Il problema di scegliere il nostro miglior trading system

Ramset ha scritto:
Ehi grandi matematici, a me non sembra cosi facile calcolare lo sharpe, per mia ignoranza ovviamente, potete gentilmente spiegare per i meno sapienti come me, come si fa a calcolare lo sharpe o ancora meglio allegare un file di excel per calcolarlo?


http://www.grtrends.com/sg/sg_sharpe.html

Credo sia spiegato bene .... :D
 
kermitt ha scritto:
nell’ esempio “B” un rendimento del 4% od anche del 2% altera sostanzialmente la volatilità
Erano solo degli esempi introduttivi.
Nei prossimi che potrei preparare sarebbe interessante un paragone tra Sharpe vs. Shadwick in TS con media e varianza costante.
ciao
 
Io ho un quesito per i matematici: come è meglio comportarsi per il calcolo di sharpe su un periodo piuttosto lungo.

Se si calcola per un ts sul nasdaq periodo 5 anni c'è stata una notevole variazione dei tassi con Greenspan che ci ha dato dentro, in europa un pò meno ma i rendimenti del bot sono scesi quindi il freerisk varia. Cosa è meglio fare ?
Spezzare il ts in periodi di lunghezza pari alla durata del periodo tassi=3 tassi=2.50 tassi=2 ecc. ecc. e quindi ottenere diversi valori o piuttosto interpolare il freerisk del periodo in analisi per ottenere un solo valore sharpe ?

:mmmm:

Spero sia chiaro quel che ho scritto.
 
Non mi ricordo di aver letto mai nessuna assunzione particolare sull'input del tasso privo di rischio nella formula di Sharpe.
Quindi conviene utilizzare il principio di parsimonia del monaco Guglielmo da Occam: una media costante per tutto il periodo di riferiemnto, a meno che non insorga la necessita' di calcolare periodi cosi' lunghi che comunque richiederebbero analisi disaggregate.
Ciao PAT
 
Scusate, premetto che non voglio assolutamente polemizzare, ma al momento io non sono ancora convinto che sia corretto utilizzare lo sharpe per valutare la bontà dei t.s. o per stilarne una "classifica"(di qualsiasi natura essi siano).

Rifacendomi agli esempi presenti nel link postato da Kalos, e SE - notare il maiuscolo.. :cool: - ho ben capito come và calcolato, ho rifatto un semplice esempio di 2 t.s. con rapporti rischio/rendimento identici; se applico su "B" la metà della liquidita che applico su "A", ho esattamente gli stessi rendimenti e rischi.

Utilizzando invece lo sharpe, ho teoricamente un rapporto rischio/rendimento superiore nel t.s. "B", ma solo in teoria...cos' è che mi sfugge?... :mmmm:

Ipotesi...forse che lo sharpe index sia adatto a classificare i rapporti rischio/rendimento dei fondi comuni, magari obbligati ad impegnare tutta la liquidità disponibile, ma totalmente inadatto a giudicare dei t.s. gestiti da privati con flessibilità di gestione impensabile nei fondi?

Un' esempio: per comprare i bot sono necessari i soldi, per applicare un t.s. il trader privato può sfruttare la leva...quindi che senso ha detrarre dal rendimento del t.s. il rendimento teorico dei bot?

Io ho come l' impressione che si cerchi sempre di replicare metodi e metri di giudizio utilizzati dai "Big", forse nella convinzione che essendo professionisti la cosa + logica per guadagnare in borsa sia cercare di emularli...ma come già detto, abbiamo obiettivi, costi e metodi di gestione troppo diversi...

A meno che l' obiettivo finale non sia di mettere a punto dei t.s. destinati agli istituzionali; in questo caso la logica sarebbe corretta e non ci sarebbe tra l' altro niente di male, ma allora sarebbe forse meglio specificare a quale utilizzo siano destinati i metodi ed i parametri di giudizio di cui si discute.
 

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mitile allegro ha scritto:
Io ho come l' impressione che si cerchi sempre di replicare metodi e metri di giudizio utilizzati dai "Big", forse nella convinzione che essendo professionisti la cosa + logica per guadagnare in borsa sia cercare di emularli...ma come già detto, abbiamo obiettivi, costi e metodi di gestione troppo diversi...

Penso che tu ti sia rivolto a me, quindi mi sento obbligato ad una risposta.
In questo caso specifico dell'indicatore di rischio Omega, è proprio vero il contrario di quanto tu asserisci.
Per la valutazione del rischio tutta l'industria del risparmio gestito, cioè i "Big" (fondi comuni, gestioni patrimoniali, hedge fund, etc.) si affida a Sharpe in primis, poi Treynor, Sortino etc.
Se fosse vero il contrario di quanto sostengo adesso - e le tue obiezioni fossero allora verosimili - allora piacerebbe anche a me poter leggere qualcosa di diverso dai Big, cioe' qualcosa di diverso da quanto mi viene continuamente proposto nei foglietti illustrativi che mi arrivano solerti nella cassetta della posta da parte dei fondi comuni che ho sottoscritto.

mitile allegro ha scritto:
A meno che l' obiettivo finale non sia di mettere a punto dei t.s. destinati agli istituzionali; in questo caso la logica sarebbe corretta e non ci sarebbe tra l' altro niente di male, ma allora sarebbe forse meglio specificare a quale utilizzo siano destinati i metodi ed i parametri di giudizio di cui si discute.

Anche nell'obiettivo dell'uso di Omega sono stato frainteso.

Esistono perlomeno tre livelli di definizione del rischio che chiamero' arbitrariamente:
A) IARE (Ignoring Any Risk Exposure)
B) gli istituzionali, che vedono sempre un mondo gaussiano (Sharpe) anche se poi, sotto sotto, non ci credono essi stessi
C) coloro che vedono nella creazione di nuovi modelli di controllo di rischio nei trading system dei tentativi per affinamenti progressivi della conoscenza del mondo empirico.

Uno poi puo' decidere autonomamente a quale livello posizionarsi.
L'importante e' una corretta informazione per poter avere la libertà di decidere.
Decidere senza conoscenza non appartiene alla libertà di scelta.

Ciao PAT
 
volevo solo aggiungere che Omega è gia' stato superato da nuovi e piu' generalisti sistemi di simulazione vera e propria ,del rischio

infatti nel sistema di costruzione si è cercato di implementare la parte riguardante un "possibility actions in progress" o un "event significatively"

sto copiando di sana pianta
da un papero fresco di giornata o quasi


ma alla fine questa è roba per corazzate , con capitalizzazioni notevoli

siamo sicuri che siano interessanti e utilizzabili per il trader da tol commerciale :confused:

a me pare che si esageri
 
Grandu ha scritto:
volevo solo aggiungere che Omega è gia' stato superato da
la scienza procede sempre in questo modo.


Grandu ha scritto:
sto copiando di sana pianta
da un papero fresco di giornata o quasi

E' pubblico ? Hai il link ?
 
P.A.T. ha scritto:
Penso che tu ti sia rivolto a me, quindi mi sento obbligato ad una risposta.
In questo caso specifico dell'indicatore di rischio Omega, è proprio vero il contrario di quanto tu asserisci.
Per la valutazione del rischio tutta l'industria del risparmio gestito, cioè i "Big" (fondi comuni, gestioni patrimoniali, hedge fund, etc.) si affida a Sharpe in primis, poi Treynor, Sortino etc.
Se fosse vero il contrario di quanto sostengo adesso - e le tue obiezioni fossero allora verosimili - allora piacerebbe anche a me poter leggere qualcosa di diverso dai Big, cioe' qualcosa di diverso da quanto mi viene continuamente proposto nei foglietti illustrativi che mi arrivano solerti nella cassetta della posta da parte dei fondi comuni che ho sottoscritto.



Anche nell'obiettivo dell'uso di Omega sono stato frainteso.

Esistono perlomeno tre livelli di definizione del rischio che chiamero' arbitrariamente:
A) IARE (Ignoring Any Risk Exposure)
B) gli istituzionali, che vedono sempre un mondo gaussiano (Sharpe) anche se poi, sotto sotto, non ci credono essi stessi
C) coloro che vedono nella creazione di nuovi modelli di controllo di rischio nei trading system dei tentativi per affinamenti progressivi della conoscenza del mondo empirico.

Uno poi puo' decidere autonomamente a quale livello posizionarsi.
L'importante e' una corretta informazione per poter avere la libertà di decidere.
Decidere senza conoscenza non appartiene alla libertà di scelta.

Ciao PAT

Grazie per la risposta Pat, ma non era una domanda rivolta specificamente a qualcuno...cmq. io parlavo dello sharpe index...

Il punto da chiarire per me rimane questo: ha senso, per stabilire un corretto rapporto rischio rendimento, detrarre il rendimento a rischio zero per es. dei b.o.t.?
In un' ottica di trading gestito dal trader casalingo?

?
 
P.A.T. ha scritto:
Per la valutazione del rischio tutta l'industria del risparmio gestito, cioè i "Big" (fondi comuni, gestioni patrimoniali, hedge fund, etc.) si affida a Sharpe in primis, poi Treynor, Sortino etc.
Ma le più grandi porcherie se vogliamo dirla tutta le perpetrano usando l' alfa di jensen a loro poveri cocchi basta mettersi a benchmark, ma basterebbe calcolare il vero extrarendimento (quello reale) attraverso l' information ratio e si avrebbero subito argomenti molto convincenti per la confutazione di certe "comunicazioni" chiamiamole così và, che rendiconti mi sembra eccessivo !
P.A.T. ha scritto:
gli istituzionali, che vedono sempre un mondo gaussiano (Sharpe) anche se poi, sotto sotto, non ci credono essi stessi

azz sono pure d' accordo su questo .... :eek:

M
 
mitile allegro ha scritto:
Grazie per la risposta Pat, ma non era una domanda rivolta specificamente a qualcuno...cmq. io parlavo dello sharpe index...

Il punto da chiarire per me rimane questo: ha senso, per stabilire un corretto rapporto rischio rendimento, detrarre il rendimento a rischio zero per es. dei b.o.t.?
In un' ottica di trading gestito dal trader casalingo?

Direi che e' una sofisticazione eccessiva.
Lo Sharp index e' gia' un ottimo indicatore nel semplice rapporto tra la media dei gain/radq(varianza).
Pero' egualmente anche in questa forma semplificata lo Sharp Index presenta molti difetti, due dei quali problematici:
- misura un mondo ideale gaussiano, mentre Omega misura la reale distribuzione empirica del proprio trading system
- tratta allo stesso modo le perdite e i guadagni. Esiste qualche trader che sarebbe davvero preoccupato da una coda grassa positiva ? :D
L'analista tecnico Frank Sortino (autore anch'esso di un altrettanto noto indice di performance) ritiene che il trader casalingo debba essere preoccupato dai solI DD negativi del proprio TS, che sono gli unici a dover entrare di buon diritto in un computo.

Ciao PAT
 
Ancora un'osservazione.

Confesso che mi aveva colpito una particolare affermazione del professor William Shadwick a proposito del suo indicatore Omega:

Presi due "asset" (azioni,fondi, trading system, etc.) quello che presenta il valore maggiore di Omega e' letteralmente UNA SCOMMESSA MIGLIORE

per i motivi gia' precedentemente richiamati e di nuovo riassunti in questo slide.

Ma sara' vera questa affermazione? :confused:

Secondo me non proprio, perche' ho ossevato che Omega è anche un ottimo indicatore di frontiera efficiente, come faro' vedere nel seguito.
 

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Prendiamo due diversi trading system, A e B che presentano stesso rendimento, stessa media ma diversa varianza.

B ha una volatilita' maggiore di A (ho imputato due dati diversi nei due giorni contrassegnati in giallo). Quindi secondo lo Sharpe Index,
A (0,75) è preferibile a B (+0,56),
poiche' garantisce lo stesso rendimento con minore volatilita'.

Con Omega avverrà la stessa preferenza ordinale ? Non sempre, vedremo che dipendera' dall'obiettivo che si prefigge il trading system, ma - ed è qui il bello di Omega- senza assumere alcuna preferenza riguardo la funzione di utilita' del trader.

Cosa vuol dire la funzione di utilita', in soldoni ?

Ad uno puo' piacere un trading system in martingala, che vince sempre salvo rarissime sconfitte, un altro mira al 100% all'anno, un altro ancora il 20 % all'anno con bassissima volatilita' (esempio Kermitt), etc.

Ognuno è fatto a modo suo, ognuno ha una diversa propensione al rischio in ordine alla sua funzione personale di utilita' e molto spesso chi acquista dei segnali a pagamento non si accerta preliminarmente di far presente al venditore di segnali la sua specifica funzione di utilita'.

La cosa interessante è che Omega prescinde dalla funzione di utilita' dell'investitore con la richiesta di un "rendimento obiettivo" che non e' presente nello Sharpe Index.
 

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Mentre con Sharpe il trading system A e' sempre preferibile a B, con Omega la decisione entra nel campo delle problematiche inerenti la frontiera efficiente dei trading system.

A seconda dell'obiettivo annuale di rendimento che si prefigge il trader le preferenze si invertono dopo una certa soglia.

Con un obiettivo +15% B sopravanza A nell'Omega Index.

E per finire - ancora piu' in basso - un ultimo grafico dello slide che illustra una delle possibile applicazioni di Omega a cui mi sono richiamato all'inizio, ovvero il calcolo di un modello di frontiera efficiente tra due diversi trading system.
 

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In un prossimo futuro uno dei miei buoni propositi sarà quello di cercare di mettere in uno spazio web pubblico l'applicativo di Omega che genera il calcolo della frontiera efficiente in ambiente Excel Vba tra due diversi trading system, come capirete agevolmente nella slide qui sotto.

Spero che i detrattori di di Omega portino pazienza verso di me :) , ma questo indicatore mi appare decisamente stimolante dal punto di vista applicativo (uso contemporaneo di due trading system, sinergie, ottimizzazione del capitale, calcolo del rischio sulle effettive distribuzioni reali con i relativi paperi neri, etc.)

Un saluto PAT
 

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nat64 ha scritto:
Lati negativi ,sicuramente e' la complessita' di calcolo che richiede conoscenze di calcolo delle probabilita' ,a livello se non proprio advanced perlomeno expert e non proprio alla portata del trader quadratico medio,rispetto lo Sharpe quasi banale nel calcolo come sostiene Kermitt .

Tu dici che per leggere i risultati dell'indicatore Omega e' richiesta la conoscenza di calcolo delle probabilita'.

Una conoscenza minima, molto banale, unita a qualche altra elementare conoscenza di geometria analitica.

Non è ipotizzabile che un progettista di trading system odierno -anno corrente 2005 con obbligo di frequenza scolastica fino a 18 anni - non abbia sostenuto positivamente almeno gli esami di maturita' di scuola media superiore, per superare i i quali costui aver imparato forzatamente qualche rudimento di geometria analitica, di per sè sufficiente per affrontare tematiche come Omega e tante altre.

In un suo famoso libro, Paul Wilmott, uno tra i più noti Analisti Tecnici, afferma che le conoscenze necessarie per affrontare la finanza quantitativa sono ristrettissime. In pratica occorre conoscere solo tre concetti di base (per chi fosse interessato possiamo discuterne a parte).

Poi certamente esistono anche dei laureati "divulgatori" in materie scientifiche come certi econometristi che predicano l'efficacia della figura della tazza con il manico, degli ingegneri che predicano l'efficacia della teoria delle fluttuazioni statistiche di Fuller per sbancare il casinò di Campione.

Sono tutte persone che avrebbero delle conoscenze per insegnare delle cose valide, ma preferiscono uniformarsi al mercato delle vacche, di coloro che hanno bisogno di credere che in borsa si vinca quasi sempre e in modo facile.

La Borsa e' indiscutibilmente un mercato alimentato dalla domanda, a fronte della quale l'offerta stenta ad essere esauriente ed ha la necessita' continua di creare dei nuovi "formatori" che spuntano come funghi.

Infatti sembra che basti dichiarare di sapere insegnare qualcosa di Borsa e tutti i salumieri, posteggiatori e bidelli accorrono come mosche, quando invece avrebbero già dalla formazione scolastica di base disponibili tutti gli elementi critici per poter essere scettici sull'utilita' di molte tecniche di Borsa che vengono insegnate.
 
P.A.T. ha scritto:
. Esiste qualche trader che sarebbe davvero preoccupato da una coda grassa positiva ? :D
L'analista tecnico Frank Sortino (autore anch'esso di un altrettanto noto indice di performance) ritiene che il trader casalingo debba essere preoccupato dai solI DD negativi del proprio TS, che sono gli unici a dover entrare di buon diritto in un computo.


No, no per favore Frank Sortino mettiamolo insieme a tipi come Murray Ruggiero, Ralph Vince etc. e lasciamolo agli analizzatori tecnici . . . :no:
È sbagliato – imo – considerare solo le perdite e non anche le eventuali fat tails positive. Siccome il numero di trades non è mai molto elevato e i guadagni dipendono più dalla volatilità che non dalla capacità di previsione del TS, la stessa volatilità può causare eventi simmetrici negativi.
Quanto a Shadwick il suo “indicatore” omega è troppo inutilmente complicato e pretenzioso, ma sarò disponibile a cambiare idea quando assegneranno anche a lui un Nobel per l’ Economia. Nel frattempo mi accontento del vecchio e forse superato indice di Sharpe calcolato senza tener conto del risk free, anche per venire incontro alle giuste osservazioni del mollusco marino . . . :D
 
nat64 ha scritto:
Immaginando di considerare due TS che alla fine riportano a zero l'equity finale con due varianze molto diverse tra loro i due Sharpe saranno pressoche' uguali a zero per entrambi (considerando un free risk piuttosto piccolo)non accorgendosi delle diverse situazioni di rischio.


Sono d’ accordo che l’ indice di Sharpe sia inadeguato in certe situazioni.
Secondo me una delle tante possibili soluzioni potrebbe per es. essere quella di prendere in considerazione oltre allo Sharpe Index altre variabili caratteristiche di un TS ( Profit Factor, % trades vincenti; MDD etc. ) e definire i valori delle stesse che dovrebbe assumere un TS ideale. Dopo di che per valutare la bontà di un TS basterebbe misurarne la distanza ( tra vettori ) rispetto al TS ideale.
C ‘è qualcuno disponibile a formare un gruppo di lavoro per una siffatta ricerca ?
 
kermitt ha scritto:
È sbagliato – imo – considerare solo le perdite e non anche le eventuali fat tails positive. Siccome il numero di trades non è mai molto elevato e i guadagni dipendono più dalla volatilità che non dalla capacità di previsione del TS, la stessa volatilità può causare eventi simmetrici negativi.

D'accordo, anche a me non piace il Sortino Ratio e non ne ho mai fatto uso.

kermitt ha scritto:
Quanto a Shadwick il suo “indicatore” omega è troppo inutilmente complicato e pretenzioso, ma sarò disponibile a cambiare idea quando assegneranno anche a lui un Nobel per l’ Economia

Come tu ben saprai, i premi Nobel vengono assegnati anche dopo una decina, talvolta anche una ventina di anni dopo che certi lavori sono stati resi noti.

Avremo tempo entrambi di vivere fino al 2022, visto che Shadwick ha pubblicato Omega nel 2002 ? :) OK!

In tale ipotesi, altro rischio conseguente è l'assegnazione dei premi Nobel per dei lavori che nel frattempo sono stati ampiamente superati.
Esempi tipici che mi vengono adesso in mente sono stati:
- il Nobel a Sholes per un lavoro del 1972 (!), quando oramai nessuno gia' credeva piu' al processo di diffusione casuale attraverso il modello del moto browniano simulato
- il Nobel del 2003 a Engle per la famosa "Cointegrazione", lavoro presentato se non ricordo male nel 1985, quando nel 2003 il suo primordiale Test sulle radici unitarie e' stato sostituito in toto dal test di Johansen (che pero' aspetta ancora il Nobel..)

L'assegnazione dl Nobel non mi pare decisamente un buon criterio, vista la secolarizzazione della Accademia Nazionale di Svezia.
Nessun dubbio da parte mia sulle qualita' del prof. Shadwick, anni luce lontano da matematici "folk" quali Pring, De Mark e Bollinger.


kermitt ha scritto:
Nel frattempo mi accontento del vecchio e forse superato indice di Sharpe calcolato senza tener conto del risk free, anche per venire incontro alle giuste osservazioni del mollusco marino . . . :D

Secondo me sbagli di grosso a considerare Omega troppo complicato, vista la tua superba preparazione e competenza in materia di modellizzazione finanziaria.

Ti invito a tener presente, tra tutte, almeno due proprieta' innovative del ratio Omega:
1) la possibilita' di comparare due trading system lungo tutta la scala di rappresentazione dei rendimenti attesi.
Casomai questa proprieta' cercherò di spiegarla meglio nel seguito.
Una delle proprieta' interessanti che ho notato in Omega e' il suo valore di 1 quando il rendimento atteso dal trading system è posizionato al centro della distribuzione, esattamente nella sua media.
2) Qualunque sia il rendimento atteso da parte del progettista del trading system, TUTTI i trading system possono essere sortati in ordine di preferenza con Omega.
Come ben sai, nello Sharpe questo ordinamento e' impossibile, visto che un trading system non puo' avere mai l'indice di Sharpe negativo.
 
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