?
 
Ultima modifica:
non ho la possibilità di applicare questa modalità da excel, e farlo da LO non sortisce effetti.
pertanto ho adottato il grezzissimo metodo che riporto per chi ne avesse bisogno in futuro.
  1. impostato "visualizza formule" fra le opzioni di LO, in modo che anzichè i valori si veda il codice grezzo delle formule.
  2. fatto copia e poi incolla testo semplice non formattato su un foglio nuovo (si risolve una parte del problema)
  3. fatto copia dal foglio originale e poi incolla solo formattazione sul nuovo foglio
  4. verificato che i valori non derivanti da formule (dati inseriti manualmente, per es date, cedole ecc nella tabella in basso identificativa dei vari btp) fossero numerici e non testuali (sono incollati con l'apostrofo davanti e quindi non riconosciuti come numeri e date...) e corretto togliendo gli apostrofi
  5. salvato come .ods
in questo modo le macro vengono debellate e il foglio sembra funzionare anche dopo salvataggio e riapertura... devo dire che per come è costruito sembra piuttosto sensibile alla modalità con cui vengono formattati i dati, ma non ho avuto tempo di approfondire il meccanismo con cui lavorano alcune formule. ;)
Ciao a tutti ,questa cosa che non si riesce a usare il foglio in Libreoffice mi ha sempre disturbato per cui sono andato alla ricerca di una soluzione e visto che quello suggerito da orsomorso a me non funzionava eccovi un altro trucco che è quello di
selezionare tutto il foglio originale dal menu 'Modifica' e sempre dallo stesso menu fare 'copia' e poi incollare il tutto in un nuovo foglio , a questo punto selezionare tutto il nuovo foglio e dal menu 'Modifica' tramite il comando 'trova e sostituisci' sostituire = con =, in pratica vengono riscritte tutte le celle contenenti formule con identico contenuto.
A questo punto il nuovo foglio, a parte la macro che volendo si può ricreare, funziana perfettamente ed è possibile salvarlo.
 
....

C'è qualcosa in particolare a cui bisogna fare attenzione in una situazione del genere (soprattutto caso 3)?

Chi opera con intermediari che adottano il cambio di regime fiscale (come per esempio Fineco) si troverà a dover affrontare potenzialmente 4 combinazioni distinte:
  1. acquisto e vendita in regime di redditi diversi
  2. acquisto e vendita in regime di redditi da capitale
  3. acquisto in regime di redditi diversi e vendita in regime di redditi da capitale
  4. acquisto in regime di redditi da capitale e vendita in regime di redditi diversi
Ogni singolo caso produce specifici effetti fiscali che possono essere a seconda dei casi desiderati o indesiderati e che chi opera con questi strumenti è opportuno che conosca per non farsi trovare spiazzato verificando le contabili e il proprio zainetto fiscale.





CASO 1: acquisto e vendita in regime di redditi diversi.

Questo caso è fiscalmente neutro, per capirlo occorre riflettere sui prezzi di carico e scarico fiscale.

Facciamo uscire dall'equazione il rateo cedolare fisso che non è coinvolto dal cambio di trattamento (viene infatti sempre trattato come reddito da capitale, scambiato tra compratore e venditore al netto della ritenuta fiscale).
Ignoriamo anche le commissioni di compravendita e i bolli in quanto anch'essi non rilevano ai fini della comprensione del meccanismo descritto.

Supponiamo allora di acquistare un BTP Italia a prezzo 100 e CI=1,03 in regime di redditi diversi.
Il nostro prezzo di carico fiscale sarà di 100 * 1,03 = 103 e dovremo pagare al venditore il rateo di rivalutazione capitale al lordo della ritenuta fiscale.

Dopo qualche semestre decidiamo di vendere il nostro BTP Italia alle stesse condizioni di mercato (prezzo 100 e CI=1,03) due mesi prima dello stacco cedolare, quindi di norma in regime di redditi diversi.

Non essendoci cambio di regime il nostro prezzo di scarico vale 100 * 1,03 = 103 computando il rateo di rivalutazione capitale che sarà trattato in regime di redditi diversi.

Avendo speso 103 in acquisto e incassato 103 in vendita, l'operazione risulta chiusa in perfetto pareggio, non risultano nè plusvalenze da tassare nè minusvalenze da riconoscere in quanto il prezzo fiscale di carico eguaglia quello di scarico.

Questo caso risulta quindi fiscalmente neutro ed è il caso più comune in quanto per almeno 10 mesi all'anno gli intermediari operano di norma in regime di redditi diversi (per ogni specifico BTP Italia).





CASO 2: acquisto e vendita in regime di redditi da capitale.

Anche questo caso è fiscalmente neutro, per capirlo occorre riflettere sui prezzi di carico e scarico fiscale.

Facciamo uscire dall'equazione il rateo cedolare fisso che non è coinvolto dal cambio di trattamento (viene infatti sempre trattato come reddito da capitale, scambiato tra compratore e venditore al netto della ritenuta fiscale).
Ignoriamo anche le commissioni di compravendita e i bolli in quanto anch'essi non rilevano ai fini della comprensione del meccanismo descritto.

Supponiamo allora di acquistare un BTP Italia a prezzo 100 e CI=1,03 qualche giorno prima dello stacco cedolare in regime di redditi da capitale.
Il nostro prezzo di carico fiscale sarà di 100 e dovremo pagare al venditore il rateo di rivalutazione capitale al netto della ritenuta fiscale.

Dopo qualche semestre decidiamo di vendere il nostro BTP Italia alle stesse condizioni di mercato (prezzo 100 e CI=1,03) qualche giorno prima dello stacco cedolare, quindi di norma in regime di redditi da capitale.

Non essendoci cambio di regime il nostro prezzo di scarico vale 100, scomputando il rateo di rivalutazione capitale che sarà trattato in regime di redditi da capitale.

Avendo speso 103 (meno imposta sul rateo) in acquisto e incassato 103 (meno imposta sul rateo) in vendita, l'operazione risulta chiusa in perfetto pareggio, non risultano nè plusvalenze da tassare nè minusvalenze da riconoscere in quanto il prezzo fiscale di carico eguaglia quello di scarico.

Si tratta quindi di un caso fiscalmente neutro in quanto viene adottato il medesimo regime fiscale sia in acquisto sia in vendita, realizzando uniformità di trattamento dei prezzi di carico e scarico fiscale.

Si noti però che rispetto al caso 1, questo caso conserva un piccolo vantaggio fiscale derivante dal minor importo pagato in fase di acquisto (i ratei di rivalutazione capitale vengono scambiati tra acquirente e venditore al netto della ritenuta, esattamente come sempre accade per i ratei cedolari).





CASO 3: acquisto in regime di redditi diversi e vendita in regime di redditi da capitale.

Questo caso è quello fiscalmente meno efficiente, per capirlo occorre riflettere sui prezzi di carico e scarico fiscale.

Facciamo uscire dall'equazione il rateo cedolare fisso che non è coinvolto dal cambio di trattamento (viene infatti sempre trattato come reddito da capitale, scambiato tra compratore e venditore al netto della ritenuta fiscale).
Ignoriamo anche le commissioni di compravendita e i bolli in quanto anch'essi non rilevano ai fini della comprensione del meccanismo descritto.

Supponiamo allora di acquistare un BTP Italia a prezzo 100 e CI=1,03 in regime di redditi diversi.
Il nostro prezzo di carico fiscale sarà di 100 * 1,03 = 103 e dovremo pagare al venditore il rateo di rivalutazione capitale al lordo della ritenuta fiscale.

Dopo qualche semestre decidiamo di vendere il nostro BTP Italia alle stesse condizioni di mercato (prezzo 100 e CI=1,03) qualche giorno prima dello stacco cedolare, quindi di norma in regime di redditi da capitale.

Siccome stiamo rivendendo allo stesso prezzo e con lo stesso CI ci aspetteremmo di chiudere l'operazione in perfetto pareggio in termini nominali (escludendo cedole incassate, rateo cedolare maturato, commissioni e bolli).

Invece a causa del cambio di regime il nostro prezzo di scarico vale 100 ovvero scomputa il rateo di rivalutazione capitale che sarà trattato in regime di reddito da capitale (come se fosse un rateo cedolare o un disaggio di emissione).
Quindi incasseremo il rateo di rivalutazione capitale al netto della ritenuta fiscale (il compratore ce la trattiene anche se l'avevamo già pagata al venditore in fase di acquisto).

Quindi ci troviamo a credito della ritenuta fiscale sul rateo di rivalutazione capitale: l'avevamo già pagata al venditore in fase di acquisto ma quando abbiamo a nostra volta venduto, il compratore non ce l'ha rimborsata trattenendosela.
Ma allora chi ce la restituisce?

Qui subentra l'intermediario: siccome abbiamo un prezzo di carico fiscale di 103 e un prezzo di scarico fiscale di 100, abbiamo diritto ad incassare una minusvalenza ovvero un buono sconto fiscale su future plusvalenze da spendere entro i successivi 4 anni solari.

Quello descritto è l'effetto netto del cambio di regime ed è come se tu entrassi al supermercato per acquistare (con una banconota da 50 Euro) un buono sconto da 50 Euro da spendere in prodotti del negozio entro i successivi 4 anni: un nonsense finanziario.

Ma questo di fatto è ciò che succede, per effetto di una distorsione normativa, anche se questo aspetto è di rilevanza trascurabile per il BTP Italia (se non per grosse size) perché il CI viene resettato ogni semestre e non ha il tempo di raggiungere valori troppo elevati (fatta eccezione per semestri con inflazione particolarmente aggressiva).

NOTA: chi acquista in emissione (o con CI=1) non è affetto da questa potenziale inefficienza fiscale in quanto non deve anticipare al venditore alcuna ritenuta sul rateo di rivalutazione capitale (essendo tale rateo nullo).





CASO 4: acquisto in regime di redditi da capitale e vendita in regime di redditi diversi.

Questo caso è quello fiscalmente più vantaggioso, per capirlo occorre riflettere sui prezzi di carico e scarico fiscale.

Facciamo uscire dall'equazione il rateo cedolare fisso che non è coinvolto dal cambio di trattamento (viene infatti sempre trattato come reddito da capitale, scambiato tra compratore e venditore al netto della ritenuta fiscale).
Ignoriamo anche le commissioni di compravendita e i bolli in quanto anch'essi non rilevano ai fini della comprensione del meccanismo descritto.

Supponiamo allora di acquistare un BTP Italia a prezzo 100 e CI=1,03 qualche giorno prima dello stacco cedolare in regime di redditi da capitale.
Il nostro prezzo di carico fiscale sarà pari a 100 e dovremo pagare al venditore il rateo di rivalutazione capitale al netto della ritenuta fiscale.
Questo è già un primo vantaggio in quanto il controvalore pagato al venditore risulterà leggermente inferiore rispetto al controvalore pagato nel caso 3 (in fase di acquisto non si corrisponde la ritenuta sul rateo di rivalutazione capitale).

Dopo qualche semestre decidiamo di vendere il nostro BTP Italia alle stesse condizioni di mercato (prezzo 100 e CI=1,03) due mesi prima dello stacco cedolare, quindi di norma in regime di redditi diversi.

Siccome stiamo rivendendo allo stesso prezzo e con lo stesso CI ci aspettiamo di chiudere l'operazione in perfetto pareggio in termini nominali (escludendo cedole incassate, rateo cedolare maturato, commissioni e bolli).

A causa del cambio di regime il nostro prezzo di scarico vale 100 * 1,03 = 103 computando il rateo di rivalutazione capitale che sarà trattato in regime di redditi diversi.

Quindi incasseremo il rateo di rivalutazione capitale al lordo della ritenuta fiscale (ora il compratore ce la riconosce sebbene in fase di acquisto non l'avessimo corrisposta al venditore).

Quindi come atteso abbiamo chiuso l'operazione in perfetto pareggio incassando 103.

Ci troviamo però a debito della ritenuta fiscale sul rateo di rivalutazione capitale: non l'avevamo pagata al venditore in fase di acquisto e quando abbiamo a nostra volta venduto, il compratore ce l'ha invece riconosciuta.
Ma allora a chi la restituiamo?

Qui subentra l'intermediario: siccome abbiamo un prezzo di carico fiscale di 100 e un prezzo di scarico fiscale di 103, risulterà una plusvalenza che l'intermediario provvederà a tassare con aliquota del 12,5%.

A questo punto subentra il secondo vantaggio fiscale: se nel nostro zainetto fiscale abbiamo accumulato sufficienti buoni sconto fiscali (minus) per saldare l'imposta dovuta, riusciremo a smaltire queste minus evitando di fatto di pagare con capitale fresco la tassazione sulla plusvalenza richiesta dall'intermediario.

Questo caso risulta quindi doppiamente favorevole: in fase di acquisto ci viene scontata la ritenuta sul rateo di rivalutazione capitale che potremo comodamente saldare in fase di vendita con capitale fresco oppure (se abbiamo capienza) consumando minus presenti nello zainetto fiscale.

Per usare la stessa metafora del caso precedente, è un po' come se facessimo 50 Euro di spesa al supermercato ed al momento di saldare il conto alla cassa pagassimo con 49 Euro in contanti e con un buono sconto da 1 Euro che da tempo tenevamo in tasca.

NOTA: chi acquista in emissione (o con CI=1) non è affetto da questo potenziale vantaggio fiscale in quanto non trattiene al venditore alcuna ritenuta sul rateo di rivalutazione capitale (essendo tale rateo nullo).


 
Ultima modifica:
@rrupoli innanzitutto grazie per la spiegazione.
Poi, se avessi voglia ed energie per raccogliere contenuti di questo tipo in un quaderno dei tuoi, sarei sicuramente tra i lettori.
Qualcosa del tipo "Manuale dei titoli di stato per risparmiatori".
 
@rrupoli innanzitutto grazie per la spiegazione.
Poi, se avessi voglia ed energie per raccogliere contenuti di questo tipo in un quaderno dei tuoi, sarei sicuramente tra i lettori.
Qualcosa del tipo "Manuale dei titoli di stato per risparmiatori".

Eh eh, la collana deve necessariamente procedere per step progressivi di difficoltà, il BTP Italia è uno strumento strutturato abbastanza ostico per un neofita, due gradini di difficoltà sopra il BTP classico ed un gradino sopra il BTP€i.

Il prossimo livello prevede di costruire prima una solida base concettuale di matematica finanziaria applicata, i testi universitari tendono in genere all'eccessiva formalizzazione ed il neofita dopo qualche decina di pagine si perde e getta la spugna.

Vedo se riesco ad avere il tempo di pubblicare qualcosa di nuovo il prossimo anno...
 
Ciao,
prima di tutto faccio i complimenti all'autore del foglio @giamyx per il superbo lavoro svolto.
Volevo fare delle modifiche a livello personale (tutte tese ad ottenere un valore del rendimento finale più accurato possibile), però non ho ancora esperienza con i Btp Italia, quindi chiedo a voi se queste modifiche hanno senso, oppure no.

1) Considerare il premio fedeltà. Vorrei farlo in modo automatico, per esempio se la data acquisto è uguale alla data emissione e la data vendita è vuota, sommando il valore corrispondente nel rimborso totale a scadenza (l'ultima cella dei flussi di cassa). Da quanto ho capito tale premio è lordo quindi non dovrebbe essere sottoposto a nessuna tassazione (quindi non dovrebbe nemmeno contribuire al calcolo di plus/minus valenze). Corretto?
2) Considerare i bolli di fine anno. Aspetto spinoso, perchè si pagano ogni anno e in proporzione al valore di mercato. Ho pensato di prevedere una cella "Imposta di Bollo Stimata", che viene compilata automaticamente tramite una stima (per esempio anni * media tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita (o 100) ), e una cella "Imposta di Bollo Applicata" da compilare da parte dell'utente. Se viene compilata la seconda cella la prima non viene più considerata. In questo modo si può avere una stima abbastanza veritiera fin dal momento dell'acquisto, e alla fine l'utente può immettere il valore esatto dei bolli pagati durante gli anni. Purtroppo si tratterà di un unico valore finale, quindi il TIR.X non sarà comunque preciso.
3) Considerare l'imposta sul Capital Gain (già presente) e i due valori dei punti precedenti per ottenere il "rendimento annuo netto" dato dal TIR.X.
4) Ho letto della differenza di trattamento di qualche aspetto della fiscalità da parte degli intermediari (da cui la presenza di 3 fogli Excel). Devo ancora studiare la problematica, ma vorrei realizzare una versione per Directa (l'intermediario che utilizzo io). Non vorrei però che creare troppe versioni di questo foglio generi più che altro confusione.

Grazie a chiunque voglia darmi delle risposte e dei consigli.
 
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