Inflazione-livello dei prezzi-banche centrali

chi ha un mutuo teme il rialzo dei tassi, chi ha dei risparmi liquidi teme che i tassi non siano alzati, con un'inflazione al 10% i risparmi sono carta straccia, e questo non è tollerabile. Se uno ha 200K liquidi con il 10% di inflazione perde 20K. Esistono depositi vincolati e BTP, ma risolvono il problema solo in parte e comportano di vincolare il capitale.
solo per precisare:

- chi ha un mutuo a tasso Variabile teme il rialzo dei tassi. chi aveva fatto un fisso sotto al 2% deve solo accendere un cero alla Madonna!
- chi deve/vorrebbe acquistare casa accendendo un mutuo teme il rialzo dei tassi, già alti attualmente
 
Jp Morgan: la stoccata di Jamie Dimon alla Fed

video di qualche tempo fa. Ogni tanto Jamie Dimon si esprime quasi come se fosse un banchiere centrale.

L'ideale, già da qualche tempo, sarebbe riuscire a spaventare un po' i mercati, paventando una crisi magari bancaria ed anni bui per favorire un rallentamento economico e contenere l'inflazione. Secondo me Dimon ogni tanto dà una mano, la politica monetaria è fatta anche di comunicazione. Pure il nostro Mario Seminerio sarebbe ora utilissimo in America. (nostro nel senso di italiano)

Così nei prossimi mesi le aziende americane potranno proseguire nel ristrutturarsi (licenziare), favorendo cali nelle richieste salariali per poi, si spera, riniziare un nuovo ciclo espansivo...
 
Un possibile scenario è questo:

ancora un rialzo dei tassi Usa, da 0,25 con economia ed inflazione che rallentano causa crisi bancaria. Crisi bancaria che non si aggrava particolarmente, ma che è sufficiente per favorire limiti al credito.

In questo caso, raggiunti rallentamento economico e calo dell'inflazione e la fed dovrebbe limitare e poi abolire la retorica anti mercato. Durante la ripresa (2024), la ripresa economica non dovrebbe esser favorita da tagli dei tassi o al massimo 2 da 0,25. L'idea di base dovrebbe nuovamente esser quella di favorire a parole, rassicurando i mercati e gli investitori e diffondendo un certo ottimismo ed aspettative di crescita con moderata inflazione. Poi è ovvio, nel caso in cui divenga strattamente necessario, la fed taglierà nettamente i tassi, ma l'idea di base, nel caso di ripresa economica dovrà appunto esser quella di favorire il più possibile a parole, agendo il meno possibile tramite taglio dei tassi.

Naturalmente è solo uno scenario ipotetico, utile per qualche ragionamento, le cose possono andare in maniera molto diversa, Alcuni scenari possibili:

1) No crisi bancaria, economia americana forte, inflazione Us che cala molto lentamente, tassi leggermente oltre le aspettative

2) Crisi bancaria con contagio, recessione Us, tassi in calo rapido

3) Scenario intermedio, quello su cui secondo me più o meno punta la fed e che ho descritto negli ultimi messaggi. (crisi bancaria ed economica modesta ma sufficiente per contenere l'inflazione; solo più uno, max 2 rialzi da 0,25, poi magari un taglio a fine anno od inizio 2024. Aziende che in questi 6 mesi si ristrutturano, licenziano e poi si riparte). Mi pare anche lo scenario più favorevole ai mercati, quello che i mercati per ora paiono festeggiare
 
buoni dati sull'inflazione Us: Calendario economico | Dati macroeconomici oggi - Investing.com

dati che per ora sono in linea con lo scenario descritto nei messaggi precedenti, il migliore per i mercati.


Possibile che, come appunto scritto in messaggi precedenti, Powell già da ora non senta più la necessità di frenare i mercati, si entra in una nuova fase.
 
Anche oggi buoni dati Us, a conferma dello scenario "centrale" descritto in messaggi precedenti (moderazione della crescita economica Us indotto probabilmente in gran parte dalla piccola, ma opportuna, crisi bancaria)

Per dati "buoni" intendo le richieste di sussidi di disoccupazione sopra le attese e il dato sull'inflazione:

Stati Uniti - Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione
Stati Uniti - Indice dei Prezzi di Produzione (Mensile)

mercati Us in festa per le conferme sullo scenario

Buon lavoro di Powell, Yellen, con la collaborazione di Dimon


Se tutto va come si può sperare Powell potrebbe, come già scritto:

1) Cessare di tentare abbattere i mercati

2) Rialzare ancora di 0,25, ma dipenderà dai dati, la fed non può più continuare a dire che il percorso di rialzi è lungo ed i mercati non lo prezzano e bla bla bla, poichè lo scopo inizia ad esser raggiunto. Fed a parole neutrale sui mercati, nei fatti favorevole

3) Potrebbero appunto passare alcuni mesi con tassi costanti, per poi vedere come si prosegue coi dati su inflazione e crescita economica

4) Primo taglio tassi tra dicembre e febbraio di 0,25; ma in generale non credo sia probabile un ritorno a breve ai tassi bassi visti nell'ultimo decennio. Lo scenario (rapporti internazionali tra paesi leggermente deteriorati, spesa pubblica elevata e difficile da contenere, Cinesi meno disponibili rispetto ad anni fa a lavorare per un tozzo di pane; incrementi spesa militare ) mi pare più coerente con livelli di inflazione e tassi leggemente più elevati che nell'ultimo decennio. Personalmente credo sia per ora rischioso comprare certi bond a lunghissima scadenza con rendimenti che personalmente trovo bassi (ma so bene quanto il futuro sia imprevedibile, possibilissimo che sbagli completamente), magari saliranno, ma perchè preferirli ad altro?

5) Powell dovrà rimandare il più possibile i tagli dei tassi, potrà (prima di tagliare) incoraggiare i mercati a parole, rassicurare, insomma, diffondere ottimismo e solo quando strettamente necessario, tagliare.


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Scenario chiaramente ipotetico, utile per ragionare sulle questioni, non per prevedere, non ha neppure senso pensare di poter prevedere il futuro
 
Secondo me un altro rialzo di 0.25 ci sarà.... occhio al prezzo del petrolio che gli opec remano contro.
 
opec, petrolio...ma non solo. Direi che in generale si sono rafforzati in più paesi sentimenti e logiche nazionalistiche. In un tempo piuttosto breve sono cambiati i rapporti con la Cina, con la Russia, ma anche in Europa non mi pare che la situazione favorisca maggior integrazione: l'est va verso nazionalismi diversi (Ungheria, Polonia), la Turchia per i fatti suoi. Rapporti meno distesi tra nazioni e soprattutto più incerti e variabili in maniera meno prevedibile, potrebbero favorire minor crescita economica e disordini interni ai paesi. Vi sarà proprio meno collaborazione tra paesi e gruppi su numerose questioni
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Negli Us tra un po' dovranno affrontare l'aumento del tetto del debito, questione politica che non è detto si risolva senza tensioni. Biden potrebbe pensare ad un piano di notevole spesa pubblica, già pensando di dover poi concedere ampli tagli in fase di trattativa... Senza esagerare, poichè regalerebbe una vittoria ai repubblicani
 
Ultima modifica:
credo si possa ora ritenere confermato che la "grande" crisi bancaria di cui si è parlato le settimane passate (principali banche coinvolte SVB negli Us, Credit Suisse, Deutsche Bank in Europa) è in realtà stata una modesta crisi, opportuna per favorire (perlomeno negli Us) il contenimento dell'inflazione. E' quindi stata opportunamente ingigantita ed è perciò stata un'eccellente occasione d'acquisto titoli. Ad esempio: Azioni Western Alliance in Borsa | Quotazione NYSE: WAL - Investing.com
più 18% after hour, dopo i dati trimestrali
 
Si noti come in Europa manchi completamente la capacità di accompagnare e gestire il ciclo economico, e non potrebbe che esser così. Negli Us si può ritenere che numerose aziende sfrutteranno (lo stanno già facendo) questo periodo di lieve rallentamento della crescita per ristrutturarsi, per licenziare e riorganizzarsi in maniera efficiente. In questo modo favoriscono il contenimento dell'inflazione e si potrebbe così arrivare, tra qualche mese, ad avere inflazione sotto controllo negli Us, tassi largamente tagliabili, in caso di necessità, ed aziende in un certo senso riorganizzate e pronte a ripartire per un nuovo ciclo espansivo, (si spera).

Deve però esser consentito, questo ciclo, non si deve ritenere di annullarlo a botte di incrementi della spesa pubblica quando l'economia rallenta
 
riporto qualche considerazione presentata in altri 3d sulla possibile diffusione di valute alternative al dollaro.

Cosa potrebbero fare Cina, India, Brasile, Sud Africa, Russia e magari altri paesi?

Potrebbero pensare di commerciare direttamente in valute proprie: il Brasile (una società brasiliana) compra in India, paga in Real e poi vi sarà qualche società Indiana che importa dal Brasile, le bilance commerciali vengono mantenute vicine all'equilibrio e va tutto bene. In realtà no, uno dei tanti problemi è che fare contratti in Real, Rupie, Zar ecc con pagamenti diluiti negli anni è molto difficile, vista la volatilità di alcune di quelle valute.

Allora quei paesi potrebbero commerciare tra di loro scambiandosi valute locali, Real, Rupie ecc, ma con prezzi fatti in dollari e con pagamenti in valute locali al cambio corrente al momento del pagamento. Così l'India compra petrolio brasiliano, fa contratti di lungo periodo e paga in Rupie l'importo da saldare, che è fissato in dollari americani.

Però con un meccanismo di questo tipo che fissa dei prezzi, li lega a qualcosa, indipendentemente da quanto un paese importa/esporta, non sarebbe più possibile mantenere bilance commerciali in equilibrio tra quei paesi.

E quindi qualcuno di quei paesi avrebbe surplus commerciale e dovrebbe accumulare valuta estera. Ma la Cina si fida ad accumulare Real, Rupie ecc? E che se ne farebbe? Dovrebbe poterli reinvestire in titoli di qui paesi...

Complicato, rispetto al semplice uso del dollaro.

Dovrebbe nascere un "ente centrale" che regola le transazioni, compensando le transazioni di giorno in giorno. Ogni giorno vi saranno n miliardi di import o export tra Cina e Brasile...

Ma la fiducia resterebbe un problema assolutamente importante: chi si fida ad accumulare miliardi in valute o titoli di paesi come il Sud Africa?

Potrebbe tornar in questo caso utile l'oro: ciascuno di questi paesi "versa" 5000 tonnellate d'oro all'ente centrale che compensa ogni giorno le transazioni. Se la Cina ha surplus commerciale col Brasile, invece di accumulare un miliardo di real, incassa un credito col Brasile, garantito dall'oro depositato dal Brasile. Oppure incassa per metà real che accumula e per metà un credito garantito dall'oro.

In questo modo potrebbero "fare" i prezzi in dollari, saldando in valute locali al cambio corrente, ed avere bilance commerciali non in pareggio.

Sarebbe un sistema sostenibile sul lungo periodo ? Non credo, per vari motivi, sarebbe via via necessario integrare le quantità d'oro versato a garanzia man mano che i deficit commerciali erodono la garanzia e poi nei casi di crisi economica/svalutazioni sorgerebbero dei problemi.

Potrebbe però esser l'inizio di un sistema che dovrebbe poi esser modificato e migliorato.

In alternativa potrebbero evolvere verso una yuanizzazione simile alla dollarizzazione, ma servirebbe la volontà politica ed un deficit commerciale cinese.

Molto più probabilmente non vi saranno grandi idee nè sconvolgimenti nè grandi progetti, ma piccoli accordi temporanei tra paesi
 
in generale, in qualsiasi modo si voglia pensare di rinunciare al dollaro, si va a finire in sistemi ricchi di complicazioni e rischi.

E' sostanzialmente impossibile creare in tempi brevi un sistema fluido, alternativo al dollaro. Se Cina, Russia, India, Brasile, Sud Africa iniziassero a commerciare in valute locali, con bilance commerciali sostanzialmente in pareggio, non avrebbero particolari accumuli di valuta estera. Ma è veramente difficile pensare che possano esservi accordi commerciali, contratti di lungo periodo in quelle valute, troppo volatili e poco diffuse.

Un dollaro vale...un dollaro, ed è l'unica valuta che ha il "suo" valore. Un dollaro vale un dollaro, mentre un real non vale un real; un real vale 0,2 dollari. Una lira turca vale un ventesimo di dollaro.

E perchè diciamo che il Rublo è volatile? Non sarà invece il dollaro ad esser volatile, il suo valore rispetto al rublo varia assai.

Ed il bitcoin? Ha un valore volatile? E perchè non diciamo che è invece il dollaro ad avere un valore assai volatile, essendo così variabile il tasso di cambio col bitcoin?

Non è una scelta puramente convenzionale: è il bitcoin ad essere volatile, e non il dollaro, poichè i prezzi sono fatti in dollari. Se il bitcoin si diffondesse, divenisse largamente utilizzato, più del dollaro, ecco che non diremmo più che è volatile, sarebbe semmai il dollaro ad essere volatile rispetto al bitcoin.

Usiamo il dollaro come riferimento, poichè è la valuta più diffusa ed accettata. E questo status non può essere modificato in tempi brevi. Si può anche pensare al meccanismo più perfetto possibile di scambio in valute locali trai BRICS, ma un dollaro vale un dollaro, mentre un real non vale un real, ma 0,2 dollari. Il dollaro è l'unità di misura

Questa è una questione che all'inizio non può essere superata se non con meccanismi però macchinosi (del tipo scambi in real-yuan-rupie ecc, ma prezzi in dollari Us, con tutto ciò che comporta).
E forse anche nel lungo periodo non è un problema superabile, se si ha la pretesa di avere scambi trai brics in valute locali con bilance commerciali in equilibrio: non si affermerebbe nessuna di quelle valute. Ma una multinazionale cinese riuscirebbe a far contratti pluriennali con un importatore russo, con contratti in rubli, incassando rubli e pagando fornitori in yuan-real-rupie? Complicato, assolutamente.

La realtà è che avere una unità di misura, una valuta universale che usano tutti e nella quale fare i prezzi, rende tutto più semplice e fluido.

Potrebbero accordarsi per usare lo yuan, così come è ora usato il dollaro, ma anche questo sarebbe un lungo percorso per la Cina, che dovrebbe accettare di avere deficit commerciale e valuta forte. Dovrebbe modificare la propria economia accettando di perdere molte produzioni...sostanzialmente impraticabile in tempi brevi.
 
servirebbe qualcosa di "grosso" per rendere rapido il passaggio a valute alternative al dollaro, una guerra Cina-Taiwan con congelamento dei depositi cinesi, oppure un default americano, eventi per ora improbabili.

Vedremo però se la questione "tetto del debito e default Usa" sarà sufficiente per favorire un calo dei mercati che vivono, soprattutto sul breve periodo, di una narrativa che si diffonde e poi tipicamente viene sostituita da un'altra.

La questione "tetto del debito" è di interesse anche per la fed, poichè minor spesa pubblica implica tendenzialmente minor inflazione e poi perchè un po' di pessimismo sui mercati e timori per il debito (con mercato azionario ed obbligazionario in calo), anche senza arrivare al default, favorirebbero appunto restrizioni al credito, minor crescita...insomma, un po' di crisi che tenderebbe a contenere l'inflazione.
 
Ultima modifica:
in generale, in qualsiasi modo si voglia pensare di rinunciare al dollaro, si va a finire in sistemi ricchi di complicazioni e rischi.

E' sostanzialmente impossibile creare in tempi brevi un sistema fluido, alternativo al dollaro. Se Cina, Russia, India, Brasile, Sud Africa iniziassero a commerciare in valute locali, con bilance commerciali sostanzialmente in pareggio, non avrebbero particolari accumuli di valuta estera. Ma è veramente difficile pensare che possano esservi accordi commerciali, contratti di lungo periodo in quelle valute, troppo volatili e poco diffuse.

Un dollaro vale...un dollaro, ed è l'unica valuta che ha il "suo" valore. Un dollaro vale un dollaro, mentre un real non vale un real; un real vale 0,2 dollari. Una lira turca vale un ventesimo di dollaro.

E perchè diciamo che il Rublo è volatile? Non sarà invece il dollaro ad esser volatile, il suo valore rispetto al rublo varia assai.

Ed il bitcoin? Ha un valore volatile? E perchè non diciamo che è invece il dollaro ad avere un valore assai volatile, essendo così variabile il tasso di cambio col bitcoin?

Non è una scelta puramente convenzionale: è il bitcoin ad essere volatile, e non il dollaro, poichè i prezzi sono fatti in dollari. Se il bitcoin si diffondesse, divenisse largamente utilizzato, più del dollaro, ecco che non diremmo più che è volatile, sarebbe semmai il dollaro ad essere volatile rispetto al bitcoin.

Usiamo il dollaro come riferimento, poichè è la valuta più diffusa ed accettata. E questo status non può essere modificato in tempi brevi. Si può anche pensare al meccanismo più perfetto possibile di scambio in valute locali trai BRICS, ma un dollaro vale un dollaro, mentre un real non vale un real, ma 0,2 dollari. Il dollaro è l'unità di misura

Questa è una questione che all'inizio non può essere superata se non con meccanismi però macchinosi (del tipo scambi in real-yuan-rupie ecc, ma prezzi in dollari Us, con tutto ciò che comporta).
E forse anche nel lungo periodo non è un problema superabile, se si ha la pretesa di avere scambi trai brics in valute locali con bilance commerciali in equilibrio: non si affermerebbe nessuna di quelle valute. Ma una multinazionale cinese riuscirebbe a far contratti pluriennali con un importatore russo, con contratti in rubli, incassando rubli e pagando fornitori in yuan-real-rupie? Complicato, assolutamente.

La realtà è che avere una unità di misura, una valuta universale che usano tutti e nella quale fare i prezzi, rende tutto più semplice e fluido.

Potrebbero accordarsi per usare lo yuan, così come è ora usato il dollaro, ma anche questo sarebbe un lungo percorso per la Cina, che dovrebbe accettare di avere deficit commerciale e valuta forte. Dovrebbe modificare la propria economia accettando di perdere molte produzioni...sostanzialmente impraticabile in tempi brevi.
Vi è infatti molta ideologia e idealismo sul concetto di contrastare l'imperialismo del dollaro e individuare monete e meccanismi alternativi.
Probabilmente solo Cina e Russia hanno una idea minimamente più chiara sugli effetti dell'imperialismo del dollaro, la Russia evidentemente per soffrirne le conseguenze dirette e la Cina comprendendo indirettamente che ogni attività finanziaria in dollari è di fatto una concessione e proprietà imperiale.
Il presidente brasiliano Lula che da ultimo si è cimentato in una critica o invettiva contro il dollaro difficilmente sa bene di che cosa parli, per essere parecchio opportunista e analfabeta.
Il dollaro ha svolto un ruolo essenziale, per quanto si possa accusare di aspetti perversi, nel soddisfare le esigenze e richieste di oligarchie e governi locali nel voler perseguire interessi specifici e politiche di disequilibrio.
L'imperialismo del dollaro ha accomodato queste richieste, che potrebbero essere etichettate come altrettanto o più perverse.
Perciò è alquanto idealistico rivendicare con troppa faciloneria, uscite dal dollaro, non solo perché i meccanismi alternativi come tu stesso hai messo in evidenza non sono immediati e semplici, ma soprattutto perché devono essere pensate effettive politiche monetarie internazionali di coordinamento che vanno contro oppurtinistiche pratiche ultradecennali accomodate dal dollaro.
 
Vi è infatti molta ideologia e idealismo sul concetto di contrastare l'imperialismo del dollaro e individuare monete e meccanismi alternativi.
Abbastanza comprensibile, visti i risvolti politici e strategici e la necessità di proporre in ogni caso una certa narrativa che accompagni le scelte.


In Sostanza:

1) il problema della possibile volatilità di alcune valute non è completamente risolubile con un "buon meccanismo", poichè dipende dal fatto che il dollaro è la valuta più diffusa nel commercio internazionale ed è quindi l'unità di misura per le altre valute. Il bitcoin rende bene l'idea: è volatile non perchè sia volatile, ma perchè è poco usato. Se si diffondesse massicciamente e fosse usato largamente nel commercio, per pagare stipendi ecc, diremmo poi che il dollaro è assai volatile rispetto al bitcoin, poichè quella (il bitcoin) sarebbe l'unità di misura.
Anche "yuanizzando", nella prima fase di scarsa diffusione dello yuan ci si chiederebbe se non si svaluterà rispetto al dollaro, poi dipende da come evolverebbe la situazione.

2) meccanismi di scambio in valute locali trai brics, con bilance commerciali in sostanziale equilibrio, potrebbero portare a parziale sostituzione del dollaro, però non scalfirebbero la posizione del dollaro, perchè nessuna di quelle valute diverrebbe l'unità di misura, la valuta più utilizzata ed accumulata. E resterebbe appunto il problema della volatilità ed affidabilità di quelle valute. Difficile usarle per contratti a lungo termine.

3) tentativi di fare contratti con valore in dollari, ma poi di regolare i pagamenti in valute locali, risolverebbero il problema della volatilità, ma richiederebbero bilance non in equilibrio, accumuli di valuta estera, con l'ovvio problema dell'affidabilità e del reinvestimento delle riserve accumulate. Nuovamente il dollaro resterebbe sostanzialmente il riferimento. Potrebbe esser valutato l'uso di garanzie come l'oro per parte dei crediti, sulla linea specificata in messaggi sopra. Con però poi tutte le questioni legate all'accumulo di valuta estera (paese in surplus commerciale che crea fondo sovrano e BC che emette valuta da dare agli esportatori ecc...insomma quel che si dovrebbe esser visto in Cina)

4) La prospettiva secondo me più realistica, per scalfire la posizione del dollaro, per i brics potrebbe essere la yuanizzazione. Con l'idea di far diventare lo yuan la nuova unità di misura, nel corso dei decenni. Però la Cina è ancora troppo povera, dovrebbe divenire paese leader nella ricerca scientifica-tecnologica, per sostituire produzioni di massa a basso valore aggiunto con alta tecnologia. Altrimenti yuanizzare (ovvero avere deficit commerciale) significa incrementare l'import di beni a basso valore aggiunto da altri paesi del mondo, che ne sarebbero ben lieti, ma la Cina deve poter sostituire quelle produzioni che perderebbe importando.
Inoltre gli altri paesi dovrebbero accettare la yuanizzazione...

5) In teoria potrebbero pure valutare unioni valutarie, o doppie circolazioni, soluzioni nuovamente parecchio complicate
 
Il dollaro ha svolto un ruolo essenziale, per quanto si possa accusare di aspetti perversi, nel soddisfare le esigenze e richieste di oligarchie e governi locali nel voler perseguire interessi specifici e politiche di disequilibrio.
L'imperialismo del dollaro ha accomodato queste richieste, che potrebbero essere etichettate come altrettanto o più perverse.

In effetti in numerosi paesi si sono formate oligarchie ricchissime, con ricchezza sovente legata allo sfruttamento di risorse naturali. Uomini ricchissimi che hanno accumulato miliardi di dollari, tipicamente in banche non del proprio paese. Ricchezze quindi relativamente al sicuro anche nel caso di disastri economici e politici nel proprio paese, e questo può aver disincentivato la ricerca di soluzioni economicamente virtuose in alcuni paesi.

In sostanza: oligarchi e dittatori vari che si sono dedicati all'accumulo di dollari in banche estere, senza grandi preoccupazioni per lo sviluppo del proprio paese e per la propria valuta. Tanto il tesoro personale è all'estero...

Diciamo che anche senza dollarizzazione, avrebbero magari accumulato altro, però in effetti è possibile che il dollaro abbia favorito alcune tendenze
 
In effetti in numerosi paesi si sono formate oligarchie ricchissime, con ricchezza sovente legata allo sfruttamento di risorse naturali. Uomini ricchissimi che hanno accumulato miliardi di dollari, tipicamente in banche non del proprio paese. Ricchezze quindi relativamente al sicuro anche nel caso di disastri economici e politici nel proprio paese, e questo può aver disincentivato la ricerca di soluzioni economicamente virtuose in alcuni paesi.

In sostanza: oligarchi e dittatori vari che si sono dedicati all'accumulo di dollari in banche estere, senza grandi preoccupazioni per lo sviluppo del proprio paese e per la propria valuta. Tanto il tesoro personale è all'estero...

Diciamo che anche senza dollarizzazione, avrebbero magari accumulato altro, però in effetti è possibile che il dollaro abbia favorito alcune tendenze
Non c’è li vedo proprio oligarchi e dittatori ecc. mettere i propri miliardi in una banca cinese controllata dal partito comunista…

Sostituire gli USA come perno del sistema richiede 1) radicale cambiamento della Cina ( compreso la caduta della dittatura del partito comunista), 2) il crollo degli USA per sconfitta militare o autodistruzione simil unione sovietica.

Non una bella prospettiva comunque
 
eh, prima che oligarchi e dittatori si fidino a metter in massa soldi in Cina, passerà ancora un po'
 
Intanto Treasury 10 anni | Rendimento T Bond Usa - Investing.com

possibili vendite sul debito Us per la questione rinnovo del tetto del debito, forse. Come si scriveva qualche giorno fa è cosa che interessa anche la Fed per via dei possibili risvolti sui mercati (azionario ed obbligazionario) e per il fatto che il governo Us potrebbe dover tagliare i piani di spesa. Vedremo quanto impiegheranno per trovare un accordo sul debito. Non è una vicenda che seguo, leggo giusto qualche dichiarazione ogni tanto
 
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