Fondi Alternativi,chi li conosce?

I Premia fund non sono fondi a premio


Adottano strategie alternative basate sui fattori di stile, spesso quantitative. Sono giovani, ma sempre più popolari. Tuttavia, è meglio non fermarsi all’etichetta.


La regola per gli investitori è sempre la stessa: investire in quello che si comprende. Ma l’industria non è spesso di aiuto. Tanti neologismi, specchietti per le allodole e spot accattivanti finiscono per confondere le idee, soprattutto quando si esce dalle strategie tradizionali azionarie o obbligazionarie. Dopo absolute return e smart beta, il nuovo slogan sembra essere Premia fund. Intendiamoci, questi strumenti non sono da escludere a priori; al contrario possono trovare un loro posto in portafoglio. Tuttavia, è necessario indagare cosa c’è dietro la strategia, non fermandosi all’etichetta.


Un premio per il rischio

La nozione di “premio” non è nuova in finanza e viene utilizzata dagli analisti quantitativi per indicare il “ritorno atteso” di diverse tipologie di investimenti. In genere è calcolato tenendo conto dei rendimenti passati, delle condizioni economiche e di altri aspetti tecnici tipici di ciascun strumento. Riferito ad azioni e obbligazioni, indica quanto ci si può aspettare di guadagnare rispetto a un’attività priva di rischio (ad esempio, i titoli di stato tedeschi) per il rischio assunto.



Volatilità e correlazioni

L’analisi delle strategie dei Premia fund deve partire dal concetto di rischio, che può essere visto da due angolature: la volatilità e le correlazioni. “I nove fondi di questo tipo nelle categorie alternative e con più di tre anni di vita hanno avuto una deviazione standard media del 4,8% nel triennio (a fine marzo 2018), che corrisponde a meno della metà di quella del mercato azionario globale (Msci world index)”, si legge nel report di Morningstar.

Per quanto riguarda le correlazioni, bisogna distinguere tra due approcci: il primo che cerca di mitigare il rischio del mercato azionario (in termini tecnici, Beta), ma mantiene comunque una correlazione positiva con le Borse; il secondo è market-neutral e mira a “premiare” l’investitore per il rischio assunto su specifici fattori di stile.

“Nel triennio, le correlazioni con il mercato azionario dei Premia fund multistrategy sono comprese in un intervallo tra 0,14 e 0,66”, precisa Möttölä. “Nella parte bassa del range, la correlazione è minima; in quella più alta equiparabile ad alcuni comparti equity”.


Prima degli acquisti

Come comportarsi, dunque? “E’ essenziale capire cosa si vuole dai fondi di questo tipo. Inoltre, va fatta una approfondita analisi fondamentale della strategia, dato che non hanno track record (storico delle performance, Ndr). Infine, è bene ricordare che i back test per processi così complessi sono tanto difficili quanto gli esami nelle attuali condizioni di mercato e che i costi penalizzano le performance”, conclude il ricercatore di Morningstar.






In Europa, i flussi sono stati significativi dal 2017 ad oggi. Tre dei 15 fondi alternativi più popolari sono di questo tipo: Axa WF Multi Premia (+1,2 milioni di euro di raccolta netta stimata nei dodici mesi a fine marzo 2018), AQR Style Premia Ucits (+1,1 milioni) e AQR Diversified Risk Premia (+1,1 milioni). Nel primo trimestre 2018 si è messo in luce anche La Francaise IS Vision Ucits Premia (343 milioni). Rientra nella stessa tipologia, il comparto BlackRock stratetegic fund style advantage (+1,6 milioni in dodici mesi). Si tratta in genere di prodotti giovani (meno di tre anni), il cui patrimonio sta crescendo rapidamente.
 
In che % di portafoglio utilizzate i fondi market neutral? :)
 
In che % di portafoglio utilizzate i fondi market neutral? :)

Considerando in media come rendono, direi che una buona percentuale da tenere in ptf è lo 0%.
Sicuramente chi li ha in ptf o li consiglia non si dirà d'accordo con me, ma mi pare che facciano arricchire i gestori e poco più: cmq si utilizzano per una piccola % del prorprio ptf di solito, quindi anche il loro lavoro di diminuire la volatilità è poco apprezzabile in un ptf più ampio.
 
Mi ci ero avvicinato questo inverno, ho iniziato 3 PAC su H2O, Nordea 15 e JPM Global Macro e devo dire che sto già pensando di vendere gli ultimi 2 in perdita: ok che vanno valutati sul lungo periodo ma vedo che giornalmente perdono sempre, sia che il mercato azionario salga o scenda, che lo faccia l'obbligazionario, sia che l'euro si apprezzi sia che si deprezzi...il Multistrategies ha oscillazioni pazzesche, ma non mi aspettavo niente di diverso.
 
Recentemente alcune strategie alternative hanno sostituito buona parte della quota obbligazionaria (rilevante) del portafoglio.
Chi si aspetta miracoli da questa tipologie di fondi spesso resta deluso ma, a mio parere, se li si utilizza per lo scopo per cui sono stati creati (decorrelazione del portafoglio ed abbassamento del rischio) non ne può prescindere.

Certo, chi progetta un portafoglio da tenere su di un'arco temporale ventennale può anche farne a meno.... a crederci, però, che lo manterrà in piedi per vent'anni anche in presenza di storni consistenti per periodi lunghi.
 
Recentemente alcune strategie alternative hanno sostituito buona parte della quota obbligazionaria (rilevante) del portafoglio.
Chi si aspetta miracoli da questa tipologie di fondi spesso resta deluso ma, a mio parere, se li si utilizza per lo scopo per cui sono stati creati (decorrelazione del portafoglio ed abbassamento del rischio) non ne può prescindere.

Certo, chi progetta un portafoglio da tenere su di un'arco temporale ventennale può anche farne a meno.... a crederci, però, che lo manterrà in piedi per vent'anni anche in presenza di storni consistenti per periodi lunghi.

L'idea mi piace... potrebbero essere meno volatili di un obbligazionario... e non li vedo poi così lunghi come periodo.. ma è solo la mia idea...

IT0004550882 sembra interessante :)
 
Recentemente alcune strategie alternative hanno sostituito buona parte della quota obbligazionaria (rilevante) del portafoglio.
Chi si aspetta miracoli da questa tipologie di fondi spesso resta deluso ma, a mio parere, se li si utilizza per lo scopo per cui sono stati creati (decorrelazione del portafoglio ed abbassamento del rischio) non ne può prescindere.

Certo, chi progetta un portafoglio da tenere su di un'arco temporale ventennale può anche farne a meno.... a crederci, però, che lo manterrà in piedi per vent'anni anche in presenza di storni consistenti per periodi lunghi.

Mai aspettato miracoli, solo decorrelazione e diminuzione della volatilità: certo, anche un minimo di rendimento che andasse a coprire giusto inflazione e spese, non di sicuro perdite così consistenti (su PAC mensili iniziati a gennaio siamo già sotto del 3% e del 4%, performance pessima).
 
Mi ci ero avvicinato questo inverno, ho iniziato 3 PAC su H2O, Nordea 15 e JPM Global Macro e devo dire che sto già pensando di vendere gli ultimi 2 in perdita: ok che vanno valutati sul lungo periodo ma vedo che giornalmente perdono sempre, sia che il mercato azionario salga o scenda, che lo faccia l'obbligazionario, sia che l'euro si apprezzi sia che si deprezzi...il Multistrategies ha oscillazioni pazzesche, ma non mi aspettavo niente di diverso.

li ho disinvestiti tutti e due tengo solo h2o , anzi incremento
 
li ho disinvestiti tutti e due tengo solo h2o , anzi incremento

Io per ora ho fermaro i PAC, disinvestirò il JPM mentre Nordea mi pare abbia ripreso un pò di vitalità: un altro mese forse glielo garantisco.

PS occhio al 5% che pagherai su alcuni H2O
 
Azimut, per la prima volta in Italia un fondo chiuso di private debt


Azimut è la prima realtà in Italia a lanciare un fondo chiuso di private debt, Azimut Private Debt, non riservato a investitori istituzionali. Il fondo, infatti, sarà distribuito in Italia dalla rete di consulenti finanziari e wealth manager del gruppo a investitori privati che per la prima volta potranno accedere a una asset class solitamente riservata a investitori con taglio istituzionale o clientela professionale. Il fondo Azimut Private Debt gestito da Azimut Capital Management SGR è un fondo di investimento alternativo con durata di 7 anni (più eventuale proroga di 3 anni). L’importo minimo di sottoscrizione per la clientela privata è di 25.000 euro.

Azimut, che ha da sempre nell’innovazione di prodotto un punto di forza importante, consolida il proprio impegno nel mondo degli investimenti alternativi ed in particolare negli illiquidi che comprendono asset non negoziati sui mercati tradizionali, come quelli azionari e obbligazionari, e che per questo motivo risultano meno negoziabili (illiquidi) ed incorporano generalmente un premio per la mancata liquidabilità oltre ad avere un andamento meno correlato a quella dei mercati tradizionali.

All’interno dell’universo degli illiquidi, il private debt identifica in particolare diverse asset class che si caratterizzano per il fatto di non essere quotate su mercati regolamentati , tra cui ad esempio i prestiti a medie imprese (prestiti garantiti, debito senior, obbligazioni high yield, credito mezzanino/hybrid) e le asset-backed securities o cartolarizzazioni con diversi sottostanti.

Il fondo Azimut Private Debt ha come obiettivo il perseguimento di un ritorno assoluto attraverso l’investimento in:

°titoli di credito o cartolarizzazioni fino ad un massimo del 70% dell’ammontare complessivo sottoscritto;

°strumenti obbligazionari emessi da aziende italiane;

°quote/azioni di OICR alternativi di tipo chiuso;

°quote/azioni di OICR di tipo aperto;
liquidità e in strumenti finanziari altamente liquidabili.
 
I fondi da non perdere di vista

Gli analisti di Morningstar hanno aggiunto 22 comparti nella lista dei candidati ad avere l’Analyst rating. Unicità del processo di investimento, cambiamenti nella gestione, capacità dei manager sono i criteri per la selezione.

Le promesse. Sono quei fondi che gli analisti di Morningstar hanno messo nel radar perché sono convinti che meritino attenzione da parte degli investitori per la loro qualità. Si tratta di strategie attive non ancora coperte dall’Analyst rating, ma che potrebbero esserlo nel futuro.


Un manager esperto

E’ una new entry, ad esempio, Algebris Macro credit. Il gestore, Alberto Gallo è dal 2016 in Algebris, la boutique fondata da Davide Serra, dove ha lanciato questa strategia global macro orientata al credito, con il supporto di analisti esperti. A destare l’interesse dei ricercatori di Morningstar è l’unicità del processo di investimento e l’esperienza del manager, che viene da RBS dove era a capo del team di macro credit research.


L’alternativo che ama il rischio

E’ caratterizzato da un approccio unico anche H20 Allegro, un alternativo global macro che fa parte della gamma di H20, società di gestione inglese fondata nel 2010 da Bruno Crastes e Vincent Chailley, due manager usciti da Crédit Agricole, in collaborazione con Natixis. Nel tempo, la società ha ampliato il team, ora composto da 18 professionisti, e accresciuto significativamente le masse, che a fine 2017 hanno toccato i 18,7 miliardi. Il comparto Allegro ha una strategia top-down e investe in obbligazioni e valute con un target di volatilità piuttosto elevato, tra il 7 e il 12% su un periodo di quattro anni.
 
Universa: il fondo Cigno Nero che punta sulla fine del mondo e triplica scommesse


Si chiamaq Universa Investments, è un fondo black swan, in stile cigno nero, dunque, e ha una caratteristica che non può passare certo inosservata: dieci anni dopo la crisi Lehman Brothers, nel ben mezzo del mercato toro più lungo della storia di Wall Street, Universa Investments è, di fatto, il fondo che scommette sulla fine del mondo.
 
L’alternativo cerca il suo posto in portafoglio

Uno studio Morningstar sui fondi statunitensi rivela che fanno fatica ad aggiungere valore rispetto a un asset allocation tradizionale. Ma non è sempre stato così. Intanto, i gestori affinano le loro strategie.


L’alternativo cerca il suo posto in portafoglio. Capitolo secondo

Abbiamo replicato in Europa un recente studio realizzato negli Stati Uniti sui liquide alternative. Anche da questa parte dell’Oceano le strategie simili a quelle degli hedge fund faticano a creare valore rispetto a un portafoglio tradizionale.
 
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