Ennesimo esempio di cosa non va nel calcio. Ed Uefa e Fifa non fanno niente...
Quello che mi piacerebbe capire è perchè Laporta dice che se fossero un'azienda normale sarebbero in bancarotta, mentre essendo una società calcistica, non lo sono
Qual'è la differenza? Perché una si e l'altra no
Laporta fa il santarellino, ma intanto si porta a casa una grana (Aubameyang) e la paga pure, alla faccia del limite di salary cap di 97 milioni imposto dalla Liga spagnola....
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Dembélé l’uomo da 145 milioni che ha sfasciato i conti del Barça
Ha rifiutato tutte le destinazioni, è in scadenza, guadagna 10 milioni netti, e ha avuto 15 infortuni. Laporta: “Avrà un accordo...”
Corrispondente da Madrid Filippo Maria Ricci
2 febbraio - MADRID
Ennesima giornata anomala al Barcellona. Da una parte la giunta direttiva presentava i risultati dell’indagine interna sui conti della gestione Bartomeu che hanno portato il club a denunciare l’ex presidente, dall’altra la squadra si allenava con una faccia nuova, quella di Pierre-Emerick Aubameyang, e la presenza di un indesiderato, Ousmane Dembélé.
Il primo non è stato ancora presentato né ufficializzato, però i documenti ci sono e ha iniziato a lavorare agli ordini di Xavi in vista del partidazo di domenica contro l’Atletico Madrid. L’ex canterano del Milan è arrivato a sorpresa, svincolato dall’Arsenal che in dicembre gli aveva tolto la fascia di capitano per un problema disciplinare. Arteta l’ha messo fuori squadra, e poco dopo è successa la stessa cosa con la nazionale del Gabon, Xavi l’ha abbracciato. Per vestirsi di blaugrana e provare a rimettere in sesto la sua carriera il gabonese di madre spagnola si è decurtato in maniera clamorosa lo stipendio: ha 32 anni, ora o mai più. All’Arsenal nel settembre 2020 Aubameyang, capocannoniere della Premier nel 2019 e vice l’anno dopo, aveva strappato un contratto da 350.000 sterline a settimana, quasi 22 milioni di euro lordi all’anno. Al Barça per questi primi mesi ne prenderà molti di meno, è lecito ipotizzare una riduzione pari a due terzi del salario inglese. Poi si vedrà, l’accordo è per un anno e mezzo, con l’attaccante che è stato svincolato dai Gunners.
OUSMANE RESTA — Dembélé una decina di giorni fa è stato pubblicamente invitato ad andarsene dal d.s. Mateu Alemany, e invece è ancora lì. Non era facile che Dembélé levasse le tende. Perché guadagna 10 milioni netti a stagione, e perché a giugno sarà svincolato e non è così scontato che qualcuno decida di pagare per qualcosa che tra pochi mesi avrà gratis. Ora per il campione del mondo francese, 24 anni, il futuro a brevissimo termine prevede tre strade: la liquidazione da parte del Barça di ciò che ancora gli deve per un addio immediato, qualche settimana di allenamenti e tribuna, come gli è successo da metà gennaio, una pace armata con Xavi che potrebbe usufruire del suo instabile talento visto che comunque viene pagato, e tanto.
TANTA SPESA, POCA RESA — Ricordiamo che il ‘mosquito’ è stato prelevato dal Barça nel 2017 per 145 milioni di euro dal Borussia Dortmund, che ne ha incassati circa 140. E l’aveva pagato appena 15 un anno prima al Rennes. In questi 4 anni e mezzo Dembélé ha perso per 15 infortuni di varia gravità addirittura 106 delle 254 partite disputate dal Barcellona giocando solo 129 incontri, poco meno della metà. “Gli abbiamo presentato due buone offerte – ha detto ieri Laporta – ma non le ha accettate. Siamo sorpresi, una era di un club inglese dove avrebbe potuto continuare la sua crescita. Evidentemente ha già un altro accordo. Ora è qui, ma tra qualche mese non sarà più qui, agiremo di conseguenza”. Col brasiliano Coutinho, Dembélé rappresenta alla perfezione lo sperpero operato dalla giunta Bartomeu.
L’ANALISI DEL DEBITO — Bartomeu ieri è stato al centro dell’attenzione nella presentazione da parte di Laporta e dei suoi uomini delle ragioni che hanno spinto il Barcellona a denunciare il suo ex presidente, in carica dal 2014 al 2021 quando ha preferito dimettersi per evitare l’impeachment. “Abbiamo commissionato un’inchiesta che ha evidenziato pagamenti immotivati, pagamenti fittizi e pagamenti spropositati. Abbiamo messo tutto in mano agli inquirenti perché facciano luce – ha detto ieri Joan Laporta –. I soci hanno il diritto di conoscere le cause che hanno portato il club alla rovina economica”. Situazione finanziaria fotografata da Eduard Romeu, vicepresidente del Barça per l’area economica: “Abbiamo debiti per 1.350 milioni. Loro (la giunta Bartomeu, ndr) continuano a dire che sono 558. In teoria è così, ma poi ci sono 389 milioni di stipendi ritardati da dare ai giocatori, 160 milioni di plusvalenze fittizie evidenziate dalla Liga, 80 milioni di cause che riteniamo che finiremo per perdere, 79 milioni di diritti tv incassati in anticipo, 40 milioni di spese per lo stadio non ancora versati, 56 milioni da dare al Comune per i lavori dell’Espai Barça (il rinnovamento dell’area del Camp Nou, ndr). Nelle ultime due stagioni il Barça ha perso 600 milioni di euro, e solo 135 sono addebitabili alla crisi generata dal Covid. In un’impresa normale saremmo in bancarotta. E poi di massa salariale abbiamo un 40% in più rispetto alla concorrenza, è insostenibile”.
TAGLIO DA 159 MILIONI — Il delicato tema stipendi. Laporta ha dato qualche indicazione in più: “Ci sono squadre interessate ai nostri giocatori che appena sentono quanto guadagnano fanno marcia indietro. Quest’anno abbiamo risparmiato 159 milioni di euro in salari, ma c’è ancora tantissimo lavoro da fare”. Gran parte di quella cifra è stata tagliata rinunciando a Messi e Griezmann e scaricando Coutinho. Ma ricordiamo che la Liga ha fissato per il Barça un salary cap da 97 milioni totali: per arrivarci servono sacrifici enormi. Come quello che ha fatto Aubameyang.