Già , il mortadella ci ha dato la mazzata finale.
Ma pensa tu se non si entrava nell'euro con le inflazioni che si vivevano prima, a due cifre, e il nostro tradizionale debito pubblico.
Il poveri ma belli è potuto andar bene per una stagione dopo che era finita la guerra, ma poi siamo dovuti entrare per forza di cose nell'euro a fare le cose serie sul piano della competitività e senza giocare al ribasso con la moneta .
Per non parlare che in un clima di mercato globale non appartenere a un'unione economica più forte ci avrebbe reso vaso di coccio tra i vasi di ferro.
Se non si entrava nell'euro era la bancarotta.
Per fortuna la stagione infausta quanto scellerata dell'austerity ce la stiamo lasciando alle spalle e oggi recriminare sull'ingresso nell'euro mi sa di molto sbagliato.
Ma soprattutto rimembrare nel passaggio dalla lira all'euro recriminando su un possibile mancato controllo dei prezzi mi sa di risibile.
Ricordo che i prezzi in un'economia di mercato non sono controllabili in nessun modo dalle autorità statali e l'unica maniera per riportarli alla loro natura automatica e naturale è salvaguardare il mercato stesso e null'altro, che è quello che qui in italia non entra bene nella testa delle istituzioni ancora medioevalizzate e corporative.
All'epoca l'unica cosa politicamente fattibile fu proposta da Tremonti e cioè fare l'euro di carta ma per una questione di signoraggio sulla moneta metallica da parte degli Stati membri ciò fu impedIto. Poi, comunque lo si voglia leggere questo tutto italico furto ai danni dei consumatori, i prezzi si sono con il tempo riallineati alla domanda e all'offerta, com'è logico che sia in un ottica di mercato, anche se da noi come osservato con ritardo rispetto al resto dei paesi sviluppati.