Poiché non conoscevo François Rouan quasi per niente, mi sono procurato la versione inglese del catalogo pubblicato da Silvana Editoriale in occasione della mostra personale “François Rouan, Tressages 1966 – 2016” che il Musée Fabre di Montpellier, sua città natale, gli ha dedicato nel 2017.
Riguardo ai suoi rapporti con il gruppo Supports/Surfaces: l’artista ha frequentato nel 1958 la stessa scuola superiore di Belle Arti di Montpellier dove hanno studiato Viallat, Bioulès, Dezeuze e Grand; ha preso parte nel 1966 alla collettiva Impact a Céret, che è la mostra con cui convenzionalmente si fa iniziare l’esperienza del gruppo; poi, però, non ha partecipato alle mostre collettive successive e ha seguito un proprio percorso autonomo. Solo nel 1998 è stato inserito con tre lavori nella collettiva “Gli anni di Supports/Surfaces nelle collezioni del Centre Pompidou” allo Jeu de Paume. Nel catalogo realizzato per l’occasione, l’artista ha ribadito la propria posizione: non ha mai fatto parte del gruppo, ma ha frequentato ed è stato amico di numerosi suoi protagonisti, in particolare di Claude Viallat. È stato accostato al gruppo ancora e solo una volta per una collettiva tenutasi in Cina, a Shaanxi, nel 2001.
Si può concludere che l’artista non sia da includere in Supports/Surfaces, benché sia stato a stretto contatto con alcuni suoi rappresentanti e abbia condotto una ricerca che, a partire dal 1966 e per almeno dieci anni, presenta molte affinità con le istanze portate avanti dal gruppo.
È molto interessante anche il percorso artistico di Rouan.
Nel 1966 inizia i tressage, gli intrecci, dapprima utilizzando tempera ad acqua su carta. Gli artisti a cui guarda, dichiaratamente, sono Matisse con i suoi ritagli, il nostro Fontana e il francese di origini ungheresi Simon Hantaï, che, dopo trascorsi surrealisti, nel 1960 si era imposto con la tecnica del pliage. Al 1968 risalgono i tressage realizzati con le tele.
Nel 1971 Rouan ottiene una borsa di studio all’Accademia di Francia, presso Villa Medici, diretta fin dal 1961 da Balthus, e si trasferisce a Roma. Stringe amicizia con Balthus e inizia a frequentare Jacques Lacan, che apprezza le sue opere. Nel 1973 ha la sua prima personale proprio a Villa Medici, dove espone 7 tressage, 14 disegni, alcune incisioni e 8 lavori di una nuova serie, le “Porte”, ispirate e intitolate alle porte di Roma. Durante il suo soggiorno italiano, ma soprattutto tra il 1973 e il 1974, compie numerosi viaggi a Siena e ottiene il permesso di realizzare schizzi in situ degli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, che ispireranno l’artista per una serie di nuovi lavori che porterà avanti fino al 1986. Intanto, nel 1974 Rouan ha la prima mostra collettiva a New York presso la galleria del suo nuovo mercante, Pierre Matisse, che gli organizza la prima personale americana due anni dopo.
Nel 1977, lascia definitivamente l’Italia e si ristabilisce in Francia, dove prosegue la sua ricerca, con crescenti riconoscimenti (prima retrospettiva al Pompidou, dal 27 ottobre 1983 al 2 gennaio 1984, con una trentina di tele).