Poesia Visiva

Ho un discreto numero di opere della Poesia Visiva a partire dalle primissime realizzate. Le ultime prese nel 2008 circa per assecondare un mio personale percorso. Concordo in pieno con Accipicchia OK! molte realizzazioni hanno anche il mortale difetto di "stancare" dopo poche settimane... Mantengono una buona struttura intellettuale e culturale ma grossi potenziali rivalutativi non penso vi siano, anche se me lo dovrei augurare ;) Paolo

Io la penso proprio al contrario di voi...:eek:
Per me sta poesia visiva è molto interessante e guardando alle mostre nei musei è già stata storicizzata. Alcuni artisti già costano nelle opere storiche del periodo giusto, altri meritano una rivalutazione. Nel futuro ci saranno belle sorprese per chi crede o ha creduto in questo movimento.:yes:
La noia è soggettiva e dipende da molti fattori, diciamo che un po' di pubblicità giova alla piacevolezza delle opere.:cool:
 
Io la penso proprio al contrario di voi...:eek:
Per me sta poesia visiva è molto interessante e guardando alle mostre nei musei è già stata storicizzata. Alcuni artisti già costano nelle opere storiche del periodo giusto, altri meritano una rivalutazione. Nel futuro ci saranno belle sorprese per chi crede o ha creduto in questo movimento.:yes:
La noia è soggettiva e dipende da molti fattori, diciamo che un po' di pubblicità giova alla piacevolezza delle opere.:cool:

Da due mesi in parete ho un collage di Giuseppe Chiari e sinceramente posso dire di non stancarmi a guardarlo…anzi più lo guardo e più me ne innamoro.
 
Da due mesi in parete ho un collage di Giuseppe Chiari e sinceramente posso dire di non stancarmi a guardarlo…anzi più lo guardo e più me ne innamoro.

Peccato che Chiari non faccia parte della poesia visiva.....:no:
 
A me non dispiace Lamberto Pignotti..
Certo non credo minimamente possa configurare un investimento, tuttavia le sue opere sono simpatiche..

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Non amo particolarmente questo movimento, tuttavia, ritengo che un paio di esponenti del gruppo possano essere "ripescati":

Emilio Isgrò
Ben Vautier

Non ci metterei la mano sul fuoco, però..
 
e cosa ne pensate delle poesie visive di Franco Vaccari?
 

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penso che sia uno dei più bravi in assoluto della Poesia Visiva :yes:

Io apprezzo molto Luciano Ori, che ho anche conosciuto di persona: un genialoide che non accettava compromessi di mercato. Ricordo una frase che suoleva ripetere: "la poesia visiva è il più importante movimento artistico/letterario, dopo il futurismo". OK!
 
Anche secondo me la poesia visiva non ha ancora il rispetto e l'attenzione che si merita, ma come negli altri casi é solo questione di tempo, mi poacciono molto Isgró e Carrega che sono anche tra i pochi esponenti di questo movimento ricordati dal grande Gillo Dorfles ...
 
A mio parere tanti artisti del novecento hanno inserito nel loro lavoro l'immagine e la parola, dai futuristi in poi . Alcuni di questi dopo ne hanno fatto un elemento caratterizzante , per esempio Isgro ' e Vautier , ma non e' facile ricondurre alla poesia visiva , intesa come movimento o gruppo degli anni sessanta - settanta , troppi nomi , almeno in Italia . Mi sembra corretto , da ciò che so , indicare dopo Emilio Villa ( figura di spicco ) Martino Oberto , Ugo Carrega , Vincenzo Accame e Corrado D 'Ottavi . A Firenze il gruppo 70 con Pignotti , Miccini , Ori e Marcucci . Altri nomi meno conosciuti ma importanti Stelio Maria Martini, Luciano Caruso , Mario Diacono . Prendete il mio come piccolo contributo per approfondire un tema molto interessante , niente di piu ' . OK!
 
Ultima modifica:
Mi ha sorpreso come nella attuale mostra a Pavia sulla Visual Poetry siano esposti oltre 150 artisti!!
 
Da sempre ho Ammirato ed Amato la figura di Emilio Villa - Wikipedia del quale purtroppo ormai non si trova sul mercato praticamente più nulla.

Mi piace dunque aprire questa nuova discussione dedicata alla:



Che spero raccoglierà il favore e l'adesione di molti "Amici dell'Arte" di FOL e della quale fino ad ora sul forum si è parlato solo sporadicamente:

Il a mio avviso CAPOLAVORO di Emilio Villa :

EMILIO VILLA
"Amigo Pytagora"
Scrittura su polistirolo
Cm.99.5x49​

Tempo fa provai anche a trattarlo ma la cifra è/era per me inarrivabile:'(
 

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Omaggio a EMILIO VILLA

Ricevo da il museo del louvre libreria galleria fotografie originali arte libri e altre opere del Novecento ssendo iscritto alla loro mailing list e ne dò ampia diffusione sul forum molto volentieri essendo da sempre il mitico Emilio Villa uno dei miei idoli.

OMAGGIO A EMILIO VILLA NEL CENTENARIO DELLA NASCITA. SCRITTI DISEGNI RITAGLI E CANCELLATURE



Venerdi 19 settembre 2014, a cento anni dalla nascita di Emilio Villa, si incontreranno presso la libreria–galleria Il museo del louvre, dalle ore 18.30, studiosi, scrittori, artisti, amici, cultori e appassionati di Villa per ricordare l’opera e la figura del poeta. In occasione dell’incontro saranno esposti edizioni degli scritti, oggetti, autografi, dattiloscritti, biglietti, ritagli, scarabocchi di Villa.



Della nascita e della poesia di Emilio Villa​



Il tempo della nascita è il tempo del già accaduto, il tempo dell’evento irreversibile e insuperabile, dato, “factum” proveniente da un prima inafferrabile, il tempo della presenza di noi stessi che tuttavia non è mai presente a sé, è il tempo dell’ “ormai”. Oramai è il titolo della prima importante raccolta di liriche di Villa del 1947. “Oramai” non “ormai”, quasi a marcare con quell’ora un “adesso” che immediatamente sfuma in un “non più” e nello stesso tempo una durata nel presente tuttavia mai compiuta, una conclusività che permane senza mai finire rinviando a un’ulteriorità a sua volta indefinita, sospesa tra prima e dopo senza intervallo (“Dopo il dopo è dopo/dopo cenato la tempesta”).

La densità di senso di questo avverbio sembra raccogliere l’esperienza spirituale e poetica di Villa: innanzitutto l’esser dati a noi stessi e al mondo nel modo di uno spossessamento e di una alienazione irrimediabile (“Siamo morti che non sanno persuadersi d’essere morti, sempre nascosti dietro i portoni delle case”), alienazione nella Storia che Villa ha sempre rifiutato e dalla quale non si è mai lasciato impartire lezioni, ma soprattutto alienazione da sé (la gratuità dell’esser nati) vissuta tuttavia con un misto di nostalgia ed euforia che l’ha condotto progressivamente nella sua scrittura alla disintegrazione anche dell’io lirico a cui avevano dato voce le prime poesie ed a pervenire a “le Je Grand en bribes” (Io in briciole della stupenda Letania per Carmelo Bene) degli ultimi scritti.

A questa esperienza del tempo già dato e mai concluso si legano, secondo noi, altri due motivi fondamentali della scrittura di Villa: l’origine e il rifiuto dell’opera. Villa è stato ossessionato dall’origine - oscura, barbara ed enigmatica (“Non c’è più origini. Né. Né si può sapere se. Se furono le origini e nemmeno”) - origine innanzitutto della civiltà occidentale come testimoniato dal suo straordinario lavoro di traduttore delle lingue semitiche antichissime che ne ha fatto uno dei pochi scrittori capaci di rompere con il modello storiografico neoclassico (“ariano” come lo ha definito Martin Bernal nel suo Black Athena) per ricondurre la civiltà greca alle sue relazioni con le culture afro-asiatiche. Ma è in un’altra direzione ancora che Villa ha declinato il motivo dell’origine: quello della provenienza dell’opera d’arte dal “silenzio sovrano che rompe la continuità del linguaggio articolato”. Villa è forse stato l’unico poeta italiano del ‘900 (con l’eccezione secondo noi di Campana) che è stato fedele al dettato del Lautréamont delle Poésies: “La scienza a cui mi accingo è una scienza distinta dalla poesia. Non canto quest’ultima. Mi sforzo di scoprire la sua fonte.” Non una generica vocazione “sperimentale” ma la ricerca di questa fonte indicibile della poesia nel silenzio puro che tuttavia implacabilmente assilla a esser “detto” ha condotto Villa alla dissipazione dei suoi scritti, a rifiutare ogni forma di “opera” per dissolvere questa in Scritti disegni ritagli e cancellature come ha colto acutamente Casetti titolandogli il suo omaggio attraverso la costruzione di un labirinto di tracce grafiche, visive, oggettuali, persino video (nella mostra si vedranno le immagini girate da Casetti nella abitazione di Villa) nella paradossale ricorrenza dei cent’anni dalla nascita, di quel tempo dell’oramai gioiosamente irrimediabile (L’oscura punta d’essere l’essere dell’essere/ del crescere e del salire: e struggere e segregare/senza pietà/senza armonia).



Edmondo De Liguori
 

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emilio villa 9-10-2014 studio eos -libri d artista romavilladrome ,la mostra celebrail centenario della nascita del poeta iperpoetacon una selezione di opere di poesia visuale,libri d artista,riviste ,cataloghi, oggetti di poesia testie poesia autografe in una lingua ibrida che mescola idiomi antichi e moderni ....................mentore segreto e propulsore di nuove avanguardie , incoraggia e promuove l opera iniziale di artisti.....burri capogrossi,rotella,novelli,de bernardi,parmiggiani,nuvolo ed altri
 
emilio villa 9-10-2014 studio eos -libri d artista romavilladrome ,la mostra celebrail centenario della nascita del poeta iperpoetacon una selezione di opere di poesia visuale,libri d artista,riviste ,cataloghi, oggetti di poesia testie poesia autografe in una lingua ibrida che mescola idiomi antichi e moderni ....................mentore segreto e propulsore di nuove avanguardie , incoraggia e promuove l opera iniziale di artisti.....burri capogrossi,rotella,novelli,de bernardi,parmiggiani,nuvolo ed altri

Il mio sogno nel cassetto è possedere il libro di villa con il cretto di Burri...:o
 
La parola al livello dei sogni
L’archivio di Ugo Carrega al Mart di Rovereto
14 ottobre - 22 novembre 2014

Lugano, Biblioteca cantonale, Sala delle esposizioni


Ugo Carrega, “La materia svanisce nella mente”,
dalla serie ‘Sbriciatine’, 1968 (Archivio Fotografico Mart)

Inaugurazione martedì 14 ottobre 2014 ore 18

Interverranno:
Luca Saltini (Biblioteca cantonale, Lugano)
Guido Comis (Curatore Museo d’arte, Lugano)
Duccio Dogheria (Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto)
Paolo Della Grazia (Collezionista, Monza)

Ugo Carrega, purtroppo scomparso pochi giorni fa, è stato uno dei principali esponenti della Poesia visiva internazionale, nonché promotore di riviste e centri culturali d’avanguardia. La sua importante attività viene ripercorsa in questa mostra – curata da Paolo Della Grazia, Duccio Dogheria e Luca Saltini –, attraverso una chiave di lettura assai singolare: quella costituita dalle carte del suo archivio personale, conservato nell’Archivio di Nuova Scrittura (ANS) del collezionista Paolo Della Grazia, in deposito al Mart di Rovereto. Queste carte – stampati effimeri, menabò di pubblicazioni, corrispondenza con altri artisti, libri d’artista in esemplare unico, ma anche vere e proprie opere d’arte – sono state affiancate da libri d’artista di personalità in stretta relazione con Carrega, provenienti anch’essi dalle raccolte dell’ANS, ma anche dalle collezioni della Biblioteca cantonale di Lugano. Se la prima parte riguarda dunque la specificità della ricerca artistica e letteraria di Carrega, la seconda ci svela dunque il suo mondo, il suo milieu, i suoi contatti internazionali all’insegna del rapporto tra parola e immagine.
Tra le sorprese del percorso, la parziale riproposizione delle tre avanguardistiche mostre (Cadrs from the world, Bodies e Moments) promosse da Carrega nel 1973 a chiusura del Centro Tool e un lavoro per episcopio (Relativamente) realizzato dall’artista per una performance del 1971, trasposto in video dopo un attento lavoro di analisi.

La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Paolo Della Grazia, Duccio Dogheria, Luca Saltini
 
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