Milano, 14 luglio- Il finanziere Corrado Coen e' uscito ieri sera dal carcere ma continua a restare agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano per associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta e alla manipolazione del mercato. Il provvedimento e' stato firmato da un Gip del tribunale di Milano con parere favorevole del pm Bruna Albertini, titolare del fascicolo. Coen era stato arrestato il 20 aprile scorso perche', secondo l'accusa, avrebbe rilevato alcune societa' nel settore alberghiero e del turismo, in difficolta' finanziarie, e le avrebbe portate alla procedura di concordato preventivo, nel frattempo depauperandole delle risorse rimaste. Nella stessa inchiesta a Coen, inoltre, vengono contestati anche altri reati di natura finanziaria. Nel frattempo, questa mattina e' stato rinviato al 3 ottobre prossimo il processo a carico di Coen per vicende legate alle societa' Moviemax e Investimenti e Sviluppo, in quanto Coen ha cambiato legale, affidando ora la propria difesa all'avvocato Michele Iudica.
Arrestato dalla guardia di finanza di Cuneo Guido Veneziani. L'editore che, nel progetto del presidente del Consiglio Matteo Renzi, doveva salvare “l'Unità” è finito in manette per il crac della Roto Alba, una storica stamperia del Cuneese. L'uomo sarebbe detenuto già da ieri nel carcere di Asti dove è stato portato su richiesta della pm astigiana Laura Deodato che lo accusa di bancarotta fraudolenta aggravata e e false comunicazioni sociali. Sono altre sette le persone indagate, tra loro anche Gianmaria Basile e sua sorella Patrizia, soci di minoranza di Venenziani nella “Guido Veneziani Editore” e attualmente agli arresti domiciliari.
Le indagini nascono da una verifica fiscale fatta dalle fiamme gialle alla Roto Alba nel 2015: nel corso degli accertamenti era infatti emersa una situazione amministrativa e contabile disastrosa che portava la procura ad aprire un fascicolo, iscrivendo Veneziani nel registro degli indagati e costringendolo a dimettersi dalla carica di presidente del cda della società che edita “l'Unità”. Secondo gli inquirenti quando Veneziani, milanese d'origine, ha acquisito la Roto Alba nel 2012 la situazione patrimoniale e finanziaria era florida, ma negli anni l'editore l'avrebbe spogliata di risorse pari a quasi 15milioni di euro che sarebbero state distratte verso altre società del suo gruppo. Le operazioni hanno portato al dissesto della stamperia: per mesi gli oltre 100 lavoratori, che sono stati poi messi in cassa integrazione, non hanno ricevuto lo stipendio, mentre poco più di un anno fa la società è stata dichiarata fallita. La Roto Alba negli anni di gestione veneziani avrebbe accumulato anche un debito verso il fisco che ammonta ad alcuni milioni di euro, cui si aggiungono i contributi previdenziali dei lavoratori mai pagati.
Durante l'operazione “Gutenberg”, così i finanziari hanno chiamato il blitz, sono state perquisite anche le sedi della altre società del gruppo tra cui la capofila milanese.