Rete Tim, nella corsa al rilancio spunta anche la pista Blackstone
Dopo l’offerta firmata Kkr sondato l’interesse dell’altro fondo americano
Giorgetti: «Non conterà solo la valorizzazione economica» I sindacati bussano a Meloni
reuters Sotto i riflettori. Tim al centro delle speculazioni di Borsa
Con il +3,18% di ieri il titolo Telecom Italia è stato il migliore del Ftse Mib ieri, portandosi a 29,2 centesimi. Si tratta pur sempre di un -29,84% rispetto a un anno fa. Ma questo inizio di 2023 sta facendo felici gli azionisti: +35,23% dall’avvio del nuovo anno.
La possibile sfida fra Kkr (che ha presentato un’offerta non vincolante) e Cdp-Macquarie (da cui il mercato attende uno squillo di tromba nei prossimi giorni, prima del 24 febbraio, anche se con ogni probabilità non prima della prossima settimana) inevitabilmente piace al mercato che avverte movimento in casa dell’ex monopolista, alle prese con un riassetto che ha come primo protagonista la rete. In serata ieri la stessa Tim, dopo interlocuzioni con la Consob, ha diffuso una «precisazione» mettendo nero su bianco alcune informazioni: offerta non vincolante di Kkr della validità di 4 settimane a partire dall’1 febbraio e che perciò sarà esaminata nel Cda del 24 febbraio. «L’offerta non vincolante, com’è normale per operazioni di questo tipo – si legge – è solo indicativa e soggetta ad approfondimenti, analisi e valutazioni che saranno condotti nel frattempo, anche interloquendo con Kkr. D’altro canto, come già reso noto, Tim è pronta a considerare altre opzioni alternative».
Questo il comunicato Tim mentre i lavori, a quanto risulta al Sole 24 Ore, stanno continuando dalle parti di Cdp in vista di una possibile offerta che secondo persone vicine al dossier non potrà che arrivare sul tavolo di Tim, nel caso in cui davvero riuscisse ad arrivare, prima del 24 febbraio. La fiche messa dagli americani è di 20 miliardi, con una valorizzazione di Fibercop (si veda Il Sole 24 Ore del 4 febbraio) che si attesterebbe sui 10-12 miliardi
L’offerta di Kkr, entrata in Fibercop al 37,5% con 1,8 miliardi, ha un po’ spiazzato. Il risultato sono colloqui a largo raggio che al momento dalle parti della cordata Cdp-Macquarie si starebbero facendo con altri fondi, fra i quali, a quanto risulta al Sole 24 Ore, ci sarebbe anche Blackstone. Si tratterebbe, comunque, di colloqui in una fase davvero preliminare. A ogni modo, presa dal lato del fondo americano, il vantaggio di avere cristallizzato una cifra con un’offerta apre a un doppio possibile risultato: la riuscita dell’operazione mettendo le mani sulla rete Tim (seppur con tutti i caveat del controllo strategico lasciato allo Stato) o una valorizzazione che, logicamente, dovrebbe essere più alta da parte di Cdp, con quindi una maggiore remunerazione.
Certo, la partita non è semplice. Il Governo si è molto speso sull’idea di una rete a controllo pubblico e può muovere la leva del Golden Power. Ieri nuovamente il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è tornato a commentare il dossier: «Credo che non potremo giudicare l’offerta di Kkr, che per altro ancora non conosciamo dettagliatamente, esclusivamente secondo i principi di redditività o profitto perché la rete è un’infrastruttura strategica per il Paese ed è in questo aspetto che bisogna capire come vengano garantiti gli interessi generali».
Ieri a farsi sentire sono stati anche i sindacati. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri insieme a quelli di categoria delle tlc Fabrizio Solari, Alessandro Faraoni e Salvo Ugliarolo, hanno chiesto «un urgente incontro» al Governo «per acquisire degli aggiornamenti tangibili su questa delicata ed articolata situazione», oltre che sui tavoli e sulle misure di sostegno per il settore. Intanto, come riportato da Radiocor, come da risposta del commissario Ue al Mercato interno Thierry Breton a un’interrogazione, la Ue non ha bocciato a monte gli aumenti automatici profilati da Wind Tre e Tim sul mobile dal 2024. Sarà l’Agcom a esprimersi sul tema visto che c’è un’istruttoria aperta che si potrebbe concludere con un atto di indirizzo.