Mi sono andato a guardare l'export italiano (fonte ministero):
12,5% Germania
10,5% Francia
9,4% USA
5,5% Svizzera
5,3% UK
Ok... riforniamo i vicini "ricchi" dove il costo della vita e dei prodotti è più significativo.
Che gli vendiamo?
1. Agroalimentare (11/12%)
2. Tessile/Pelletteria/Accessori (7%)
3. Medicinali (6%)
4. Mobilio/Casalinghi (5%)
5. Macchine impieghi speciali (agricoli/nautici/movimento terra etc...) (3-4%)
Questo non significa che facciamo "schifo" nell'export. Si noti che i paesi ricchi non è detto che siano grandi esportatori. C'è da dire che gli USA esportano sistemi operativi e CPU e noi pummarola. Il principio della bilancia dei pagamenti positiva come metro di benessere del paese, poi, era sostenuto da Colbert, ma è superato da quasi 400 anni. Si scoprì,
all'epoca, che il paese più ricco e benestante del mondo (nonché in tale crescita come potenza che il suo sovrano si impossessò del trono inglese, che erano gli USA dell'epoca) era l'Olanda, che non esportava NULLA ed importava tutto. Anche i famosi tulipani erano dedicati in quel periodo al consumo interno (e a tesaurizzazione/speculazione).
Detto ciò inutile dire che i primi due punti delle esportazioni sono ancora molto coinvolti nella filiera della "piccola-media impresa" (anche se il tessile-moda sta crescendo come massa critica, ma è ancora small cap quando quotato). Il farmaceutico è una delle eccellenze emergenti, sostenuto comunque da consumi interni in forte crescita (abbiamo tante case farmaceutiche, e quindi tante esportazioni anche perché abbiamo parecchia sanità e parecchi consumatori di quei beni), i punti 4 rientrano molto nel "piccolo-medio" il punto 5 è un mix di grande impresa e partecipazioni anche pubbliche (Fincantieri etc... se non la facciamo noi qualche nave... Svizzera e Austria hanno problemi logistici per la messa in acqua, mica per altro).
Il tema rimane sempre quello: tuo figlio deve studiare scienze farmaceutiche (e bene perché non hanno bisogno di chissà quanta manodopera), imparare a fare lo chef come in TV (sperando che non gli facciano chiudere per il covid), studiare ingegneria (con la consapevolezza che però forse gli tocca andare all'estero)... oppure rimane il commercialista, con tutte le azienducce che vanno tirate fuori dai guai ed aiutate a "infilarsi tra le maglie". Oppure c'è il concorso pubblico (prima fonte di occupazione in Italia) etc... banche&assicurazioni non sono più le protagoniste del FTSE Mib da oltre un decennio ormai.
Comunque ripeto che non siamo certo un paese del terzo mondo, ma le cose non vanno bene
per niente.
Dal 2002 la crescita del PIL in Italia è stata:
+0,25%
+0,15%
+1,6%
+0,95%
+2%
+1,5%
-1,1%
-6,6%
+1,6%
+0,58%
-2,8%
-1,7%
+0,11%
+0,93%
+1,1%
+1,6%
+0,9%
+0,3%
-8,9%
E' una
situazione gravissima,
@totuccio, perché non parliamo di recessione o depressione, bensì di
decrescita strutturale di lungo termine (20 anni!!) MAI verificatasi in Italia in tempi statistici (poi ai tempi delle invasioni barbariche probabilmente sì),
non accaduta a nessun paese sviluppato con un trend simile (non paesi di pari dimensioni, non possiamo paragonarci alla Slovacchia o alla Serbia o all'Armenia o al Venezuela).
L'unico caso che ci si avvicina è il Giappone, ma comunque con una situazione meno grave (dai 2008 a oggi ha avuto anche anni con +5% di crescita) e anche lì si parla di "generazioni perdute" e di rischio bomba sociale e demografica. Il discorso è che se continuasse questo trend (mi auguro assolutamente di no) potremmo in una generazione essere il primo caso storico di de-sviluppo: un paese sviluppato che, senza guerre, rivoluzioni, ISIS o altro, torna per naturale trend economico allo status di paese emergente e sottosviluppato. La prova che, per noi, lo sviluppo non va verso la crescita, ma nasce, cresce e poi naturalmente muore... si torna nel fango.
E' gravuccia qualche cosa, secondo me.
Vuol dire che è un modello economico che fallisce, non che ci hanno lanciato le bombe come in Germania negli anni '40, è proprio che io e te (ed io e te temo che siamo proprio quelli che lo fanno), ogni mattina ci svegliamo per andare a dare picconate al sistema, bruciamo risorse, mettiamo denari nella stufa per avere un bel calduccio all'istante, estraiamo denti sani per far fatturare il dentista e svangare un'altra trimestrale, questo come "modello produttivo" (non certo per colpa nostra individuale).
Poi se NESSUN paese SVILUPPATO (MSCI World non ACWI) paragonabile come livello di vita e sociale raggiunto (Spagna, Francia, Germania, Giappone, Canada, UK, Australia, etc... etc...) ha
MAI attraversato una decadenza così grave in tempi storici (appunto non vorremo fare paragoni con l'Impero Romano al tempo degli smartphone, capiamo che il mondo è cambiato), ma si vuole minimizzare...... sì, il vino è bòno, e poi c'è la pizza e il sole e o' mare e a Campodimele nonna Florenza a 103 anni sta bene.