OT Ti ritieni più intelligente della media?

Ti ritieni più intelligente della media

  • Voti: 27 48,2%
  • No, nella media

    Voti: 14 25,0%
  • No, sotto la media

    Voti: 15 26,8%

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    56
Si può essere, ricordo che il padre era molto autoritario, lo spronava (spronava è dire poco visto i divieti che aveva) :Dverso lo studio.

Comunque noi andavamo a casa sua per la sorella bona, confesso. ;)

E racconto anche un aneddoto che fa parte di questa storia (speriamo non legga altrimenti capisce subito), la famiglia era custode in una villa, in pratica abitava nella costruzione all’ingresso dove c’erano ancora le carrozze di fine ‘800 bellissime, la villa era appartenuta a quello che ad inizio 900 era il più ricco in Italia. (Aneddoto da forum di finanza) :o

Riccardo Gualino o Giuseppe volpi?
 
Al netto delle recenti rivisitazioni del concetto di misurabilità dell'intelligenza (peraltro parzialmente efficienti solo in particolari manifestazioni di intelligenza), credo che serva anche qulo per poter aver l'occasione per sfruttare o valorizzare o semplicemente esprimere la propria particolare intelligenza.

Personalmente mi ritengo .... ma chissenefrega:D
 
Riccardo Gualino o Giuseppe volpi?
No è noto soprattutto a noi del basso Piemonte e ai genovesi più attempati :D era il conte edilio raggio.

Wikipedia scrive questo:

La sua fortuna alla sua morte (1906), stimata oltre i 200 milioni di lire (pari a circa 847 milioni di euro al febbraio 2020), esclusi i beni immobili e i numerosi impianti industriali, era a quel tempo il più grande patrimonio liquido d'Italia[4]
 
questo è un bel threadOK!
 
Credo esista qualche pb. nella scuola italiana, nella mia esperienza di ingegneria vecchio ordinamento ho visto persone metodiche e costanti laurearsi facilmente, altri brillanti lasciare perchè delusi dall'appoccio agli studi, dalla molta teoria e poca applicazione pratica, dalla poca interazione con i docenti, soprattutto di provenienza ITIS elettrotecnica/elettronica, spesso sono diventati imprenditori. Ho visto altri non battere chiodo ad ING laurearsi brillantemente in architettura o economia, altri passare direttamente a fisica o matematica. Contando sul numero e sulla prevalenza maschile ho visto compiti scritti fatti dall'amico o addirittura gruppetti mimetizzati che lavoravano tutti per uno, non consegnando alla fine il proprio compito, le difficoltà rendono creativi! Un corso di studi particolare che funziona come una maratona, più questione di resistenza e concentrazione a parte poche rare eccezioni di elementi duttili, intelligenti, creativi, quelli che nemmeno sembrano ingegneri :D, quelli che suonano e fanno sport, quelli ai quali riesce bene tutto, quelli da invidiare... in senso buono!

condivido molte delle tue osservazioni...ho tuttavia visto colleghi ingegneri raggiungere brillanti traguardi professionali e relativo status economico di assoluto prestigio poi finire in malora perchè la vita, bastarda com'è, li ha messi alla prova in ambiti nei quali evidentemente erano poco intelligenti e non hanno avuto la capacità di far fronte alla loro impreparazione adattandosi in fretta alla nuova situazione imparando con tenacia e perseveranza per uscirne spesso perchè convinti ingenuamente dal fatto che il loro successo professionale significasse essere divenuti invincibili e capaci di affrontare qualsiasi cosa...

erano evidentemente persone di intelligenza non particolarmente sviluppata per come si sono sciolti come neve al sole di fronte a situazioni che molti dei loro sottoposti avevano invece superato...

credo che se vi è un "sintomo" che può rivelare l' intelligenza complessiva della persona che abbiamo di fornte sia il, da parte di questa, riconoscere le proprie debolezze e cercare di porvi rimedio in previsione di eventi della vita che possono andare a sfruculiare proprio quelle vulnerabilità...

chi si crede indistruttibile perchè ha raggiunto ricchezza successo status in un certo ambito della vita è persona che denota intelligenza inferiore alla media e destinata, se la vita farà (come a volte avviene) la bastarda e lo metterà alla prova in ambiti nei quali neppure lui immagina di essere tanto fragile, a soccombere miseramente in preda all' incredulità più assoluta..

molte persone hanno la fortuna che ciò non gli accadrà mai nella vita e continueranno a credersi intelligenti ed indistruttibili fino alla morte solo perchè la sorte sarà stata benigna con loro consentendogli di aver successo svolgendo un' attività per la quale erano tagliati senza che avvenimenti particolarmente probanti siano occorsi a metterli alla prova seriamente fuori dalla loro zona di comfort...sono quelli che tu dici
"a cui riesce tutto"...beata ignoranza si dice :)

nella vita avere c.u.lo conta non poco:yes:
 
Ultima modifica:
..

molte persone hanno la fortuna che ciò non gli accadrà mai nella vita e continueranno a credersi intelligenti ed indistruttibili fino alla morte solo perchè la sorte sarà stata benigna con loro consentendogli di aver successo svolgendo un' attività per la quale erano tagliati senza che avvenimenti particolarmente probanti siano occorsi a metterli alla prova seriamente fuori dalla loro zona di comfort...sono quelli che tu dici
"a cui riesce tutto"...beata ignoranza si dice :)

nella vita avere c.u.lo conta non poco:yes:

Alla fine si arriva lìOK!
 
No è noto soprattutto a noi del basso Piemonte e ai genovesi più attempati :D era il conte edilio raggio.

Wikipedia scrive questo:
La sua fortuna alla sua morte (1906), stimata oltre i 200 milioni di lire (pari a circa 847 milioni di euro al febbraio 2020), esclusi i beni immobili e i numerosi impianti industriali, era a quel tempo il più grande patrimonio liquido d'Italia[4]

Interessante, grazie. Avevo letto del castello raggio ma non conoscevo la sua storia.
 
Alla fine si arriva lìOK!

già...almeno io la vedo così come te basandomi sulle mie esperienze e su tutto quello che ho osservato nella mia vita :)...

siamo talmente tanto fragili che nemmeno immaginiamo che quando vuole la vita può spazzzare via in un baleno tutte le nostre "presunte" certezze ed illusioni di potenza...

ed è allora lì , nudi, senza più le nostre sicurezze fuori dalla nostra comfort zone, con ala nostra autostima calpestata che si vede veramente di che pasta siamo fatti...

e , purtroppo, non è detto che pur essendo comunque intelligentissimi cioè abilissimi ad adattarci per raggìungere velocemente la migliore condizione per affrontare l' avversità ciò possa bastare a spuntarla ;ci sono situazioni irrisolvibili nelle quali occorre prendere atto e soccombere comunque possibilmente con dignità..

questo , per me, può significare essere intelligenti

ma di certo con un approccio corretto la gran parte delle rogne (quelle vere grosse, non le cazz.,atine di tuti i giorni) della vita possono essere superate con successo pur a fronte di inevitabile sofferenza e patimento non essendo preparati immediatamente ad affrontare la situazione
 
Ultima modifica:
Secondo me, quasi il 100% degli utenti FOL sono sopra la media. Ciò è quasi certo anche solo per il fatto che scelgono di frequentare un forum di finanza, volontariamente. E' bene ricordare che più di un adulto su tre in Italia è analfabeta funzionale.

Tutti noi abbiamo punti deboli e punti di forza caratteriali, ma nel complesso il FOL è un ambiente esclusivo e super-selezionato. Ciò è vero anche per AP, anche se magari un po' meno di altre sezioni, tipo quelle ETF, Vivere di rendita e Immobiliare.

Non faccio nomi, ma ci sono alcuni utenti che considero estremamente brillanti - i loro commenti sono sempre una miniera di idee e spunti di riflessione. Questo tipo di persona ha piacere di frequentare il forum soprattutto perché può interagire con altre persone con attitudini ed interessi simili ai suoi.
 
Credo esista qualche pb. nella scuola italiana, nella mia esperienza di ingegneria vecchio ordinamento ho visto persone metodiche e costanti laurearsi facilmente, altri brillanti lasciare perchè delusi dall'appoccio agli studi, dalla molta teoria e poca applicazione pratica, dalla poca interazione con i docenti, soprattutto di provenienza ITIS elettrotecnica/elettronica, spesso sono diventati imprenditori. Ho visto altri non battere chiodo ad ING laurearsi brillantemente in architettura o economia, altri passare direttamente a fisica o matematica. Contando sul numero e sulla prevalenza maschile ho visto compiti scritti fatti dall'amico o addirittura gruppetti mimetizzati che lavoravano tutti per uno, non consegnando alla fine il proprio compito, le difficoltà rendono creativi! Un corso di studi particolare che funziona come una maratona, più questione di resistenza e concentrazione a parte poche rare eccezioni di elementi duttili, intelligenti, creativi, quelli che nemmeno sembrano ingegneri , quelli che suonano e fanno sport, quelli ai quali riesce bene tutto, quelli da invidiare... in senso buono!

Concordo, in quanto anch'io ingegnere vecchio ordinamento, bioingegneria (politecnico milano). Una delusione immensa, per le ragioni che ho evidenziato nel tuo intervento a cui rispondo.
Infatti ho iniziato subito ad occuparmi d'altro (attività politica, lavoretti, programmazione prima nelle software house poi in proprio, servizio civile, insegnamento) proprio per imparare qualcosa di concreto, laureandomi ovviamente molto tardi
Ho avuto anche l'onore di sostenere l'esame di meccanica razionale con Amalia Ercole Finzi (compare spesso, arzilla 85enne) da Floris, allora poco più che quarantenne, ancora assistente, una veramente tosta e una dei pochi docenti sempre presenti nelle ore di sportello.
Certo, poi all'esame mi ha massacrato .... :D
A parte alcuni indirizzi (es elettronica, telecomunicazioni), dove era impossibile passare alcuni esami capestro (gli esami di Bellini e Drufuca, per chi sa di cosa sto parlando) senza conoscere a fondo la materia e poche altre eccezioni, era effettivamente più un corso di sopravvivenza che un ambito in cui acquisire una preparazione reale.
La maggior parte degli esami si passava assistendo agli esami di altri per capire cosa voleva il docente, più che la preparazione (comunque in parte indispensabile) era richiesta tanta furbizia
Mai visto un laboratorio, a parte la frequentazione del centro di calcolo per l'esame di programmazione che richiedeva tassativamente un progetto in fortran da realizzare su schede perforate (credo di averle ancora da qualche parte), esame per altro passato dopo aver lavorato nelle software house
Da quello che so, oggi è un indirizzo più abbordabile, non fosse altro per la tecnologia oggi disponibile (un sogno per la mia generazione, ai tempi) e la mole impressionante di materiale di ogni tipo (testuale e multimediale) disponibile in rete.
Ai tempi per tracciare grafici usavo una calcolatrice programmabile in pseudo-assembly (Texas T56 e T59), oggi ci sono software di simulazione in quasi tutti gli ambiti richiesti.
E quanto al materiale, noi dovevamo arrangiarci con gli appunti del corso (spesso di altri, quando non si seguiva) e con il libro di testo (quando c'era). Si andava in copisteria sperando che qualche anima buona avesse lasciato copie dei propri appunti, per avere una fonte in più
Quanto all'interazione con i docenti, dopo aver lavorato nel settore informatico ho cambiato indirizzo di studi, da telecomunicazioni (specializzazione tanto dura quanto astratta e teorica) a bioingegneria.
Avrei preferito ovviamente l'indirizzo informatico, ma era noto che alcuni docenti dell'indirizzo fossero particolarmente poco disponibili e poco corretti, a differenza di bioingegneria.
Quanto ai contenuti, ricordo la delusione dopo anni di programmazione in campo gestionale, quando presi in mano il testo di "complementi di programmazione", convinto che sarebbe stato tutto più chiaro e comprensibile, scoprendo invece dopo due pagine che non aveva niente a che vedere con quanto avevo affrontato sul campo, astrazione e logica puri.
Da qui la scelta di passare a bioingegneria. Due compagne di studi le ho poi ritrovate come colleghe molti anni dopo

In effetti, ho imparato più insegnando (e sfruttando sempre più la tecnologia, poco sfruttata dai miei studenti, un po' per pigrizia un po' in quanto data per scontata, cosa che non è per la mia generazione) che per quanto acquisito al politecnico. Ho sempre cercato, da insegnante, di evitare ai mie studenti l'esperienza disastrosa del mio percorso universitario

La laurea è stata una liberazione. Mai capito chi invece di studiare liberamente, da autodidatta, si mette in testa di prendersi seconde e terze lauree.

Ma in fondo è lo stesso per la musica, a parte l'essere fuori tempo massimo, per crescere come pianista non mi è mai passato per la testa di diplomarmi al conservatorio, sarei stato costretto a studiare anche (e soprattutto) tutto ciò che non mi serviva e non interessava.

In rete ci sono montagne di video sull'armonia jazz e sulla tecnica sia esecutiva sia di apprendimento (alcuni recenti video di Black sui passi da seguire nello studio dei brani li ho trovati molto interessanti), fatti da dio, molto più stimolanti.
 
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condivido molte delle tue osservazioni...ho tuttavia visto colleghi ingegneri raggiungere brillanti traguardi professionali e relativo status economico di assoluto prestigio poi finire in malora perchè la vita, bastarda com'è, li ha messi alla prova in ambiti nei quali evidentemente erano poco intelligenti e non hanno avuto la capacità di far fronte alla loro impreparazione adattandosi in fretta alla nuova situazione imparando con tenacia e perseveranza per uscirne spesso perchè convinti ingenuamente dal fatto che il loro successo professionale significasse essere divenuti invincibili e capaci di affrontare qualsiasi cosa...

erano evidentemente persone di intelligenza non particolarmente sviluppata per come si sono sciolti come neve al sole di fronte a situazioni che molti dei loro sottoposti avevano invece superato...

credo che se vi è un "sintomo" che può rivelare l' intelligenza complessiva della persona che abbiamo di fornte sia il, da parte di questa, riconoscere le proprie debolezze e cercare di porvi rimedio in previsione di eventi della vita che possono andare a sfruculiare proprio quelle vulnerabilità...

chi si crede indistruttibile perchè ha raggiunto ricchezza successo status in un certo ambito della vita è persona che denota intelligenza inferiore alla media e destinata, se la vita farà (come a volte avviene) la bastarda e lo metterà alla prova in ambiti nei quali neppure lui immagina di essere tanto fragile, a soccombere miseramente in preda all' incredulità più assoluta..

molte persone hanno la fortuna che ciò non gli accadrà mai nella vita e continueranno a credersi intelligenti ed indistruttibili fino alla morte solo perchè la sorte sarà stata benigna con loro consentendogli di aver successo svolgendo un' attività per la quale erano tagliati senza che avvenimenti particolarmente probanti siano occorsi a metterli alla prova seriamente fuori dalla loro zona di comfort...sono quelli che tu dici
"a cui riesce tutto"...beata ignoranza si dice

nella vita avere c.u.lo conta non poco

E' che scuola e vita reale sono sempre stati ambiti diversi, e rispetto a quando mi sono diplomato prima e laureato dopo, sempre più lontani. Il successo scolastico non ha mai di per sè garantito il successo professionale e tanto meno il successo nella vita in generale.

Ho visto fior di vincenti in campo scolastico fallire nella vita reale (professionale e/o personale) e viceversa.

Le capacità di adattamento sono molto legate al carattere e alla capacità di rapportarsi agli altri in situazioni di conflitto e/o di difficoltà e questo spesso ha poco a che vedere con il libretto universitario e, a volte, anche con la perseveranza e la tenacia

Se esistono problemi a rapportarsi con gli altri, preparazione, intelligenza logica-matematica, perseveranza e tenacia aiutano solo a contenere i danni.
Come osservavi, molto dipende anche dalla capacità (e a volte anche dalla fortuna) di capire per quale attività si è più tagliati e poterla poi seguire.

Dopo una prima esperienza di insegnamento alle scuole medie (giovanissimo, avevo 20 anni), pur essendomi divertito avevo scartato a priori quella strada, con gli anni mi ero convinto che avrei lavorato nel settore informatico.

Per puro caso, per necessità economica, fui costretto ad accettare una supplenza di elettronica alle superiori, non mi ero ancora laureato. E quella fu la mia fortuna, mi fu chiaro, con grande sorpresa, che quel lavoro era cucito su misura per me.

Malgrado tutti i problemi che necessariamente sono seguiti, appartengo a quella categoria di persone che hanno avuto la fortuna sia di mantenere, per tutta la propria vita professionale, il lavoro per cui si era più tagliati sia quella di lasciarlo al momento giusto. E' non è una fortuna da poco

C'è anche da dire che il c.u.lo conta ma va anche aiutato facendosi trovare pronti al momento giusto e mettendosi in gioco con tutto ciò che ne consegue, nel bene ma anche nel male
 
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Secondo me, quasi il 100% degli utenti FOL sono sopra la media. Ciò è quasi certo anche solo per il fatto che scelgono di frequentare un forum di finanza, volontariamente. E' bene ricordare che più di un adulto su tre in Italia è analfabeta funzionale.

Tutti noi abbiamo punti deboli e punti di forza caratteriali, ma nel complesso il FOL è un ambiente esclusivo e super-selezionato. Ciò è vero anche per AP, anche se magari un po' meno di altre sezioni, tipo quelle ETF, Vivere di rendita e Immobiliare.

Non faccio nomi, ma ci sono alcuni utenti che considero estremamente brillanti - i loro commenti sono sempre una miniera di idee e spunti di riflessione. Questo tipo di persona ha piacere di frequentare il forum soprattutto perché può interagire con altre persone con attitudini ed interessi simili ai suoi.



In effetti il sondaggio è posto maluccio.

Gia' il fatto di saper scrivere in maniera decente depone per un superamento della media.

Forse piu' corretto sarebbe stato porre la domanda se si ritiene di essere piu' o meno intelligenti della media dei frequentatori di AP
 
Secondo me, quasi il 100% degli utenti FOL sono sopra la media. Ciò è quasi certo anche solo per il fatto che scelgono di frequentare un forum di finanza, volontariamente. E' bene ricordare che più di un adulto su tre in Italia è analfabeta funzionale.

Tutti noi abbiamo punti deboli e punti di forza caratteriali, ma nel complesso il FOL è un ambiente esclusivo e super-selezionato. Ciò è vero anche per AP, anche se magari un po' meno di altre sezioni, tipo quelle ETF, Vivere di rendita e Immobiliare.

Non faccio nomi, ma ci sono alcuni utenti che considero estremamente brillanti - i loro commenti sono sempre una miniera di idee e spunti di riflessione. Questo tipo di persona ha piacere di frequentare il forum soprattutto perché può interagire con altre persone con attitudini ed interessi simili ai suoi.

Partendo "ab ovo", tra incapacità di interpretare un testo scritto ed analfabetismo di ritorno, già utilizzare applicazioni e ricerca in internet oltre che scrivere in un forum rispettando sintassi e punteggiatura non è poi così basico, ancora prima di affrontare la finanza o altri temi specifici. Concordo sull'ultima frase, non è autocandidatura ai "brillanti" meglio precisarlo! :p:D ma la motivazione per cui nel mio caso vivendo la realtà di piccoli centri e complice la minore libertà di movimento si alimentano curiosità e confronto dialettico e si cerca uno stimolo intellettuale, sempre con un pizzico di ironia e divertimento, senza prendersi troppo sul serio. Devo riconoscere che nella tribù maschile mi trovo a mio agio, l'approccio diretto come un piatto saporito e godereccio, non il menu da nouvelle cousine tutto apparenza e poca sostanza. L'esperienza studentesca e professionale è stata in questo senso un bel training.

P.S. @torre1 hai evocato meccanica razionale, uno dei miei peggiori incubi, esame che mi sono sognata a distanza di anni e un colpo di clava alla mia sicurezza. Dal Fortran e schede capisco che le tue vicende sono antecedenti ma le difficoltà le hai rappresentate benissimo. Aggiungo che a noi il primo gg dissero che dall'aula magna ci saremmo dovuti ridurre ad una classe ordinaria già per ragioni di spazio, ci sembrò un'iperbole/intimidazione visti i numeri iniziali, invece andò realmente così.
 
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Partendo "ab ovo", tra incapacità di interpretare un testo scritto ed analfabetismo di ritorno, già utilizzare applicazioni e ricerca in internet oltre che scrivere in un forum rispettando sintassi e punteggiatura non è poi così basico, ancora prima di affrontare la finanza o altri temi specifici. Concordo sull'ultima frase, non è autocandidatura ai "brillanti" meglio precisarlo! :p:D ma la motivazione per cui nel mio caso vivendo la realtà di piccoli centri e complice la minore libertà di movimento si alimentano curiosità e confronto dialettico e si cerca uno stimolo intellettuale, sempre con un pizzico di ironia e divertimento, senza prendersi troppo sul serio. Devo riconoscere che nella tribù maschile mi trovo a mio agio, l'approccio diretto come un piatto saporito e godereccio, non il menu da nouvelle cousine tutto apparenza e poca sostanza. L'esperienza studentesca e professionale è stata in questo senso un bel training.

Il vantaggio dei forum con molti iscritti (e FOL ne ha da vendere) è la facilità nel poter scegliere. Difficile che non ci siano mai discussioni interessanti o nick con cui confrontarsi, qualcosa si pesca sempre. Ci si lamenta tanto del clima di AP, della litigiosità, della faziosità, dell'inconcludenza e/o della pesantezza di molte discussioni.
Probabilmente vero, ma intanto, bello o brutto che sia il quadro che ne esce è comunque una fotografia sufficientemente attendibile della realtà, e già da questo c'è da imparare.
E poi, ripeto, difficile non trovare discussioni o nick con idee e punti di vista diversi con cui confrontarsi, dipende molto anche dallo spirito con cui lo si frequenta.
Anche quando lo frequento poco (come nelle ultime settimane, ho avuto parecchio da fare), è sempre un piacere passarci un po' di tempo quando se ne ha la possibilità

P.S. @torre1 hai evocato meccanica razionale, uno dei miei peggiori incubi, esame che mi sono sognata a distanza di anni e un colpo di clava alla mia sicurezza.

Esami come meccanica razionale dipendono molto sia dalle richieste del docente e degli assistenti sia dalla sessione di esame. Ai miei tempi le prime sessioni d'esame (giugno-settembre) erano le più abbordabili, poi si aprivano le porte dell'inferno.
Dopo un exploit insperato in elettrotecnica (presi il mio primo 30 con un 18 allo scritto con un assistente che difficilmente dava molto più rispetto allo scritto) mi misi purtroppo in testa di prenderlo anche in meccanica razionale, e rifiutai un 21 a settembre. Ma le successive sessioni passarono alla Amalia Ercole Finzi ....... ad ottobre mi mandò a casa, prima e ultima volta nella mia carriera universitaria. Allora iniziai a seguire i suoi sportelli (e lei, persona tanto esigente quanto corretta, era sempre presente). Continuava a dirmi che ero preparato, mi ripresentai a gennaio, dopo aver studiato come un pazzo, avevo una preparazione spaziale rispetto all'esame passato (ma rifiutato) a settembre
Mi presi un 18 e calcio nel sedere (poteva anche mandarmi mia): mi avesse preannunciato le domande che mi propose una settimana prima, non sarei stato in grado di rispondere. Gran donna, ma pretendeva tanto.
Non imparai la lezione.
Hai fatto riferimento in un precedente tuo post agli esami scritti passati lavorando in gruppo: mi ritrovai a sostenere l'esame scritto di meccanica e macchine con un amico (lo stesso che poi mi convinse ad insegnare). Eravamo in fondo all'aula, ben nascosti, ma non mi sentivo preparato, passai all'amico esterrefatto i miei esercizi (giusti) e me ne andai senza prendere i suoi. Lui prese 26, il sottoscritto, mesi dopo, sicuramente preparato, solo 21 ....... :D
Non contento, per un fatto di principio, rifiutai un 28 in programmazione perché volevo a tutti i costi il 30.
Era un fatto di principio. Non capivo un accidente di programmazione i primi anni, non superai i compitini perché nessuno ebbe la bontà di passarmeli.
Poi mi si accese la lampadina, e da allora programmare diventò (lo è tuttora) uno dei miei punti di forza.
Ma almeno quel 30 finalmente me lo portai a casa .... :D

Dal Fortran e schede capisco che le tue vicende sono antecedenti ma le difficoltà le hai rappresentate benissimo.

Al politecnico ancora nei primi anni 80 si usavano fortran e schede perforate (l'esame di programmazione l'ho passato fuori corso, avrei dovuto sostenerlo da metà '78 in poi). Se non le hai usate vuol dire che appartieni alla generazione successiva alla mia. Mi sorprende da quanto dici che ci fossero ancora così poche ragazze (in effetti ho seguito molto poco, studiando e lavorando).
Ai miei tempi, l'indirizzo di bioingegneria era uno dei più popolati di ragazze (nel senso che erano pochissime ma almeno c'erano). Molto meno nelle altre specializzazioni.

Aggiungo che a noi il primo gg dissero che dall'aula magna ci saremmo dovuti ridurre ad una classe ordinaria già per ragioni di spazio, ci sembrò un'iperbole/intimidazione visti i numeri iniziali, invece andò realmente così.

Ingegneria è sempre stata una facoltà selettiva. E ai tempi lo era più di adesso, un po' per i limiti della tecnologia e per l'assenza di materiale (a meno di non spendere capitali su testi americani, con il rischio di disperdersi), ma soprattutto perché anche la scuola secondaria era molto più selettiva di quella che oggi fa passare di tutto (e lo dico con cognizione di causa, vista che ci ho lavorato per diversi decenni, da prima ancora di laurearmi.
Se il politecnico selezionasse come quello di quarant'anni fa probabilmente salterebbero interi indirizzi e la stragrande maggioranza dei corsi dal secondo anno in poi, lo sbarramento del primo anno sarebbe insormontabile per il 90% minimo delle matricole (e non sto esagerando ....)
Chiaramente ci si adegua ai tempi per non chiudere la facoltà.
Le matricole oggi godono di programmi più abbordabili e un supporto di materiale e tecnologia che noi non potevamo neanche sognare. E con tutto ciò fanno fatica ...
 
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