IntesaSanpaolo: solo NEWS n° 2

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BANCHE: ENRIA, SISTEMA HA TENUTO, MA LO CHOC MACROECONOMICO NON E' FINITO​

Con alta inflazione e altre strette sfida piu' difficile (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Bruxelles, 21 mar - 'Nel complesso, finora, il settore bancario ha dato prova di una grande capacita' di tenuta allo choc macroeconomico indotto dalla guerra, persino piu' di quanto da noi stessi atteso sulla base dell'analisi di vulnerabilita' pubblicata a maggio 2022'. Il responsabile della vigilanza bancaria Bce Andrea Enria conferma le valutazioni della banca centrale sulla situazione nell'area euro nel rapporto appena pubblicato sull'attivita' 2022. Verso la fine del 2022 le prospettive macroeconomiche hanno ricominciato a migliorare, sottolinea Enria, 'ma cio' non significa che lo choc macroeconomico sia terminato. Se le spinte inflazionistiche dovessero persistere, il necessario processo di serrata normalizzazione della politica monetaria potrebbe a sua volta incidere sui portafogli e sulle linee di business di specifiche banche, comportando molteplici sfide e generando potenzialmente vincitori e vinti'. Enria alle 14,30 si confrontera' con gli europarlamentari nel corso di un'audizione presso la commissione Problemi economici e monetari: audizione attesa dato il crollo della Svb in California e il caso Credit Suisse.

Enria ha sintetizzato la situazione del sistema bancario: alla fine del terzo trimestre del 2022 il coefficiente aggregato di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, Cet1) si attestava al 14,7 per cento, appena al di sotto del livello osservato alla fine del 2019. La qualita' degli attivi ha continuato a migliorare: alla fine di settembre 2022 il volume delle esposizioni deteriorate detenute dagli enti significativi e' sceso a 349 miliardi di euro, segnando il livello piu' basso mai registrato dalla prima pubblicazione dei dati di vigilanza sulle banche significative nel 2015.

Anche la redditivita' e' stata la piu' elevata in termini storici: nel terzo trimestre del 2022 il rendimento medio del capitale delle banche ha raggiunto il 7,6 per cento.

Sulla scorta di questi risultati positivi, per il 2023 le banche hanno previsto di distribuire dividendi in linea con quanto gia' fatto nel 2022 quando, con la revoca delle restrizioni legate alla pandemia, sono ripresi la distribuzione di dividendi e il riacquisto di azioni proprie.

Dice Enria: 'Non abbiamo sollevato obiezioni rispetto ad alcun piano formulato da singole banche, intrattenendo tuttavia un dialogo di vigilanza bilaterale con tutti gli enti nell'ambito della nostra ordinaria valutazione delle loro evoluzioni patrimoniali'.

Per quanto riguarda le sfide future, Enria dice che innanzitutto ci sono delle sfide di tipo congiunturale: 'In assenza di una soluzione alla crisi energetica, il rischio di credito potrebbe aumentare in quei portafogli di prestiti alle imprese la cui attivita' economica e' maggiormente dipendente dall'energia. Piu' in generale, il rallentamento segnato dalla nostra economia verso la fine dello scorso anno e' stato accompagnato da una recrudescenza dei fallimenti delle imprese e cio' impone un atteggiamento piu' vigile riguardo alla qualita' degli attivi'.

Da un lato 'la serrata normalizzazione della politica monetaria e, in particolare, i crescenti tassi di interesse sono stati una determinante significativa della ripresa della redditivita''. Dall'altro lato, cio' 'potrebbe anche determinare un deterioramento della qualita' degli attivi, con debitori in difficolta' nel rimborsare i finanziamenti, in categorie di portafogli di prestiti particolarmente sensibili ai tassi di interesse'. Il cambiamento nel contesto dei tassi di interesse, inoltre, 'potrebbe causare aggiustamenti disordinati in alcuni segmenti del mercato finanziario e tra gli intermediari finanziari non bancari, accrescendo il rischio di controparte per le banche che hanno concentrato le proprie esposizioni nei confronti di questi specifici mercati e operatori'.

Andando oltre la fase congiunturale, 'la normalizzazione dei tassi di interesse e la stretta quantitativa potrebbero costringere alcune banche a rivedere le rispettive strategie di pro

Quanto alle criticita' del settore bancario, Enria indica che 'le carenze nel controllo dei rischi continuano a incidere sui punteggi relativi al rischio di credito e una serie di rilievi ha riguardato l'efficacia degli organi sociali e delle funzioni di gestione dei rischi, conformita' e revisione interna: le nostre preoccupazioni per il controllo dei rischi e la governance delle banche sono esacerbate dall'incertezza che caratterizza il contesto esterno, in quanto gli indicatori retrospettivi dei livelli di rischio potrebbero fornire un quadro inesatto nella formulazione di previsioni concernenti le tendenze e i rischi futuri'.

Considerando andamenti piu' negativi dell'economia, Enria indica che 'per specifici portafogli e linee di business, i costi associati al deterioramento della qualita' degli attivi potrebbero superare i benefici in termini di reddito apportati dall'aumento dei tassi di interesse, soprattutto se la crescita economica dovesse rallentare. I debitori potrebbero avere difficolta' a ripagare le somme dovute nell'ambito di portafogli tradizionalmente molto sensibili al costo del credito. Il credito al consumo, il credito immobiliare e le attivita' caratterizzate da un elevato grado di leva finanziaria (leveraged finance) sono rilevanti esempi di ambiti sui quali le autorita' di vigilanza concentrano la propria attenzione'.

Quanto ai mercati finanziari, indica Enria nell''intervista' pubblicata nel rapporto Bce, 'potrebbero divenire turbolenti durante il processo di adeguamento dei tassi di interesse. Il prolungato periodo di bassi tassi di interesse ha favorito un aumento senza precedenti dei livelli di debito e alcuni soggetti poco o per nulla regolamentati hanno assunto posizioni con un elevato livello di leva finanziaria, spesso molto concentrate, che potrebbero rapidamente sgretolarsi se le prospettive economiche o il contesto dei tassi di interesse variassero in modo inatteso'. Il fallimento di Archegos nel 2021 e le turbolenze legate agli investimenti determinati dalle passivita' nel Regno Unito nel 2022 dimostrano come, in assenza di interventi regolamentari, questi episodi possano facilmente propagarsi al settore bancario, insiste Enria.

La progressivita' nell'aumento dei tassi di interesse e nella stretta quantitativa 'impone alle banche di porre maggiore attenzione ai rischi di liquidita' e di provvista. Se le banche non adatteranno rapidamente le loro capacita' di gestione dei rischi e di indirizzo strategico, un piu' difficoltoso contesto di provvista potrebbe mettere in discussione strategie di gestione di attivi e passivi troppo semplicistiche e chiaramente obsolete, come le pratiche di 'carry trade' adottate da alcuni enti per sfruttare il sostegno straordinario offerto dalla politica monetaria. C'e' il rischio che le banche possano essere colte di sorpresa'.

Il responsabile della vigilanza Bce ritiene che nell'ambito del controllo dei rischi e nell'ambito della 'governance' interna delle banche 'non si sono osservati progressi sufficienti' perche' 'si sono continuate a riscontrare carenze nell'aggregazione e nella segnalazione dei dati per via della scarsa efficacia della governance dei dati e delle procedure di gestione della qualita' dei dati stessi, della frammentazione delle infrastrutture informatiche e della ridotta portata e lungimiranza degli interventi attuati dalle banche per porvi rimedio. Cio' rende difficoltoso, per gli organi sociali, accedere alle informazioni necessarie a gestire i rischi o a orientare la strategia all'interno dell'organizzazione'.

In secondo luogo, diversde banche 'devono ancora migliorare ulteriormente le loro funzioni di controllo interno, soprattutto per far fronte alla carenza di personale, alla bassa considerazione accordata a tali funzioni e a lacune nei processi, ad esempio in relazione ai programmi di verifica della conformita' e alla definizione della propensione al rischio delle banche'.

Le indagini Bce condotte nel 2022 hanno riguardato le prassi di gestione del rischio adottate dalle banche in relazione ad aree collegate alla crisi pandemica e alla normalizzazione dei tassi di interesse, in particolare i prestiti nel settore degli immobili commerciali e residenziali, i rischi di tasso di interesse e di differenziale creditizio sul portafoglio bancario e il rischio di controparte. Adesso 'per agevolare progressi concreti dove e' piu' necessario, siamo determinati a sfruttare appieno tutti gli strumenti e i poteri di vigilanza a noi attribuiti dalla legislazione europea e degli Stati nazionali'. E 'nei casi in cui le misure qualitative non siano state in grado di garantire che le banche rimediassero in maniera tempestiva alle carenze identificate, potremmo imporre requisiti patrimoniali mirati di secondo pilastro, misure di 'enforcement' o sanzioni per assicurare che siano compiuti i dovuti passi in avanti'. Per rendere ancora piu' efficace l'azione di vigilanza, laddove i progressi delle banche siano troppo lenti e i relativi risultati costantemente insoddisfacenti, la Bce valutera' nuovamente il modo in cui incrementare l'intensita' delle misure di vigilanza da applicare in un arco temporale chiaramente definito.

Aps
(RADIOCOR) 21-03-23 14:09:32
 
Di ieri...


Intesa Sanpaolo: Gros-Pietro, siamo uno dei motori crescita della Serbia​

MILANO (MF-DJ)--"Il nostro impegno in Serbia e' coerente con la nostra presenza strategica nell'area del Mediterraneo allargato, una regione che comprende non solo i Paesi rivieraschi, ma anche i Paesi del centro-est Europa e dei Balcani. Un'area che sta assumendo crescente rilevanza nell'attuale fase di rimodulazione regionale delle dinamiche della globalizzazione. I relativi processi di near-sharing e friend-sharing evidenziano i punti di forza della Serbia e degli altri Paesi dei Balcani Occidentali, gia' ben inseriti nelle catene del valore dell'Europa occidentale e dell'Italia, grazie alla prossimita' geografica, ai buoni livelli di sviluppo della tecnologia e del mercato del lavoro, e della vicinanza culturale". Lo ha detto Gian Maria Gros-Pietro, presidente del consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo, intervenendo al business forum Italia-Serbia, sottolineando che "in Serbia siamo presenti con forza con Banca Intesa Beograd, la prima banca del Paese per totali attivi. Siamo uno dei motori di crescita della Serbia, sosteniamo l'imprenditoria locale operando per rafforzando l'interscambio commerciale". "Sosteniamo e valorizziamo le opportunita' che caratterizzano attualmente il mercato serbo. Esse convergono positivamente con i principali filoni di interesse del Piano Strategico italiano per la Regione Adriatico-Balcanica, in particolare nel campo infrastrutturale, energetico, agricolo e sanitario", ha aggiunto. zag (fine) MF-DJ NEWS

21/03/2023 17:59
 

CREDIT SUISSE: crisi bond AT1 contagia banca tedesca che finanzia infrastrutture (Milanofinanza.it)​

(di Elena Dal Maso - Milanofinanza.it) MILANO (MF-DJ)--La scelta della Svizzera, una decisione congiunta di governo, Banca centrale e regolatore, la Finma, di bruciare 16 miliardi di bond At 1 di Credit Suisse nell'ambito della fusione con Ubs, sta mettendo sotto stress il settore del debito subordinato in Europa. Infatti una banca tedesca che finanzia progetti immobiliari e di infrastrutture, ha comunicato giovedi' 23 marzo al mercato che non intende esercitare la call, il richiamo previsto nel prospetto di emissione dei subordinati, per 300 milioni di euro. Un fatto raro nel mondo finanziario, perche' rompe il rapporto di fiducia fra emittenti e investitori e costringe poi al pagamento di interessi decisamente piu' alti. La decisione di Deutsche Pfandbriefbank sul bond in questione (PNC 4/2023, ISIN XS1808862657) e' stata assunta dopo una "valutazione attenta di vari fattori, incluse le condizioni di mercato e i costi economici". Il bond, emesso da Deutsche Pfandbriefbank con una cedola del 5,75%, ora viene resettato a nuovi valori, attorno all'8,42%, ovvero alla curva midswap a 5 anni in euro cui sommare il 5,383% (a partire dal 28 aprile 2023). La curva swap a 5 anni e' attorno al 3,04%. La prossima call e' attesa in aprile 2028. Il mercato degli At1, strumenti nati dopo la crisi finanziaria del 2008 per rendere piu' solide le banche europee, e' un mercato ristretto e non regolamentato che fino ad ora ha funzionato bene. Ma dopo la decisione di azzerare i bond At1 di Credit Suisse che valgono 16 miliardi, i valori delle emissioni oggi quotate hanno ricevuto notevoli scossoni, in parte rientrati sul fronte dei prezzi. Il problema restano gli scambi, ha spiegato un desk operativo a milanofinanza.it. molto sottili dopo la decisione inattesa della Svizzera. Le banche, anche in Italia, aspettano tempi migliori per collocare At 1 senza correre il rischio di pagare premi troppo alti o addirittura di non trovare investitori di qualita'. Come spiega una nota di Invesco, nell'ambito degli Accordi di Basilea III del 2009, le autorita' di regolamentazione hanno preso provvedimenti forti per ridurre la probabilita' che in futuro siano necessarie nazionalizzazioni di banche. Tra questi, quello di richiedere alle banche di aumentare il rapporto tra il capitale Tier 1 e gli asset ponderati per il rischio a un livello minimo di cui una parte in una nuova classe di titoli denominata Capitale aggiuntivo di Classe 1 (obbligazioni AT1). Le obbligazioni AT1 sono strumenti di debito caratterizzati da un trigger (evento) che ne determina la perdita automatica di valore nel caso in cui uno dei fattori chiave della solidita' finanziaria dell'emittente scenda al di sotto di un livello prestabilito. Sono state progettate come meccanismo di assorbimento delle perdite. Nel caso in cui la banca si trovasse ad affrontare una situazione di mancanza di capitale, entrano in gioco le obbligazioni, la cui svalutazione rafforza la posizione finanziaria della banca riducendone le passivita'. Il problema con Credit Suisse e' che il governo ha cancellato i bond At1 preservando le azioni, mentre nella gerarchia dell'Eurozona prima viene annullato l'equity, poi i bond a partire dagli At1. La prima obbligazione AT1 e' stata emessa dalla banca spagnola BBVA nell'aprile del 2013. red/cce MF-DJ NEWS

23/03/2023 15:55
 
È di nuovo panic selling, ora è Deutsche Bank sotto attacco


È di nuovo panic selling, ora è Deutsche Bank sotto attacco​

di Francesca Gerosa

Volano i credit default swap di Deutsche Bank, complice l’annuncio del riscatto in anticipo di titoli Tier 2 subordinati da 1,5 mld di dollari a tasso fisso con scadenza al 2028. Nagel (Bundesbank) non commenta il caso DB, ma dice di non essere sorpreso. Pesano sul comparto anche le due banche tedesche che hanno rinunciato al rimborso delle loro obbligazioni AT1. Gli stessi bond che Credit Suisse ha dovuto svalutare nell'ambito del matrimonio riparatore con Ubs​


È di nuovo panic selling sulle banche europee. Sono sotto una pioggia di vendite (-2,2% lo Stoxx settoriale europeo), ma Deutsche Bank affonda di più alla Borsa di Francoforte (-13,78% a 8,04 euro), trascinandosi dietro la rivale Commerzbank(-8,3%), dopo che già alla vigilia aveva perso il 3% circa del suo valore, mentre balzano i credit default swap (strumento di copertura contro il rischio di insolvenza) legati all’istituto tedesco: a 189,7 punti base dai 142 di ieri, 23 marzo. Secondo Refinitiv si tratta del maggior aumento giornaliero dei Cds di Deutsche Bank mai registrato.

Deutsche Bank riscatterà 1,5 miliardi di dollari di titoli Tier 2, volano i rendimenti di alcuni bond della banca


Deutsche Bank ha annunciato questa mattina che riscatterà in anticipo i titoli Tier 2 subordinati da 1,5 miliardi di dollari a tasso fisso con scadenza al 2028. In particolare, saranno riscattati il 24 maggio insieme agli interessi maturati fino alla data di rimborso, ha precisato l'istituto di credito tedesco, assicurando di aver ricevuto tutte le autorizzazioni normative necessarie per l'operazione. Di riflesso vanno al tappeto anche alcune obbligazioni di Deutsche Bank. Gli Additional Tier-1 7,5% denominati in dollari vedono il rendimento balzare al 22,87%. Mentre il bond tasso fisso senior novembre 2027 in euro rende il 4,5% lordo annuo dal 4,25% del 17 marzo, ma i bond senior sono saliti poco anche perché in questa settimana i rendimenti di mercato (governativi) sono scesi parecchio e hanno bilanciato l'aumento del rischio di credito.

Nagel (Bundesbank) non commenta il caso DB, ma dice di non essere sorpreso


L'attuale volatilità sui mercati finanziari non sorprende il numero uno di Bundesbank, Joachim Nagel, che crede servirà tempo perché le acque si calminodopo le recenti turbolenze del settore bancario innescate dal fallimento delle californiane Silicon Valley Bank e Signature Bank. «Non sono così sorpreso che i mercati siano un po' più volatili rispetto a prima di questi eventi», ha detto Nagel che, però, non ha voluto commentare il flop in Borsa di Deutsche Bank, si è limitato a dire che «Nelle settimane successive a questi eventi, la strada è spesso accidentata».

Altre banche nella bufera


A pesare sul sentiment generale del comparto bancario europeo anche l'annuncio di due banche tedesche – Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank - che rinunciano al rimborso delle loro obbligazioni AT1. Gli stessi bond che Credit Suisse ha dovuto svalutare per 17 miliardi di dollari nell'ambito del matrimonio riparatore con Ubs. Senza dimenticare la notizia che Credit Suisse (-8% a Zurigo) e Ubs (-7,63%) sarebbero sotto esame nell'ambito di un'indagine del Dipartimento di Giustizia Usa per verificare se abbiano aiutato gli oligarchi russi a eludere le sanzioni europee.

Gli investitori vendono gli anelli deboli


A detta di Jon Jonsson, gestore di portafogli di credito presso Neuberger Berman, gli investitori stanno rivedendo le loro posizioni, scaricando «gli anelli deboli. La gente vuole evitare tutto ciò che potrebbe essere oggetto di attenzione». In ogni caso il gestore non crede ci sia motivo di preoccuparsi al momento per Deutsche Bank, ma avverte: «le cose si stanno muovendo molto rapidamente in questi giorni. È certamente una banca che ha lottato a lungo con la redditività».

Orario di pubblicazione: 24/03/2023 11:50
Ultimo aggiornamento: 24/03/2023 13:00
 

INTESA: GROS-PIETRO, ESPOSIZIONE A TITOLI AT1 CREDIT SUISSE 'IRRISORIA'​

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Torino, 24 mar - 'No, assolutamente. Sui titoli At1 abbiamo una cosa veramente irrisoria'. Cosi' il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, replica a chi gli chiede se l'istituto sia esposto alla crisi del Credit Suisse.
Ppa-
(RADIOCOR) 24-03-23 12:37:51
 

Intesa Sanpaolo: assemblea convocata il 28 aprile​

MILANO (MF-DJ)--L'assemblea ordinaria di Intesa Sanpaolo si terra' presso il Nuovo Centro Direzionale in Torino, con ingresso in Corso Inghilterra 3, per le ore 10h00 del 28 aprile 2023, in unica convocazione. La societa', si legge in una nota, ha deciso di avvalersi della facolta' di prevedere che l'intervento e l'esercizio del voto degli aventi diritto in assemblea saranno consentiti esclusivamente tramite il rappresentante designato. L'ordine del giorno prevede: l'approvazione del bilancio d'esercizio 2022 della capogruppo e la destinazione dell'utile dell'esercizio e distribuzione agli azionisti del dividendo; la relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti; l'approvazione del sistema di incentivazione annuale 2023 basato su strumenti finanziari; l'autorizzazione all'acquisto e alla disposizione di azioni proprie a servizio dei Piani di Incentivazione del gruppo Intesa Sanpaolo e autorizzazione all'acquisto e alla disposizione di azioni proprie per operativita' di mercato. com/mcn fine MF-DJ NEWS

27/03/2023 11:44
 

Banche: chi scommette contro (MF)​

ROMA (MF-DJ)--Dopo i forti crolli delle ultime due settimane ieri i titoli bancari europei hanno tirato il fiato. Per esempio, Deutsche Bank, che venerdi' 24 era caduta dell'8,4%, ha rimbalzato del 6,15% trascinando in territorio positivo l'intero settore. La bufera e' finita? Alcuni indicatori monitorati con attenzione dai trader suggeriscono che forse non e' cosi'. Secondo la banca dati Ortex, per esempio, Deutsche Bank ha oggi il 3,28% del flottante in prestito, per un valore di mercato di oltre mezzo miliardo di euro. Queste azioni potrebbero ancora servire per vendere allo scoperto i titoli del gruppo tedesco, come hanno gia' fatto diversi grandi investitori. il caso dell'hedge fund londinese Marshall Wace (64 miliardi di dollari di attivi in gestione), che lo scorso 24 marzo ha aperto una posizione corta sullo 0,71% del capitale di Deutsche Bank. Non e' detto che si tratti di un caso isolato, visto che le posizioni di entita' inferiore allo 0,5% non devono essere dichiarate e dunque sfuggono ai radar del mercato. tuttavia significativo che nell'ultima settimana il costo medio del prestito titoli sia balzato del 16%, segno di grande attivita' sulle azioni della banca di Francoforte. La scommessa ribassista si e' peraltro rivelata fruttuosa. Secondo una stima pubblicata da Reuters, le posizioni aperte sulle azioni di Deutsche Bank avrebbero gia' fruttato agli investitori profitti per circa 100 milioni di euro. Grande attivita' c'e' stata anche sui titoli del Credit Suisse, il gruppo svizzero rilevato domenica 19 da Ubs. Ancora oggi l'istituto presieduto da Axel Lehmann ha il 10,5% del capitale a prestito per un corrispettivo di 321 milioni di azioni. Sebbene non emergano posizioni corte superiori allo 0,5%, e' significativo che il costo medio di un prestito titoli sia schizzato del 553% in sette giorni. Anche per Credit Suisse insomma le pressioni ribassiste non sembrano rientrate sebbene la banca sia stata messa in sicurezza dal governo svizzero con un controverso salvataggio. Nel frattempo chi sta vendendo le azioni delle banche e degli intermediari finanziari italiani? Anche qui gli investitori piu' attivi, scrive MF-Milano Finanza, sono i ribassisti. Marshall Wace, per esempio, ha aperto posizioni corte su Fineco e sui due gruppi italiani di risparmio gestito Anima e Azimut. Il gruppo fondato e presieduto da Pietro Giuliani e' entrato nel radar anche dell'investitore americano Wellington Management (1.400 miliardi di dollari di attivi in gestione), mentre Citadel, hedge fund di Chicago, ha messo nel mirino Banca Generali e Bper. Secondo Reuters, molto attivi in questi giorni sui titoli finanziari europei sarebbero anche Bridgewater (il gestore americano fondato da Ray Dalio, Capital Fund Management, Odey Asset Management e Millennium Management. Complessivamente prima del salvataggio di Credit Suisse i venditori allo scoperto avevano accumulato posizioni ribassiste per oltre 15,7 miliardi contro le banche europee, in base ai dati raccolti da S&P Global Market Intelligence. Se non si possono escludere nuovi attacchi speculativi dopo quelli della scorsa settimana, gli analisti restano fiduciosi sui fondamentali del sistema finanziario europeo. Secondo gli esperti di Amundi, "i fondamentali delle banche europee sono solidi e gli istituti, compreso Deutsche Bank, hanno livelli di capitale e liquidita' superiori ai requisiti normativi. Notiamo", spiegano gli analisti del gruppo francese, "anche che la Bce e le altre banche centrali hanno fornito esplicite rassicurazioni sulla loro disponibilita' a far fronte a eventuali carenze di liquidita' nel sistema. Inoltre tutti i regolatori europei hanno rassicurato gli investitori bancari che rispetteranno la logica del capitale in caso di risoluzione o fusione, confermando che l'episodio del Credit Suisse e' stato un'eccezione", conclude Amundi. red fine MF-DJ NEWS

28/03/2023 08:12
 
Intesa Sanpaolo, l’ad Messina sul rinnovo del contratto nazionale: confronto con i sindacati in assoluta serenità
Intesa Sanpaolo, l’ad Messina sul rinnovo del contratto nazionale: confronto con i sindacati in assoluta serenità
Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo, l’ad Messina sul rinnovo del contratto nazionale: confronto con i sindacati in assoluta serenità​

di Luca Carrello

L’ad di Intesa Sanpaolo, intervenuto a un convegno della Fondazione Cariplo, spiega che «c’è la volontà di fare il meglio per le persone che lavorano nella banca. Puntiamo a raggiungere aumenti salariali più alti possibili». Messina difende il sistema bancario europeo ed esclude l’m&a​


Carlo Messina replica a Lando Sileoni. Il segretario generale della Fabi, intervenuto sul rinnovo del contratto nazionale del credito, aveva parlato di trattative «lacrime e sangue», espressione indicativa del clima creatosi dopo lo strappo di Intesa Sanpaolo con Abi. «Ma per carità», replica invece l’ad di Intesa Sanpaolo. «È chiaro che si cerca l’attenzione attraverso dei messaggi molto forti, ma quella che bisogna mantenere è un’assoluta serenità».
Messina, intervenuto a margine di un convegno della Fondazione Cariplo sulle diseguaglianze, spiega che «c’è la volontà di fare il meglio per le persone che lavorano nella banca. Intesa Sanpaolo punta a raggiungere aumenti salariali più alti possibili, che siano compatibili con le nostre condizioni e prospettive. Non è mai successo diversamente».

Il sistema bancario italiano è solido


Il ceo di Intesa Sanpaolo si esprime anche sulle recenti tensioni finanziarie. «Non c’è nessun problema per il sistema bancario italiano ed europeo, la cui solidità non è in discussione», chiarisce Messina. «Non è perché fallisce una banca negli Stati Uniti, mal gestita e mal controllata, e un’altra banca in Europa che era sotto l’attenzione di tutti e in condizioni problematiche, che possiamo mettere in discussione la solidità e la sicurezza del sistema bancario europeo. Soprattutto di quello italiano, che si fonda sui depositi delle famiglie e rispetto ad altri sistemi ha una solidità molto superiore».
Nemmeno i tanto discussi bond At1 rappresentano un pericolo per le banche del Paese. «Non sono un problema di nessun tipo per Intesa Sanpaolo. Sul possibile riacquisto dei titoli vedremo quali saranno le condizioni», afferma l’ad Carlo Messina, che esclude per Ca’ de Sass un’operazione simile a quella tra Ubs e Credit Suisse: «Per noi l’m&a non è un’opzione. Stiamo lavorando per realizzare il nostro piano e fare in modo che dia la giusta soddisfazione agli azionisti».

Orario di pubblicazione: 28/03/2023 17:13
Ultimo aggiornamento: 28/03/2023 18:39
 

Banche: Messina; sistema italiano sicuro, nessun elemento di preoccupazione​

ROMA (MF-DJ)--Il sistema bancario italiano "e' sicuro. Non c'e' nessun elemento di preoccupazione". Lo ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, aggiungendo che "i fondamentali del sistema bancario europeo e italiano sono solidi, le famiglie possono stare tranquille. Non ci sono elementi di preoccupazione di nessun tipo". Messina ha sottolineato la necessita' di non farsi prendere da "elementi emotivi: una cosa e' la borsa, un'altra le imprese: negli ultimi mesi la borsa ha registrato una crescita esagerata, non farei troppa enfasi sull'andamento dei mercati borsistici. non vanno guardati nel breve termine". Dopo la riduzione delle sofferenze, "in Italia abbiamo il miglior sistema bancario europeo perche' si basa sulla forza delle famiglie e sulla forza delle banche e delle imprese", ha concluso. vs/alu fine MF-DJ NEWS

30/03/2023 11:36
 

Bce: Messina, convinto che abbiamo raggiunto picco tassi​

ROMA (MF-DJ)--"Oggi le banche centrali hanno completato gran parte della manovra" sui tassi di interesse; "credo che dovrebbero rimanere a questi livelli. Se l'incertezza dovesse prevalere, potranno aumentare ma non di molto. Sono convinto che abbiamo raggiunto il picco dei tassi di interesse perche' l'inflazione sta scendendo". Lo ha detto durante un evento organizzato dall'Adepp il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. vs/alu fine MF-DJ NEWS

30/03/2023 11:06
 

Pil: Messina, anche 2023 sara' anno di crescita​

ROMA (MF-DJ)--"Sia a livello internazionale sia a livello domestico il Pil e' orientato su un percorso di crescita. Ancorche' ridotta, anche nel 2023, ci sara' una crescita. E lo stesso sara' ancora di piu' nel 2024". Lo ha detto durante un evento organizzato dall'Adepp il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. "Oggi c'e' molta enfasi basata sui fatti accaduti nelle ultime settimane e quindi e' importante dare messaggi su elementi oggettivi. Io vorrei riportare" l'attenzione sui "fondamentali dell'economia mondiale ed europea che sono orientati alla crescita", ha aggiunto Messina. vs/alu fine MF-DJ NEWS

30/03/2023 11:02
 

Intesa Sanpaolo: Piano prevede forte crescita in comparto assicurativo Salute​

MILANO (MF-DJ)--Il piano d'impresa 2022-2025 di Intesa Sanpaolo prevede, tra le proprie strategie di sviluppo, una forte crescita nel comparto assicurativo Salute, che promuova la Protezione, l'offerta di prestazioni assistenziali personalizzate e complete per le famiglie e gli individui di ogni fascia d'eta', oltre ad una presenza capillare di strutture sul territorio, in grado di garantire servizi sociosanitari di elevato standard. Per tali ragioni, spiega una nota, lo scorso luglio Intesa Sanpaolo Vita e Reale Group hanno siglato un accordo di Jv che prevede il conferimento, da parte di Blue Assistance (societa' di Reale Group) a InSalute Servizi, di un ramo d'azienda per la prestazione di servizi nel ramo salute che include una piattaforma tecnologica, un network di strutture sanitarie convenzionate, il know how ed un team di risorse specializzate. Con il conferimento odierno, Blue Assistance diventa socio al 35% di InSalute Servizi, controllata da Intesa Sanpaolo Vita per il restante 65%. InSalute Servizi e' una societa' specializzata nella gestione delle prestazioni sanitarie e assistenziali per la clientela captive di Intesa Sanpaolo, i Fondi Sanitari Integrativi, le Casse Assistenziali, le Mutue, le Aziende e gli altri Enti operanti nei comparti della sanita' integrativa e dell'assistenza. La societa', presieduta da Luca Filippone e guidata dall'a.d. e d.g. Massimo Tessitore e' il "TPA" (Third Part Administrator) strategico del Gruppo che, nel 2026, gestira' il 75% del portafoglio di Intesa Sanpaolo RBM Salute, prima Compagnia nel settore dell'Assicurazione Sanitaria in Italia Con l'operazione odierna, InSalute Servizi puo' ora proporre alla clientela un servizio proattivo ed una migliore qualita' complessiva delle prestazioni erogate, favorendo una maggiore agilita' nell'evoluzione dell'offerta assicurativa di Intesa Sanpaolo RBM Salute ed una flessibilita' nello sviluppo di partnership con ospedali, ambulatori, centri diagnostici e medici del proprio network convenzionato. Soluzioni informatiche evolute e prestazioni innovative - fra cui booking online, accesso alla cartella digitale del paziente e servizi di telemedicina - integreranno i servizi offerti, mentre le sinergie con Blue Assistance metteranno a fattor comune la gestione delle attivita' sui network dedicati alle prestazioni sanitarie. "Il progetto del nuovo TPA interno alla Divisione Insurance - dichiara Massimo Tessitore, a.d. e d.g. di InSalute Servizi - conferma il modello vincente di bancassurance del Gruppo Intesa Sanpaolo, unico in Italia, creando un operatore leader nel mercato dei servizi nella sanita' integrativa, grazie alle strutture sanitarie in convenzione e alla decisa spinta verso il digitale. InSalute Servizi potra' quindi seguire il cliente nelle fasi di vendita, presidio delle sue necessita', presa in carico, analisi e liquidazione di sinistri per malattia e infortunio". "InSalute Servizi, joint venture fra Reale Group e Intesa Sanpaolo Vita - afferma Luca Filippone, Direttore Generale di Reale Mutua e Presidente di InSalute Servizi - sara' un player chiave del mercato grazie alla professionalita', l'esperienza e l'eccellenza del servizio di Blue Assistance ed alle competenze digitali, le capacita' trasformative e la dimensione della base clienti di Intesa Sanpaolo Vita. Siamo orgogliosi di essere partner di Intesa Sanpaolo in questa iniziativa che sapra' assicurare risposte innovative e tempestive ai bisogni di un mercato sempre piu' esigente e comportera' per Reale importanti sinergie di acquisto grazie alla gestione congiunta per 10 anni del network sanitario, mettendo a fattor comune i rispettivi volumi di prestazioni". com/fus marco.fusi@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

31/03/2023 12:35
 

INTESA SP: IN TRIENNIO +7% ANNUO ATTIVI DIVISIONE BANCHE ESTERE​

Rottigni: molto soddisfatti di risultati 2022 e triennio (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

- Milano, 04 apr - La divisione International Subsidiary Banks (Isbd) di Intesa Sanpaolo, composta da 11 banche commerciali tra Europa Centro-Orientale ed Egitto e da una societa' di wealth management in Cina, nell'ultimo triennio ha registrato una crescita media degli attivi totali del 7% annuo e, nel 2022, ha contribuito per il 14% all'utile netto del gruppo. "Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti nel 2022 e piu' in generale nell'ultimo triennio: li abbiamo raggiunti operando in uno scenario economico e geopolitico complesso a livello globale, che ha portato alla ridefinizione delle filiere produttive e logistiche internazionali", ha detto Marco Elio Rottigni, chief international Subsidiary Banks Division di Intesa Sanpaolo, durante la presentazione dei conti e delle prospettive della Divisione Banche Estere di Intesa Sanpaolo a Milano. Al conseguimento dei risultati della divisione hanno contributo l'espansione delle attivita' di Investment Banking e Global Market, il forte posizionamento del gruppo come partner di riferimento per le Pmi italiane e lo sviluppo delle attivita' di Wealth Management & Protection. Al sostegno all'economia reale e alle famiglie si sono accompagnate numerose iniziative per il sociale, la cultura e il raggiungimento degli obiettivi Net-Zero, a cui si sono aggiunti interventi straordinari per mitigare l'impatto della pandemia, aiutare le popolazioni colpite dal sisma in Croazia e Albania e favorire l'accoglienza dei profughi ucraini. 'Un riconoscimento speciale va a tutte le nostre persone, che sono il nostro vero valore aggiunto', ha sottolineato Rottigni, parlando di una divisione inclusiva e multi-culturale, con il 43% di donne in posizioni manageriali, il 63% a livello complessivo (nell'head office di Milano collaborano 300 persone che arrivano da 21 paesi e parlano 19 lingue).

"Il bacino euro-mediterraneo rivestira' un ruolo sempre piu' centrale per le rotte marittime globali e i Paesi dove operiamo con le nostre banche commerciali sono quelli con l'attesa di crescita economica piu' elevata dell'area", ha evidenziato Rottigni, spiegando che l'obiettivo e' "contribuire a questa crescita e, al contempo, agevolare l'internazionalizzazione delle imprese italiane, puntando sulle altissime competenze del nostro gruppo, sulle sinergie inter-divisionali e sui programmi di ripresa e resilienza".

Nell'arco del Piano d'Impresa 2022-2025, saranno ampliate ulteriormente le attivita' di Investment Banking e Global Markets sfruttando le capacita' distintive della Divisione IMI Corporate & Investment Banking, sara' lanciato l'International Corporate Advisory per le Pmi in sinergia con la Banca dei Territori e sara' sviluppato un modello di servizio alla clientela private in collaborazione con Intesa Sanpaolo Private Banking ed Eurizon. "A livello commerciale concentreremo i nostri finanziamenti in ottica Esg a favore dello sviluppo sostenibile delle filiere dell'agribusiness, settore strategico nei territori serviti, del manifatturiero, del commercio e dei trasporti", ha detto ancora Rottigni.

Inoltre, nell'arco del Piano d'Impresa 2022-2024 la divisione prevede forti investimenti nel digital banking, per implementare un ridisegno della proposta digitale e un rafforzamento del modello distributivo omni-canale in un percorso di convergenza IT su una piattaforma unica a livello di gruppo.

Ars

(RADIOCOR) 04-04-23 15:03:47
 

Intesa Sanpaolo: Rottigni, Russia? tendenza e' arrivare a esposizione zero​

MILANO (MF-DJ)--"La Russia non e' competenza della nostra divisione perche' la nostra partecipata russa ha una vocazione piu' corporate. La tendenza e' arrivare a esposizione zero su quel paese. Stiamo facendo significativi risultati". E' quanto ha dichiarato Marco Elio Rottigni, numero uno della Divisione International Subsidiary Banks (Isbd) di Intesa Sanpaolo, rispondendo a una domanda sul tema della presenza del gruppo in Russia e ricordando quanto sottolineato recentemente da Carlo Messina. Il ceo di Intesa Sanpaolo, in particolare, commentando i conti 2022 del gruppo ha ricordato che nella seconda meta' dell'anno Isp ha ridotto massicciamente la sua esposizione alla Russia, che ora e' al di sotto dello 0,3% dei prestiti alla clientela del gruppo. La banca continuera' a lavorare per ridurre ulteriormente la limitata esposizione residua. Tornando all'International Subsidiary Banking Division di Intesa Sanpaolo, Rottigni ha evidenziato che nel 2022 la divisione da lui guidata ha contribuito per il 14% all'utile netto dell'intero gruppo. Interpellato su un possibile aumento di questo contributo in futuro, il manager ha spiegato "vorrei che il gruppo crescesse cosi' tanto che la nostra percentuale, in termini numerici sia piu' alta, ma resti tale. Starei tutta la vita al 14% se questo significasse una crescita in maniera armonica per tutto il gruppo". fus marco.fusi@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

04/04/2023 15:16
 

Intesa Sanpaolo: Bonassi, impegno Esg e' uno dei 4 pilastri di strategia crescita​

MILANO (MF-DJ)--"Con il nuovo Piano d'impresa 2022-2025 Intesa Sanpaolo ha reso l'impegno Esg uno dei quattro pilastri della strategia di crescita del Gruppo. Sostenibilita' e attenzione al sociale rappresentano i principi ispiratori del modo di fare banca che condividiamo con i nostri azionisti, le Fondazioni, le comunita' e i territori. Per i prossimi anni abbiamo stanziato 115 miliardi di euro per la societa' e la transizione verde e 500 milioni di euro per supportare le persone in difficolta'. Siamo anche impegnati a raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette, entro il 2030 per le nostre ed entro il 2050 per i portafogli prestiti e investimenti, per l'asset management e l'attivita' assicurativa". Paolo Bonassi, Executive Director Strategic Support Intesa Sanpaolo, intervenendo al Sustainable Economy Forum di San Patrignano. alb alberto.chimenti@mfnewswires.it (fine) MF-DJ NEWS

13/04/2023 12:37
 
Intesa Sanpaolo, un primo trimestre 2023 da leoni. Ecco le attese degli analisti su ricavi, margini e utile
Intesa Sanpaolo, un primo trimestre 2023 da leoni. Ecco le attese degli analisti su ricavi, margini e utile
Carlo Messina, ceo Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo, un primo trimestre 2023 da leoni. Ecco le attese degli analisti su ricavi, margini e utile​

di Elena Dal Maso (MF)

Sono partite le trimestrali delle banche americane, dal 24 aprile inizia la grande stagione dello stacco dividendi a Piazza Affari e dei cda sui dati del primo trimestre. Ecco che cosa si aspettano gli analisti sul gruppo guidato dall’ad Messina dopo le svalutazioni nel 2022 degli asset in Russia e il rialzo dei tassi in Eurozona​


A Wall Street è appena partita la stagione delle trimestrali, con Blackrock e JP Morgan fra i grandi gruppi finanziari. Dal 24 aprile Piazza Affari inizia a staccare i dividendi e da quel momento in poi partono i cda dei gruppi quotati per analizzare i dati del primo trimestre 2023.

Banc Akros venerdì 14 aprile fa il punto della situazione sui conti attesi di Intesa Sanpaolo che pubblicherà i dati venerdì 5 maggio. Secondo gli analisti, il gruppo guidato dall’ad Carlo Messina ha chiuso il primo trimestre 2023 con ricavi per 5,862 miliardi, in aumento dell’8,1% anno su anno, costi operativi per 2,770 miliardi, in salita del 7,8% sul 2022, un margine operativo lordo di 3,142 miliardi (+8,5%), svalutazioni su prestiti per 538 milioni (-23,4% anno su anno) e un utile netto di 1,5 miliardi di euro, in crescita di quasi il 47% grazie ad una «solida performance operativa e minori svalutazioni».

Margine di interesse solido, Aum e trading in calo

I ricavi totali dovrebbero aumentare dell'8% su base annua a 5,9 miliardi di euro, «trainati dall'eccezionale performance del margine di interesse – Net Interest Income - stimato in aumento del 60% su base annua a 3,1 miliardi di euro grazie alla crescita dei margini» dovuta al continuo rialzo dei tassi di interesse, scrivono gli analisti.

Le commissioni nette sono attese invece in flesisone del 7% anno su anno a 2,1 miliardi di euro a causa di minori asset in gestione (Aum) «a causa della performance negativa del mercato». La volatilità delle piazze finanziarie dovrebbe avere effetto anche sui profitti da trading della banca stimati a 233 milioni di euro rispetto ai 769 milioni del primo trimestre 2022, mentre l’utile derivante dalla vendita di polizze assicurative è previsto stabile anno su anno a 400 milioni di euro.

I costi operativi sono attesi in crescita dell'8% anno su anno a 2,7 miliardi di euro, con un «aumento dei costi alimentato dai significativi investimenti in nuove iniziative (Isybank)», un fatto che non dovrebbe inficiare la crescita nel primo trimestre 2023 del margine operativo lordo (Mol) a 3,14 miliardi di euro, in aumento dell'8,5% anno su anno, con un rapporto fra costi e ricavi (cost/income ratio) stabile al 46,5%.

Meno valutazioni, sul Cet 1 ratio il peso dei nuovi principi contabili

Le svalutazioni sui prestiti sono attese diminuire del 23% sul 2022 a 0,5 miliardi anche perché il dato dello scorso anno comprendeva, in parte, gli accantonamenti per circa 0,8 miliardi di euro sull'esposizione di Intesa Sanpaolo in Russia. Il coefficiente di solidità patrimoniale Cet 1 ratio Fully Loaded è previsto in calo di 50 punti base rispetto al trimestre precedente al 13,0%, di cui 20 punti base a causa del primo impatto dell’applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS 17.

Secondo Banca Akros, Intesa Sanpaolo «continuerà a beneficiare dell'espansione del margine di interesse e dei trend favorevoli della qualità degli attivi». Una revisione al rialzo della guidance 2023 potrebbe essere un vantaggio, spiegano gli analisti, che confermano il rating Accumulate e il prezzo obiettivo di 2,7 euro su Intesa Sanpaolo. Il titolo sale del 3,5% a 2,47% venerdì 14 aprile per 47 miliardi circa di capitalizzazione. Da inizio anno ha guadagnato il 16,6%.

Orario di pubblicazione: 14/04/2023 16:18
Ultimo aggiornamento: 14/04/2023 17:28
 
Ultima modifica:
Super, ma il dividendo 2022 e' stabilito o dovevano comunicarlo a maggio con precisione?
 
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