maucal
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Si so dove è ..ovviamente visto che a Cremona lavoroHo vissuto 9 mesi a Cremona durante il servizio militare
Caserma Col di Lana
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Si so dove è ..ovviamente visto che a Cremona lavoroHo vissuto 9 mesi a Cremona durante il servizio militare
Caserma Col di Lana
Dalle mie parti si dice "lasarù".
Si scherza ovviamente.
Per ora in scatoloni in uno scantinato
Per rientrare nella categoria "benestante" il patrimonio netto contanti non deve essere inferiore a quanto? 2kk andrebbe bene???Come ti ha spiegato correttamente @mgzr160 , fino all'introduzione della CIE sia "benestante" che "possidente" erano dichiarabili come professioni.
Al primo rinnovo della CI dopo aver terminato l'università e concomitantemente iniziato a vivere di rendita mi dichiarai "benestante", chiedendo alla funzionaria dell'anagrafe, come mio diritto, che tale status fosse registrato negli archivi ma non riportato sul documento d'identità.
Sempre a decorrere dal termine degli studi ho dichiarato la professione di "benestante" anche agli intermediari finanziari con cui opero, sia in fase di classificazione della clientela, sia nel rispondere al questionario antiriciclaggio: alcuni prevedono tale voce tra le risposte predefinite (talvolta come "benestante", talvolta come "benestante/possidente"), altri no, ma offrono la possibilità d'indicare manualmente una professione non presente in elenco.
E' la stessa caserma di Rocco Siffredi, bisognava avere doti particolari per entrarciHo vissuto 9 mesi a Cremona durante il servizio militare
Caserma Col di Lana
A mia moglie basta ed avanza questa, io non ho piu' nemmeno l'auto..Ma con il quiet luxury mi ci esce questa??![]()
Verrebbe da chiedere perché non se la comprano loro la casa, invece che buttare soldi in affitto.Io non lo avevo valutato come investimento sin quando mi sono imbattuto in case a questi prezzi nella mia città,nella sezione immobiliare per un po' postavo anche i link di quelli a cui facevo offerta. Nella via dove ho comprato ultimo appartamento a 16 Mila, vedo che ci sono un paio in vendita con prezzo di partenza tra 22 Mila e 25 Mila, appartamenti che si affittano in 2 giorni ,poi tra i 350 e i 400 euro al mese. Torno a dire a Milano non comprerei
Lo ho spiegato una volta: gli italiani in quella zona della città non comprano, perché ritengono che sia abitata da troppi stranieri.Verrebbe da chiedere perché non se la comprano loro la casa, invece che buttare soldi in affitto.
Esistono gruppi di zona su Facebook dove si regalano gli oggetti dei quali ci si vuole disfare, quando si tratta di ingombranti divani è anche comodo in quanto arrivano col furgone e se li portano via.Ti auguro di riuscire a piazzarli.
Io possiedo molti libri: ho provato a sentire tutte le biblioteche della zona anni fa, pur di evitare di buttarli, ma niente da fare.
Alla fine mi sono rassegnato e ora, man mano, li porto all'isola ecologica quando devo eliminarne un po'.
Prendi un camper e parti, l'Italia è luga e stretta, puoi passare una settimana in montagna e l'altra al mare con spostamenti di appena 80km.Ciao Rentier64, visto che anche io sto entrando nella tua situazione dopo accordo con il mio datore e 36 anni di lavoro, a fine anno chiuderò la mia posizione lavorativa. Mi fa molto paura cosa fare tutto il giorno senza le mie normali attività....credo che ne risentiro molto a livello morale....posso chiederti che consigli mi dai per superare questa situazione ?
Occorre fare una distinzione: un conto e la "professione" di benestante, che un tempo veniva dichiarata all'anagrafe per il rilascio della CI cartacea e tutt'ora va comunicata alla banca sia a fini di censimento anagrafico che in risposta al questionario antiriciclaggio.Per rientrare nella categoria "benestante" il patrimonio netto contanti non deve essere inferiore a quanto? 2kkk andrebbe bene???
Quando ho venduto l'ufficio ne ho messi molti in cantina, altri li ho buttati...forse dovrei passare al kindle o simili ma non mi sono ancora convintoTi auguro di riuscire a piazzarli.
Io possiedo molti libri: ho provato a sentire tutte le biblioteche della zona anni fa, pur di evitare di buttarli, ma niente da fare.
Alla fine mi sono rassegnato e ora, man mano, li porto all'isola ecologica quando devo eliminarne un po'.
Purtroppo è impossibile darti una risposta univoca: in ciascuna delle infinite volte in cui si è trattato l'argomento del patrimonio necessario per smettere di lavorare e ritirarsi a vivere di rendita non vi è stata univocità d'opinioni, sia che si ragionasse in astratto, sia che ci si confrontasse su casi concreti che ci sono stati sottoposti.Con il mio messaggio al post #1100 ho cercato di impostare una valutazione oggettiva della soglia patrimoniale/reddituale per poter vivere senza preoccupazioni economiche ed almeno in modo dignitoso (per dare una definizione di reddito dignitoso, dal punto di vista statistico, la spesa mediana indicata dall'istat per ciascuna categoria anagrafica e geografica dovrebbe essere un valore insindacabile).
Da alcuni è stato scritto che questi argomenti sono già stati dibattuti in altre sedi, per cui spero che gli utenti storici mi possano fornire una succinta sintesi, non della loro personale interpretazione, ma delle conclusioni a cui era arrivata la maggioranza dei partecipanti alla discussione, con un taglio diciamo giornalistico. Non ricordo chi abbia fatto l'esperimento ma so che per stimare il numero di palline in un grande contenitore (oppure il peso di un bovino) la stima media della maggioranza è abbastanza accurata.
Chi è già "rentier" lo sa, ciascuno ha la propria storia e non ha certo bisogno di trovare una definizione alla sua condizione e la vive a modo suo, perchè c'è chi "vive di rendita" e chi "sopravvive di rendita". Che ci sia il rentier "aristocratico", il fire "popolare", o altre categorie, a me non interessa più di tanto, nel senso che sono tutti esseri umani che cercano di vivere la vita al meglio delle proprie possibilità, sapendo che però fanno parte di una minoranza rispetto al resto della popolazione che è costretta a lavorare per arrivare alla fine del mese.
Ad essere sincero a me la disquisizione sulla definizione di rentier non interessa molto e chiedo venia se è passato questo messaggio quando si parlava della carta d'identità. E nemmeno mi interessa molto la discussione colloquiale sugli stili di vita o come spendere il proprio tempo, la prima parte mi sembra classista e la seconda esistenziale, ma vi leggo in ogni caso abbastanza volentieri.
Per evitare di nuovo fraintendimenti il mio non è un invito ad iniziare una raccolta dati dove ciascuno "spara" la propria valutazione personale, mi interessa solo capire la conclusione succinta a cui si è arrivati in precedenti capitoli anche in altre sedi. Se serve di nuovo ad evitare incomprensioni magari specificate se ci si riferisce al rentier "aristocratico" o al fire "popolare". E se riportate le conclusioni a cui è arrivata la maggioranza nelle vecchie discussioni nessuno potrà accusare chi scrive la sintesi di partigianeria, al massimo Vi potrà imputare di essere un pessimo "giornalista"![]()
Anche se la caratterizzazione comportamentale data da @rentier64 è la più accurata che si possa dare. La formalizzazione di un criterio quantitativo mi sembra un passo necessario, anche se limitato.Con il mio messaggio al post #1100 ho cercato di impostare una valutazione oggettiva della soglia patrimoniale/reddituale per poter vivere senza preoccupazioni economiche ed almeno in modo dignitoso (per dare una definizione di reddito dignitoso, dal punto di vista statistico, la spesa mediana indicata dall'istat per ciascuna categoria anagrafica e geografica dovrebbe essere un valore insindacabile).
Una sola osservazione metodologica.Purtroppo è impossibile darti una risposta univoca: in ciascuna delle infinite volte in cui si è trattato l'argomento del patrimonio necessario per smettere di lavorare e ritirarsi a vivere di rendita non vi è stata univocità d'opinioni, sia che si ragionasse in astratto, sia che ci si confrontasse su casi concreti che ci sono stati sottoposti.
L'unico parametro riconosciuto unanimemente come valido è il "fine vita", posto convenzionalmente a 100 anni di età; al contempo tutti convengono che il prelievo annuo medio, adeguato all'inflazione, diverso da persona a persona, vada stimato per eccesso, che oltre alle spese ordinarie ed alle straordinarie ricorrenti vengano ripartite su di esso anche le spese straordinarie episodiche (acquisto auto, manutenzioni straordinarie rilevanti della casa) e che si debba considerare un accantonamento per eventi straordinari non prevedibili.
Oltre a ciò, tutti concordano sullo stimare in modo prudenziale il rendimento netto atteso dal proprio capitale investito ed in modo pessimistico l'inflazione attesa futura, ma ciascuno formula, legittimamente, una propria personale stima di questi parametri essenziali.