Intentare una causa contro una società con solide motivazioni costituisce pur sempre un momento di pressione soprattutto se chi viene citato si serve di un difensore gradasso e minaccioso per nascondere la coda di paglia.
A mio modo di vedere però, più che attendere un improbabile responso ravvicinato dei giudici, che di solito consumano tempi biblici ad esclusivo vantaggio degli inadempienti per concludere definitivamente contenziosi di ogni genere, potrebbe essere più probabile e decisivo un prossimo avvicendamento alla attuale maggioranza relativa che, arrancando spompata e senza mezzi propri adeguati è dedita alla mera sopravvivenza e blocca qualsiasi opportunità che il mercato possa offrire essendo impaniata senza via d'uscita nei debiti con società controllate e prestiti di terzi. Gli strumenti finanziari in scadenza oggettivamente possono favorire il subentro di un azionista forte che, se soltanto lo volesse, a breve metterebbe fuori gioco i sedicenti amministratori che negli anni si sono distinti in una distruzione progressiva del capitale e nella percezione di emolumenti spropositati per le dimensioni del Gruppo, per i risultati raggiunti e rispetto ai peer comparabili. Un nuovo arrivo potrebbe altresì dare trasparenza ad una gestione fino ad ora reticente ed opaca (nella conduzione e nella comunicazione), almeno secondo le attese da ritenere ragionevoli da parte di chi partecipa alle sorti di una società quotata.