Ho analizzato per molto tempo i piani industriali di ENI. Ad esempio guarda questo:
ENI – PIANO STRATEGICO 2016-2019
21/03/2016 Il gruppo del cane a sei zampe ha comunicato al mercato il piano strategico 2016-2019. Un piano che pone l’obiettivo di permettere ad Eni di affrontare lo scenario dei bassi prezzi dell'oro nero non intaccando la capacità di generare cassa e creando valore nel lungo periodo. Il piano si articola in tre parti. Crescita nell’up-stream della produzione del 13% al 2019 e contestuale riduzione del 18% degli investimenti, con il break-even medio dei nuovi progetti già a 27 usd/barile. Ristrutturazione del mid e down stream, con l’obiettivo di raggiungere nel G&P un ebit di 900 milioni nel 2019 e flussi di cassa cumulati all’ultimo anno del piano per 2,8 miliardi, mentre nel R&M Eni intende ridurre il margine di raffinazione di break-even a circa 3 dollari al barile e CFO cumulato per 2,9 miliardi. Continuerà, inoltre, il piano di dismissione di asset non core per 7 miliardi, la riduzione degli investimenti complessivi a 37 miliardi (-21%), Opex stabili sotto i 7 usd/barile e risparmi cumulati nel G&A per 2,5 miliardi.
Eni ha comunicato al mercato il Piano Strategico 2016-2019, che rappresenta la risposta del gruppo al difficile contesto di mercato, congiuntura nella quale le basse quotazioni del petrolio sono ormai considerate condizioni strutturali. Un contesto estremamente volatile e che si è andato ulteriormente deteriorando nell’arco di poco tempo, tanto che ancora nella presentazione dei primi 9 mesi del 2015 il break-even point per gli investimenti era a 55 dollari al barile. Valore che Eni ha abbassato per i futuri progetti a 27 dollari al barile, dai 45 d/b precedentemente considerati.