Il club di quelli che vivono di rendita vol. V

ma fosse solo quello, il problema "non" è neanche la costruzione del capitale (ovviamente sto esagerando, lo è eccome), è quando con quel capitale ci devi campare vita natural durante per decadi e decadi, li psicologia ed emotività cozzano coi grafici e con i fogli excel...ripeto è come fare trading con i papermoney delle demo e farlo col proprio cash :o
Vabbè se vogliamo far discorsi meno matematici e più psicologici non la finiamo più.

Ad esempio io mi domando, se una persona ha un buon lavoro è probabilmente perché fa una cosa di cui è appassionato, altrimenti non si sarebbe impegnato per migliorare. Se mette da parte una cifra che gli permette di vivere di rendita, quanto è probabile che rinunci al lavoro che lo appassiona per vivere di rendita? Molto poco, secondo me.
 
Vabbè se vogliamo far discorsi meno matematici e più psicologici non la finiamo più.

Ad esempio io mi domando, se una persona ha un buon lavoro è probabilmente perché fa una cosa di cui è appassionato, altrimenti non si sarebbe impegnato per migliorare. Se mette da parte una cifra che gli permette di vivere di rendita, quanto è probabile che rinunci al lavoro che lo appassiona per vivere di rendita? Molto poco, secondo me.
non condivido, si può guadagnare bene anche detestando il proprio lavoro, anzi credo che questa sia la maggioranza dei casi.
 
Vabbè se vogliamo far discorsi meno matematici e più psicologici non la finiamo più.

in realtà essere rentier è, al netto del capitale (come ho sempre detto o uno è almeno HNWI, o lasci perdere), è molto più psicologia e duttilità (e una buona conoscenza finanziaria) che matematica...ma tranquilli basatevi solo sulla matematica e campateci 30-40-50 anni e scoprirete la risposta.
 
credo che per stare tranquilli tocca arrivare almeno a 2 milioncini, non so se ce la farò mai con questo tasso di risparmio, devo trovare ulteriori fonti di entrate mi sa.
Mettendo negli ultimi 20 anni 3k al mese in VWCE oggi avresti 2 milioni.
 
in realtà essere rentier è, al netto del capitale (come ho sempre detto o uno è almeno HNWI, o lasci perdere), è molto più psicologia e duttilità (e una buona conoscenza finanziaria) che matematica...ma tranquilli basatevi solo sulla matematica e campateci 30-40-50 anni e scoprirete la risposta.
Sì lo so, ma il discorso si amplia moltissimo.
 
Noto che chi vive di rendita e quindi ha esperienza sul campo la pensa più o meno come me (non che mi serva l'appoggio dei colleghi) mentre purtroppo chi di esperienza non ne ha vuole con la matematica e un grafico spiegare come si possa arrivare all'obiettivo...ragazzi la vita reale non è solo vwce e linee su un grafico ci vuole ben altro per arrivare a mettere assieme certi capitali

Per quanto mi riguarda la parte core del portafoglio di famiglia è costituita da obbligazionario governativo con tassi del 4%/5% , fatta eccezione per un piccolo chip sulla Telecom Finance 7,75% (unica corporate presente).

Si tratta in larga parte di BTP...purtroppo tale concentrazione viene meno alla regola della diversificazione (anche se la tassazione agevolata al 12,5% devo dire costituisce una gustosa ciliegina sulla torta) tuttavia al momento la situazione non mi consente di agire diversamente, perlomeno fino a quando sarà ancora in vita il mio anziano padre (ormai quasi 90enne). Senza più mio padre allora sarò nelle condizioni di prendere in considerazione ipotesi diverse, inclusa quella di iniziare a consumare il capitale non avendo eredi se non qualche figlio di qualche mio cugino, guardando ai posteri.

Le obbligazioni sono tutte a lunga scadenza ed anche in questo caso si tratta di una scelta obbligata poichè devo garantirmi una continuità nel cash-flow derivante dalle cedole. Non posso correre il rischio di comprare bond a breve scadenza per poi ritrovarmi magari tra 5/6 anni a dover rollare il portafoglio con un mercato dei tassi crollato anche solo al 2%.

Ciò non toglie che una parte dei miei investimenti (non certo quelli del mio anziano padre) per circa il 40% del patrimonio è costituita da azionario, sul quale intendo assolutamente puntare e che ritengo importante anche per un rentier sufficientemente patrimonializzato
 
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va be' ma dentro questo 3d chissà che patrimoni girano... io purtroppo posso solo reinvestire 3k al mese:D

A meno che tu non stia facendo ironia....3k che ogni mese ti avanzano per poter essere reinvestiti sono tanta roba rispetto alla media del risparmio e del reddito italiani. I patrimoni probabilmente girano anche a te
 
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A meno che tu non stia facendo ironia....3k che ogni mese ti avanzano per poter essere reinvestiti sono tanta roba rispetto alla media del risparmio e del reddito italiano. I patrimoni probabilmente girano anche a te
sì ma non a sufficienza per fare il fat rentier, e soprattutto ad una età dove ancora potersi godere la vita.
 
già, forse non aveva tutti i torti chi mi diceva scherzosamente di arrivare almeno a 5k di risparmi mensili :)

ora non sapendo minimamente quanto è il tuo reddito attuale (se risparmi 3K e non puoi arrivare a 4, immagino il reddito sarà sui 4,5/5K netti), ma alla fine serve anche un po' di pragmatismo: sbattersi a guadagnare 6-7K netti al mese da trentenne, ma vivere in ristrettezze, per metterne via 5K/mese, per potersi permettere di essere rentier a 50 e passa anni (ossia sostanzialmente un pensionamento anticipato), va bene ma fino a un certo punto...per quanto si dica, i piaceri di quando si è giovani non saranno mai replicabili da molto più vecchi :o
 
Di garantito non c'è nulla, ma se uno punta al FIRE gli consiglierei quello.
Chi punta al FIRE non può essere una persona comune, per il semplice fatto che se tutti potessero puntare al FIRE la società collasserebbe.
Quello dei discepoli del FIRE, però, è solo uno dei molteplici approcci adottati da chi è, potrebbe o vorrebbe diventare rentier.
È una strategia rivolta a chi ha la priorità di ritirarsi dal lavoro il prima possibile e per perseguire tale fine accetta una serie di compromessi, ottimizzando e pianificando la sua esistenza e limitando il più possibile le uscite, accettando un'esistenza più frugale di quella che ci si potrebbe permettere... in generale il lavoro viene visto quasi come un "male necessario" per accumulare un capitale congruo per vivere di rendita per il lasso di tempo intercorrente tra il ritiro anticipato dal lavoro e l'accesso alla pensione.

Ho amici e conoscenti miei coetanei che vivono di rendita da sempre (pochi) o che potrebbero farlo ma mantengono comunque un'attività lavorativa con ritmi blandi, più per diletto che per altro (non pochi), mentre non conosco nessuno, né della mia generazione di neo40enni né di quella dei miei genitori neo70enni, che abbia adottato un approccio simile a quello suggerito dal FIRE.

Al contrario, molti amici dei miei avrebbero potuto ritirarsi dal lavoro in giovane età ma hanno tutti (che fossero imprenditori, liberi professionisti "premium", medici o dirigenti d'azienda) lavorato sino a quando sono stati costretti a ritirarsi per "raggiunti limiti di età"; molti, una volta pensionati d'ufficio, hanno avviato attività di consulenza nel settore in cui avevano maturato notevole esperienza, e degli imprenditori NESSUNO, pur ormai 70-75enne, ha smesso di andare in azienda, magari anche solo per 4 ore al giorno.
 
ora non sapendo minimamente quanto è il tuo reddito attuale (se risparmi 3K e non puoi arrivare a 4, immagino il reddito sarà sui 4,5/5K netti), ma alla fine serve anche un po' di pragmatismo: sbattersi a guadagnare 6-7K netti al mese da trentenne, ma vivere in ristrettezze, per metterne via 5K/mese, per potersi permettere di essere rentier a 50 e passa anni (ossia sostanzialmente un pensionamento anticipato), va bene ma fino a un certo punto...per quanto si dica, i piaceri di quando si è giovani non saranno mai replicabili da molto più vecchi :o
bisognerebbe avere una vita alla Benjamin Button :(
 
Lo studio sotto casa lo avevo preso per lavorare più comodo senza andare in città e ho venduto le mura nessun avviamento
Bene più soldi da investire hai :$£
bisognerebbe avere una vita alla Benjamin Button :(

Esatto quando non tira più puoi anche ammazzarti

Occorre nascere ricchissimi, spendere tutto e morire nel pieno delle forze poveri.


La vecchiaia è orribile, puoi girarla come vuoi.
 
Per quanto mi riguarda la parte core del portafoglio di famiglia è costituita da obbligazionario governativo con tassi del 4%/5% , fatta eccezione per un piccolo chip sulla Telecom Finance 7,75% (unica corporate presente).

Si tratta in larga parte di BTP...purtroppo tale concentrazione viene meno alla regola della diversificazione (anche se la tassazione agevolata al 12,5% devo dire costituisce una gustosa ciliegina sulla torta) tuttavia al momento la situazione non mi consente di agire diversamente, perlomeno fino a quando sarà ancora in vita il mio anziano padre (ormai quasi 90enne). Senza più mio padre allora sarò nelle condizioni di prendere in considerazione ipotesi diverse, inclusa quella di iniziare a consumare il capitale non avendo eredi se non qualche figlio di qualche mio cugino, guardando ai posteri.

Le obbligazioni sono tutte a lunga scadenza ed anche in questo si tratta di una scelta obbligata poichè devo garantirmi una continuità nel cash-flow derivante dalle cedole. Non posso correre il rischio di comprare bond a breve scadenza per poi ritrovarmi magari tra 5/6 anni a dover rollare il portafoglio con un mercato dei tassi crollato anche solo al 2%.

Ciò non toglie che una parte dei miei investimenti (non certo quelli del mio anziano padre) per circa il 40% è costituita da azionario, sul quale intendo assolutamente puntare e che ritengo importanti anche per un rentier sufficientemente patrimonializzato
Conosco la tua situazione, alla fine sono anni che ci "conosciamo" qui sul forum...per me hai una gestione più che buona e condivisibile...l'unica cosa che mi sento di dirti è che se non hai eredi non ti dovresti preoccupare troppo di quanto fare fruttare i soldi perché alla fine secondo me ti basterebbero comunque
 
E pensare che c’è gente con vari milioni in banca, di 80 e passa anni, che ancora lavora 😆😆😆:LOL::LOL::LOL:
 
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